Birmania (dal luglio 1989: Myanma) - STORIA, GEOGRAFIA

geografia

Birmania

(dal luglio 1989: Myanma)

Stato (Pyidaungsu Myanma Naingngandaw) dell'Asia sudorientale.

Superficie: 678.033 km

Popolazione: 41.675.000 ab. (stima 1990).

Capitale: Rangoon.

Lingua: ufficiale il birmano, ma per gli scambi commerciali si usa l'inglese. Religione: in prevalenza buddista.

Unità monetaria: kyat.

Confini: confina a est con la Ci 818e45i na, il Laos e la Thailandia, a sud con l'Oceano Indiano (Mare delle Andamane), a ovest con il golfo del Bengala, il Bangladesh e l'India, a nord ancora con la Cina e con l'India.

Ordinamento: Repubblica Federale alla quale partecipano la Birmania propriamente detta e gli Stati dei Karen, Kayah, Shan, Kachin, Chin, Arakan e Mon.

GEOGRAFIA

In Birmania si riconoscono quattro regioni distinte: la montuosa occidentale, il bassopiano centrale, l'altopiano Shan e il Tenasserim, stretta cimosa costiera che si spinge verso sud ed è accompagnata dalle isole dell'arcipelago di Mergui. Il clima è prevalentemente monsonico; i corsi d'acqua principali sono l'Irrawaddy e il Salween, che irrigano le più fertili regioni agricole del Paese (riso, che occupa la metà della superficie coltivata, cotone, arachide, canna da zucchero). Vaste le foreste, che danno soprattutto teak e bambù; piantagioni di caucciù. Le risorse minerarie sono notevoli (petrolio e gas naturale, piombo argentifero, rame, zinco, nichel, stagno e tungsteno). Assai poco sviluppate le industrie, limitate alla trasformazione dei prodotti agricoli. Il commercio si basa sull'esportazione di riso, legname e caucciù e sull'importazione di tessuti e prodotti meccanici. Città principali: Rangoon, Mandalay, Moulmein, Pegu e Bassein. La popolazione, di razza mongolica, è composta in maggioranza da Birmani. Nell'interno vivono tribù primitive; nei grandi centri molti Indiani e Cinesi.

STORIA

Potente Impero nell'XI sec., con capitale Pagan (la 'città dei mille templi' descritta da Marco Polo), perse la propria indipendenza in seguito all'invasione mongola del 1284. Dominata fino al sec. XVIII da dinastie indigene, la Birmania fu nel XIX sec., attraverso tre guerre (1824-1826; 1851-1852; 1885-1886), occupata dagli Inglesi e annessa all'impero indiano; colonia autonoma della corona nel 1937; occupata dai Giapponesi (1942-1944), base per i rifornimenti da parte degli Alleati alla Cina di Chiang Kai-shek (Strada della Birmania), fu liberata nel 1945. Indipendente dal 1947. Nel 1962 un colpo di Stato militare, guidato dal generale Ne Win, instaurò una dittatura, che si proclamò socialista nella Costituzione del 1974. Nel 1988 imponenti manifestazioni popolari portavano alle dimissioni di Ne Win, ma i militari hanno ripreso il potere soffocando ogni opposizione. Nel 1990 le elezioni venivano infatti vinte dalla Lega nazionale per la democrazia, il partito di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace 1991 costretta agli arresti domiciliari dal 1989, ma i risultati venivano completamente ignorati dal regime. Nel 1992-1993 si è verificato un ammorbidimento del regime militare, che ha avviato i lavori di un'assemblea costituente e nel luglio 1995 è stato costretto a liberare Aung San Suu Kyi a causa delle forti pressioni internazionali. Questa ha immediatamente ripreso l'attività politica con la richiesta di nuove elezioni e una nuova costituzione, a cui il governo ha reagito con un certo irrigidimento.

ARTE

Nell'arte della Birmania confluiscono elementi stilistici buddisti, della cultura indiana post-gupta, cinesi e, a partire dal XVIII sec., anche occidentali. Fra i monumenti più noti: gli stupa, i grandiosi templi di Shwezigon e di Ananda, che risalgono all'XI sec., il palazzo reale di Mandalay (1859). Poco sviluppata la scultura. Prospera l'artigianato artistico (tessitura e oreficeria).