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Chopin (Fryderyk Franciszek), compositore polacco (Zelazowa Wola, Varsavia, 1810 - Parigi 1849). Il padre, Nicolas, era un professore francese di origine lorenese, stabilitosi a Varsavia. Precocissimo, Chopin cominciò a comporre all'età di otto anni e a nove diede il primo concerto. A diciannove anni, terminati gli studi, iniziò brillantemente la carriera concertistica con una tournée a Vienna, Praga e Dresda. Lasciata la patria, che mai più avrebbe riveduto, dopo un soggiorno a Vienna, artisticamente poco fortunato, e mentre in Polonia ardeva la rivoluzione, si stabilì a Parigi, raggiunta dopo brevi soste a Linz, Salisburgo, Monaco e Stoccarda. In quest'ultima città gli giunse la notizia della caduta di Varsavia che, secondo la tradizione, gli ispirò lo Studio in do minore, op. 10 n. 12. A Parigi riuscì presto a inserirsi nei circoli aristocratici, dov'era conteso come insegnante e soprattutto come concertista, le cui doti d'eccezione meglio si esplicavano davanti a pubblici ristretti e qualificatissimi. Dopo due brevi idilli (tra cui quello con Maria Wodzinska, cui dedicò il famoso valzer op. 69, detto "valzer dell'addio"), nel 1837, grazie a Liszt, conobbe George Sand e ne nacque un legame amoroso che durò dieci anni. Già colpito dalla tisi che l'avrebbe poi ucciso, Chop 535j97f in trascorse con la Sand l'inverno del 1838 a Maiorca, nella certosa di Valldemosa, ove compose la maggior parte dei Preludi, la Polacca op. 40 n. 2 e le Mazurche op. 41. Ritornato a Parigi, fu ancora ospite, durante l'estate, della Sand a Nohant, nell'Indre; ma tra l'aristocratica personalità del musicista e quella rivoluzionaria della scrittrice non tardò a crearsi una frattura. L'attività creativa di Chopin subì un rallentamento nel 1846; la sua malattia si aggravò. Dopo un viaggio in Inghilterra, durante il quale conobbe Dickens e Carlyle, suonò per la regina Vittoria e tenne concerti a Manchester, Edimburgo, Glasgow e in ultimo a Londra, a favore dei profughi polacchi, nel gennaio del 1849 tornò a Parigi, ma ormai egli non era più in grado di comporre o di dar lezioni. Aiutato anche finanziariamente dagli amici e assistito dalla sorella Luisa, morì nell'ottobre dello stesso anno.
Chopin si servì raramente dell'orchestra, la cui tecnica conobbe solo approssimativamente: inoltre le sue composizioni orchestrali, le Variazioni sul duettino dal "Don Giovanni" di Mozart (1827), la Grande fantasia su temi polacchi (1828), il Rondò Krakowiak(1828), i due Concerti (1829-1830), l'Andante spianato e Grande polacca (polonaise) brillante (1831-1834), l'Allegro da concerto (1841), tutte opere giovanili, prevedono la presenza determinante del pianoforte, con funzioni concertanti. La sua musica da camera comprende solo un'Introduzione e Polacca(1829-1830), un Grande Duo da concerto (1832) e una Sonata (1846) per violoncello e pianoforte, un Trio per pianoforte, violino e violoncello (1829), un Rondò per due pianoforti (1828), e una raccolta postuma di diciannove Canti polacchi per voce e pianoforte (1829-1847). Chopin trovò nel pianoforte la fonte maggiore d'ispirazione: le opere per questo strumento, nate come intima confessione lungo l'intero arco della sua esistenza, la maggior parte al di fuori di un piano preordinato, si raccolgono in quattordici gruppi. Le sedici Polacche sono la trasposizione pianistica di una forma di danza squisitamente aristocratica, da Chopin portata al più alto livello d'arte. I primi esempi sono caratterizzati da un'atmosfera delicatamente idillica, che viene man mano accogliendo accenti di fastoso