Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

La Pittura e La Scultura Romantica

architettura



La Pittura e La Scultura Romantica


Tra i fattori che determinano il formarsi della figuratività romanica v'è, importantissimo, il nuovo legame che si stabilisce tra la cultura italiana e quella del nord, Francia meridionale e Germania. Gli Ottoni mirano a restaurare il tono classicistico della cultura carolingia. La politica ottoniana fa perno sulla Chiesa; e "ques 555c22f ta fusione della Chiesa col potere regale non portò soltanto alla secolarizzazione della prima, ma sollevò la monarchia dall'angusto a mbiente della politica barbarica e la mise in contatto con la società universale della cristianità d'Occidente" (Dawson). Il modello dell'imperialismo ottoniano è bizantino; e la stessa arte ottoniana rielabora motivi essenzialmente bizantini, ma con più acuto interesse per la forza descrittiva della linea e per l'intensità del racconto.

Alcune opere profondamente diverse dimostrano le possibilità di apertura della cultura figurativa ottoniana. Negli stucchi di Santa Maria in Valle a Cividale (della prima metà dell'XI secolo) "deriva dall'arte bizantina lo schema della composizione a figure isolate e di fronte, ma richiama l'iconografia romanica l'atto delle due sante rivolte verso la finestra" ; "il modellato, che pur conosce le formule pittoriche bizantine nell'indicazione delle pieghe, tornisce i volti e fa risaltare massicci i corpi in maniera romanica" (Toesca). Così il pulpito di San Giulio d'Orta (XII secolo) ha forme fortemente sbalzate sul fondo liscio: i simboli evangelici assumono un carattere quasi araldico, più che alludere a un'idea esprimono l'autorità e la forza di un'idea inverata. L'ideologia di fondo non è più il metafisico congiungersi del terreno e del sacro nella persona dell'imperatore, come a Bisanzio, ma il convergere e il sommarsi di due grandi forze reali, la Chiesa e l'Impero. Immagine di questa ideologia, il pulpito è insieme simbolico e realistico, aulico e popolare. Decisamente popolari sono invece le formelle più antiche della porta bronzea di San Zeno a Verona, con scene della passione (XI secolo), chiaramente influenzate dalla Germania, dove in epoca ottoniana si erano formati centri importantissimi per la lavorazione dei metalli. Nella tecnica bizantina il rilievo era basso, per piani continui; e legato al fondo, come in uno sbalzo. Qui, invece, le figure sembrano modellate a parte, una per una, indipendentemente dal piano di fondo e da ogni precostituita nozione di spazio; e poi fissate, ora schiacciandole e quasi immergendole nella materia del fondo, ora facendole balzar fuori, come fossero spinte da una molla. Anche qui, all'innovazione tecnica s'accompagna l'innovazione stilistica: l'artista inventa la storia nell'atto stesso in cui colloca nel riquadro le sue figure, talvolta deformate fino al comico e al grottesco. Lo spazio che si determina è, esattamente, quello che si realizza plasticamente nelle figure, nella loro combinazione narrativa. Scompaiono gli ornati preziosi, scompare ogni iconografia tradizionale, ogni ritmo prestabilito: la tecnica romanica non è fatta per celebrare o per adornare ma per dire, anche rozzamente, cose concrete.



In Italia il fatto nuovo, anche se annunciato da vari indizi nella plastica lombarda, è l'apparizione, a Modena, di WILIGELMO. Nulla si sa della sua formazione, anche se tutto fa credere che vi concorrano elementi francesi, tolosani. Verso il 1106 scolpisce, per la cattedrale di Modena, i rilievi con le storie della Genesi. Le lastre sono collocate simmetricamente ai lati del protiro e al di sopra delle due porte laterali; lo spazio figurativo è determinato architettonicamente, come dimostra, nell'orlo superiore dei rilievi, la successione di archetti, che ha una funzione precisa, come scansione di spazio, in rapporto alle storie figurate. Se ne serve, Wiligelmo, per dare alla lastra una profondità che gli permetta di dare risalto alle figure, di comporre per masse invece che per piani, per scandire lo spazio a intervalli regolari, come il metronomo batte i tempi della musica. Soltanto che le figure non si inseriscono in quella metrica uniforme, la contraddicono, si qualificano come moto in contrasto a quello spazio immobile. Così, nella vita, il tempo storico non coincide con quello dei calendari e degli orologi, ma si fonda sull'irregolare succedersi degli eventi. Nei rilievi di Wiligelmo un'azione si compie e nell'azione ogni figura ha una funzione precisa come, in un'architettura, ogni elemento esercita la propria forza. La massa delle figure è accentuata, com'è accentuata la massa in una costruzione romanica; il valore delle linee, come in architettura quello degli elementi strutturali attivi, si misura dall'entità della massa che viene sottratta all'inerzia, dinamizzata.

