Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

ASIA MORFOLOGIA

geografia



ASIA MORFOLOGIA

L'ambiente naturale: L'asia è il continente + esteso del mondo: con i suoi 44665999 km² di superficie occupa 1/3 delle terre emerse. Si estende dall'equatore al polo nord per 1000 km, dal mediterraneo all'oceano pacifico per 20000 km, comprendendo 11 fusi orari.

Le coste

A NORD le coste presentano ampi golfi e insenature formate dagli estuari dei grandi fiumi e sono bagnate dal mar glaciale artico.

A SUD oltre lo stretto di Malacca si apre l'oceano indiano con i suoi mari interni le sue 2 grandi penisole (indiana e Arabica). Pochi arcipelaghi e isole: andatane, nicobare, laccadive, Maldive e sri lanka.

A EST e a SUD-EST tutta la costa del pacifico si articola in penisole e vaste insenature di fronte alle quali si articola un complesso cordone di isole che va dalle curili all'arcipelago indonesiano. Fanno parte della cintura di fuoco (zona turbata da sismi ed eruzioni vulcaniche che circonda l'area dell'oceano pacifico) che delimita il pacifico.



A OVEST il canale di suez immette nel mar mediterraneo; qui si protende la penisola dell'anatolia e si trova l'isola di cipro.

La morfologia. L'Asia ha le cime + alte della terra ed è il continente con l'altitudine media + elevata; su di esso si estendono varie pianure e le massime depressioni continentali, altipiani e deserti.

Si possono individuare 3 fasce continentali con un andamento che si articola da ovest verso est.

LA FASCIA SETTENTRIONALE delimitata a ovest dalla catena dei monti urali si estende dal bassopiano turanico fino a comprendere la Siberia.

LA FASCIA CENTRALE costituita da una lunga serie di catene montuose di origine + recente aspramente modellate e molto elevate, che hanno inizio sulle coste turche del mar egeo e terminano nella penisola indocinese. I primi monti che si incontrano a ovest sono quelli del tauro seguono la catena del Caucaso e i monti elburz che confluiscono nell'hindukush. Questa catena si collega al nodo del pamir da cui si dipartono due sistemi montuosi:

uno è formato dai monti tian shan e altaj che si raccordano con le alture della fascia settentrionale arrivando fino allo stretto di Bering e verso est racchiudono il deserto di gobi e l'altopiano della mongolia.

-l'altro si allarga a ventaglio con direzione sud-est ed è costituito dai ciclopici sistemi del Kunlun, dell'Himalaia e del Karakoram che circondano l'altopiano delTibet

LA FASCIA MERIDIONALE formata da rilievi molto antichi in gran parte spianati dall'erosione degli agenti atmosferici. Sono i tavolati della penisola arabica e del Deccan con un'altitudine media di 500-1000 m, orlati da montagne non molto elevate che impediscono la penetrazione del benefico influsso del mare verso l'interno e ne rendono + pesante l'aridità.

Tra questi tavolati e il continente si aprono vaste e fertili pianure alluvionali: la mesopotamia, la pianura indo-gangetica, la pianura orientale e meridionale della Cina, la pianura della Manciuria.

Il clima: I principali fattori che influenzano i molti climi e paesaggi che si incontrano in Asia sono:

l'estensione latitudinale enorme

la presenza di vaste pianure e di imponenti catene montuose che formano una barriera naturale alla circolazione dei venti e che impediscono lo scambio termico

la continentalità di vaste zone soprattutto verso settentrione

la mancanza di sbocchi sul mare a occidente

la diversa influenza dei mari e degli oceani cha la bagnano e la presenza di correnti marine

l'influsso dei monsoni che soffiano per i 6 mesi estivi dal mare verso la terra e per i 6 mesi invernali dalla terra verso il mare

l'asia del freddo. Tutta l'asia settentrionale è attraversata dalle masse d'aria provenienti dal polo nord che danno origine a un clima subpolare: l'inverno dura da ottobre a aprile le estati sono brevissime e le precipitazioni sono scarse prevale la tundra. Più a sud si incontra il clima continentale freddo con inverni molto rigidi e piogge estive limitate ma + abbondanti di quelle dell'asia settentrionale. Troviamo la taiga. Il clima freddo di montagna interessa le aree + elevate del continente specialmente le aree delle grandi catene montuose (pamir, kanlun, Himalaia, hindukush, altaj, Karakoram) dove abbondano le precipitazioni nevose.

L'asia dei deserti: La fascia che si estende dal mar caspio alla cina e alla mongolia e che a sud-ovest si spinge fino alla penisola arabica, è contraddistinta da un clima arido. A nord si estendono i grandi deserti freddi con paesaggi maestosi e gole rocciose. Gli inverni sono freddi e le estati molto calde. A sud incontriamo i deserti caldi pietrosi e sabbiosi punteggiati da oasi. Le steppe circondano i deserti e le erbe che vi crescono forniscono magri pascoli alle greggi di ovini dei nomadi e ai cammelli, dromedari, gazzelle, antilopi che viv vivono.

L'asia delle piogge: Verso sud e verso est i paesaggi cambiano, la temperatura sale, le precipitazioni sono + abbondanti, la vegetazione diviene + rigogliosa. Abbiamo 4 tipi di clima:

clima mediterraneo (coste asia occidentale e mar nero) scarse piogge durante l'estate + abbondanti in inverno. Temperatura quasi sempre mite

clima temperato dalla corea al giappone meridionale e parte della cina

clima monsonico interessa l'india, la cina e la regione indocinese. Le piogge monsoniche si concentrano da maggio a ottobre. Segue un periodo di siccità quasi totale da novembre a aprile quando spira il monsone di terra. Le regioni monsoniche sono densamente popolate e coltivate (riso)

clima equatoriale diffuso nella penisola di malacca, Indonesia, filippine, myanmar costiero e nelle coste dela malabal e coromandel. Le temperature sono molto elevate, le piogge abbondanti e presenti tutto l'anno. La vegetazione forma la foresta pluviale. La foresta è attualmente minacciata dal disboscamento.

L'idrografia

I fiumi: Sono disposti in modo irregolare. Concentrati in alcune regioni. La presenza di imponenti catene montuose al centro del continente limita la lunghezza dei fiumi di cui si individuano 3 grandi versanti:

settentrionale fanno parte l'ob lo janisej, la lena che scorrono da sud verso nord e sfociano nel mar glaciale artico. Sono coperti dai ghiacci per 8 mesi l'anno

orientale comprende l'amur, l'huang he, lo yuan jian che scorrono da ovest verso est e si gettano nell'oceano pacifico

meridionale comprende da est a ovest il mekong, il menam, lo irrawaddy, il brahmaputra, il gange, l'indo, il tigri e l'eufrate che si immettono nell'oceano indiano

i laghi

in corrispondenza delle regioni della russia asiatica si incontrano bacini lacustri molto ampi: il mar caspio, il lago d'aral, di balhas e di bajkal. Altri di + modeste dimensioni inaridendosi e riscoprendosi di uno stra 656d31g to salino in superficie divengono dei pantani salmastri nella stagione estiva.


ASIA

Le risorse idriche: In un futuro prossimo l'acqua potrebbe accendere conflitti anche maggiori a quelli per il petrolio. La crescita dei consumi mondiali è causa della diminuzione della disponibilità di risorse idriche e il valore strategico si avvicina a quello del petrolio. Tenendo conto che il petrolio è necessario per lo sviluppo economico, ma l'acqua e di vitale importanza. E' probabile che la sua rarità porterà gli stati ad attuare una politica dell'acqua che provocherà conflitti per attribuire il diritto allo sfruttamento delle risorse idriche. In Asia questo gioco è già iniziato, molti paesi del medio oriente è già al di sotto della soglia della quantità idrica minima indispensabile (1000 m³ pro-capite l'anno, alcuni non arrivano nemmeno a 500 m³) . Con i proventi del petrolio i paesi del Golfo hanno attuato impianti di desalinizzazione per ottenere acqua potabile, coprendo il 100% del fabbisogno del Kuwait. In Isralele, Giordania e Palestina, sono alte le tensioni per la carenza d'acqua, i primi due soffrono di un deficit idrico di oltre 300 milioni di m³ l'anno, nella striscia di Gaza lo stesso deficit raggiunge gli 80 milioni m³. In Giordania le autorità puntano su due infrastrutture strategiche: una diga sul fiume Yarmuk in cooperazione con la Siria , e lo sfruttamento della falda di Disi sul confine saudita, per risolvere le difficoltà idriche del paese.

