Engels arriva a contraddirsi in quanto: in principio afferma
che il Contratto sociale di Rousseau si realizzò nella repubblica democratica
borghese e, quindi, in un'eguaglianza civile che in realtà era disuguaglianza
in quanto si basava sui quei diritti che non erano universali. In un secondo
tempo invece afferma che il progresso della civiltà procede contemporaneamente
con quello dell' ineguaglianza e così si arriva ad ottenere una eguaglianza ,
del contratto sociale, superiore a quella spontanea dell'uomo di natura.
In questa maniera Engels arriva prima a minimizzare la
capacità del Contratto sociale di sopprimere le classi e creare una reale
uguaglianza; ma in un secondo tempo dà all'opera del filosofo francese più
validità di quella spontanea dell'uomo di natura.
- Se cerchiamo di cogliere la problematica specifica
dell'egualitarismo roussoiano, che è anti-livellatore per eccellenza,
scopriremo una delle grandi eredità lasciate dal filosofo francese al
socialismo scientifico, non utopistico, distinguendo due tipi diversi di inégalité : 1)
una che definisce naturale o fisica,
perché è stabilita dalla natura e consiste nella differenza di età,
forza, salute e qualità; 2) l'altra che chiama morale
o politica perché dipende da una sorta di convenzione, che è stabilita
tramite il consenso degli uomini, e consiste nei diversi privilegi come
l'essere più ricco, più rispettato o onorato. Rousseau nega che nell'età dell'assolutismo, in cui egli si trova
ad iniziare la sua ricerca, si possa trovare alcun legame fra i due tipi
di inégalité, tra la natura
umana e la legge, tra il singolo individuo e la società. In caso contrario
si adulerebbe il tiranno ammettendo che chi ha il potere politico ed è più
ricco valga di più di chi è povero e obbedisce.
Rousseau nega ogni
possibile legame in quanto se ne esistesse qualcuno la disuguaglianza morale o
politica sarebbe legittimata ad esistere in quanto connessa a quella naturale o
fisica che esiste sempre. Se, infatti, esistesse un solo legame si accetterebbe
il sistema fondato su disuguaglianze sociali dove i meriti non vengono
retribuiti che risulterebbe ingiusto per la sua indifferenza anarchica alla
diversità degli individui.
L'ineguaglianza,
anche naturale, è lontana dall'avere in questo Stato una realtà o un'influenza
così si comprenderà che la differenza fra uomo e uomo deve essere minore nello
stato di natura rispetto alla società.
Ma
allora la ricchezza, la nobiltà, il rango e i meriti personali sono la
distinzione, o sorta di ineguaglianza, principale
attraverso la quale ci misuriamo nello stato; l'accordo o il conflitto fra queste
forze diverse è l'indicazione più sicura di uno Stato costituito bene o
male. Il rango dei cittadini deve dunque essere
regolato sui servizi reali (in proporzione ai talenti e alle forze) che rendono
allo Stato. Solo in questo caso uno Stato è ben proporzionato. Ne consegue che l'ineguaglianza è pressoché nulla nello stato di natura
e si legittimizza stabilendo nello Stato la proprietà privata e le leggi, e che
l'ineguaglianza morale è contraria al diritto naturale, e alla ragione, tutte
le volte che non è proporzionata all'ineguaglianza fisica. Rousseau
afferma quindi che l'eguaglianza effettiva universale debba essere condizionata
dal riconoscimento (sociale) delle possibilità o libertà di tutti: in altri
termini l'égalité è una sintesi
proporzionale di inégalité che sono l'ineguaglianza d'istituzione, ossia fra gli uomini, e quella politico-morale
degli uomini. Questa
affermazione, però, implica la teoria di una nuova società, essendo evidente che l'instaurazione
dell'uguaglianza non può che essere sociale.
- Il marxismo-leninismo, nella ripartizione dei prodotti del lavoro
nella società comunista vera e propria, tiene conto della rivendicazione
egualitaria roussoiano di ogni merito e condizione personale. Qui si può
infatti rilevare il nesso fra egualitarismo e socialismo scientifico:
basti soltanto ricordare l'appello conclusivo di Rousseau alla "giustizia
distributiva", al fine di contrapporre la superiorità dell' eguaglianza sociale (basata sui
servizi reali proporzionati ai talenti e alle forze) alla stessa eguaglianza naturale, che
risulterebbe ingiusta per la sua indifferenza anarchica alla diversità
degli individui.
Mentre il Contrat social,
per la sua ispirazione etico-politica giusnaturalistica non poteva che
offrire una soluzione egualitaria borghese del problema del Discours sur l'inégalité: "trovare
una forma di associazione che difenda e protegga con tutta la forza comune
la persone e i beni di ogni associato"; la portata storico-problematica
del Discours, invece, del suo
criterio di un egualitarismo mediatore di persone trascende non solo ogni
soluzione egualitaria democratico-borghese ma anche democratico-socialista
per risolversi nella futura realizzazione egualitaria del comunismo
scientifico. Cosi la consequenzialità (egualitaria) proletaria si è espressa in
un contenuto teorico positivo che è stato anticipato e preparato proprio
dai teoremi dell'egualitarismo antilivellatore del padre della moderna
democrazia e che quindi considerano il pensiero di Rousseau di grande
attualità.
- Infine bisogna soffermarsi sulle differenze strutturali delle due
moderne libertà : l'egualitaria e
la civile. La prima si risolve
in una universale eguaglianza sociale mediatrice di persone, la seconda in
un'eguaglianza politica di tutti di fronte alla legge. La prima,
formulabile come la libertà di ognuno di sviluppare le sue individuali
umane capacità di vita, trascende lo Stato in genere; la seconda,
formulabile come la libertà che è non impedimento dell'individuo da parte
del potere statale, non ha ragion d'essere che nello e per lo stato ed è
destinata ad estinguersi con questo.
Per
questa ragione la libertà egualitaria è detta maggiore mentre quella civile è detta minore. Queste
libertà armonizzano solo nella legalità dello Stato socialista dove si equilibrano
l' istanza della: " libertà in funzione della eguaglianza" o libertas maior e l'istanza
dell':"eguaglianza in funzione della libertà" o libertas minor.