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ARCHITETTURA PALEOCRISTIANA CAMPANA - ESIGENZE - REQUISITI - PRESTAZIONI

architettura



La qualità di un edificio

Nel passato per valutare la qualità di un edificio, cioè per verificare se esso corrispondeva agli scopi per cui era stato costruito si faceva riferimento alle cosiddette regole d'arte, cioè all'insieme degli insegnamenti spesso soltanto orali che venivano tramandati nel tempo.

Una parete perimetrale veniva considerata a regola d'arte se i mattoni erano disposti regolarmente e allineati con la massima precisione. L'introduzione di nuovi materiali e di nuove tecniche costruttive ha reso insufficienti le regole d'arte come garanzia di buona rispondenza di un edificio al soddisfacimento delle  esigenze sempre più diversificate.

Alle regole d'arte si sono così sostituite le regole di qualità, regole che hanno come scopo quello di verificare la capacità di un edificio di soddisfare le esigen 535i87f ze per le quali è stato costruito.

La parete perimetrale sarà dunque considerata di qualità se sarà in grado di garantire determinate prestazioni (come ad esempio l'isolamento termico - acustico), adeguate a soddisfare le esigenze dell'utenza a prescindere dai materiali, dalle soluzioni tecniche adottate e dalle caratteristiche morfologiche. La qualità di un edificio è, dunque, il grado di soddisfacimento che esso è in grado di offrire all'esigenze dell'utenza, espresso attraverso le prestazioni degli elementi edilizi con cui è realizzato e degli ambienti che lo compongono. 




esigenze - requisiti - prestazioni

Per realizzare edifici di buona qualità, tali cioè da rispondere in modo adeguato alle esigenze dell'utenza, compatibilmente con le risorse tecniche, economiche e umane disponibili, occorre procedere alla scelta dei materiali da impiegare e alla costruzione delle singole parti costituenti l'edificio secondo precise regole, che possiamo sinteticamente formulare con questa sequenza operativa:

individuare quali esigenze dell'utenza devono essere soddisfatte dall'opera edilizia;

tradurre in termini tecnici, o requisiti, tali esigenze;

stabilire quali prestazioni debbano offrire le singole parti dell'edificio per rispondere ai requisiti richiesti;

scegliere infine i materiali più appropriati: quelli, cioè, che posseggono le proprietà necessarie per realizzare parti di un edificio in grado di fornire le prestazioni volute.

L'esigenza è ciò che l'utenza richiede per poter svolgere adeguatamente una determinata attività

CLASSI DI ESIGENZE

DEFINIZIONI

1 - SICUREZZA

Insieme di condizioni relative alla incolumità degli utenti, nonché alla difesa e prevenzione da fattori accidentali, nell'esercizio del sistema edilizio.

2 - BENESSERE

Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute e allo svolgimento delle attività degli utenti.

3 - FRUIBILITÀ

Insieme delle condizioni relative all'attitudine del sistema edilizio ad essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività.

4 - ASPETTO

Insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti.

5 - GESTIONE

Insieme delle condizioni relative all'economia di esercizio del sistema edilizio.

6 - INTEGRABILITÀ

Insieme delle condizioni relative all'attitudine delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente fra di loro.

7 - SALVAGUARDIA   

DELL'AMBIENTE

Insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte.

L'insieme delle esigenze che si desidera veder soddisfatte da un organismo edilizio si definisce quadro esigenziale. Naturalmente le esigenze dell'utenza possono essere molto diverse a seconda del tipo di edificio: un complesso residenziale, una stazione ferroviaria, una chiesa o un fabbricato industriale avranno differenti quadri esigenziali, determinati dal tipo di attività che in essi vengono svolte.

Per requisito si intende la traduzione di un esigenza in termini edilizi.

Le esigenze non consentono di valutare quali scelte convenga operare per soddisfarle, in quanto sono troppo generiche. Dovranno dunque essere riformulate secondo i contenuti e i criteri propri del linguaggio tecnico per designare i comportamenti delle varie parti dell'edificio, cioè i requisiti.


Quando siano stati chiaramente definiti tutti i requisiti richiesti, occorre stabilire quali caratteristiche dovranno avere e quali funzioni dovranno svolgere le singole parti dell'edificio per poter soddisfarli. Queste caratteristiche prendono il nome di prestazioni degli elementi edilizi.

Si definisce prestazione il comportamento funzionale offerto da un elemento edilizio idoneo a soddisfare un requisito.

Ogni prestazione è misurabile e la sua misura può variare entro valori-limite, Superiore e/o inferiore, che ne definiscono il campo di accettabilità.


La fase conclusiva dalla sequenza operativa è la scelta del materiale che meglio di ogni altro, tra quelli reperibili in commercio, possiede le proprietà necessarie alla realizzazione di elementi tecnici dotati delle prestazioni richieste.

