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STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
L'architettura protobizantina
Edifici di età giustinianea e loro antecedenti
A Roma la religione era divisa in due sfere: il culto pubblico degli dei con
rituale di Stato e il culto privato. Il cristianesimo era un culto privato,
insediato a Roma da S.Paolo. Vi aderivano le classi più umili. Ci 939f55j si
incontrava per pregare e per condividere un pasto che ricordava quello
ebraico (con pane spezzato e coppa di vino). I fedeli non avevano una
propria architettura, si riunivano in una sala da pranzo di un'umile casa a
più piani. I non battezzati non potevano assistere alla cerimonia. Il
battesimo si teneva in una fontana o in un pozzo di una casa privata. Poi a
partire dal 150 anche uomini più ricchi aderirono a questa fede. Erano
procuratori dell'imperatore e si occupavano di opere di carità e della
custodia dei cimiteri. I cristiani trovarono sempre più difficile eludere le
imposizioni e i soprusi dei poteri statali. Attorno al 250 iniziano le
persecuzioni sanguinose con confisca dei beni. Nel 260 l'imperatore Galliano
mette fine alle persecuzioni, restituisce i beni e dà il permesso di
riunione. Si cominciava a sentire l'esigenza di un edificio di ritrovo. Per
i morti era vietata la cremazione e la sepoltura collettiva, il che
richiedeva dei cimiteri enormi. Ma i terreni erano molto costosi, per cui si
svilupparono le catacombe, un sistema di cunicoli ea labirinto, umidi e bui.
E' una falsità che si rifugiuavano qui quando erano perseguitati. Nel 313
con la libertà di culto si hanno le prime forme di chiesa con pianta a
croce. Presto la chiesa si legò all'amministrazione imperiale. Il rito
liturgico si fece più rigido, solenne ed elaborato. Per le chiese ci si rifà
ad un modello già esistente: la basilica. Erano costituite da un ambiente
unico con talvolta delle navate laterali e con abside. Il soffitto è paino,
in legno, vi erano grandi finestre e i matronei. Ricordo Santa Costanza e la
Chiesa della Natività a Betlemme, la Rotonda dell'Anastatis sul Golgota.
Dopo la morte di Costantino, 3 cità diventano i maggiori centri religiosi:
Roma, Alessandria e Gerusalemme.
Nel 395 Teodosio I sale al potere e con lui ha luogo lo scisma fra Oriente
ed Occidente. L'Occidente fu devastato da molte invasioni e si trovò a
stretta dipendenza dall'Oriente. Bisanzio divenne quindi la capitale dei due
imperi. In Oriente si tenevano lotte dogmatiche (dogma della vergine come
madre di Dio). La chiesa aveva bisogno della protezione dell'impero. Un
forte imperatore avrebbe potuto imporsi come capo della Chiesa. Così infatti
avvenne con Giustiniano. Si sviluppano nuove chiese con elementi base:
navata centrale, abside e navate laterali e con più varianti: atri, nartece,
gallerie, cripte, torri, prothesis, diaconicon (in cui ci sono le offerte
alla chiesa, la biblioteca e i tesori). Si svilupoparono anche i battisteri
con nicchie, deambulati e coperti a volte. Giustiniano voleva consolidare il
governo autocratico e far rivivere il diritto romano. Con l'architettura
cercò di impressionare i popoli sia dentro che fuori l'impero. Preferisce
piante centrali, con coperture a volte, culminanti nella cupola centrale.
