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Filosofia - Il libertinismo

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Filosofia


Il libertinismo


Il libertinismo non è una scuola filosofica, bensì un clima che caratterizzava alcuni personaggi del XVI XVII secolo, i quali ritenevano una reciproca indipendenza tra ragione e fede, perché solo senza quest'ultima si poteva portare a compimento una ricerca scientifica. Non è però il libertinismo propriamente ateo, anche se alcuni esponenti lo sono, e apparentemente sembra così, anzi si voleva solo distinguere il piano della fede da quello della morale e della scienza. I valori centrali sono la tolleranza e la libertà di coscienza.


Malebranche


Religioso oratorie (1 515g65f 638-1715) si trova quasi per caso a leggere uno scritto di Cartesio riguardante l'uomo, ed è grazie a questo che comincia uno studio approfondito, sulle basi della filosofia cartesiano in armonia con la religione cristiana (gli oppositori di Cartesio ritenevano che questo si allontanasse dal mistero di Dio, mentre Malebranche ritiene che la filosofia sia coerente con la religione cristiana). Il dualismo di Cartesio, che ammetteva una distinzione tra ciò che era proprio dell'anima ed invece del corpo, si avvicinava alla religione (secondo Malebranche), perché il pensiero poteva affermare l'esistenza di Dio.



Secondo Malebranche esiste un rapporto tra anima e corpo, questo avviene attraverso una ghiandola del cervelletto (ipofisi) che appunto può mettere a contatto questi due elementi.

La distinzione che c'è tra corpo ed anima è riconducibile a Dio, che è la causa di tutto ciò che avviene: sono, infatti, voluti da Dio i fenomeni, che erroneamente sono considerati come effetti della volontà, ma che in realtà fanno parte di un disegno razionale del Creatore. Questa teoria è chiamata occasionalismo.

Dio è quindi la vera causa che ha stabilito le idee (e non un mondo esterno), grazie alle quali si potrà conoscere razionalmente il mondo, ma le idee non ci sono state tutte impresse al momento della nascita, anche perché la nostra natura limitata ed imperfetta non può ammettere ciò.

La totalità delle idee è in Dio, quindi a noi sono pervenute non nella loro completa verità, ma nella loro potenzialità, cioè di essere analizzate e capite, avvicinandoci almeno il più possibile alla loro esatta completezza. Con tale ragionamento Malebranche si ricollega al pensiero platonico, distinguendo il mondo iperuranio da quello sensibile.

Le idee razionali logico-matematiche devono però essere uguali sia per l'uomo che per Dio, quindi quest'ultimo è al di sotto della necessità razionale, ma tale affermazione porta a dire che Dio non è assoluto, e perciò Malebranche è accusato di spinozismo (che non accettava il panteismo). L'occasionalismo è razionale e regolato dalle leggi di Dio e queste devono dare effetti più semplici per poter essere meglio compresi; anche la grazia, che è sottoposta a leggi, ha una funzione che rientra nel piano divino, e non è data in conformità a meriti personali, in tal modo si allontana dal giansenismo, ma ci si riavvicina con la concezione che la grazia possa dare la salvezza ad alcuni, mentre ad altri no.


Bayle


Filosofo appartenente alla tradizione libertina (1647-1706) attua una critica radicale su tutte le superstizioni: è, infatti, la superstizione il peggiore dei mali che porta ll'intolleranza (visto che la religione è una scelta individuale e non forzata). Questa discussione filosofica (1682 Pensieri sulla Cometa) è scaturita dalla visione che aveva destato grande scompiglio, perché secondo alcuni era un segno di Dio, che intendeva voler far tornare gli atei alla fede tradizionale. Contro l'ateismo c'era la convinzione che un ateo non potesse essere virtuoso, ovvero la morale dipendeva dalla fede. Tale convinzione non poteva essere accettata dal libertino Bruno, che porta l'esempio dei soldati che seppur cristiani, commettono i peggiori crimini, seguendo una disciplina, piuttosto che la morale; va quindi collocata la morale in ambito sociale-politico e in ogni modo più ampio rispetto alla sola religione, mostrando che gli uomini non sono coerenti con i loro principi.

L'ateismo e la morale non viaggiano sulla stessa lunghezza d'onda, perché la moralità abbiamo visto che non scaturisce fondamentalmente dalla religione, ma varia da persona a persona; quindi ampliando il discorso una società cristiana ed atea potrebbero essere uguali se ben organizzate ed amministrate con buone leggi e punizioni per i criminali.

Il problema del male riguarda più strettamente l'uomo e la sua infelicità: quest'argomento viene trattato anche dal manicheismo (III secolo), ma non si riesce ad arrivare ad una conclusione, così come non ci riesce Bayle (Dizionario storico-critico 1695-1697) che afferma che la ragione è troppo debole per scoprire tutte le verità di fede. Visto che la ragione tale problema, bisognerà risalire alla fede, che ritiene l'origine del male, uno dei misteri più inconcepibili del cristianesimo. Questa verità incompleta non saranno mai scoperte, perché la ragione non potrà mai capire fino in fondo, in questo modo prende piede lo scetticismo, che porta una forma di tolleranza: si devono accettare queste verità così come ci appaiono.




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