Il caso dell'Eufrate

L'Eufrate percorre: Turchia, Siria, e Iraq, quidin la politica sulle gestione di queste acque si ripercuote sugli altri paesi. Il progetto anatomico (Gpa) della Turchia, cioè l'innalzamento di 22 dighe lungo il tratto iniziale per produrre energia elettrica e irrigare 1,7 milioni di ettari di terre, ha ridotto la disponibilità di acqua per Siria e Iraq. 1987 a questo proposito fra Turchia e Siria firmarono un accordo che garantiva alla Siria un getto minimo di 500 m³ al secondo (la metà della portata del fiume9 che la Siria ha più volte chiesto, senza successo, di rivedere a proprio vantaggio. L'Iraq ha più volte contestato il progetto. Lo sfruttamento a monte del fiume ha impoverito il suo corso a Valle, così la Mesopotamia è meno fertile di quanto non lo fosse in passato. L'Iraq ha visto scendere del 15% il suo raccolto agricolo.

Le acque del Giordano: In una zona desertica lil contenzioso sulle acque del giordano è uno dei maggiori ostacoli alla pace del Medio oriente. Il fiume nasce sulle montagne del Libano, scende dalla alture del Golan e precipita attraverso una gola stretta, da 2 mt sul livello del mare a 200 mt sotto, percorrendo il fondo della fossa siro-africana e formando il lago di Tiberiade.

Considerando i confini degli stati prima della guerra arabo-israeliana, il fiume era per il 54% Giordano, 30% della Siria, 14% di Israele e il 2% libanese., ma l'occupazione di Israele delle alture del Golan e della Cisgiordania rende aleatorie queste percentuali e complica le questioni dello sfruttamento. Il contenzioso coinvolge anche i territori autonomi palestinesi che dipendono dai diritti di sfruttamento delle acque concesse da Israele.

Israele usa l'acqua per lo sviluppo, la Palestina per potersi sviluppare. Da parte palestinese si avanzano diritti storici di sfruttamento del patrimonio idrico, sovrapponendo  questioni ideologiche alla già complicata situazione politica. Inoltre Israele è anche ritenuto responsabile di un'insufficiente allocazione delle risorse idriche presso le popolazioni palestinesi, con grave pregiudizio per lo sviluppo economico e per esigenze di valorizzazione del territorio. Non solo le acque in superficie ma anche quelle di profondità possono essere oggetto di rivendicazioni, aggiungendo aspetti ancora più inquietanti al problema dello sfruttamento delle acque del pianeta.

I conflitti della regione: In Asia occidentale è stato combattuto il maggior numero di conflitti del secondo dopo guerra, molti ancora irrisolti, questo a conseguenza dell'importanza strategica della regione per le risorse petrolifere, facendo si che ogni conflitto superasse i conflitti interni e li trasformasse in conflitti internazionali. In ogni guerra è risultato evidente l'intreccio di problemi politico-territoriali, che riguardano controllo e gestione delle risorse petrolifere. Resta aperto il conflitto più lungo della storia contemporanea, quello fra Israele e i palestinesi, che ha coinvolto l'intero mondo arabo, rendendo la regione instabile.

A questo bisogna aggiungere i movimenti fondamentalisti che destabilizzano sia l'ordine interno che quello internazionale, e ad aumentare lo spirito antioccidentale e a chiamare tutto il mondo islamico alla Jiad c'è l'appoggio degli stati uniti a Israele, situazione aggravata dopo l'11 di settembre 2001 con due guerre una in Afghanistan e la seconda in Iraq e un'altra strisciante contro tutti i paesi considerati alleati degli USA.

L'accettazione di Israele e la priorità da dare alla costituzione di uno stato autonomo palestinese sono ancora oggi motivo di divisione interna al mondo arabo. Tutto questo mentre aumenta l'adesione popolare ai gruppi islamici estremisti, che considerano l'azione dei governi troppo accondiscendente alle richieste occidentali. Per tutti il caso dell'Arabia saudita, alleata degli USA, destabilizzata dai movimenti interni. Questo ha costretto gli USA a rivedere la strategia mediorientale, non escludendo il controllo diretto dei paesi (Iraq) Oltre alla storia palestinese c'è anche quella dei Curdi che vogliono vedere riconosciuto il loro diritto all'autonomia territoriale.

All'origine dei conflitti: Sono cinque le cause principali dell'origine dei conflitti:

1 importanza economica e strategica (petrolio)

2 consapevolezza del mondo arabo di poter sfruttare direttamente le proprie risorse

3 tendenze espansionistiche di alcuni stati arabi

4 costituzione dello stato di Israele

5 mancata risoluzione del problema palestinese.

La questione arabo-israeliana

1948- autoproclamazione dello stato di Israele, con conseguente insurrezione degli stati arabi, che però lui sconfigge, e con lui l'influenza occidentale. L'antisionismo diventa un sentimento diffuso e comune alla maggior parte degli stati arabi.

1972- ultima guerra combattuta tra arabi e israeliani, però non seguita da un trattato di pace ma da accordi bilateri con lo scopo di fare rientrare i singoli stati in possesso dei loro territori. Non tutti gli stati hanno fatto accordi di pace con Israele e rimane irrisolta la questione palestinese. Israele ha condotto una politica di espansione territoriale, popolando con colonie le regioni occupate militarmente, che ostacolano la pace rifiutando di lasciare le terre per la costituzione di uno stato palestinese. Gli USA sono allegati con Israele finanziandolo, e bloccando le iniziative dell'ONU contro il suo operato nell'area. Gli stati arabi sostengono le richieste palestinesi, ma sono divisi sul percorso di raggiunta degli obbiettivi.



1993- a Oslo vengono sottoscritti accordi di pace ma sono miseramente falliti nel decennio successivo.

La convinzione è che la pace sia possibile solo assicurando uno stato ai palestinesi, ma non vi sono iniziative incoraggianti in questa direzione.

L'occupazione turca di Cipro

1974- governo di Ankara interviene nell'isola di Cipro a sostegno della minoranza turca e per impedire l'annessione dell'isola alla Grecia. Il conflitto ha sancito la situazione attuale, cioè l'isola divisa in due zone-turca a nord-greca a sud.

La guerra del Golfo

1990- Iraq invade il Kuwait (il sottosuolo gestisce il 10% delle riserve petrolifere mondiali) Aggressione condannata dall'ONU e che scatena gli USA. Allo scadere dell'ultimato dell'ONU per il ritiro delle trupe irachene, una coalizione guidata dagli USA costringe l'Iraq alla resa. Le potenze vincitrici impongono una zona di interdizione aerea nel Nord a protezione dei Curdi e nel Sud del paese a protezione degli Sciiti entrambi perseguitati da Saddam Hussein.

Da allora l'Iraq è uno stato a sovranità limitata controllato da incursioni aeree USA e da ispettori dell'Onu.

1990- embargo mai sospeso che prostrato il paese e peggiorato le condizioni di vita delle popolazioni.

La guerra in Afghanistan

Gli attentati dell'11 settembre sono la causa della guerra in Afghanistan , anch'essa condotta da una coalizione internazionale sotto comando USA


UNIONE INDIANA

Geologicamente diversa dal resto dell'Asia, l'intera regione si articola in tre zone dalla forte individualità fisica e morfologica.

- A nord si estendono le imponenti catene montuose, poco modellate dall'erosione per la loro origine recente. Domina su tutte quella himalaiana che si allunga per 240 km da nord-ovest a sud-est separando il subcontinente indiano dalla Cina.