Costantinopoli:
La chiesa di S.Sofia a Costantinopoli (Istambul, Turchia) fu eretta da
Giustiniano (e consacrata nel 537). La convenzionale pianta a 3 navate,
divisa da arcate sosteute da pilastri e colonne alternate, è inserita,
anziché in un rettangolo, in un grande quadrato di 71x77m. Quattro pilastri
di appoggio delimitano inoltre un quadrato interno su cui è una bassa cupola
a costoloni, con 40 nervature collegate da 40 triangoli curvi raccordata da
pennacchi ai 4 arconi che congiungono i pilastri. La cupola è fiancheggiata
da due mezze cupole, che neutralizzano la spinta della cupola principale,
che si aprono ad est e ad ovest e poggiano sui pilastri principali. La
cupola sostituisce quella originale, meno convessa e meno stabile, crollata
nel 557. Tutto concorre a dare l'impressione di uno spazio immenso,
idealmente organizzato: i nessi chiaramente istituiti fra tutti gli elementi
architettonici, l'abilità con cui viene dissimulato il carattere massiccio
dei 4 grandi pilastri, l'uso della luce che irraggia dalle 40 finestre della
cupola, alleggerendo ancor più la costruzione. Solo gli otto pilastri
principali sono costruiti in grandi blocchi di piatra. La navata, vista
dalle navatelle e dalle gallerie, appare solo a frammenti: l'osservatore
vede parte della cupola maggiore, parti della semicupola, parti dei catini
concavi, parti dei pilasti, però non riesce mai a coglierne l'intero
sviluppo. I muri, in tutto il loro spessore, sono fatti di sottili mattoni
affondati in letti di malta alti sino a 7 cm, attraversati da filari di
pietra, collocati alla base delle volte. Le volte straordinariamenmte
sottili e leggere sono formate da mattoni messi di taglio anziché di faccia,
con spessi letti di malta. Le pareti sono adorne di lastre di marmo, mentre
tutta la parte superiore, le volte, i pennacchi, le cupole, erano
interamente ricoperte di mosaici. Circondata da palazzi di corte a sud e ad
est, e da edifici cittadini a nord e ad ovest, la grande Chiesa dominava la
città. Il visitatore entrava nell'atrio trovandosi circondato da portici nei
quali un pilastro si alternava ritmicamente a due colonne. Superata la
barriera trasversale dell'esonartece, lungo ma poco profondo, entrava nella
chiesa vera e propria per una delle cinque porte. Solo allora gli si
rivelava la navata, incentrata sulla gigantesca cupola e sulle semicupole.
La chiesa dei SS.Sergio e Bacco (portata a termine prima del 536) è un
edificio a doppio involucro, che fu insrito a forza in un'area irregolare
tra la residenza di Giustiniano e la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, una
basilica con gallerie. L'aggiunta della chiesa dei Santi Sergio e Bacco fece
sì che le due chiese diventassero una chiesa doppia con nartece, atrio e
propilei in comune, che si estendevano sul davanti di entrambi gli edifici;
comunicava con essi attraverso portici aperti su entrambi i lati, venendo
così a costituire il centro dell'intero complesso. Costruito tutto in
mattoni con spessi letti di malta e rinforzato con catene di blocchetti di
pietra, l'edificio è sostenuto da 8 pilastri, che formano un ottagono
inserito in un quadrilatero irregolare. Nicchioni rettangolari e
semicircolari alternati collegano fra loro i pilastri. Coppie di colonne
nella curva delle nicchie sostengono al piano inferiorne un'architrave e al
piano superiore tre archi. Tutto intorno corre un deambulatorio è
interrotto, in asse con l'ingresso, da un anticoro e da un'abside. Lo spazio
centrale è sormontato da una cupola ad ombrello a 16 spicchi, quelli che si
levano sugli angoli dell'ottagono sono cavi, quelli che si levano sui lati
dell'ottagono sono rettilinei e sono traforati da finestre. Anche qui lo
spazio centrale perde la sua chiarezza quando viene visto dal deambulatorio
e dalle gallerie.