Anche in altre sculture del duomo di Modena si hanno segni di rapporti con la scultura francese, anch'essa avviata alla ricerca di ritmi di movimento; lo scultore delle cosiddette mètope, già sui contrafforti, conosce la scultura borgognona (Salvini) e modula il chiaroscuro variando la frequenza e l'andamento delle linee. È allievo di Wiligelmo NICCOLÒ, che scioglie maggiormente il racconto dall'architettura delle masse, come si vede nei portali di Piacenza (1122), di Ferrara (1135), del duomo e di San Zeno di Verona (1138); ed è suo allievo GUGLIELMO, autore delle scene della vita di Cristo, nella facciata di San Zeno. Più che un popolaresco gusto narrativo è un progressivo liberarsi della forma plastica dal telaio architettonico; ma è dall'architettura che la scultura romanica deduce il suo spazio carico di forze potenziali, pronto a ricevere figurazioni di azioni drammatiche. È un processo che la porta sempre più vicino all'arte provenzale, veramente romanza; nei rilievi del duomo di Piacenza, nel pontile del duomo di Modena, nella plastica liscia come d'avorio di MAESTRO Guglielmo (pulpito della cattedrale di Pisa, ora nel duomo di Cagliari, 1159-1162), nei rilievi del portale di Sant'Andrea a Pistoia (1166), opera di GRUAMONTE, ed in quelli di BIDUINO per San Casciano a Settimo presso Pisa (1180) e per San Salvatore a Lucca.

Da questa corrente, talvolta troppo indulgente a facili effetti di chiaroscuro sfumato e di linearismo fluente, si eccepisce BONANNO PISANO, anche se probabilmente si formò a Lucca nella cerchia di Biduino. Come architetto costruì il campanile del duomo di Pisa; come scultore è noto per alcune porte bronzee, ciò che giustifica l'ipotesi di qualche suo rapporto con l'arte renana. La sua prima opera documentata, la porta Regia del duomo di Pisa (1180) è perduta; rimangono la porta del duomo di Monreale, firmata e datata 1186, e, di data incerta, la porta di San Ranieri, nell'ala destra del transetto della cattedrale pisana. Quest'ultima è un'opera molto più liberamente inventata che quella di Monreale, più legata alla tradizione iconografica e decorativa bizantina. Bonanno sembra voler conservare nel bronzo la freschezza e l'improvvisazione del modellato in creta. Non parte dal pensiero di uno spazio dato, in cui situare le storie; si preoccupa soprattutto del personaggio e, naturalmente, sono personaggi anche gli alberi e le edicole che indicano, per cenni, il luogo della storia. Il racconto pare ingenuo e primitivo solo perché non è guidato da un "modo" prescelto, ma è dato allo stato nascente. È questa invenzione iniziale e genuina che la fusione fissa nel bronzo, materia nobile ed eterna, per adornare il maggior monumento della gloria civica: dunque a quella invenzione si dà un maggior valore che al discorso ornato. Il bronzo è una materia sensibile alla luce, che crea spazio con il gioco dei riflessi. Passando dalla creta al bronzo, il fatto raffigurato passa dalla materia vile allo spazio, dall'istante all'eterno.