L'umidità di cui sono cariche le masse d'aria trasportate dal monsone estivo si scarica sulle montagne rendendo fertili e abitate le loro pendici e vallate.

- Al centro si estende per oltre un milione di chilometri quadrati la pianura alluvionale indogangetica, fertile e densamente popolata, con l'unica eccezione di un'area occidentale semidesertica dove si estende l'arido deserto di Thar. Questa pianura, formata da 3 grandi fiumi himalaiani (indo - gane - brahmaputra) e dai loro affluenti, costituisce la + estesa area di suoli ad alta produttività che esiste negli ambienti tropicali.

- Più a sud si protende nell'oceano indiano il Deccan, un vasto tavolato dalla forma triangolare digradante verso est. Formato da rocce antichissime lo orlano i due sistemi orografici dei Ghati occidentali e orientali che corrono lungo le rispettive coste. I primi costituiscono una barriera tra le brevi pianure che si affacciano sul mar arabico e l'interno della penisola arido e poco fertile. A oriente i fiumi hanno formato pianure alluvionali di discrete dimensioni.

Il fattore caratterizzante del clima del subcontinente è costituito da un regime particolare di venti detto monsonico.

Ai monsoni si devono precipitazioni concentrate generalmente in estate, variabili a seconda della presenza o meno di rilievi, della loro configurazione e della maggiore o minore continentalità delle regioni su cui insistono ma tali da permettere la pratica dell'agricoltura anche in assenza di irrigazione. In inverno si generano venti freddi e secchi che spirano dall'interno verso le aree di basse pressioni equatoriali provocando scarsa piovosità nel Pakistan e nelle regioni settentrionali dell'India e siccità a sud.

In estate la direzione dei venti s'inverte per effetto del riscaldamento dell'aria sul continente e per il formarsi di basse pressioni che generano una situazione favorevole all'infiltrazione di venti provenienti dall'oceano e carichi di umidità che scaricano sotto forma di intensi e violenti acquazzoni.

I monsoni condizionano i calendari agricoli del subcontinente. L'inverno è mite e secco: è la stagione delle coltivazioni poco esigenti d'acqua (leguminose, cereali minori, frumento). In primavera l'aria si riscalda progressivamente: tra maggio e giugno l'aridità domina ovunque. Da giugno a settembre la stagione delle piogge permette le coltivazioni irrigue e in particolare la risicoltura.

La nascita dell'india moderna coincide con l'indipendenza dalla Gran Bretagna. Questa aprì un periodo di grande conflittualità religiosa di cui fu vittima lo stesso Gandhi. Negli anni che seguirono fu condotta una decisa azione volta a ripristinare il potere del governo centrale e a dare una maggiore struttura unitaria allo Stato. Innanzitutto fu unificato territorialmente lo stato: una nuova costituzione istituì una repubblica parlamentare autonoma di tipo federale composta da 25 stati e 7 territori con un forte potere centrale e un orientamento laico. I singoli stati furono ristrutturati su basi etniche e linguistiche e fu imposto l'hindi come lingua ufficiale. Un'altra grande statista fu Indira Gandhi. Divenuta primo ministro nazionalizzò le maggiori banche, soppresse gli ultimi privilegi aristocratici, incentivò le produzioni agrarie e promosse una decisa apertura politica verso l'Urss. Il prestigio di Indira garantì a lungo la coesione interna ma non impedì che riemergessero contrasti religiosi e spinte separatiste culminate con l'assassinio della stessa. Anche il figlio subì la stessa sorte. Da allora si sono succeduti diversi capi di stato e l'unione indiana ha conosciuto e continua a conoscere momenti di grande conflittualità interna e con gli stati confinanti quello che non è mai venuto meno è il sistema democratico e il pluralismo politico che conferma il grande livello di civiltà del Paese.

La popolazione indiana ha un'origine molto composita frutto di fusioni sovrapposizioni e coesistenze di etnie diverse avvenute nel corso dei secoli. Nel paese vengono parlate 225 lingue e innumerevoli dialetti, scritti con caratteri diversi: lingue indoeuropee a nord, dravidiche a sud e altri gruppi minori sparsi. La lingua nazionale, l'hindi ufficiale, stenta a imporsi in tutto il paese.

Il modello di vita prevalente è ancora quello rurale infatti i ¾ della popolazione dell'india vivono in villaggi per la maggior parte situati lungo i fiumi e nelle zone umide. La valle del gange è la regione a maggiore densità demografica di tutta l'india. L'espansione demografica alimenta un crescente flusso migratorio verso le città dove tuttavia le condizioni socio-economiche non sono ancora state in grado di creare le premesse strutturali, urbanistiche ed edilizie per accogliere e impiegare adeguatamente le masse dei poveri provenienti dalla campagna. Nonostante tutto l'india ha una sviluppata rete urbana caratterizzata dalla presenza di molte grandi città: alcune di esse possono essere definite vere e proprie metropoli.

Giganti urbani sono Calcutta, Bombay, Delhi e Madras. Di dimensioni minori ma di grande importanza sono le città sante dell'induismo come Benares.

Le maggiori città indiane sono costiere: i centri dell'interno erano stati nel passato devitalizzati a favore dei porti tramite i quali passavano i commerci con la metropoli coloniale e solo di recente hanno nuovamente cominciato a svilupparsi. L'espansione urbana avviene soprattutto con il proliferare di casupole costruite con fango o materiali di fortuna (slum).

Quello demografico rappresenta uno dei principali problemi dell'india moderna. Il governo indiano è intervenuto più volte con politiche demografiche tendenti a ridurre il numero delle nascite e ha cercato di diffondere l'uso di anticoncezionali. E' stata varata una legislazione che innalzava l'età minima per contrarre matrimonio e che favoriva con incentivi monetari la sterilizzazione degli uomini. L'incremento demografico si presenta territorialmente difforme: in alcune regioni che spesso coincidono con quelle più povere è più rapido rispetto ad altre.

Una volta raggiunta l'indipendenza l'india si è trovata a dover affrontare problemi giganteschi: miseria generalizzata, arretratezza delle tecniche agricole, diffusa sottoalimentazione modesto sviluppo industriale squilibri sociali e territoriali rapido incremento demografico. Per far decollare l'economia del paese venne assegnato un ruolo decisivo alla pianificazione centrale che attuava le politiche attraverso piani quinquennali. Il governo di Indira Gandhi rafforzò il controllo statale sull'economia con la nazionalizzazione delle banche e dei grandi giacimenti di carbone e di idrocarburi. Così lo stato indiano ha assunto un peso crescente in molti settori chiave dello sviluppo e oggi controlla quasi i 2/5 del capitale industriale e dà lavoro nell'industria e nei trasporti a una manodopera + numerosa di quella attiva nel settore privato.

L'industria privata presenta 2 aspetti distinti: da un lato qualche grande impresa quasi monopolistica dall'altro una moltitudine di piccole e piccolissime imprese talora al limite fra industria e artigianato.

Negli anni 70 il modello economico dirigista è cominciato a entrare in crisi. Ma solo fra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 c'è stata una trasformazione nella strategia economica del paese, per cui la pianificazione è stata ridimensionata a favore del libero mercato. La politica di liberalizzazione ha ridotto il controllo dello stato sull'economia e ha aperto le frontiere ai prodotti esteri e alla concorrenza. Anche nell'agricoltura l'intervento dello stato ha avuto un peso notevole, promuovendo la rivoluzione verde grazie alla quale alcune regioni dell'india hanno visto crescere considerevolmente le loro produzioni agricole e la situazione alimentare è migliorata.

La rivoluzione verde è consistita essenzialmente nell'adozione di varietà ad alta resa di frumento e di riso. Essa è rimasta limitata alle regioni socialmente + avanzate e alle grosse o medie aziende rurali. così la rivoluzione verde non ha risolto il problema della povertà rurale. Gli sforzi per il miglioramento delle tecniche di produzione si sono scontrati anche con le resistenze dei grandi proprietari terrieri e con gli ostacoli creati dalla complessa stratificazione della società agricola. L'india non ha voluto affrontare una riforma agraria radicale, che avrebbe implicato un profondo rivoluzionamento delle strutture sociali rurali.

