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APPUNTI DI SOCIOLOGIA GENERALE DEL PROFESSOR CARMELO CARABETTA

sociologia



LEZIONE NUMERO 4


APPUNTI DI SOCIOLOGIA GENERALE DEL PROFESSOR CARMELO CARABETTA

UNIVERSITA' DI MESSINA SEDE STACCATA LOCRI





Abbiamo accennato nella lezione precedente alla cultura, ed abbiamo affermato che essa è l'insieme di elementi immateriali e materiali; la religione fa parte della cultura ed è un elemento immateriale, ma lo abbiamo materializzato costruendo luoghi per il culto, statue, in pratica con una comunanza di elementi.

I modi di fare fra gli individui, che affermano una certa e comune appartenenza, medesimi valori è cultura, ed è un elemento immateriale della cultura.

Una società senza una cultura comune esisterebbe?

Il fatto di essere italiani ci comporta una comunanza di elementi che ci caratterizzano, e ci rendono più o meno facile la vita in maniera comune. Chi va all'estero , in America, in Messico, avendo lingue diverse e cultura diversa noi abbiamo difficoltà a farci capire.

C'è infatti la difficoltà di relazionarsi.



Senza una cultura comune non esisterebbe una società, la società si fonda sulla comune accettazione e sulla comune condivisione, dello stesso patrimonio culturale, la cultura scrive Elser rappresenta il cemento della so 232i83c cietà.

Oggi noi parliamo all'interno della nostra nazione di una cultura comune, se ci spostiamo leggermente indietro nel tempo, in maniera storica, abbiamo modo di notare come la cultura non era tutto sommato di tipo nazionale, la cultura era di tipo localistico, in pratica ogni comunità esprime un certo tipo di cultura, oggi c'è poca differenza fra realtà contigue, mentre in passato c'era una notevole diversità, per esempio dal modo di vestire di abitanti di paesi vicini, perché si affermava in passato una cultura localistica, regionalistica, che adesso non esiste più, per quale motivo non esiste più?

Oggi le diversità sono quasi annullate assorbite da un processo di omologazione, che ci conforma in maniera quasi anonima per cui il cibo oggi si trova in modo uguale, per il semplice motivo che abbiamo una cultura globalizzata, le particolarità, le peculiarità tendono a svanire, vanificando le particolarità specifiche che sono il culto di una intelligenza e di una convinzione specifica.

Oggi ci sarebbe motivo di mantenere le culture localistiche?

Sarebbe possibile tenerle in piedi?

Tuteliamo le minoranza ma con notevole dispendio di risorse economiche.

La cultura localistica sopravviveva perché vi era diffidenza. Fromm scrive l'elemento nuovo produce ansia e diffidenza.Voi invece prendete l'aereo e andate in vacanza a New York o alle Haway, perché la novità vi affascina, perché sappiamo di vivere in uno stato civile dove c'è una legge che in ogni caso ci tutela.

Ma a prescindere non potrebbe comunque resistere la cultura localistica per un motivo ancora più importante, il progresso che ha invalidato ha depotenziato la possibilità di fare riferimento agli elementi particolari, per cui quell'elemento particolare, per esempio il fare pane nel forno a legna, non ha più senso perché non lo si preferisce più, perché all'interno di un mercato globalizzato si è alterato anche il gusto e il gruppo non riconosce più quel sapore preferendone altri, tipo il panino del mac donalds.

Il gusto è stato alterato dalle innovazioni culturali, per esempio le patatine fritte, se compriamo quelle in scatola e vediamo negli ingredienti che di patata non c'è proprio niente ma sono tutte sostanze chimiche , noi mangiando quelle patate, alla fine abituiamo il nostro palato, e le patate fritte ormai non ci piaceranno più le sentiremo pesanti diverse dai nostri gusti.

Abbiamo così destabilizzato tutto un sistema di conoscenze che sono anche quelle legate al gusto per affermare le conoscenze funzionali alle multinazionali, che devono carpire disponibilità e tenerci poi al servizio, creano dipendenza nel consumo di un certo prodotto.

Le generazioni emergenti, ci tengono al consumo, gradiscono per esempio un tipo di salame che è creato e modificato chimicamente, perché nei laboratori si usano tanti di quegli accorgimenti di tipo chimico per asservire il palato, a quello che è l'interesse del produttore, e tutti i prodotti di un certo tipo hanno lo stesso sapore, cioè più o meno si assomigliano.