Ravenna:
S.Vitale (iniziata nel 525 - consacrata nel 547) è un edificio assai simile
alla chiesa dei Santi Sergio e Bacco. La pianta è molto simile a quella
della chiesa di costantinopoli: il nucleo centrale ottagonale, coperto da
una volta sostenuta da otto pilastri ed arconi e nascosta da tiburio; le due
zone sovrapposte con deambulatorio e matroneo, che lo circondano; le sette
nicchie fra i pilastri e, nell'ottavo lato, il presbiterio quadrato e l'
abside che attraversa la fascia del deambulatorio e della galleria. In
alcuni caratteri differisce dalla chiesa dei Santi Sergio e Bacco: l'anello
del deambulatorio e del matroneo non erano a volta (le volte attuali sono
del medioevo) e di conseguenza acquistava una maggiore importanza il vano
centrale, su cui si concentrava la decorazione musiva. Inoltre qui viene
abbandonato il ritmico alternarsi di nicchie rettangolari e semicircolari e
la successione di nicchie semicircolari conferisce una nuova unità all'
insieme. L'esterno è in laterizio. Ogni faccia è separata dall'attigua
mediante contrafforti e, a sua volta, si suddivide in settori per mezzo di
lesene e una sottile cornice dentellata. Dal nucleo principale emergono
altri corpi altrettanto rigorosamente definiti: il tiburio sopraelevato, l'
abside che secondo l'uso locale è poligonale all'esterno e semicircolare
all'interno, le due cappelle circolari con absidiola rettangolare che la
affiancano. Si entra attraverso due porte: l'una in asse, l'altra obliqua
rispetto all'asse. Per conseguenza anche il portico anteriore invece che
tangente al lato frontale dell'ottagono, si dispone obliquamente toccando un
angolo del perimetro, dunque viene a mancare quel rapporto rettilineo fra
ingresso e abside, che rende evidente la forma dell'edificio.
Appena due anni dopo San Vitale fu consacrata la basilica di Sant'Apollinare
in Classe (549). L'esterno, in mattoni, è semplice e struturato
geometricamente in modo da rendere evidente la divisione interna a tre
navate. Era preceduta da un quadriportico di cui è rimasto solo il lato
aderente alla facciata. Nella parte posteriore, l'abside (poligonale fuori,
semicircolare dentro) sporge nitidamente, affiancata da due cappellette,
ugualmente absidate, tipiche di quest'area culturale. L'interno, illuminato
diffusamente e unitariamente dalle grandi finestre, è diviso in tre navate
con un preciso rapporto proporzionale: rispetto alle minori la centrale è
larga il doppio ed ha una lunghezza, compresa l'abside, che è quattro volte
la propria larghezza, mentre i lati brevi sono due terzi di quelli lunghi.
Ne deriva un senso di pacatezza, di immobilità. Il tetto è a capriate. L'
impostazione prospettica conduce l'attenzione dello spettatore verso la
vasta abside che occupa quasi totalmente la largezza della navata
principale. Su di essa dsi distende la decorazione musiva, con la quale si
afferma l'ortodossia della ecclesia di Ravenna, impersonata dal suo primo
vescovo, Apollinare affiancato da 12 pecore simboleggianti il gregge
cristiano.
Il Mausoleo di Teodorico (prima del 526) costituisce un'eccezione nell'
ambito dell'architettura ravennate. Mentre nell'acrhitettura contemporanea
le pareti esterne sono in laterizio e all'interno domina la luminosità del
mosaico, per cui l'edificio risulta leggero, qui tutto è invece spoglio, con
la prevalenza della massa muraria, resa più evidente dal paramento di pietre
in vista, così da esprimere un senso di forza. La tomba, che sorge, secondo
la consuetudine, fuorri dalle mura della città, consta di due decagoni
sovrapposti e sormontati da cupola. Nel decagono inferiore si aprono
possenti arcate, una per ciascun lato, divise e sostenute da pilastri con
cornice al posto del capitello. La costruzione culmina con la cupola
monolitica dalla quale emergono specie di speroni forati, che probabilmente
servirono per sollevare l'immenso peso.
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