Si definisce materiale ogni sostanza che interviene nel processo di costruzione e che è direttamente reperibile in commercio. 

Si definisce elemento edilizio ogni parte dell'organismo edilizio realizzata o montata in cantiere, in grado di fornire prestazioni autonome, ottenute tramite l'impiego dei diversi materiali occorrenti.

I materiali non forniscono dunque prestazioni, ma posseggono proprietà che, unite a quelle di altri materiali che confluiscono nella formazione di un elemento edilizio, ne determinano le prestazioni.



Proviamo a d applicare questa sequenza operativa ad un caso concreto.






Il sistema edilizio, il sistema ambientale, il sistema tecnologico

In Architettura i vari elementi tecnici vengono classificati in un insieme più ampio detto sistema.

Lo studio del sistema è lo studio del comportamento globale e complessivo e non lo studio dei comportamenti di ogni singolo componente.

La sinterizzazione in Architettura avviene attraverso lo studio del sistema edilizio.


Sistema ambientale

Il sistema edilizio si suddivide in

Sistema tecnologico


Sistema ambientale: Insieme strutturato di  unità ambientali ed ambiti spaziali .







Sistema tecnologico: Insieme strutturato di unità tecnologiche ed elementi tecnici .





















STRUTTURE DI ELEVAZIONE VERTICALI






Quadro esigenziale


Resistenza ai carichi: le strutture portanti verticali hanno la funzione di sostenere i solai dei vari piani dell'edificio e la copertura; devono quindi resistere alle sollecitazioni dei pesi propri degli elementi costruttivi, dei carichi di esercizio e dell'azione del vento; In alcune zone è importante considerare anche la presenza di eventi sismici.


Potere fonoisolante: le murature portanti devono garantire la riduzione all'interno dell'edificio dei rumori provenienti dall'esterno.


Resistenza ai carichi sospesi: la muratura portante non deve subire distacchi e rotture in conseguenza delle sollecitazioni determinate dalla sospensione e dal fissaggio delle attrezzature di normale uso domestico.


Trasmittanza termica e trasmittanza lineare: una muratura portante deve avere la capacità di contenere il flusso di calore che passa dall'interno di un edificio all'esterno; in base alla stagione, è bene che la struttura sia in grado di effettuare anche il viceversa.


Inerzia termica La parete portante deve avere anche la capacità di evitare escursioni termiche alla velocità con cui si verificano nell'ambiente esterno, in quanto all'interno dei locali si deve mantenere sempre una condizione di benessere, con minimi sbalzi termici.



















Le tipologie strutturali più comuni per la realizzazione dei sistemi portanti di elevazione sono:

struttura a setti (in muratura portante)

struttura ad ossatura (che prevede l'uso di pilastri di materiale lapideo).

La scelta tra queste due conformazioni incide notevolmente sul sistema costruttivo dell'edificio: nel primo caso la parete muraria  è in grado di soddisfare, oltre alla funzione portante, quella di separare gli spazi, cioè di chiudere l'ambiente interno; nel secondo, il pilastro ha solo la funzione di sopportare i carichi, per cui altri elementi edilizi devono assumersi il compito di separare gli spazi.


Murature portanti

Vi sono vari tipi di murature che possono essere classificate secondo varie caratteristiche. In base al materiale utilizzato distinguiamo:

murature di mattoni e blocchi di laterizio;

murature di blocchi di calcestruzzo.

pareti di calcestruzzo armato.

Se la muratura oltre ad essere costituita da blocchi di laterizio o di cls è altresì costituita da una armatura metallica abbiamo la cosiddetta muratura armata.

Le murature possono assumere un diverso aspetto superficiale a seconda che siano:

murature intonacate o rivestite;

murature faccia a vista.

Murature di laterizio

La versatilità tipica dei prodotti laterizi per muratura consente di realizzare murature di caratteristiche e spessori molto vari.

Le murature in laterizio possono essere distinte in:

murature di mattoni;

murature di blocchi;

Le murature di mattoni possono avere le seguenti giaciture:

giacitura ad una testa, che consiste nel disporre i laterizi in modo da ottenere una parete di spessore pari a una testa di mattone. Si hanno così murature dotate di modesta portanza dei carichi, adatte alla costruzione di elementi edilizi di modesta portanza dei carichi, adatte alla costruzione di elementi edili i per i quali si prevedano bassi livelli di sollecitazione;

giaciture a due o più teste, in cui i mattoni vengono disposti in vario modo, ottenendo così pareti di spessore pari a più teste di mattone. Esse consentono di realizzare murature portanti di diverso spessore, in grado di resistere a carichi anche elevati, come quelli di edifici di parecchi piani.

Le murature in blocchi hanno invece giaciture vincolate dal formato degli elementi, che in genere consentono un solo tipo di disposizione in opera.

