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Parassitosi intestinali - Parassiti a ciclo diretto

microbiologia







Parassitosi intestinali


Parassiti a ciclo indiretto


Tra i vermi piatti si annoveranno le tenie. Va premesso che non si trasmettono


direttamente da cane a cane, poichè possiedono un ciclo indiretto, passano attraverso




un ospite intermedio. Il parassita adulto vive all'i 535j98f nterno dell'intestino di un mammifero


ed emette delle proglottidi (segmenti ben visibili nelle feci) che contengono delle uova.


Se queste sono ingerite dall'ospite intermedio si sviluppano su di esso, diventano larve


e a questo punto possono infestare l'ospite definitivo.



Parassiti a ciclo diretto


Un esempio sono gli ascaridi; l'uovo ha un guscio resistente che gli consente di


sopravvivere per anni, inoltre aderisce, perchè appiccicoso, al pelo e alle zampe del


mammifero che assume i parassiti leccandosi. Se una femmina infestata è gravida, le


larve migranti vanno a raggiungere il cucciolo per via placentare alla quarta settimana


di gravidanza o successivamente durante la lattazione. Dopo la nascita gli ascaridi


maturano nell'intestino del cucciolo e successivamente iniziano a deporre le uova. E'


abbastanza facile eliminare i parassiti dall'intestino del mammifero con trattamenti


antiparassitari. Per la prevenzione delle infestazioni da parassiti a ciclo diretto è


essenziale l'igiene ambientale poichè l'animale assume le uova disseminate con le feci.



Per i cani che vivono in parchi, giardini o appartamenti si consiglia un esame periodico


delle feci in modo da poter intervenire prima che la parassitosi provochi seri danni.



L'esame delle feci


Il successo di questi test è influenzato da diversi fattori, e il metodo più


comune per identificare le infestazioni da parassiti si basa sulla concentrazione di


uova, larve o cisti mediante flottazione selettiva. Non è sempre possibile rilevare la


presenza dei parassiti anche quando l'infestazione è presente perché, ad esempio, la


produzione delle uova da parte delle femmine dei parassiti non avviene in modo


costante e risente dell'influenza dello stato immunitario, dell'alimentazione e delle


condizioni fisiologiche dell'ospite o anche della stagione dell'anno; tutti questi fattori


possono inibire, parzialmente o completamente, la produzione delle uova o delle larve


per lunghi periodi. 


Anche l'esame diretto delle feci risulta utile per identificare le uova parassitarie dotate


di una densità troppo elevata per affiorare costantemente nelle soluzioni sature


impiegate per il test. L'impiego esclusivo dei test per flottazione può impedire il


riconoscimento di certe infestazioni e limitare notevolmente quello delle infestazioni


sostenute da parassiti che producono uova più pesanti.


Esame a striscio diretto


Si può raccogliere con il termometro una piccola quantità di materiale fecale e


mescolarla con una goccia di acqua o soluzione salina su un vetrino da microscopia.


Per scostare i frammenti di maggiori dimensioni è possibile servirsi del bordo del


vetrino coprioggetto; la parte restante, liquida, viene quindi coperta ed esaminata. Se si


sospetta la presenza di protozoi difficili da evidenziare, è possibile aggiungere allo


striscio una goccia di soluzione di Lugol per parassitologia.


Il maggior  svantaggio è che in questo modo viene esaminata solo una frazione molto


piccola del campione.



Esame delle feci per flottazione


Introduzione


Il presupposto su cui si basa il metodo della flottazione è che le uova e le cisti


parassitarie possono essere separate dai detriti fecali di dimensioni analoghe sfruttando


la differente densità (peso specifico). Gli elementi infestanti (uova, oocisti, larve...)


sono meno densi delle soluzioni impiegate per la flottazione, quindi, salgono alla


superficie della miscela, dove possono essere prelevati ed esaminati. L'esame per


flottazione permette inoltre di esaminare un campione di feci più voluminoso e quindi


più rappresentativo.


Per preparare le soluzioni dense impiegate per gli esami per flottazione è possibile


utilizzare il saccarosio, il cloruro di sodio, il solfato di magnesio ed il solfato di zinco.


Le soluzioni di saccarosio sono meno dense di quelle saline e non consentono la


flottazione delle uova di tutti i tipi di parassiti. Inoltre, l'elevata viscosità e


l'appicicosità delle soluzioni zuccherine rendono più difficile manipolare il preparato e


mantenere pulita l'area destinata al laboratorio. Le soluzioni saline sature risultano più


convenienti.



Preparazione e procedimento


Mescolare accuratamente uno o due grammi di feci con 10 ml circa della soluzione   


per flottazione, badando che non si abbia un'eccessiva formazione di bolle.


2) La miscela così ottenuta viene filtrata attraverso un colino in una provetta da 15 ml 


riempiendola fino ad arrivare ad 1cm circa dal bordo.


3) La provetta viene centrifugata per 2 o 3 minuti a 1500 gpm. In questo modo si


formerà un fondo che rappresenta la parte "grossolana" del composto.


4) Al termine della centrifugazione si porta a volume la soluzione della provetta


e si appoggia su un vetrino coprioggetto e si lascia per un breve periodo. In questo


modo le eventuali uova di parassiti che galleggiano si attaccano al vetrino. 


Quando si esamina il vetrino al microscopio è possibile accorgersi di pseudoparassiti.




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