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Scalinata di Piazza di Spagna a Roma - L'architetto, La storia della scalinata

architettura



Scalinata di Piazza di Spagna a Roma




L'architetto:

La realizzazione del progetto della scalinata di Piazza di Spagna si deve all'architetto Francesco De Santis, nato a Roma nel 1693. Esponente del settecento architettonico, che interpreta e asseconda la natura e il sito. Il suo nome è legato a interventi urbanistici e 444i83e in particolare alla geniale struttura illusionistica della scalinata di Trinità dei Monti a Roma.


La storia della scalinata:


Fin dal XV secolo, la zona compresa fra la parte terminale della Via Condotti e la sovrastante collina assunse un ruolo commercialmente molto importante per la presenza di molti alberghi e di case abitate da stranieri, poiché nella zona si trovano le ambasciate della Spagna e della Francia.

Nei primi anni del secolo XVII, l'area è distinta tra due poli: nella parte alta della collina si erge la chiesa di Trinità dei Monti, costruita da G, della Porta (1585), in asse con la sottostante Via Condotti; mentre l'antistante Piazza di Francia prende tale nome dalla vicina Villa Medici, di proprietà del governo francese. Nella parte bassa l'ampia Piazza di Spagna si apre davanti alla residenza dell'ambasciatore  spagnolo ed ha al centro la celebre fontana del Bernini, detta la Barcaccia.



Il primo a voler raccordare i due poli costituiti da Piazza di Francia e Piazza di Spagna fu il cardinale Mazzarino. L'iniziativa fu riproposta grazie ad un cospicuo lascito dell'addetto all'ambasciata di Francia, Stefano Guiffer. I lavori furono avviati solo sotto Innocenzo XIII. Tra il 1717 e il 1720 furono redatti numerosi progetti da parte dei migliori architetti romani. La scelta del papa si orientò sul progetto di Francesco de Santis che in parte seguiva alcune soluzioni avanzate anche dal progetto di Alessandro Specchi.

Il De Santis, tra il 1723 e il 1726, realizzò quello che successivamente sarà definito come lo spettacolo di architettura più famoso del mondo. La magia insita in quest'opera è tutta da ricercare nella sua forma, che interpreta la configurazione naturale del terreno, trasformandolo in spazio costruito mediante la convessità e la concavità di piani concatenati tra loro, riuscendo a riassumere l'irregolarità e l'asimmetria del luogo in un insieme totalmente unitario.

Il de Santis, come scrive nella relazione allegata al progetto, voleva realizzare una rampa che fosse il luogo di ritrovo per tutti i cittadini, il che è provato dagli spazi di sosta e dai sedili posti lungo tutto il percorso che collega le due piazze. L'intuizione dell'architetto trovò piena accoglienza nella popolazione, tanto che ancora oggi la scalinata è luogo di incontro e di ritrovo, così da essere definita il Salotto di Roma.


La scalinata:


Il de Santis crea una serie di rampe divise in tre parti che poi si congiungono e subito convergono in due direzioni in un alternarsi di convessità e concavità delle pareti, di gradinate e piani di sosta. Costruita in travertino, si compone di 137 gradini, divisi sull'alto in due rampe, che si uniscono al primo gran ripiano, divergono e poi ancora si riuniscono per posarsi maestosamente sulla piazza. Ai piedi della scalinata i gigli di Francia e le aquile di Innocenzo XIII Conti. Si salgono le comode rampe e si raggiunge la piazza della Trinità dei Monti, dalla cui balaustrata si ha un bellissimo panorama sulla piazza di Spagna e sulla città. Al centro, l'obelisco Sallustiano (proveniente dagli orti Sallustiani, presso porta Salaria), imitazione romana imperiale degli obelischi egizi di Seti e Ramesse il Grande, qui innalzato nel 1789 da Pio VI. Sovrasta la piazza la chiesa della Trinità dei Monti, una delle chiese francesi di Roma.




Bibliografia:

L'universale, La Grande Enciclopedia Tematica, Garzanti.

https://onlydesign.altervista.org

Matteucci: l'architettura del '700, Milano 1988.



Giorgio P.




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