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Nato
verso il 465 a.C. da una ricca famiglia degli Shakya, una stirpe che dominava
il paese e che aveva come capostipite leggendario il re Okkava. Figlio di un
raja, cioè di un capo eletto dai maggiorenti cui è affidato il potere di
governare, gli viene imposto il nome di Siddharta ("quegli che ha
raggiunto l'illuminazione")
o di Gautama (l'appartenente al ramo _ gotra_ degli Shakya), ma in seguito sarà
indicato con altri appellativi sui quali emerge quello di Buddha che significa
: l'Illuminato, il Risvegliato.
Fu
allevato in mezzo alle comodità e ad lusso principesco, si sposò ed ebbe anche
un figlio. Tuttavia, nonostante le precauzioni del padre, anche lui incontrò le
miserie umane: un vecchio, un cadavere, un mendicante. Questi tristi realtà
della vita lo impressionarono profondamente. Desideroso di conoscere le cause
della miseria presente nel mondo, a circa 30 anni abbandonò tutto e tutti per
condurre vita eremitica alla ricerca di una soluzione dell'enigma della vita.
Insoddisfatto
delle risposte di altri maestri, dopo digiuni estenuanti, capì che la
conoscenza della salvezza poteva trovarla solo nella meditazione personale.
Abbandonò le mortificazioni eccessive e a 35 anni, dopo quarantanove giorni di
riflessione ai piedi di un albero di fico, in 414g64e una notte di luna piena del mese
di maggio, raggiunse l'illuminazione. Comprese le Quattro nobili verità: sul dolore, sull'origine del dolore, sulla soppressione del dolore,
sulla via che porta alla soppressione del dolore. Animato da profonda pietà per
gli uomini e dal desiderio di salvarli, si diresse verso Benares seguito da
cinque discepoli affascinati dalla bellezza della sua dottrina e percorse per
oltre quarant'anni il Nord dell'India insegnando e predicando il suo messaggio di speranza e
di felicità che si raggiunge non come dono dalla grazia di Dio ma come
conquista del proprio intelletto e della propria volontà; anche perché su Dio, Buddha
preferì tacere. Secondo le tradizione Buddha morì all'età di 80 anni,
circondato dai suoi seguaci, tra i quali il discepolo prediletto Ananda, al
quale lasciò le sue ultime disposizioni. Prima di spirare, rivolgendosi ai
discepoli disse: "Ricordate, o fratelli, queste mie parole: tutte le cose
composte sono destinate a disintegrarsi! Attuate con diligenza la vostra
propria salvezza!"
Con la morte di Buddha, datata al 486 a.C., inizia il vero cammino del
buddhismo come movimento religioso.
DOTTRINA
La dottrina buddhista si fonda sulle Quattro Nobili Verità, che Buddha comprese sotto l'albero della Bodhi (=illuminazione), e sugli strumenti pratici attraverso i quali ogni discepolo può realizzare la liberazione dal dolore-esistenza, cioè l'Ottuplice Sentiero che porta alla meta salvifica
Per
realizzare le quattro Sante Verità (sul dolore, sull'origine del dolore, sulla soppressione del dolore, sulla via che porta alla
soppressione del dolore) il discepolo deve passare dalla sua condizione di ignoranza a quella di
conoscenza
liberatrice
attraverso una via lunga e difficile.
La verità sul dolore fa emergere il carattere negativo dell'esistenza nella sua
condizione fluttuante dalla nascita alla malattia, alla vecchiaia e alla morte.
Distruggere il dolore, l'esistenza, il samsara (il ciclo delle
rinascite) e pervenire alla consapevolezza delle Quattro Verità.
La
prima Verità fa prendere coscienza che la nascita è dolore, la malattia è
dolore, la vecchiaia è dolore, la morte è dolore, la separazione da ciò che si
ama è dolore, l'impossibilità di soddisfare i propri sensi è dolore.
La seconda Verità insegna che il dolore ha origine nella sete del piacere,
nella sete dell'esistenza, nell'attaccamento agli esseri e alle cose.
La terza Verità insegna che la sete dell'esistenza può essere soppressa
distruggendo totalmente il desiderio, rinunciandovi: si raggiunge così il
Nirvana.
