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I principi del confucianesimo si trovano in nove antiche opere stilate da Confucio e dai suoi discepoli, che vissero durante la dinastia Chou, in un'epoca di grande fermento intellettuale. Questi scritti possono essere suddivisi in due gruppi: i "Cinque Classici" e i "Quattro Libri".
I Wujing (Cinque Classici), probabilmente scritti anteriormente all'epoca di Confucio, comprendono il Yijing o Ching (Libro dei mutamenti), lo Shujing (Libro della storia), lo Shijing (Libro delle odi), il Liji (Libro dei riti), e il Chunqiu (Annali primavera-autunno). Il Yijing è un manuale di divinazione compilato probabilmente al tempo della dinastia Shang (prima dell'XI secolo a.C.), la cui sezione filosofica, contenuta in una serie di appendici, potrebbe essere stata scritta successivamente dalla scuola di Confucio. Lo Shujing è una raccolta di antichi documenti storici, e lo Shijing è un'antologia di poemi. Il Liji si concentra sui principi della buona condotta, fra cui quelli che riguardano le cerimonie pubbliche e private; benché sia stato distrutto nel III secolo a.C., molti degli argomenti ivi trattati sono stati salvati nella compilazione sopravvissuta fino alla nostra epoca, che risale alla dinastia Han. Il Chunqiu, l'unica opera presumibilmente compilata da Confucio stesso, è una cronaca dei principali eventi storici svoltisi nello stato in cui nacque Confucio, Lu, e in altre zone della Cina feudale a partire dall'VIII secolo a.C. fino alla morte di Confucio, avvenuta all'inizio del V secolo a.C.
I Sishu (Quattro Libri), compendio dei detti di Confucio e del filosofo Mencio e delle riflessioni dei discepoli sui loro insegnamenti, comprendono il Lunyu, una raccolta di massime di Confucio che costituisce il fondamento della sua dottrina morale e politica; il Daxue (Il grande sapere) e lo Zhongyong (La dottrina del mezzo), che riportano alcune affermazioni filosofiche di Confucio stilate in forma sistematica insieme a commenti e osservazioni dei suoi discepoli; e il Mengzi (Libro di Mencio), in cui si concentrano gli insegnamenti di uno dei più famosi discepoli di Confucio.
Gli insegnamenti di Confucio, che vennero tramandati dapprima oralmente e fissati successivamente per iscritto nel Lunyu, mostrano il filosofo come un conservatore dichiarato in campo morale, che volle offrire principi immutabili in un'epoca turbolenta, contrassegnata dal caos politico e dai traumatici mutamenti sociali che seguirono la disintegrazione del regno Chou in piccoli stati feudali in guerra fra loro. Questa instabilità aveva in certo modo costretto Confucio a inaugurare la riflessione sulla perduta "Via degli antichi re" della dinastia Chou, e sul modo di farla rivivere.
Per Confucio la compagine sociale si identificava con quella politica, ed erano le virtù morali individuali dei sovrani e dei cittadini più abbienti a garantire la salvezza dello stato. Secondo il filosofo, chiavi del buon ordine erano i riti (li) e la musica, che, oltre alla fondamentale importanza per le cerimonie religiose e politiche, secondo Confucio, possedeva il potere di muovere l'animo umano. Egli tenne in grande considerazione anche i poemi dell'antica letteratura cinese (in gran parte musicati) per la loro influenza civilizzatrice ed edificante, e di concerto, il corretto uso dei nomi, che garantiva il mantenimento del rispetto delle distinzioni sociali e conoscitive alla condizione di applicare, per ciascuna di esse, il nome appropriato. Uno stato provvisto dei riti e della musica più appropriata avrebbe reso automaticamente i suoi cittadini sia virtuosi che felici: non sarebbero occorse leggi poiché non sarebbero mai nate dispute.
Il motivo fondamentale dell'etica confuciana è ren, concetto variamente tradotto come "amore", "bontà", "umanità" e "sensibilità". Ren è la virtù suprema, che rappresenta le qualità umane al meglio di sé; all'epoca di Confucio venne esplicitamente riferita al ceto dirigente ed ebbe un significato più simile a "nobiltà", benché la sua accezione si fosse presto estesa. Nelle relazioni tra due individui ren si manifesta in zhong (lealtà reciproca) e in shu (altruismo), espresso nel modo migliore dalla regola aurea confuciana: "Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te". Altre importanti virtù confuciane sono rettitudine, decoro, integrità e amore filiale: chi possiede tutte queste virtù diviene uno junzi (uomo perfetto). In ambito politico Confucio appoggiò un governo di tipo paternalistico in cui il sovrano è benevolo e stimato e i sudditi sono rispettosi e obbedienti. Il re dovrebbe aspirare alla perfezione morale al fine di rappresentare un buon esempio per il popolo e far sì che i sudditi rendano prospero il suo regno. Quanto all'istruzione, Confucio sostenne la teoria, sorprendente per il periodo feudale in cui visse, secondo la quale "nell'istruzione non ci sono distinzioni di classe".
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