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SCHOSTAKOVIC DMITRIJ

musica



SCHOSTAKOVIC DMITRIJ


1906: Nasce in Russia, a San Pietroburgo

1926: Si diploma al Conservatorio scrivendo come saggio finale la Prima sinfonia che ottiene un immediato successo.

1927-36: Aderisce alle correnti musicali d'avanguardia allora attive in Urss. Scrive la Seconda e la Terza Sinfonia, l'opera Il naso e varia musica da film.

1937-40: Scrive la Quarta Sinfonia, ma si accorge che il lavoro è troppo lontano dagli ideali estetici che si stanno affermando nella sua patria e lo ritira. Alcuni suoi lavori vengono ferocemente attaccati dal regime di Stalin e Schostakovic per riabilitarsi, scrive la Quinta e la Sesta Sinfonia.

1940-43: Durante il lungo assedio a cui i Tedeschi sottopongono la sua città scrive la Settima Sinfonia, intitolata "Leningrado" (il nome che San Pietroburgo aveva assunto dopo la morte di Lenin). Prosegue scrivendo l'Ottava.



1945-48: Compone la Nona Sinfonia e il Primo Concerto per violino. La sua musica viene di nuovo sottoposta a dure critiche dal Partito.

1953: Dopo la morte di Stalin presenta la Decima Sinfonia, nella quale rievoca idealmente i suoi contrasti con il regime.

1957-61: Cresce la sua sinfonia con il Partito Comunista, del quale diviene membro. Crea l'Ottavo Quartetto, uno dei migliori della sua produzione.

1962: Scrive la Tredicesima Sinfonia "Babj Yar" per coro maschile e orchestra, un lavoro che condanna un eccidio di ebrei perpetrato dai Tedeschi nel corso della Seconda Guerra Mondiale: nel contempo però con tale composizione non manca di lanciare ancora critiche al regime staliniano.

1966: Compone un Secondo Concerto per violoncello.

1969: Presenta la sua Quattordicesima Sinfonia (su poesie riguardanti morte)

1971-74: scrive la Quindicesima Sinfonia ed il Quindicesimo Quartetto per archi.

1975: Muore in un ospedale di Mosca.














CLAUDE DEBUSSY


Debussy rimase affascinato da un tipo di poesia, che nominava le cose non per descriverle nella loro concretezza, ma per esprimere le impressioni profonde che le cose materiali possono evocare in noi.

Questo è l'obiettivo che anche Debussy pose alle sue creazioni musicali. Nel suo primo successo, Preludio al pomeriggio di un fauno, si ispirò proprio a un poema di Mallarmè per descrivere con i suoni dell'orchestra la sognante atmosfera di un pomeriggio estivo.

Anche in Francia stava in quegli anni diffondendosi un vero e proprio culto per la musica di Wagner, ma debussy si sentiva lontanissimo dal mondo di super-eroi cantato nei drammi del compositore tedesco. Il suo ideale era una musica raffinata, che desse voce alle emozioni più delicate e sottili del nostro animo.

Con Pellèas et Melisande nacque così la prima opera lirica che rompeva con la tradizione del passato. Qui infatti debussy usava un linguaggio musicale fluttuante, libero dai vincoli della musica classica tradizionale. La stessa sensibilità diede origine ai grandi capolavori orchestrali come La mer, Notturni, Iberia; e alle opere per pianoforte come Studi, Stampe, Immagini e Preludi.








PETR ILIC CAJKOVSKIJ


Nacque nel 1840 e morì nel 1893.

A metà Ottocento la popolazione russa era formata nella stragrande maggioranza da contadini. Perciò la musica classica non poteva ancora contare su un ampio pubblico e dunque un musicista non avrebbe potuto mantenersi solo facendo il compositore.

Cajkovskij sentì fin da bambino una grande passione per la musica, ma fu costretto allo studio del diritto, per diventare avvocato.

Per sua fortuna aveva un padre che lo capiva e abbastanza ricco da permettergli di dedicarsi solo alla musica. Le cose cambiarono quando il padre subì un rovescio finanziario, e l'adorata madre morì per un'epidemia di colera. Ottenuto un posto di insegnante a Mosca e si dedicò alla composizione di opere come: Romeo e Giulietta, l'ouverture 1812, che celebra la ritirata di Napoleone dalla Russia, le opere liriche La dama di picche e Eugenio Oneghin. La sua vita fu ancora più fortunata quando la ricca vedova Van Meck, senza averlo mai conosciuto di persona, gli diede una rendita fissa purchè continuasse a comporre, tanto era entusiasta della sua musica. L'autore si era ormai affermato come uno straordinario autore di musiche per balletto, con il suo Lago dei Cigni, La bella addormentata e Schiaccianoci.

Ma l'ossessione che lo perseguitava fin da ragazzo prese il sopravvento: l'ultima, fra le sei sinfonie da lui composte, che porta il titolo di Patetica, rivela un tragico senso di desolazione.





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