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IL GOVERNO - Il presidente del Consiglio dei Ministri, I ministri

diritto



IL GOVERNO


Il governo è costituito dalla maggioranza esposta in Parlamento, ed è un organo complesso in quanto gli è attribuito il potere esecutivo dello Stato, secondo la tripartizione dei poteri. I vari organi di cui dispone il Governo sono:

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

I ministri

Il Consiglio dei Ministri




Il presidente del Consiglio dei Ministri:

La sua posizione non è di preminenza gerarchica rispetto ai ministri, poiché la sua volontà concorre, alla pari con quella dei ministri, a formare l'indirizzo politico del Governo, e i ministri sono responsabili del loro operato politico esclusivamente di fronte al Parlamento. È colui che dirige la politica generale del Governo, di cui è responsabile, e mantiene l'unitarietà del Governo, in quanto, le sue dimissioni provocherebbero la caduta dell'intero Governo. Innanzitutto ha il compito di formare il Governo, una volta ricevuto il suo incarico dal PDR, e a sua volta ha il potere di scegliere lui stesso i singoli ministri. I 313d32d noltre le sue funzioni sono quelle di:

Comunicare alle Camere la composizione del Governo e ogni mutamento in esso intervenuto;

Controfirma gli atti più importanti del PDR(tra cui la promulgazione delle leggi e il decreto di scioglimento anticipato delle Camere);

Controfirma tutti gli atti aventi forza di legge e gli atti in cui è intervenuta la deliberazione del Consiglio dei Ministri;

Chiede alle Camere la fiducia e pone la questione di fiducia sugli atti del Governo;

Sottopone al PDR i disegni di legge(di iniziativa governativa) da presentare alle Camere, le leggi per la promulgazione, gli atti aventi forza di legge e i regolamenti per l'emanazione.

La presidenza del consiglio ha sede a Roma, a Palazzo Chigi, nella stessa sede si svolgono le riunioni del consiglio dei ministri.



I ministri:

I ministri sono organi posti alla direzione di una delle varie branche in cui si suddivide l'attività amministrativa dello Stato, vale a dire di un ministero. Essi sono autonomi e indipendenti. I numero e la composizione dei ministri e dei ministeri , non è stabilito per legge può variare a seconda delle situazioni che si vengono a creare in un governo. Attualmente i ministri sono 18 e hanno una duplica funzione:

Come organi del Governo concorrono a definire l'indirizzo politico;

Come organi amministrativi sono al vertice di uno specifico ramo della Pubblica Amministrazione, e da essi dipendono gerarchicamente i vari uffici pubblici che si occupano dell'amministrazione dello stato.

Quindi i ministri con portafoglio vengono stabiliti per legge e vengono detti tali, in quanto sono a capo di un ministero. Accanto a questa figura, può esisterne un'altra che è quella del ministro senza portafoglio, il quale non ha alla sua dipendenza un ministero e hanno da svolgere particolari funzioni dette dipartimenti. Il loro numero e la natura dei loro incarichi variano da un Governo all'altro: esempio protezione civile, politiche comunitarie, affari sociali,.


Il Consiglio dei Ministri:

il Consiglio dei ministri è un organo collegiale composto dal Presidente del Consiglio (che lo convoca e lo presiede) e dai ministri. Le sue riunioni non sono pubbliche, non sono ammessi i giornalisti, non ne vengono pubblicati i resoconti. Il Consiglio dei ministri è la sede in cui viene definita la politica generale del Governo. Tutte le decisioni più importanti del Governo devono essere discusse e approvate nel Consiglio dei ministri. Tra di esse:

Il programma da presentare al Parlamento al momento della formazione del Governo;

I disegni di legge da sottoporre all'approvazione del Parlamento

I decreti-legge



I decreti legislativi

I regolamenti governativi

Le nomine dei + alti funzionari dello stato.



La formazione del Governo:

Si procede alla formazione di un nuovo Governo quando il precedente ha rassegnato le dimissioni, quando cioè si è aperta una crisi di governo si ha cmq la formazione di un nuovo Governo all'inizio di ogni nuova legislatura: da ciò consegue che un Governo può restare in carica al max per la durata di una legislatura. La Costituzione affida la nomina del nuovo Governo al PDR per garantire la presenza di una figura istituzionalmente al di sopra delle parti in un momento così delicato della vita politica del paese e ha previsto l'intervento del Parlamento in un momento successivo, mediante il voto di fiducia.