La quarta Verità spiega in che modo si può spegnere la sete dell'esistenza.
Ogni
fenomeno sensibile ha una causa,
che a sua volta è l'effetto di una causa interiore: perciò è condizionato e
dipendente.
Allo stesso modo ogni condizione di vita è assoggettata a tutte le cause che la
precedono nella catena e a tutte le cause che la seguono; di essa si può solo
affermare l'impermanenza, il carattere di precarietà e di transitorietà. E' solo la fase del
divenire. La stessa legge di condizionamento si applica ai fenomeni della
coscienza e alla personalità: ogni individuo ha delle predisposizioni, vale a
dire è condizionato dalla catena delle cause, dal flusso dell'esistenza (la
catena nascita - morte = samsara). Egli è formato da anima e coscienza, che non sono mai separabili e
sono composti da cinque gruppi di aggregati o fenomeni:
1. rupa, la parte corporea o sensibile;
2. vedana, la sensazione di piacere e di dolore 3. samjna, la percezione, la rappresentazione;
4. sankhara; le predisposizioni, le
forze
attive ed
elementari che si originano dal karma (la legge
di causa e d'effetto) e determinano la vita;
5. dijnana, la coscienza
Dunque,
dopo il faticoso cammino della presa di coscienza delle tre Verità, la quarta
Verità indica al discepolo la via da raggiungere per raggiungere la salvezza,
il Nirvana (=estinzione), inteso
come totale liberazione dal dolore e dalla catena delle esistenze. Gli
strumenti o l'Ottuplice Sentiero sui quali si fondano l'etica e le tecniche acetiche buddhiste sono:
1. la Retta Fede, cioè l'incondizionata adesione
alle Quattro Verità;
2. la Retta Risoluzione, cioè l'impegno a
tenere lontano da sé ogni desiderio, odio o malizia;
3. la Retta Parola, cioè l'astensione
dalle parole false;
4. la Retta Azione, cioè l'astensione
dall'uccidere esseri viventi, dal furto e dall'adulterio;
5. il Retto Comportamento di vita, cioè la
pratica di tutte le norme che riguardano l'agire;
6. il Retto Sforzo, cioè la volontà di
incrementare le qualità buone;
7. il Retto Ricordo, cioè la condizione
della mente priva di confusione che aiuta a perseverare
nella via di salvazione e a non
cedere ai desideri;
8. la Retta Concentrazione, cioè il raccoglimento
della mente che disperde la falsa
concentrazione e porta allo stato di
abolizione della coscienza e della non-coscienza.
La
liberazione quindi non dipende soltanto dalla conoscenza dell'ignoranza, ma
anche dall'osservanza delle norme (sila) di comportamento.
L'UMANESIMO BUDDHISTA
Durante il periodo del Buddha, nella
società del "BHARATH"
(India) circolavano diverse teorie, le cui principali sono:
1- LA CREAZIONE
2- LE CASTE
3- LA SUPERIORITA' DELL'UOMO
1 - LA CREAZIONE
Secondo la teoria della creazione l'uomo fu creato da un Dio chiamato "BRAHMA",
il quale, desiderava decretare nella società dell'uomo una differenza tra
superiorità e inferiorità. Ma Buddha non accettò questa teoria della creazione.
Secondo il "KARMA" e dal comportamento dell'essere umano, si
nasce come essere umano. Questo non
è creato da nessuno. Il proprio
progresso non può essere disegnato da altri ma deve essere fatto da ognuno.
Nella filosofia Buddista la propria anima va al primo posto. La creatura più elevata della conoscenza
è l'uomo. Secondo il buddismo il progresso dell'uomo è la conoscenza dell'anima. Per il
progresso dell'uomo il buddismo mostra la via da raggiungere. Questo progresso
non può essere fatto da altri ma ognuno di noi deve vederlo a partire da se
stesso, attraverso la dottrina buddista. Quindi sviluppare il nostro carattere
è molto importante. Lo sviluppo del carattere si divide in due parti, la prima
esteriore e la seconda interiore.
Lo Sviluppo Esteriore
Per sviluppo esteriore s'intende
lo sviluppo economico dell'uomo, utile all'uomo per vivere bene. Per
arrivare a ciò, l'uomo deve essere molto corretto, non deve guadagnare
ingiustamente. Nella filosofia buddista vengono considerate 5 diverse forme di
reddito che possono far male all'essere umano.