La situazione dell'agricoltura indiana presenta una serie di contraddizioni la principale delle quali è la presenza di un numero di persone malnutrite. L'india è il primo produttore mondiale di latte, il secondo di frutta e di legumi, il 5° di cereali di cui esporta soprattutto il riso. Tuttavia la scarsità di capitali a disposizione della massa dei contadini poveri e il persistere di modi di produzione e di strutture sociali arcaiche ostacolano il diffondersi dei progressi in agricoltura e sono la causa della sottoalimentazione e della fame. La maggioranza degli agricoltori pratica ancora un'agricoltura di sussistenza diretta al consumo familiare. L'estremo frazionamenti della proprietà fondiaria e l'eccesso di popolazione rurale, oltre alle gerarchie di casta, sono un serio ostacolo all'introduzione di nuovi sistemi colturali.

L'industria occupa meno di 1/5 della manodopera totale ma si è sviluppata rapidamente negli ultimi decenni facendo del paese una delle potenze industriali in ascesa. L'industria indiana offre oggi una varietà di produzioni eccezionale. I prodotti metalmeccanici e chimici prevalgono ormai su quelli tessili e alimentari e l'india vende macchine ed engineering su tutti i mercati del terzo mondo strappando ad agguerriti concorrenti europei e giapponesi grossi contratti per la costruzione di fabbriche chiavi in mano o aeroporti. La potenza industriale dell'india non è paragonabile con quella di un paese sviluppato ma la dipendenza tecnologica dall'estero è molto diminuita negli ultimi 20 anni. Il basso costo della manodopera e la disponibilità di materia prima hanno favorito lo sviluppo dell'industria tessile nella regione di Bombay per il cotone e in quella di Calcutta per la juta. L'industria chimica è il secondo grande settore industriale. Uno sviluppo consistente ha conosciuto anche l'industria siderurgica favorito dal fatto che accanto a notevoli giacimenti di ferro il paese dispone di abbondanti riserve di carbone. L'industria è diffusa molto irregolarmente sul territorio e si concentra nelle vicinanze dei luoghi dove sono estratte le materie prime intorno ai grandi porti e nei siti prescelti dal governo per i grandi impianti siderurgici.

Nel settore dell'energia la situazione è migliorata grazie alla recente scoperta di notevoli giacimenti di petrolio. Circa 1/3 dell'energia elettrica è d'origine idrica recentemente l'india si è dotata di 5 centrali nucleari.

L'india è patria di una consistente comunità scientifica che ha consentito al paese di mietere successi in alcuni settori di punta della ricerca. Questo ha permesso l'avvio di produzioni avanzate come nei settori dell'aeronautica e degli armamenti che hanno beneficiato di finanziamenti statali  o dell'elettronica e dell'informatica capaci di richiamare investimenti stranieri per il basso costo della manodopera qualificata.

Un altro settore destinato a svilupparsi è quello delle telecomunicazioni.

Le città fulcro della rivoluzione informatica è Bangalore che negli ultimi 10 anni si è specializzata nel risolvere i problemi di mantenimento delle reti informatiche a correggere gli errori dei programmi utilizzati da grandi imprese come la Swissair, la City Bank la General Motors.

Nell'economia indiana il terziario ha un peso consistente. Una parte notevole di terziario si collega alla miseria dei sobborghi urbani e alla moltitudine di poveri che vivono di commercio ambulante e della miriade di attività accessorie di servizio. Il commercio estero cresce molto lentamente nonostante la spinta alla liberalizzazione degli scambi. L'india dispone di una discreta rete ferroviaria della lunghezza complessiva di 61400 km già in parte attiva durante il periodo coloniale. La sua distribuzione sul territorio non è omogenea ed evidenzia chiaramente lo stretto legame con gli interessi commerciali dell'Inghilterra del secolo scorso. La rete stradale è decisamente insufficiente, mentre sviluppati sono i trasporti marittimi e aerei.


LA REGIONE CINESE

Idee guida:

la Cina è il quarto paese al mondo per estensione e il primo per numero di abitanti. Queste caratteristiche, conguinte al recente sviluppo economico, ne fanno l'elemento dominante dell'intera regione.

Un secolare lavoro umano ha terrazzato le pendici delle montagne e imbrigliato gli arigini dei fiumi, modellando profondamente l'ambiente naturale sulle esigenze dell'agricoltura. Oggi la storia ha un seguito con l'avvio della costruzione della "diga delle tre gole", che sarà realizzata entro il 2009

Fin dall'antichità si è imposto in Cina un potere centrale molto organizzato, che è giunto fino al XX secolo e si è consolidato con l'esperienza comunista.

Paese tradizionalmente chiuso agli apporti esterni, la Cina negli ultimi anni ha aperto le sue frontiere, dimostrando una straodinaria capacità di recuperare i ritardi che la separano dai paesi industrializzati, pur mantenendo alcuni principi propri dell'economia di piano.

Punto di forza del nuovo corso cinese è stata l'incentivazione degli investimenti stranieri. A tal fine sono state create zone econimiche speciali (ZES) in cui le imprese possono agire al di fuori dei vincoli posti dalla pianificazione.



Fra i problemi che attendono unasoluzione politica ci sono la questione tibetana e quella dei rapporti con Taiwan. Le ex dipendenze europee di Hong Kong e Macao si sono invece ricongiunte alla Cine alla fine del XX secolo senza particolari traumi.


Storia: I tentativi della monarchia di riprendere il prestigio di un tempo fallirono e nel 1911 l'ultimo imperatore venne deposto e fu proclamata la repubblica e, approfittando della crisi politica, la Mongolia proclamò la propria indipendenza.

Ambiente naturale: la sua superficie occupa 1/5 delle terre emerse, ha 25.000 km di confini. Il suo territorio è diviso in due regioni nettamente distinte.

Regione Occidentale: il territorio è dominato da montagne e altipiani e sl'80% si trova sopra i 500 m: ci sono vaste aree desertiche e steppose, dove vivono ancora popolazioni nomadi e si pratica l'allevamento. A nord c'è il deserto di Gobi che occupa quasi tutta la regione della Mongolia interna. Il clima è continentale, con notevoli escursioni termiche annue e poche precipitazioni. A nord-ovest il Sinkiang Uighur, la più vasta regione del paese, è un desolato altopiano con deserti sabbiosi, zone meno aride, depressioni acquitrinose e piccole oasi, dove da secoli i contadini combattono contro l'avanzata del deserto. A sud-ovest si eleva il Tibet (4000 mt) attraversato da gole profonde e circondato da catene imponenti come l'Himalaia, il Karakoram e il Kunlun. In questa regione dominano i ghiacciai e le nevi perenni, vi abitano 1.900.000 persone dedite alla pastorizia.

