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LA DEPRESSIONE

sociologia



LA DEPRESSIONE


La depressione è un sintomo che esprime una situazione di disagio psicologico. Spesso viene accostato all'ansia come se fosse la stessa cosa. Questi due sintomi in realtà sono profondamente diversi, e differente è anche la loro gravità. Numerosi ipotesi confermano che una situazione di ansia cronica sia in grado di determinare delle variazioni 111b12b biochimiche nel cervello che riproducono quelle tipiche della depressione.

Che cos'è?


Nell'uso corrente la depressione é un nome unico per diversi stati di sofferenza. Essa può interferire significativamente con la vita di tutti i giorni, con il funzionamento sociale e il benessere fisico. È una condizione di tristezza e di sfiducia che spesso,viene accompagnata da:
- irritabilità
- perdita di interesse per le attività quotidiane;
- alterazione dell'alimentazione e del ciclo del sonno;
- senso di affaticamento e di perdita di energia vitale;
- incapacità di concentrarsi e di prendere decisioni;
- insoddisfazione generale
- pensieri ricorrenti di suicidio e morte.




Si  può parlare propriamente di depressione, quando abbiamo la presenza contemporanea di alcuni di questi stati in modo marcato e con la convinzione che la situazione sia sempre senza vie di uscita.

Come ci si ammala?


La depressione ha molte possibili cause e spesso deriva dalla combinazione di più fattori. Diverse pressioni quotidiane possono contribuire fortemente alla depressione giovanile. Esperienze di fallimento, discriminazione o esclusione da parte dei pari, qualunque tipo di abuso, malattie fisiche e l'eccessiva attesa di successo e i problemi familiari possono tutte compromettere l'equilibrio emotivo e lo stato mentale dei giovani.


Quali sono i sintomi?


I sintomi della depressione adolescenziale possono essere simili a quelli provati dagli adulti depressi, benché alcuni sintomi compaiono con maggior probabilità nei giovani. Negli adolescenti e negli adulti, i sintomi della malattia possono essere nascosti o mascherati da altre condizioni che sembrano non aver niente a che fare con il "sentirsi giù". E' depresso chi, per un periodo abbastanza prolungato, almeno quindici giorni, lamenta continuamente senso di:

-stanchezza;

-mancanza di forze e di energie;

-assenza di concentrazione;

-preoccupazione per la propria salute;

-totale disinteresse verso l'appetito, il lavoro, gli svaghi o la sessualità;

-piange spesso, vorrebbe "morire" 

-non riesce ad esprimere correttamente altro che la propria profonda incapacità.


In genere vengono alterati anche:

- l'umore;

-il pensiero;

-le funzioni cognitive;

-il comportamento.

Le terapie

La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace per il trattamento della depressione.  Da un lato si cerca di modificare i pensieri che possono sostenere la depressione. Ad esempio le persone che ne soffrono tendono ad avere un ipercriticismo verso se stessi, tendono ad accusarsi oltre ogni evidenza, tendono a notare maggiormente gli eventi negativi nelle situazioni quotidiane. Questa terapia aiuta la persona a sviluppare una modalità di pensiero più equilibrata e razionale.  Dall'altro lato si aiutano le persone a costruire migliori abilità per affrontare le difficoltà quotidiane, che probabilmente hanno portato la persona ad essere depressa. La terapia quindi invita la persona a riprendere gradualmente le attività che sono state abbandonate, magari cominciando da quelle più piacevoli, a sviluppare comportamenti più funzionali per risolvere i propri problemi, a pensare in modo più equilibrato e razionale. Essa  si differenzia molto da altri tipologie di psicoterapie. A differenza di altre, come ad esempio la psicoanalisi, la terapia cognitivo comportamentale è centrata sul presente, sui sintomi, tende a produrre soluzioni fattive per i problemi presentati.  In questo senso si da un peso minore a quanto accaduto nell'infanzia o a quanto gli eventi passati possano incidere sul presente.

Nella terapia farmacologica della depressione vengono impiegate numerose classi di farmaci antidepressivi. Tutte le classi si sono mostrate efficaci nel trattamento. Nelle forme resistenti possono essere utilizzate associazioni con stabilizzanti dell'umore e in alcuni casi con ormoni tiroidei. Recentemente alcuni clinici utilizzano farmaci antiparkinson per la loro azione favorente la trasmissione dopaminergica, tuttavia non vi sono ancora sufficienti dati per sostenere l'azione antidepressiva di tali molecole. L'uso di antipsicotici, in associazione agli antidepressivi, è giustificata nei casi in cui il quadro depressivo si presenta con sintomi psicotici. 