Appena il Presidente del Consiglio uscente comunica le sue dimissioni al PDR( aprendo formalmente la crisi di governo), quest'ultimo dà inizio alle consultazioni. Riceve cioè quelle personalità politiche (in pratica i leaders di tutti i partiti presenti in Parlamento) che possono offrirgli indicazioni sulla soluzione della crisi.

Terminate le consultazione egli sceglie un esponente politico a cui affida l'incarico di formare il governo.





Le nomine:

Se il presidente incaricato ritiene di essere in grado di formare un governo che possa godere della fiducia del Parlamento egli dichiara di accettare l'incarico che gli è stato conferito e viene nominato " presidente del consiglio" con decreto del PDR.

Subito il presidente del consiglio sceglie i ministri che vengono a loro volta nominati dal PDR con proprio decreto. Una volta nominati, tutti i membri del Governo prestano giuramento nelle mani del PDR da questo momento il nuovo Governo entra in carica e sostituisce il Governo precedente che, x tutto il periodo della crisi aveva continuato a esercitare le sue funzioni.



Per quanto riguarda la votazione delle Camere sulla fiducia al Governo, deve essere fatta entro 10 gg dalla sua formazione e il Governo deve sottoporre il proprio programma all'esame delle Camere, che lo discutono. Si procede, quindi alla fiducia al Governo. Ottenuta la fiducia il Governo entra nella pienezza dei suoi poteri. Se, viceversa, il programma non viene approvato da entrambi i rami del Parlamento e, quindi, il Governo non ottiene il voto di fiducia, esso ha l'obbligo di rassegnare le dimissioni al PDR. Si apre così una crisi di Governo parlamentare.



Crisi di Governo:


La crisi di Governo sopraggiunge quando viene a mancare la fiducia del Parlamento nel Governo in carica. Poiché il Governo deve mantenere il gradimento delle due Camere, se alcuno dei componenti di queste due ultime o qualche gruppo parlamentare ritiene che il Governo non sia più degno della fiducia, una delle due Camere può approvare una mozione di sfiducia, obbligando con ciò il Governo a dimettersi. Questa dimissione, deve essere, come dice l'art.94 della Costituzione:

Firmata da almeno 1/10 dei componenti delle Camere

Motivata

Messa in discussione non prima di 3 gg dalla sua presentazione

Votata per appello nominale

La Costituzione esclude pi espressamente che il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo importi l'obbligo di dimissioni.

Il Governo stesso può porre la questione di fiducia dinanzi al Parlamento su determinati provvedimenti. Qualora il Parlamento si trovi a discutere un provvedimento di iniziativa del Governo (sia esso un decreto legge da convertire oppure un disegno di legge) questi  ritenga che si tratti di un provvedimento di particolare importanza, può porre su di esso la questione di fiducia, interpretando la mancata approvazione come atto di sfiducia che comporterebbe come conseguenza le dimissioni.

In diverse occasioni i Governi hanno posto la questione di fiducia per superare con tale strumento le barriere create dalle forze politiche dell'opposizione (ostruzionismo parlamentare, presentazione di numerosi emendamenti) e cercare di rafforzare in tal modo i vincoli dei partiti della maggioranza, eventualmente indebolitasi.

La questione di fiducia deve essere deliberata dal Consiglio dei Ministri e presentata dal Presidente del Consiglio.

Sia che derivi da una mozione di sfiducia, sia che derivi dall'apposizione di una questione di fiducia, la crisi di Governo che si genera prende il nome di crisi parlamentare.

È inoltre ammesso dalla prassi, che il Governo rassegni spontaneamente le dimissioni. Le dimissioni spontanee del Governo traggono origine, per lo +, da gravi contrasti sorti o fra partiti che vi partecipano o in seno allo stesso partito di maggioranza. Le dimissioni in questo caso danno luogo alla crisi extra parlamentare che è stata per molti anni la regola costante nel nostro paese.





Responsabilità dei membri del Governo:


Responsabilità politica:

La responsabilità politica nasce dall'aver tenuto una condotta o aver compiuto atti ritenuti politicamente inopportuni, cioè non conformi all'intero paese.