Nella vasta diffusione della narrativa romanica, l'Italia meridionale si distingue per il più tenace legame alla tradizione bizantina. Per lo scultore del portale del duomo di Benevento (prima metà del XIII secolo) la lastra bronzea rimane un piano di fondo; le storie, per versetti, vi sono come sospese, in una gradazione luminosa morbida e uniforme. Quasi classico è il modellato di altre sculture campane, come quelle del pergamo, degli amboni, del candelabro pasquale del duomo di Salerno (1180 circa). BARISANO DA TRANI nelle porte del duomo di Ravello (1179), di Trani, di Monreale modella nel bronzo come un miniatore ornerebbe la pagina di un libro.

Agli estremi della scala dimensionale, la pagina e la parete sono i due schermi su cui appaiono le immagini della pittura romanica. Più rare le pitture su tavola, più sospette di prestarsi al culto idolatrico. Legata alla pagina scritta o alla parete, l'immagine dipinta è sempre relativa, non si dà mai come immagine in sé. Il libro è accessibile a pochi e la miniatura lo adorna più che non lo illustri; ma la miniatura aveva già avuto, nell'Italia meridionale, una versione popolare negli exultet: lunghi rotuli scritti e figurati, che il prete, leggendo, lasciava pendere fuor dell'ambone, in modo che la gente potesse vedere le figure, orientate in senso opposto allo scritto.

La miniatura, praticata negli scriptoria dei monasteri, raccoglie e diffonde temi iconografici e narrativi non soltanto dall'Oriente; anche in questo campo la cultura nordica, specialmente ottoniana, fa sentire il suo accento drammatico nella ritmica quasi convulsa, nell'esasperazione del colore. Un contenuto e una cadenza più popolari si notano negli affreschi, come nel ciclo di San Vincenzo a Galliano (1007). A Roma il ritorno alle fonti paleocristiane è programmatico nel mosaico absidale di San Clemente (1128c.), che ripete i grandi girali simbolici del battistero lateranense, e nella poco più tarda Incoronazione di Santa Maria in Trastevere, con la sua monumentalità pesante, ottenuta con una facile simmetria compositiva.

Gli affreschi, della fine dell'XI secolo, della basilica inferiore di San Clemente, con storie dei Santi Clemente ed Alessio, sono un capolavoro isolato. Il Toesca vi sente un vago ricordo delle decorazioni murali ellenistiche; indubbia è l'influenza della miniatura ottoniana. Il pittore sembra essersi proposto di trasporre in scala di parete non solo la narrazione, ma la raffinata scelta lineare e coloristica degli esemplari miniati. Si tratta dunque di una pittura colta, capace di combinare sapientemente esperienze culturali diverse, e tuttavia rivolta a popolarizzare i suoi contenuti, a stimolare nei punti più sensibili la fantasia e il sentimento dei fedeli. La narrazione, la favola cercano un loro stile, una loro metrica cadenzata e rimata. A un livello più modesto, lo stesso discorso per apologhi, si trova negli affreschi di San Giovanni a Porta Latina e di Ferentillo (fine del secolo XII).

I mosaici del XII secolo in Sicilia dimostrano quanto fosse ancora forte la cultura orientale in Italia, anche se vi partecipano maestranze locali. Alla prima fase, corrispondente al regno di Ruggero II, appartengono i mosaici della Martorana a Palermo e quelli dell'abside del duomo di Cefalù (1148). Quest'ultima è una figurazione grandiosamente rituale: ha due zone sovrapposte con figure di santi, una terza con la Vergine tra gli Arcangeli e, nel catino, il Cristo Pantocrator, governatore del mondo. Sono immagini ieratiche, isolate, allineate sul fondo d'oro. Nella seconda fase, del tempo di Guglielmo I e di Guglielmo II, alla solenne presentazione delle immagini succede la rappresentazione per episodi dei fatti biblici, nella Cappella Palatina e, specialmente, nel vasto ciclo storico del duomo di Monreale, con figurazioni evangeliche molto vicine a quelle, contemporanee, della basilica di San Marco a Venezia. Evidentemente maestri veneziani vanno prendendo il posto dei bizantini e anche la Sicilia sta per entrare nell'ambito della cultura artistica occidentale.






Privacy




Articolo informazione


Hits: 7260
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024