I vini più o meno si assomigliano, si insegue il consumatore, questo perché noi siamo vittime di un processo che nelle società post moderne o tardo moderne, di un fenomeno che ci interessa tutti che è il consumismo.

Ma che cos'è il consumismo? E' sempre esistito?

Nasce in un momento specifico, come tutti noi che abbiamo una data di nascita, così anche il consumismo che nasce nel 1920, ma come nasce?

Con l'evoluzione industriale, si inizia a produrre molto di più di quanto si vendeva,e di quanto gli individui vogliono comprare, e ciò veniva a contrastare con la natura degli individui, che non erano abituati a comprare molto; essi vivevano immersi in condizioni che contrastano, con il facile consumo, Per esempio Max Weber che studieremo, ci parlerà dell'etica protestante, e della nascita del puritanesimo, e sono religioni che affermano la sobrietà, e la limitazione dei consumi, non solo dei consumi dei prodotti, ma anche nei rapporti personali, chi mai si permetterebbe in un contesto del genere ad avere dieci rapporti prematrimoniali, o vari fidanzati o vari mariti all'interno di epoche dove c'è un certo rigore; un rigore che veniva rispettate anche se non so dirvi se era un bene o un male.I sistemi di produzione principalmente sollecitati da quell'invenzione di Taylor, che era un ingegnere, che ha utilizzato esperienze precedenti di Smith, che aveva immaginato guardando un uomo che faceva gli spilli. Allora ha notato in una fabbrica, un artigiano, che perdeva tempo, allora mentalmente ha immaginato una catena di montaggio, in cui ognuno svolgesse una sola funzione, e ha notato che la produzione aumentava, per questo la produzione si moltiplicava di 280 volte.

Prima di questo esperimento, l'organizzazione del mondo del lavoro era un'organizzazione razionale, addirittura si selezionavano i lavoratori lanciando delle mele in piazza chi le prendeva per primo era assunto perché ritenuto più forte e più veloce insomma più efficiente.

L'organizzazione razionale viene sostituita dall'organizzazione scientifica del lavoro, per cui ogni prodotto passa attraverso numerosi fasi che interessano numerosi operai.

Uno stabilimento di catena di montaggio.

Quindi i produttori si ritrovano con tutta una serie di prodotti, che non vengono smaltiti dal mercato, e i magazzini erano pieni di merci invendute.

Gli imprenditori preoccupatissimi si riuniscono ma non trovando una soluzione si rivolgono ad una università, che contatta tanti altri docenti delle università e arrivano a capire che c'era una sola cosa da fare, che si era trascurato l'ultimo anello della catena, il marketing. Che è il settore che si occupa di vedere come piazzare sul mercato i prodotti.

E' come se voi aveste il negozio più utile del mondo ma lo terreste chiuso, con la serranda abbassata, nessuno potrebbe entrare , ed ecco che è nata la pubblicità.

Nascono così i primi cartelloni pubblicitari, non c'era la televisione, c'era la radio, ma non era per tutti, era comunque limitata.Quindi il primo elemento della pubblicità sono i cartelloni sono le scritte sui muri, perchè bisognava superare, eliminare una convinzione storica che era quella che bastava consumare poco per stare bene, il minimo indispensabile per essere felici.

La pubblicità inizia a smuovere questa convinzione, la pubblicità è di tipo ricattatorio dinamico, i primi manifesti, i primi cartelloni pubblicitari erano più o meno così, che fai col solito golfino di lana esci dal branco vieni con noi usa il golfino di...


Figuratevi che si era raggiunto il paradosso, che persino le scatole dei chiodi erano griffate

Nasce così il consumismo, e ovviamente comincia ad affermare un nuovo tipo di cultura, la persona quindi non si sente più felice quando ha il necessario, ma quando ha il superfluo.Questo favorisce il consumo, e favorisce il nascere dei comportamenti sociali tutto ciò fa parte della nostra cultura.

Quindi il discorso avviato nel 1920 è destinato a rafforzarsi man mano che si va avanti, ma il superamento della cultura localistica non lo porta sicuramente il consumismo che nasce in America anche perché nello stesso periodo c'è la rivoluzione sessuale, ma in Italia la viviamo sul finire degli anni sessanta e agli inizi degli anni settanta, non che prima la sessualità non venisse vissuta, infatti la sociologa Chiara Saraceno scrive: I comportamenti sessuali prematrimoniali erano rigorosamente vietati, e ciò non di meno molti erano i bambini che nascevano settimini.