Regione Orientale: più del 90% della popolazione complessiva vive in questa regione. Si estende dalla Manciuria a nord, fino al golfo di Tonchino a sud. A nord si estendono alcune province cinesi e la Manciuria, con montagne e colline ricoperte di conifere, con praterie e pianure abbastanza estese, formate da un suolo di fertile terra nera e intesamente coltivate (soia, barbabietola da zucchero, grano, sorgo, miglio, mais e tabacco). Scendendo verso sud ci sono l'altopiano di Loess e la pianura formata dal fiume Giallo (Huang He), sono fra le regioni più popolate e coltivate dalla Cina. Sullo strato superficiale (molto fertile) è stato agevole sviluppare le coltivazioni, soprattutto quella del riso. Il fiume Giallo attraversa l'altopiano e lo erode, trascinando i detriti a valle, dove si è così formata un'ampia e fertile pianura; ciononostante , le terribili alluvioni che periodicamente la sommergono hanno reso necessarie ingenti operazioni di sistemazione idraulica per ridurne il rischio. Il cliema è continentale, ma le temperature sono più miti di quelle del nord-est; la piovosità è concentrata nei mesi estivi. Oltre al riso si coltivano grano, orzo, miglio, legumi, ortaggi e cotone. Al centro è costituita dallo Chang Jiang (5800 km) il fiume più lungo dell'Asia e uno dei più importanti del mondo. Forma una rete navigabile di 45.000 km. Anche questo fiume causa ricorrenti inondazioni e verso la foce tende a impaludarsi; per questo sono state realizzate opere di contenimento delle acque e di drenaggio. Anche se ci sono questi problemi, il fiume è indispensabile al paese: fornisce abbondante energia idroelettrica e acqua per irrigare le coltivazioni. A tratti la superficie pianeggiante è interrotta da formazioni collinari (coltivate intensivamente). I terrazzamenti, raggingono altezze molto elevate e consentono di utilizzare il terreno in tutta la sua estensione. Questa è la zona più densamente popolata del paese ed è la più intesamente coltivata del mondo (riso, grano, tè, gelso, cotone, canna da zucchero). Il clima è subtropicale, con inverni miti e brevi ed estati molto piovose. A sud, la Cina umida è quasi completamente occupata da rilievi collinari e modeste pianure, dove scorrono il fiume Xijiang e gli affluenti di destra dello Chang Jiang, mentre nella poarte sudoccidentale si estende l'altopiano dello Yunnan. Questa regione è attraversata dal tropico del Cancro ed è soggetta al regime dei monsoni. C'è una vegetazione tropicale, oggi in parte sostituita dalle coltivazioni. Tè, banane, gelso, canna da zucchero, frutta tropicale, caucciù sono i prodotti principali, oltre al riso, che qui è in grado di fornire tre raccolti all'anno.

Il sistema politico-economico: La Cina Moderna. appena costituita la repubblica, la Cina piombò nel caos, dilaniata da interessi contrapposti a da lotte cruente. A fronteggiarsi furono due grandi leader: Chang Kai-Shek (capo del Partito nazionalista) e Mao Zedong (capo del partito comunista). Sconfitti prima i giapponesi e poi i nazionalisti, le forze comuniste proclamarono la Repubblica popolare cinese il 1° ottobre 1949. Il partito comunista assunse la direzione politica del paese attraverso la leadership dell'assemblea nazionale. Sul piano amministrativo, il territorio fu diviso in 4 municipalità, 22 province e 5 regioni autonome. I rappresentanti del partito nazionalista si rifugiarono a Taiwan, proclamando sull'isola la Repubblica Nazionalista Cinese. Il prolbema della separazione territoriale della Cina e dei rapporti fra i due Stati è ancora irrisolto.

La Cina Comunista: la nuova Costituzione sancì l'uguaglianza di tutti i cittadini, fancedo così cadere le secolari differenze sociali (parità fra lavoro manuale e intellettuale, abolizione dello sfruttamento del lavoro umano, emancipazione della donna), lo stato assunse il controllo di tutta l'economia e venne attuata la riforma agraria (1950), a cui seguì la collettivizzazione delle terre e la formazione delle comuni popolari (unità amministrative e di produzione autogestite localmente). Tutto fu messo in comune: le terre, il lavoro, le attrezzature, i guadagni. Utilizzando l'enorme manodopera, furono attuate grandi opere di regolamentazione delle acque, dissodate terre vergini, migliorate le coltivazioni e la loro redditività, terrazzati colline e pendii montuosi. Il paesaggio agrario fu modificato e la produzione aumentò sensibilmente. Il modello adottato per promuovere lo sviluppo economico fu quello dei piano quinquiennali dell'URSS (che garantì aiuti economici e assistenza tecnica). In seguito, furono apportate notevoli modifihce che diedero alle pianificazioni cinesi caratteristiche proprie, tendenti a uno sviluppo equilibrato dei vari settori economici. La morte di Mao (1976) aprì una fase di profondi cambiamenti.

Il dopo-Mao: la Cina che Mao aveva costruito era caratterizzata da un modello di organizzazione economica capace di assorbire la numerosa manodopera eccedente, senza espellere nessuno dai processi produttivi. Mao si prefiggeva l'obiettivo di garantire una crescita complessiva della società conciliando allo stesso tempo lo sviluppo economico con la piena occupazione e l'equilibrio sociale. Molti risultati importanti erano stati raggiunti, primo fra tutti l'eliminazione della fame, ma ciò che non era stato ottenuto era il decollo dell'economia cinese. Il successore di Mao, Deng Xiaoping, iniziò una decisa politica di modernizzazione. Il quinto piano, detto anche delle quattro modernizzazioni (meccanizzazione e impiego di fertilizzanti in agricoltura, potenziamento dell'apparato difensivo e dell'armamento nucleare, espansione dell'industria con l'uso di tecnologie avanzate, sviluppo della scienza della tecnologia della medicina), diede l'avvio a un nuovo corso che avrebbe dovuto portare la cina a un livello di sviluppo pari a quello occidentale entro pochi decenni. Con uno spirito pragmatico, i dirigenti cinesi intrecciarono relazioni con l'estero. Fu incrementato il commercio internazionale, vennero acquistate tecnologie e macchinari all'estero, si utilizzarono scienziati stranieri per colmare la prorpia arretratezza in campo scientifico e tecnologico. Furono: introdotti incentivi economici di tipo capitalistico per sviluppare la produzione, smantellate le comune, sostituite da forme organizzative nuove in cui la terra veniva data in usufrutto alle singole famiglie. Alcuni emendamenti alla costituzione hanno legittimato la proprietà privata dei mezzi di produzione e previsto la possibilità del trasfermento del diritto d'uso della terra. Maggiore spazio è stato concesso alla produzione di beni di consumo e quindi allo sviluppo dell'industria leggera. La pianificazione ha perso il suo carattere impositivo per aderire maggiormente ai meccanismi di mercato ed è aumentato il potere dei governi locali, ridimensionando così quello decisionale dell'apparato burocratico centrale.

La nuova Cina: elemento di rilievo del nuovo corso economico fu l'incentivazione degli investimenti stranieri. Per favorirne il flusso lo stato garantiva alle imprese agevolazioni fiscali e libere politiche in materia di assunzioni e salari. Per l'investimento straniero venne creato un regime giuridico speciale e le imprese operavano in una sorta di extraterritorialità in aree stabilite. L'investimento privilegiò la costa dove vennero istituite le prime zone economiche speciali (zes) in pratica zone franche per accogliere gli impianti produttivi. Nel 1984 furono aperte al capitale straniero 14 città della costa e un anno dopo lo statuto di zona economica speciale fu esteso ad altre città e nel 1988 sono state aperte al commercio internazionale. La crescita economica registrata dopo l'avvio di questa politica è stata così rapida ed esplosa da meritarsi la denominazione di miracolo economico. La modernizzazione è avvenuta senza che il potere politoc facesse mai alcuna concessione in termini di democrazia, di pluralismo, di libertà di parola, di possibilità di partecipazione alle scelte del governo e usando l'amra della repressione per ogni forma di dissenso. Inoltre dilagava la corruzione nell'apparato politico e burocratico. La contraddizione è esplosa nel 1989 quando il governo ha usato i carri armati contro dei manifestanti. Dopo la tragedia sono state fatte alcune timide promesse riformatrici. Sul piano politico interno si è dato avvio al decentramento, concedendo maggiori autonomie alle province. Su quello economico l'inserimento dell'economia cinese in quella mondiale è continuato con la costituzione di società a capitale mirsto, l'elaborazione di nuovi di sviluppo, il potenziamento delle zone economiche speciali e l'adesione al wto. Le regioni costiere della Cina meridionale, insieme a Hong Kong e Taiwan,  formano una grande area economica riconoscuita e nota con il nome di Grande Cina. All'interno si è impressa una forte spinta alla privatizzazione di alcuni settori dell'economia che producono beni di consumo. Il settore pubblico non rappresenta più del 40% dell'intero panorama industriale. Il governo cinese ha scelto di percorrere la strada delle riforme gradualli, attento a garantire stabilità politica e disponibilità delle merci sul mercato interno. Sul piano politico i governanti cinesi hanno accentuato la reppressione contro i dissidenti e rafforzato il controllo della stampa. Continua l'uso della pena di morte anche per reati minori, la Cina resta uno stato autoritario e repressivo.