decorativismo, per raggiungere (specie nelle opere 40 [Militare] e 53 [Eroica]) espressioni epiche di fervido amor di patria, che riassumono la ricca e complessa personalità chopiniana. Le cinquantanove Mazurche (1820-1849) sono più vicine alla freschezza e alla spontaneità delle melodie popolari, dalle quali derivano: forma tra le più congeniali al compositore, fu da lui piegata sino ai più arditi e raffinati procedimenti di scrittura. Nei ventuno Notturni (1827-1846) la musica chopiniana perde ogni riferimento esteriore, per farsi interiorità pura, sublimato lirismo soggettivo. In quest'opera, come nei ventisei Preludi (1836- 1839), che per l'essenzialità e l'immediatezza della forma si pongono come una serie di geniali schizzi o bozzetti, il romanticismo musicale tocca uno dei suoi più alti vertici qualitativi. Le quattro Ballate (1835, 1839, 1841, 1842), ispirate dal poeta polacco Mickiewicz, sono la traduzione strumentale di un genere di composizione sino a quel momento legato alla parola cantata. Nei ventisette Studi (raccolti in tre serie, 1829, 1836, 1840) Chopin conferì, a opere nate anzitutto come risoluzione di trascendentali problemi di tecnica esecutiva, una complessità formale e una profondità di contenuti umani che ne fanno il suo capolavoro. Lo schema prestabilito della forma-sonata parve adattarsi meno alla fantasia di Chopin, legata alla suggestione della libera improvvisazione estemporanea; egli se ne servì nei due Concerti giovanili, e in tre Sonate, una delle quali detta Funebre, per la celebre Marcia, che sostituisce il tradizionale adagio. A queste opere sono da aggiungere i venti Valzer (1827-1848), quattro Improvvisi (1834-1842), tra cui la famosa Fantasia Improvviso op. 66, quattro Scherzi (1832-1842), il Bolero (1833), la Tarantella(1841), la Fantasia in fa minore (1841), e due capolavori: la Berceuse (1845) e la Barcarola (1846).
La personalità estetica di Chopin è direttamente condizionata dalla sua attività di pianista, cui arrise un prodigioso successo. Il suo stile d'esecuzione non fu mai effeminato, e il suo tocco vellutato e cristallino nascose un impeto e una partecipazione emotiva portata a volte sino alla violenza. Le sue esecuzioni univano una chiara semplicità a una raffinatezza estremamente consapevole. Il tono declamatorio era sempre escluso dal suo fraseggio musicale, semplice e puro nella morbidezza e fluidità delle linee. La ricchezza della linea melodica non è mai superflua o leziosa, ma risponde al contrario a un'idea affatto originale di discorsività strumentale. La melodia riceve la sua compiutezza sia dagli abbondanti abbellimenti sia dal suo complemento armonico, che con essa fa corpo, precisandone il significato espressivo. Modulazioni ardite e impreviste aprono orizzonti verso l'avvenire: per molti aspetti infatti Chopin preannuncia Wagner e lo sviluppo dell'armonia moderna, sino a Debussy e Ravel. Ma questa apertura sul futuro è solidamente agganciata ai classici: a Bach, anzitutto, del quale Chopin soleva eseguire una pagina prima di ogni suo concerto, e a Mozart, al quale fu legato da una sorta di affinità elettiva. Pur essendo ostile al melodramma, ne fu profondamente influenzato: molte delle sue melodie non sono infatti altro che la traduzione strumentale di moduli e stilemi propri della tradizione melodrammatica italiana e francese. Sebbene opponesse un ostinato rifiuto all'intrusione di elementi letterari nella musica, egli fu tuttavia uomo di cultura estremamente aperto e avvertito. Questo spiega come la sua opera abbia potuto porsi come una delle più profonde e perfette sintesi dello spirito romantico.