Questo tipo di responsabilità sussiste esclusivamente verso il Parlamento, e ha come sanzione l'obbligo delle dimissioni. La Costituzione dice che il presidente del Consiglio è responsabile della politica generale del Governo e che i ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri  e inoltre questo articolo aggiunge che i ministri sono responsabili individualmente degli atti dei loro ministeri.

Può accadere infatti che la maggioranza parlamentare si trovi in disaccordo con la linea politica  o con specifici atti di un singolo ministro; può dare quindi la sfiducia a lui solo, costringendolo a dimettersi senza che le sue dimissioni trascinino la caduta dell'intero Governo. Il ministro dimissionario può dunque essere sostituito.

Responsabilità penale:



La funzione di indirizzo politico:

Spetta al Governo stabilire i fini, gli obiettivi e gli strumenti della politica dello Stato. Esso li definisce una prima volta in via generale, presentando il proprio programma al Parlamento e poi concretamente, di volta in volta, nell'azione del Governo. L'orientamento politico del Governo riguarda sia la politica interna che quella estera. Il limite fondamentale che il governo incontra nella formulazione e nell'attuazione del proprio programma politico è costituito dalla responsabilità politica che ha di fronte al Parlamento.


La funzione amministrativa:

Il Governo sia nel suo insieme sia nelle persone dei singoli ministri per i ministeri di loro competenza, è posto al vertice della pubblica amministrazione. Poiché l'amministrazione pubblica è organizzata in modo gerarchico, il governo può impartire ordini ai suoi sottoposti. Nell'ambito di tale funzione il governo può emanare norme giuridiche secondarie sotto forma di regolamenti.

Il limite generale che il governo incontra nell'ambito di questa funzione è costituito dalla necessità di rispettare la legge.



La funzione legislativa:

Nonostante la funzione legislativa spetti al parlamento, il governo, nei casi dettati dalla Costituzione, può emanare norme aventi forza di legge, capaci quindi di abrogare le leggi preesistenti. I provvedimenti in questione prendono il nome di decreti legge e di decreti legislativi.



I decreti legge:

Sono atti aventi forza di legge ed emanati in caso di straordinaria necessità e di urgenza, poiché il  normale procedimento legislativo richiede troppo tempo. Questi provvedimenti entrano immediatamente in vigore però devono essere approvati dal parlamento e quindi convertiti in legge entro 60 gg, altrimenti decadono.

Il decreto legge viene deliberato dal consiglio dei ministri e viene emanato dal PDR, e successivamente viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore il giorno stesso della pubblicazione.

Entrambe le camere, separatamente, devono convertirlo in legge entro 60 gg, se il decreto legge viene respinto o se trascorrono più di 60 gg senza che sia stato approvato, il decreto stesso perde efficacia fin dall'inizio, come se non fosse mai esistito e non potrà mai più essere riproposto.



I decreti legislativi:

Anche essi sono provvedimenti del governo aventi forza di legge. Il Parlamento delega il governo affinchè emani una legge che contenga una disciplina particolarmente complessa sul piano tecnico o molto dettagliata, dal momento che il governo è l'organo tecniche che ha competenze specifiche.

Il parlamento conferisce la delega al governo mediante una legge chiamata legge di delegazione o legge delega.

La Costituzione ha voluto evitare il pericolo che il parlamento, conferendo al governo una delega troppo ampia o senza precisi limiti, possa finire per spogliarsi del poter legislativo. Ha perciò stabilito che la delega deve indicare obbligatoriamente:

L'oggetto della delega in modo preciso e delimitato

I principi e i criteri direttivi a cui il governo deve attenersi

Il termine entro cui il governo deve emanare il decreto legislativo.

Una volta approvata la legge delega, il governo predispone il testo del decreto legislativo. La preparazione di tale testo è di regola affidata al singolo ministro che è competente nella materia in questione, ma poi esso deve essere sottoposto alla discussione dell'intero consiglio dei ministri che ha il compito di approvarlo. Il decreto legislativo viene quindi emanato dal PDR e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; entra in vigore, come le leggi, il 15° giorno successivamente alla pubblicazione.

Essi possono quindi abrogare leggi preesistenti  e sono vincolati per tutti i cittadini.











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