I successi economici della nuova Cina: dall'inizio della liberalizzazione dell'economia l'incremento medio del PIL è stato del 10% l'anno, le produzioni agricole sono cresciute idem quelle industriali. Inoltre, impressiona la crescita del volume degli scambi. Tutto ciò colloca la Cina al nono posto delle potenze commerciali del mondo. Agli scambi con l'estero contribuiscono per il 40% le imprese a partecipazione straniera. Oggi il paese è il primo destinatario degli nvestimenti stranieri nel mondo. La crisi asiatica ha avuto ripercussioni anche sull'economia cinese, che ha rallentato la sua corsa ma non ha invertito la rotta: in quell'occasione, la Cina, ha potuto accrescere il suo prestigio internazionale perché la sua moneta è passata indenne attraverso la crisi economica. L'aumento della ricchezza ha avvantaggiato alcune categorie sociali, con l'effetto di introdurre o rafforzare le disuguaglianze. La ristrutturazione del settore pubblico ha espulso manodopera dalle fabbriche, facendo aumentare la disoccupazione. La regione più colpita è la Manciuria. Scioperi ripetuti e molto partecipati sono talvolta trascesi ad atti di violenza, frutto della disperazione e dell'incertezza sul futuro.

La popolazione: la Cina è il paese più popolato del mondo e la sua popolazione rappresenta 1/5 di quella mondiale. La maggior parte di essa vive in piccoli villaggi e pratica attività legate all'agricoltura. La densità media della popolazione non è molto elevata, ma la sua distribuzione presenta un dualismo fortemente marcato.

Il problema demografico: la popolazione cinese ha un impressionante ritmo di crescita che pone numerosi problemi alle autorità: fornire cibo, vestiario, abitazioni e lavoro a una massa così ingente di persone che richiede una produzione di ricchezza consistente. Dagli anni 70 è in atto la pianificazione famigliare, diretta a contenere il numero delle nascite. Alla fine degli anni 80 è stata inaugurata la campagna del figlio unico. Nonostante le politiche di contenimento delle nascite si scontrino con abitudini antiche e comportamenti consolidati come più braccia, meno lavoro o nelle pratiche discriminatorie contro le femmine, il tasso di incremento è sceso dal 3,5% degli anni 50 all'1% di oggi. Per frenare l'infanticidio delle bambine, le autorità consentono un secondo figlio solo se il primo nato è femmina. Lo stato ha approntato inoltre un programma d'intervento per gli anziani che prevede l'elargizione di contributi e la cerazione di case di riposo in grado di assicurare una vecchiaia serena a chi non potrà contare sui figli.

L'economia. L'agricoltura: sono state vinte le carestie ed è stata raggiunta l'autosufficienza alimentare. Le coltivazioni coprono solo il 10% del territorio. Si pratica una coltivazione intensiva che ha messo a coltura ogni possibile frazione di terreno attraverso una costante opera di terrazzamento, bonifica e canalizzazione. L'ultimo approdo di questa evoluzione sono le piante trasgeniche. La Cina è divenuta il quarto produttore mondiale di O.G.M.. I cereali occupano 4/5 della superficie coltivata: il riso costituisce circa la metà della produzione cerealicola. Negli anni buoni vengono anche esportati: grano, granoturco, miglio, soia. Importanti sono anche le piante destinate alla trasformazione industriale: tè, cotone, barbabietola, arachidi, colza, sesamo. Diffuso l'allevamento di bestiame: bovini, suini, pollame, ovini, cavalli, baco da seta, asini, muli, cammelli, yak.

L'industria: sono stati scoperti nel 1952 nuovi giacimenti minerari che hanno fatto della Cina la terza potenza mineraria del mondo. I giacimenti più significativi sono concentrati soprattutto nel nord e nordest (carbone, ferro), nel Sinkiang uighur (petrolio, uranio) e nel sud (stagno, piombo, zinco). Carbone, petrolio edenergia idroelettrica sono le principali fonti di energia. Notevoli sono le risorse di stagno, ferro, piombo, bauxite, tungsteno e fosfati. Dopo i primi risultati ottenuti sull'industrializzazione, gli sforzi successivi si sono orientati in due direzioni: da un lato sono stati potenziati e ammodernati gli impianti industriali più vecchi, dall'altro sono stati decentrati gli insediamenti in modo da creare nuove aree di sviluppo. Si è puntato su piccoli laboratori e su quello delle fabbriche in provincia e nelle campagne. Altre scelte importanti sono state: collegare l'industria all'agricoltura, potenziare non solo l'industria pesante (come negli anni 50) ma anche quella leggera, rinnovare la tecnologia delle industrie. Inizialmennte è stato più rapido lo sviluppo dei settori energetivi, minerari e dell'industria pesante, minore quello dell'industria leggera. A seguito del nuovo corso, la distanza fra le due produzioni si è prima ridotta e poi annullata. Gli effetti si sono fatti sentire anche sul piano dell'efficienza, per cui oggi l'industria cinese soffre di un marcato dualismo. Quella statale è statica, deficitaria e le sue produzioni non riscuotono successo, quella delle zone economiche speciali è dinamica, in crescita ed esporta la totalità delle sue produzioni. Lo stato produce ¼ del pil, per recuperarne l'efficienza, il governo ha intensificato la dismissione di lìalcune imprese, si iè impegnato a costruire grandi opere per l'ammodernamento del sistema-paese e ha deciso l'informatizzazione di tutta la rete ministeriale e statale. La crescita dell'industria cinese è sostenuta dal settore privato, quasi interamente dominato dagli investimenti internazionali. I principali settori industriali sono: quello siderurgico, quello chimico, il settore tessile, il settore alimentare, il settore meccanico, il settore elettronico.

Il terziario: lo sviluppo delle attività terziarie è avvenuto soprattutto in relazione alla struttura politica e sociale dello stato, impegnato a garantire infrastrutture e servizi sociali adeguati ai bisogni della popolazione. La scolarizzazione è stata diffusa in modo capillare, il sistema sanitario dispone di un'efficiente rete di servizi, sono cresciuti i ipunti di distribuzione delle merci, i locali ricreativi e i trasporti. Le vie di comunicazione sono state ampliate e adattate alle nuove esigenze di sviluppo. La rete ferroviaria è stata raddoppiata e resa maggiormente funzionale raccordando tratti fra le regioni più produttive e densamente abitate. Lo sviluppo delle strade è stato sestuplicato. La navigazione interna e marittima non è stata trascurata, ma particolare incremento hanno avuto le linee aeree interne e internazionali. Lo sviluppo economico e l'intensificazione dei rapporti internazionali hanno fatto incrementare gli scambi della Cina con il resto del mondo. Si esportano minerali, i prodotti tradizionali dell'artigianato, dell'agricoltura e dell'industria. Le importazioni sono principalmente: fibre sintetiche, prodotti finiti, attrezzature di base, impianti industriali e tecnologia. Le riforme del settore finanziario hanno favorito lo sviluppo delle banche. Il turismo è in rapida crescita, con flussi che si dirigono nelle grandi città storiche. Nel 2020 la Cina sarà la prima destinazione turistica del mondo e deterrà una quota di mercato superiore all'8%.


IL PETROLIO

L'Asia occidentale concentra circa i 2/3 delle risorse mondiali di petrolio, anche se i giacimenti non sono distribuiti in modo uniforme. La maggior parte sono infatti concentrati nelle terre che chiudono il Golfo Persico, Iran e Iraq.

La storia del petrolio: I primi giacimenti di petrolio- 1908 il primo petrolio estratto fu quello del Khuzistan, in Iran, altri giacimenti iraniani e iracheni vennero attivati a partire dagli anni 20, mentre i giacimenti della penisola arabica vennero sfruttati solo a partire dalla fine degli anni trenta (Hasa, Kuwait, Qatar).