Secondo il buddismo i guadagni ottenuti
in queste 5 forme sono considerati ingiusti. Per vivere senza preoccupazioni e
paure, nel buddismo si insegna all'uomo ad essere devoto.
Lo Sviluppo Interiore
Per raggiungere il benessere nella società, lo sviluppo dell'interiorità è molto importante. Nel
buddismo la via che porta a raggiungere questo benessere, si esprime con 5
precetti:
Seguendo tali precetti, che fanno bene a qualsiasi società umana, è possibile raggiungere lo sviluppo dell'interiorità. Anche l'ottuplice sentiero fa parte dello sviluppo interiore:
Qualsiasi persona che segue questa via potrà avere una vita tranquilla e nella
prossima vita avrà un'ottima vita. In questo modo si può raggiungere l'ultimo
stadio dello sviluppo insegnato nel buddismo: il "NIRVANA".
2- LE CASTE
Così come nel mondo di oggi esiste il razzismo, nel periodo del
"BHARATH" (India), esistevano rigorosamente le caste sociali,
ai cui appartenenti, in alcuni casi era vietato avere un credo religioso,
ricevere un'educazione e avere un reddito. Chi apparteneva alle caste minori
doveva lavorare come schiavo per quelli delle caste più elevate. Il Buddha
eliminò completamente questo sistema: l'uomo diventa così importante non per la
sua nazionalità, ne per la sua casta, ne per il suo colore, ma per il suo carattere puro; di qualsiasi casta, di qualsiasi nazionalità fosse una
persona, essa poteva trarre benefici dalla filosofia buddista.
3 - LA SUPERIORITA' DELL'UOMO
Prima del periodo del Buddha alla donna non era concesso di poter progredire e dimostrare
la sua creatività e le sue capacità. Anche nel mondo presente si parla ancora
dei diritti della donna. La libertà e i diritti per la donna sono stati
affermati dal Buddha per la prima volta circa 2500 anni fa, durante il periodo
del Buddha. Allora era vietato alla donna la religione, l'educazione e la
responsabilità sociale, essa doveva accontentare l'uomo, accudire i figli e
stare chiusa in casa. Nel Buddismo si dice che la libertà per l'uomo deve
essere uguale per la donna. Tra i seguaci del Buddha i : "BIKKSHU -
BIKKSHUN" "UPASEKA - UPASIKA"", c'erano anche le donne, e
da qui si può comprendere l'umanesimo del Buddha.
Nel buddismo vengono
espressi due concetti: EGOISMO e ALTRUISMO.
L'egoismo è lo sviluppo di se stessi. L'altruismo è lo sviluppo della
compassione e della gentilezza verso gli altri. Pensare solo a se stessi,
oppure solo alla propria famiglia, viene considerato nel buddismo come molto
negativo. Nella società in cui si vive, nell'ambiente e nel mondo bisogna
considerare i propri doveri e questi, bisogna eseguirli bene e capirne la
loro importanza.
Esiste un metodo su come bisogna guardare
la società, questo metodo si chiama
"BRAHMA
VIHARA" ed è suddiviso in 4
parti:
1- METTA: Amore e gentilezza
2- MUDITA: Non invidiare ma
accontentarsi
3- KARUNA: Compassione e pietà
4- UPEKSHA: Uguaglianza
Ho scelto di approfondire la religione buddhista perché non ero mai riuscita a comprendere bene la sua filosofia. Da questa ricerca ho ricavato che il buddhismo, più che una religione, è un modo particolare di vedere la vita e una dottrina che dà delle regole esistenziali volte a raggiungere il nirvana, la salvezza eterna.
Condivido queste filosofie solo in parte, perché non credo che il senso della vita sia liberarsene; essa è un dono meraviglioso, che per essere sfruttato appieno dev'essere vissuto in un modo non molto diverso da quello delle regole buddiste, che infatti si adattano perfettamente alla società di oggi. Io approvo queste ultime, perché sono quelle proprie di ogni principio morale e vanno d'accordo benissimo anche con il pensiero cristiano.
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