Situazioni a rischio. Come riconoscerle?


Gli esperti credono di aver individuato tre gruppi di adolescenti particolarmente a rischio:

il primo è formato da soggetti che presentano i sintomi "classici" della depressione, quali la tristezza e perdita di ogni speranza. Si tratta soprattutto di ragazze.

Il secondo è composto da perfezionisti che s'impongono livelli di riuscita molto alti. Questi adolescenti sono per lo più maschi spesso ansiosi, isolati e socialmente ritirati.

Il terzo è formato da maschi che esprimono la loro depressione con comportamenti aggressivi come l'abuso di droghe, atteggiamenti rischiosi e sfida con le autorità.



Rischio di suicidio.


Innanzi tutto sono più ragazze che ragazzi a soffrire di depressione e a tentare il suicidio. Tuttavia tra i giovani che tentano il suicidio, i maschi portano a termine il tentativo più delle ragazze.

Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 19 anni. La prima causa è rappresentata dagli incidenti automobilistici, parte di questi attribuibili a comportamenti spericolati che spesso esprimono il disagio psichico.

Negli ultimi 30 anni la percentuale è aumentata. Alcuni sondaggi hanno dimostrato che il 40% degli studenti di scuole secondarie hanno preso in considerazione il suicidio in qualche occasione. Sempre gli esperti hanno rilevato che la maggioranza dei giovani che tentano il suicidio, in precedenza ne parlano.

Molti giovani, prendono questa tragica decisione subito dopo un fallimento scolastico, un litigio con i genitori, una delusione amorosa o uno scontro con un'autorità.



TAD: test dell'ansia e depressione nell'infanzia e adolescenza.


Negli ultimi anni, terapeuti, psicologi e insegnanti si sono resi conto che i disturbi dell'umore colpiscono migliaia di giovani e possono manifestarsi in qualsiasi momento del processo evolutivo.

Il TAD è composto da tre scale: la scala di autovalutazione per l'alunno; la scala di valutazione per l'insegnante e la scala di valutazione per i genitori. È stato ideato per essere usato con i bambini e gli adolescenti di età compresa tra i 6 e i 19 anni. La somministrazione del TAD è opportuna, per i ragazzi che si sospetta abbiano bisogno di interventi psicologici.

Identificare i sintomi associati a livelli gravi di ansia e depressione è il primo passo di un processo di valutazione che conduce a una diagnosi precisa e a un intervento adeguato.

Il TAD  è stato messo a punto per aiutare il personale specialistico che opera nella scuola e gli operatori della salute mentale a identificare ansia e depressione nei bambini e negli adolescenti.

Il TAD fornisce tre fonti di dati sui pensieri, le emozioni e il comportamento. Le informazioni che provengono fanno luce sul mondo interiore del ragazzo e rivelano l'entità di questi problemi. Nel corso del tempo, le teorie riguardanti l'ansia e la depressione nei bambini si sono modificate. Un tempo era convinzione della psicoanalisi ortodossa che la depressione come disturbo clinico non potesse emergere fino all'adolescenza, con lo sviluppo del SuperIo.

Alcuni studiosi sostenevano l'idea che la depressione nei bambini fosse rara, o che si manifestasse con una sintomatologia piuttosto differente da quella degli adulti.

Altri invece suggerivano che la depressione nei bambini venisse mascherata da sintomi quali aggressività, capricci e ansia.

Attualmente si ritiene che la depressione agisce su molteplici aree funzionali tra cui: le sfere comportamentali, emotive, somatiche e cognitive. La depressione si manifesta con molti degli stessi sintomi sia nell'infanzia che nell'età adula, e solo con differenze secondarie legate agli stadi evolutivi.


LIBRI

  1. LA DEPRESSIONE Che cosa è e come superarla P. Morosini et al.
  2. PENSO, DUNQUE MI SENTO MEGLIO Greenberger & Padesky
  3. DEPRESSIONE Cento domande e cento risposte P. Pancheri
  4. DEPRESSIONE Una risposta a tutte le domande S. Salmans





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