Berlioz (Hector),
Berlioz (Hector), compositore francese (La Côte-Saint- André, Isère, 1803 - Parigi 1869). Dopo aver seguito senza eccessivo entusiasmo i corsi della facoltà di medicina presso l'università di Parigi, nel 1826, nonostante l'opposizione della famiglia, entrò al conservatorio e studiò con Lesueur e Reicha. Dopo tre insuccessi, nel 1830 vinse il prix de Rome con la cantata L'ultima notte di Sardanapalo e partì per l'Italia ove restò un anno e mezzo. Nel 1833 sposò Henriette Constance Smithson che aveva ammirata quale interprete di opere shakespeariane a Parigi nel 1827. La necessità di aumentare i guadagni lo spinse a scrivere per vari giornali numerosi articoli che più tardi raccolse in volumi (1852-1862). Nel gennaio del 1839 venne nominato conservatore della Biblioteca del conservatorio di Parigi. Nel frattempo i suoi lavori (Benvenuto Cellini, Romeo e Giulietta) incontravano varia fortuna. Esasperato per gli insuccessi e per l'infelice situazione coniugale, nel 1842 fuggì in Germania in compagnia della giovane cantante Maria Recio. Ritornato a Parigi, diede inizio alla stesura definitiva della Dannazione di Faust. Alle tournées trionfali nell'Europa centrale (1845-1846) e in Russia (1847) seguirono gli insuccessi dei concerti di Londra (1848) e della Società filarmonica di Parigi (1850). Nel 1852 Liszt organizzò a Weimar una settimana dedicata a Berlioz: l'esito fu strepitoso. Il 21 luglio 1856 il compositore divenne membro dell'Istituto di Francia. L'incomprensione e la freddezza con cui venivano accolte le sue opere in Francia e la morte della seconda moglie (1862) accentuarono sempre più il suo scoraggiamento. Dopo essersi recato un'ultima volta in Austria (1866), in Germania (1867) e in Russia (1868), rientrò a Parigi, ove morì nel 1869.
Per Berlioz, l'arte fu, secondo l'espressione di Charles Lalo, lo specchio della sua vita; secondo A. Boschot, la sua opera è "il suo diario intimo", vivo riflesso delle gioie, delle pene, delle aspirazioni del compositore. Berlioz diede un nuovo indirizzo alla musica a programma e può essere considerato il moderno creatore di questo genere (Sinfonia fantastica). Il suo romanticismo nasce dall'opposizione fra l'uomo ideale e l'uomo reale. Per esprimere questo conflitto, Berlioz creò un linguaggio e un'estetica; il suono è per lui inseparabile da un timbro particolare o da un colore specifico; Berlioz pensa attraverso e in funzione dell'orchestra; la ricchezza dell'orchestrazione e le combinazioni timbriche più inattese e originali creano un ambiente sonoro atto a esprimere il senso del fantastico, dell'allucinante o del grandioso. Nella magia dei timbri si realizza compiutamente un aspetto dell'estetica musicale romantica.
La musica vocale è rappresentata nella sua produzione da una quarantina di melodie e di romanze (1823-1850) e da sei cantate. La musica per orchestra comprende sette ouvertures: Waverley, 1827; Les Francs-Juges, 1828; Re Lear, 1831; Rob Roy, 1832; Benvenuto Cellini, 1838; Carnevale romano 1844; Il corsaro, 1831-1855; inoltre la Sinfonia fantastica (1830), Lélio o Il ritorno alla vita (1831), Aroldo in Italia, con viola solista (1834), la Sinfonia funebre e trionfale (1840), Romeo e Giulietta (1839). Musica drammatica: Benvenuto Cellini, opera in due atti e quattro quadri (1838); La dannazione di Faust, leggenda drammatica in quattro parti (1828-1846), suo capolavoro e opera di grande importanza nella storia del melodramma; L'infanzia di Cristo, trilogia sacra (1854); Béatrice et Bénédict (1833-1862); I Troiani, tragedia lirica in cinque atti e due parti (1855-1858).
Berlioz scrisse
anche opere teoriche, fra cui un Grande trattato di strumentazione e di
orchestrazione moderna (1844), e opere letterarie: Le serate dell'orchestra
(1852), I grotteschi della musica (1859), Attraverso i canti (A travers chants,
1862), Memorie (1848-1869). La sua corrispondenza è stata pubblicata negli Anni
romantici (1819-1842), Il musicista errante (1842-1852), A mezzo del cammino
(1852- 1855).
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