Le sette sorelle: Dopo la seconda guerra mondiale, il mercato del petrolio entrò in piena espansione e il carbone perse il primato di principale fonte di energia. Ma i vantaggi di questo ampliamento ricaddero poco sui paesi produttori, ma furono monopolizzati da un gruppo di potenti multinazionale dette "sette sorelle", o le majores. Ottenute concessioni di sfruttamento in cambio del pagamento di minime royalties, esse riuscirono a realizzare grossi profitti, e organizzandosi in cartello, a evitare guerre commerciali dividendosi il mercato.



La nascita dell'Opec: La costituzione del 1960 di un "contro cartello" di produttori, l'Opec, segno di un coordinamento fra i paesi produttori per riprendere il controllo delle proprie risorse. Ma solo nel 1973 l'Opec cominciò a riprendere il controllo delle risorse.

L'aumento del prezzo del petrolio: Dal quel momento il prezzo del petrolio che oscillava sui 3$ al barile cominciò a salire, fino al 70%, in seguito ad ulteriori aumenti arrivò a quadriplicarsi e a raggiungere il costo di 40$ al barile. Il tempo delle risorse illimitate di energia e dei prezzi bassi sembrava finito per sempre.

Le conseguenze: Da quel momento (1973) sembrava che dovessero essere i paesi produttori a controllare il prezzo del petrolio, ma il mondo occidentale reagì in modo da mettere in difficoltà i paesi dell'Opec, oltre ad economizzare l'economia, ricercarono fonti alternative di energia , dando il via a intensi programmi nucleari , valorizzarono il gas, qualcuno ritornò al carbone e iniziarono a sfruttare nuovi giacimenti petroliferi (Mare del Nord e Alaska) usando le loro produzioni in funzione calmieratrice dei prezzi. Dalla fine dell'81 l'Opec non ha più dominato il mercato, ma a dominarlo sono stati i produttori esterni al cartello (Gran Bretagna, Russia, Kazakistan, Cina, Egitta, Messico, Ecuador, USA , Canada, Norvegia) generando una spirale di ribasso nei prezzi.

La fase di decrescita dei prezzi: La diminuzione del prezzo del greggio ha messo alle corde l'economia dei paesi dell'Opec e la coesione dell'organizzazione che cercò di sostenere il prezzo di vedita limitando le produzioni di ogni stato membro a quote massime concordate. Ma con la pressione delle crescenti difficoltà economiche la disciplina dell'Opec si ruppe, le quote di estrazione non vennero rispettate e tutti cominciarono a vendere sottobanco e sottocosto. 1985- dato che non era possibile conciliare interessi diversi, l'Arabia Saudita decide autonomamente di aprire i propri rubinetti e inondare il mercato.

Dal 1986 il prezzo del greggio continuò a scendere fino a raggiungere un minimo di 10$ il barile nell'inverno 1998/99. nei mesi seguenti il prezzo si attestò in una fascia oscillante fra i 15 e i 20$ il barile, che sembrava garantire una lunga stabilità.

La situazione attuale: I paesi dell'Opec per far aumentare il prezzo hanno ridotto la produzione e a differenza di prima la disciplina interna ha funzionato. La produzione ha subito un taglio di 5.000.000 di barili al giorno e i prezzi sono aumentati a oltre 30$ il barile e sono aumentati anche i profitti. Preoccupati per una possibile crisi i paesi consumatori hanno fatto pressione sui produttori portandoli ad aumentare le quote di estrazione dando una certa stabilità al mercato che ha tenuto anche durante la guerra in Iraq.

Le rotte del petrolio: L'instabilità delle regioni a causa dei conflitti è causa di disaffezione degli acquirenti di petrolio. Dato che le rotte vitali per l'approvvigionamento passano per lo stretto di Hormuz all'imboccatura del Golfo Persico, quindi in posizione estremamente vulnerabile. Alternativa a questo percorso è la via di Suez, il petrolio arriva sulle coste del mar Rosso mediante un nuovo oleodotto che attraversa da est a ovest l'Arabia Saudita. Ma le navi che possono attraversare lo stretto sono troppo piccole per far si che questa scelta sia economicamente vantaggiosa, ma per superare questo ostacolo si può però sbarcare il greggio a Suez e inviandolo per oleodotto ad Alessandria, ma anche questo percorso non è esente da rischi.

Gli oleodotti che tradizionalmente alimentavano il commercio in direzione dell'Europa sono disattivati: la Transarabic Pipeline che sboccava con un ramo ad Haifa, in Israele e con l'altro a Sidone, in Libano è stato chiuso nel 1983. l'Iraq ha chiuso i suoi vecchi oleodotti e ne ha costruito un altro, con un percorso accidentato e vulnerabile, dato che porta il petrolio in Turchia attraverso le montagne del Kurdistan.

Il petrolio e lo sviluppo: Parte dei ricavati dalla vendita del petrolio viene spesa per acquistare manufatti e macchinari dai paesi industrializzati. La bilancia commerciale resta attiva, ma il petrolio non risolve i problemi economici dei paesi produttivi. Per la maggior parte la rendita petrolifera è monopolizzata da elite che disperdono molte ricchezze in spese improduttive. Inoltre il mercato mondiale del petrolio è incerto. I paesi industrializzati recuperano i flussi finanziari spesi per il flusso del petrolio 1- aumentando il prezzo dei beni industriali  2- gestendo i petroldollari, che molti Paesi del Golfo depositano all'estero e investono in azioni di società americane e europee. Quindi i proventi del petrolio finiscono per finanziare le economia dei paesi consumatori e non quelle dei paesi produttori.

Una spesa ingente che ha contribuito al ritorno in occidente della valuta necessaria per comprare il petrolio è quella militare dei paesi mediorientali. Anche se i paesi produttori di petrolio abbiano cercato di indirizzare la rendita petrolifera verso programmi di industrializzazione e al miglioramento della produzione agricola, in certi casi ha assopito le iniziative industriali locali e rallentano la modernizzazione del sistema sociale.

Infatti le ricchezze che derivano dal petrolio permettono a molti paesi di conseguire redditi pro-capite molto elevati e di migliorare il livello di vita materiale della popolazione pur mantenendo strutture economiche e sociali tradizionali.


LA QUESTIONE EBRAICA

La conquista romana della Palestina 2000 anni fa segna l'espulsione del popolo ebraico dalla propria sede, e la sua dispersione nel mondo (diaspora.)

Nel XIX secolo nasce il movimento sionista, cioè il ritorno del popolo in sede, nel XX secolo sono 50000 ebrei a risiedere in Palestina nelle terre acquistate dagli arabi.

Il ruolo della Gran Bretagna

1917 - Dichiarazione Balfour riconosce e sostiene il movimento sionista internazionale, nel dicembre dello stesso anno gli inglesi occupano Gerusalemme, inizia il controllo britannico della regione, ufficializzato nel 1922 con il mandato da parte della "società delle nazioni".

Ha inizio un periodo di rivendicazioni arabo palestinesi, per l'indipendenza della Palestina.

17 Luglio 1937 - Rapporto Peel suggerisce la divisione del paese, idea abbandonata bel 1938 dalla commissione Woodhead, con la pubblicazione di un libro bianco, con la quale si propone la creazione, entro dieci anni di una Palestina unita e indipendente, con la partecipazione di governi arabi e ebrei.

Durante la persecuzione nazista in Europa cresce l'influsso ebraico in Palestina, anche se gli arabi costituiscono la maggioranza della popolazione.

29 Novembre 1947 - Le nazioni unite votano la risoluzione 181, che stabilisce la costituzione di due stati, uno arabo e uno ebraico, e costituisce anche la città di Gerusalemme in zona internazionale sotto il loro controllo, ma gli arabi rifiutano la proposta.

La nascita di Israele

Maggio 1948 - scade il mandato britannico lo stato di Israele dichiara la propria indipendenza , che viene attaccato dagli stati confinanti, ma non solo li sconfigge, ma guadagna territorio.