La sessualità è come il tramonto, non si può fermare, almeno quando si è giovani.

La cultura localistica, che affermava un certo sistema di vita, viene superata solo intorno agli anni cinquanta, quando si afferma in maniera lenta ma inesorabile l'uso del televisore;

Per cui scompaiono o comunque si riducono,i cartelloni ( i vecchi sistemi), si riducono le tradizionali modalità di carpire il consenso e la disponibilità dei consumatori, in passato periodicamente arrivavano dei piccoli pulman che facevano film in piazza ed erano dell'istituto luce, che era un istituto che produceva appunto la cultura della nazione, in quel periodo; allora mostravano ponti in costruzione,centrali elettriche, i grattacieli, per far capire alla popolazione che la nazione cresceva e per generare quel sentimento di orgoglio e di attaccamento alla nostra terra, alla nostra nazione. Oggi l'istituto Luce è scomparso, ma al suo posto ve ne sono tanti altri, adesso c'è in massa un mezzo di comunicazione nelle nostre famiglie il televisore, che comunque in sostituzione in maniera piena ed anche più disonesta quello che era l'istituto luce.

Perché la televisione non è una cosa asettica, ci sono tanti studiosi che già nei loro titoli riassumono i danni della televisione

Potter parla della televisione come cattiva maestra, televisione serva infedele, televisione ladra di tempo;

Umberto Eco: la televisione finisce col creare il sentimento dell'Italianità, che l'unità d'Italia non aveva mai creato.



La cultura è quindi il cemento della società.

Perché è attraverso la comune cultura che noi riusciamo a capirci, a fidarci in maniera reciproca, quindi questo tipo di cultura che viene affermato dalla televisione oggi, è un tipo di cultura che tende a trascendere la cultura locale, regionale, nazionale, per affermare una cultura globale.


I mutamenti avvengono con l'oblio, e l'innovazione.

L'oblio è la dimenticanza: è quel processo di emarginazione, che si può verificare in maniera spontanea o coercitiva.

Pensiamo alla moda, abbiamo un sistema di emarginazione spontanea, perciò io metto da parte la minigonna e utilizzo i pantaloni.

Per esempio un giorno c'è il no transito in una strada, questo è un oblio in maniera coercitiva, emarginazione di un certo comportamento in sostituzione di un nuovo comportamento.

Storicamente quando c'è stato lo zar di Russia che ha voluto occidentalizzare il proprio popolo,ha emanato un editto, e con quell'editto si vietavano le tuniche, i burca e tutto quello che faceva riferimento alla cultura orientale, degli arabi e dei musulmani.

Così come per esempio c'è il vescovo che dice a una persona guarda tu adesso spogliati di  quei vestiti e indossa i vestiti del cristianesimo.

Il fatto di affermare nuovi comportamenti non avviene in maniera spontanea, ma avviene attraverso un sistema coercitivo.

Nell'ambito dei nostri comportamenti noi siamo portati ad emarginare un comportamento per affermare un nuovo tipo di comportamento.


I valori fanno parte di quella che è la migliore espressione della cultura come elemento invisibile.

Per esempio, mia mamma limitava le uscite di mia sorella, mentre mia nipote esce sempre.

Si affermano nel tempo due valori differenti, ci sono due modi diversi che caratterizzano due generazioni diverse.

Nella prima avevamo una restrizione, una limitazione , questo valore è stato invalidato, posto in oblio ed è stato sostituito dal valore della libertà.

Accanto al processo dell'oblio, c'è quello dell'innovazione.

Il processo dell'innovazione intende affermare il diritto a vivere in maniera diversa, rispetto alla generazione precedente.

Nell'ambito della famiglia, la famiglia delle generazioni precedenti era un tipo di famiglia etica, questa famiglia etica è andata in oblio, cedendo il posto al valore innovato della famiglia d'affetto.

L'oblio e l'innovazione non sono momenti distaccati nell'ambito della vita sociale, per esempio l'euro, per un primo periodo la moneta nuova (euro) ha cominciato a circolare mentre la moneta vecchia (la lira) continuava a circolare, c'è stato un momento di transito, in cui c'era l'interregno (vecchio valore- nuovo valore) come per esempio il capo d'abbigliamento, mentre non si afferma il nuovo capo d'abbigliamento, coesistono i due capi, fino a che il nuovo valore non è affermato, ma una volta che si definisce in maniera chiara la preminenza del nuovo valore, il vecchio valore cade in oblio.







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