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Nato a Rotterdam nel 1466, si laureò in teologia a Torino (1506), ma non approvò l'indirizzo della teologia Scolastica di allora, da lui giudicata astratta e inincidente;
Si dedicò prevalentemente allo studio della sacra Scrittura, con notevoli doti di filologo, traducendo il Nuovo Testamento dal greco in latino.
Oltre a propugnare una teologia più esistenziale, nutrita di riferimenti biblici, anche alla scuola dei Padri, e di afflato affettivo, non mancò di prendere posizione di fronte alle grandi svolte del suo tempo, lui che pure era di temperamento mite, poco propenso a pronunciarsi in maniera forte ed univoca. 636b12g
Al riguardo sono importanti le sue prese di posizione contro la guerra e il suo tentativo di mediare tra Cattolicesimo e Riforma luterana, di cui apprezzava la riscoperta della Scrittura, pur non condividendone l'antiumanesimo (in particolare la negazione del libero arbitrio).
Proprio su questo tema, dal dal 1524, ruppe con Lutero, che aveva in precedenza sperato in un suo appoggio, e rimase nell'ambito della Chiesa cattolica, pur rimarcando una sua autonomia e una persistente volontà di mediazione, in cui non sarebbe da vedersi (come ha documentato il padre Chantraine) un relativismo indifferentista.
Adagiorum collectanea |
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Enchiridion militis christiani |
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Encomium moriae |
Elogio della pazzia |
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De ratione studii |
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Institutio principis christiani |
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Novum Instrumentum |
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Querela pacis |
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Colloquia |
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Diatriba de libero arbitrio |
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De contemptu mundi |
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giovanile |
Nell'Elogio della pazzia
attacca la sapienza scolastico-filosofica, come pure quella etica degli stoici (rane gracidanti)
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infra-razionale ("che giace sotto lo spirito": "il vitale, il passionale, irrazionale dell'amore e dell'amicizia", p. 152) |
in nome della pazzia |
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sopra-razionale ("il senza-perché, il senza ragione, ciò che è collegato al gioco e alla grazia", p.152) |
...fino a giungere alla follia dell'Incarnazione, dei
consigli evangelici, della Croce, come anche al fatto che nei Vangeli si parli
di Cristo su un asino (invece che su un puledro), della colomba come simbolo
dello Spirito (invece che di un falco o aquila)
"per cui la religione cristiana ha una certa parentela con la follia"
Difese un ideale di pace (Querela pacis, 1517) e stigmatizzò
la guerra come tragedia.
La pace è possibile (contro un fatalismo della guerra), ed Erasmo rivolse
appelli a sovrani e prelati, a teologi e a semplici credenti, perché si
adoperassero con ogni mezzo per scongiurare la guerra; occorre a tal fine
rimuoverne le cause, che Erasmo individua in passioni, invidie, risentimenti,
avidità.
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citiamo da von Balthasar: "peccato solo che alla fine Erasmo commetta "la follia di evadere dalla follia (..) con un volo platonico nel puro spirituale" (in Gloria 5p.155)
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