1949- armistizio con Egitto, Libano, Giordania e Siria. Le truppe israeliano occupano un territorio il 50% più grande dell'originario.

1950- Parlamento Giordano decide l'annessione della Cisgiordania. Israele abbandona sempre più la posizione originaria di non allineamento a favore di una politica sempre più filoamericana. Dopo una serie di conflitti più limitati- Sinai, Canale di Suez (1956)- scoppia nel 1967 una nuova guerra arabo-israeliana, e Israele occupa la Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme est, il Golan e il Sinai

22 Novembre - l'Onu vita la risoluzione 242 e intima a Israele l'abbandono dei territori occupati.

Ma Israele persegue una politica di annessione di questi territori e vi insedia i propri coloni. 1973- guerra di Kippur scatenata da Egitto e Siria per riconquistare i loro territori.

1979- A Camp David viene firmato il primo trattato di pace dell'area, fra egiziani ed israeliani- Israele si ritira dal Sinai.

La bilateralità dell'accordo e il silenzio sulla questione palestinese e il riconoscimento dello stato di Israele trova ostile tutto il mondo arabo.

1982 - Israele occupa il Libano che abbandona nel 1985, mantenendone il controllo militare a sud.

Continua l'occupazione della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con una spietata repressione del popolo palestinese che richiede la costituzione del proprio stato.

1993- Il governo palestinese riconosce l'OLP e accetta la costituzione di uno stato palestinese, diviso fra striscia di Gaza e la Cisgiordania.

Il primo passo e la costituzione di territori autonomi sotto l'autorità palestinese, che dovrebbe preludere la nascita dello stato, ma negli anni successivi vi sono momenti in cui l'accordo sembra vicino e altri no. La rivolte dei palestinesi e la vittoria di A.Sharon in Israele pongono fine alla stagione di speranza, lasciando campo ai militari.

2002- l'esercito israeliano rioccupa i territori autonomi, e i gruppi islamici intensificano le azioni terroristiche contro Israele, annullando la strada creata per la convivenza e la pace.

2003- le parti accettano un piano di pace (Road map) elaborato dagli USA per dare uno stato ai palestinesi, garantendo però la sicurezza di quello israeliano. Ma i primi passi sono disseminati da violenza e attentati e non lasciano spazio all'ottimismo.


I TERRITORI PALESTINESI

1948- la costituzione dello stato di Israele costringe migliaia di profughi ad un esodo forzato, chiedendo rifugio ai vicini paesi arabi, il fenomeno assume la fisionomia di una vera e propria diaspora. Le dure condizioni di vita nei campi profughi, e i soprusi nei confronti nei palestinesi rimasti stanno rafforzano la coesione di una "nazione invisibili" che si unisce per la lotta per la liberazione nazionale.

L'OLP

1964- Nasce l'Olp- Organizzazione per la liberazione della Palestina, alla guida della quale Arafat, cerca di intrecciare l'impresa politica internazionale con la guerriglia

1978- L'Onu riconosce l'Olp come unico organismo in rappresentanza del popolo palestinese e lo ammette all'assemblea come osservatore

L'Intifada

1987- inizia la rivolta del popolo palestinese nei territori occupati (Intifada) condotta senza armi, ma con il lancio di pietre e opposizione passiva all'esercito israeliano. Nel novembre dello stesso anno Arafat dichiara la nascita dello stato palestinese, (Cisgiordanie e Gaza) Nel dicembre accetta la risoluzione dell'Onu del 1947, riconoscendo lo stato di Israele e rinunciando a ogni forma di lotta armata e terrorismo. La rivolta si è espressa in diverse forme, lancio di sassi, chiusura dei negozi ad orari definiti, barricate, scioperi fiscali e disobbedienza civile.

Le prospettive di pace

Alla fine della guerra del Golfo si da inizio al livello internazionale alle trattative per il decreto di pace in Medio Oriente, ma sarà la vittoria del governo laburista Israeliano ad imprimere una svolta alle trattative.

Settembre- Il capo del governo Rabin dichiara disponibilità di Israele al ritiro limitato dal Golan in cambio a una pace totale con la Siria.

Gennaio 1993- cancella il divieto ai contatti con l'Olp e accelera le trattative per giungere a un primo accordo per l'autonomia dei territori occupati.

Settembre 1993 - A Oslo, Israele e l'Olp siglano un accordo che prevede la costituzione di uno stato autonomo palestinese nella Striscia di Gaza e nella città di Gerico, questo è il primo passo per l'assetto politico complessivo dell'area.

Luglio 1994- Entra in carica il primo governo autonomo palestinese.Gli accordi vanno ampliandosi estendendo le competenze del governo palestinese ed estendono lo statuto di autonomia all'intera Cisgiordania, stabilendo il controllo palestinese su 450 villaggi e7 città: Jenin, Nablus, Tulkarem, Qalqiliya, Ramallah, Betlemme e Hebron. Nonostante gli accordi fanno sperare in una pacificazione complessiva, il cammino è ricco di ostacoli, tra questi c'è l'ostilità manifestata verso l'accordo dai coloni ebraici insediati sui territori dove nascerà il futuro stato Palestinese e di una parte dell'opinione pubblica israeliana, ma anche dei gruppi palestinesi oltranzisti, che non vogliono riconoscere uno stato ebraico in Palestina e praticano ancora terrorismo contro Israele.

Il primo ministro rabin è stato infatti ucciso da un estremista.

Il processo di pace ha subito un rallentamento durante il governo di B. Netanyau, ma ha ripreso con E.Barak e giunge vicino ad un accordo sull'assetto complessivo dell'area. Ma ci sono due ostacoli al raggiungimento di un accordo 1) il ruolo dei coloni nel nuovo stato e 2) Gerusalemme capitale, considerata da entrambe i contendenti parte integrante della propria identità nazionale.

SI parla inoltre di una nuova intifada, scatenata dalle accuse al presidente israeliano di essere troppo accondiscendente con i palestinesi. Questa crisi di governo e le nuove elezioni portano al governo il leader di destra A. Sharon, che blocca l'azione diplomatica e lascia il campo ai militari, che occupano i territori dell'autorità palestinese per catturare gli appartenenti ai gruppi terroristi contro Israele. La loro opera di distruzione di ogni struttura, e l'assedio della sede dell'autorità palestinese, porta i palestinesi a rispondere con attentati fino a Gerusalemme, vanificando in breve ogni passo fatto verso la pace dal trattato di Oslo. Con G. Bush al governo, Sharon ha l'appoggio pieno degli USA contro il terrorismo. Il clima internazionale sfavorevole ai palestinesi, le guerre in Afghanista e Iraq, e l'alleanza Bush-Sharon portano all'allontanamento di Arafat, per mettere al governo qualcuno più disposto alla lotta contro il terrorismo. L'amministrazione USA presenta un piano di pace la "road map" che sotto il controllo della casa bianca dovrebbe a tappe condurre alla costituzione di uno stato palestinese. Sono comunque molte le interferenze, e nonostante il ritiro dei carri armati , si hanno più macerie che speranze di pace.

Un muro per chiudere la Palestina

Nel silenzio internazionale del 2002 è iniziata la costruzione di un muro di separazione tra Cisgiordania e Israele per impedire ai kamikaze di infiltrarsi in Israele.

Esso è collocato a 6-7 km più ad est della linea di frontiera stabilita nel 1967, la "linea verde" e praticamente riporta il 15% del territorio sotto diretto controllo israeliano.

Le dimensioni del progetto sono enormi, il alcuni punti la separazione supera i 60/70 mt di larghezza, con una successione di reticolati di filo spinato, fossati, muro alto 8 mt, sistemi di allarme elettronici, strada sterrata, strada asfaltata e di nuovo filo spinato.

I territori tra linea verde e muro saranno definiti "zona militare chiusa". Al termine della costruzione del muro si determinerà un sistema di chiusure e di enclaves che frammenteranno il territorio della Cisgiordania e verrà compromessa tutta l'infrastruttura dell'economia palestinese.







Privacy




});

Articolo informazione


Hits: 22314
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024