È molto importante che i mattoni siano disposti in modo sfalsato, soltanto in questo modo si può infatti ottenere una corretta legatura e una distribuzione uniforme dei carichi.

La costruzione di queste pareti avviene mediante il posizionamento all'estremità del muro da realizzare di un sistema di riferimento costituito da due aste di legno dette calandri su ciascuna delle quali viene fissato un filo di ferro tra i quali verrà successivamente posto uno spago sottile detto lignola spostabile in altezza.










Murature di blocchi di calcestruzzo

Le murature portanti possono essere realizzate con blocchi di calcestruzzo. Questi consentono una grande rapidità ed economicità di posa e, nel caso di alcuni tipi di prodotti, anche un maggior isolamento termico. La posa in opera dei blocchi può avvenire a malta oppure a colla.


Nella progettazione di edifici con muratura portante bisognerà realizzare in corrispondenza dei solai dei piani e di quello di copertura un concatenamento delle armature mediante cordoli di calcestruzzo armato. Quest'ultimi potranno essere rivestiti sul filo esterno da una tavella oppure essere lasciato a vista creando una fascia marcapiano.


Murature armate

Le murature armate sono costituite da elementi di laterizio o di calcestruzzo, posati in opera con l'inserimento di una armatura metallica interna. Si possono distinguere in:

murature con armatura diffusa

murature con armatura concentrata

La muratura armata è molto resistente alla flessione e al taglio, oltre che alla compressione, ed è particolarmente adatta alla realizzazione di edifici in zona sismica.


Pareti di calcestruzzo armato

L'impiego del c.a. consente di realizzare pareti (setti murari) adatte a tutte le situazioni in cui si richiedono elementi strutturali di particolare resistenza alle sollecitazioni. I tipi di pareti in c.a. di più frequente impiego sono:

pareti di vani di corsa degli ascensori e di vani scala;

pareti controterra dei piani interrati.

Nel primo caso la realizzazione dei setti in c.a. permette un'efficace azione di controventamento.

Nel secondo caso la parete in c.a. svolge il duplice ruolo di struttura portante dei carichi verticali trasmessi dall'edificio e di contenimento della spinta del terreno.

Le pareti di c.a. possono essere realizzate con casserature reimpiegabili (realizzate in legno o lamiera d'acciaio) oppure con casserature a perdere (realizzate mediante l'impiego di casseri costituiti da pannelli di lana di legno che non vengono rimossi a indurimento ma costituiscono due strati isolanti della muratura.


Pilastri di calcestruzzo armato

I pilastri possono essere distinti in:

pilastri a staffe isolate

pilastri cerchiati

I pilastri a staffe isolate hanno generalmente una sezione rettangolare o quadrata. Sono dotati di un'armatura metallica costituta da barre longitudinali e da staffe di collegamento che racchiudono al loro interno le barre longitudinali.

I pilastri cerchiati hanno in genere una sezione circolare. Sono dotati di un'armatura costituita da ferri longitudinali racchiusi da una staffatura continua a forma di spirale. Ciò permette una maggiore resistenza ai carichi.

Le casseforme per il getto dei pilastri sono in genere ottenute con tavole di legno oppure pannelli componibili di lamiera d'acciaio.




Pilastri di profilati d'acciaio

I pilastri d'acciaio sono realizzati con alcuni tipi di profilati opportunamente uniti tra loro. Essi possono essere distinti in:

pilastri a sezione chiusa (sezione circolare o quadrata);

pilastri a sezione aperta (tipo IPE o HE);

pilastri a sezione composta (formati da più elementi uniti tra loro mediante saldatura).


Pilastri di mattoni

I pilastri di mattoni costituiscono la soluzione comunemente applicata per le costruzioni più modeste e in presenza di carichi limitati. In questi casi i pilastri vengono costruiti con sezioni quadrate o rettangolari e con diverse dimensioni, grazie alla componibilità dei mattoni. Possono assumere anche forme più complesse ed essere utilizzati come elementi di irrigidimento di murature di spessore limitato.







































STRUTTURE DI ELEVAZIONE ORIZZONTALI






Quadro esigenziale


Resistenza ai carichi i solai hanno il compito di sostenere la pavimentazione, le pareti interne ed il peso proprio, oltre ai carichi di servizio.


Potere fonoisolante ai rumori di calpestio: i solai devono ridurre e cercare di annullare i rumori generati dal contatto di oggetti con la pavimentazione; in più devono ridurre al minimo le vibrazioni provocate da questi contatti, tra cui il principale è lo scalpiccio di persone.


Trasmittanza termica: un solaio deve avere la capacità di contenere il flusso di calore che passa da un piano all'altro dell'edificio.


Inerzia termica: i solai devono avere anche la capacità di evitare escursioni termiche alla velocità con cui si verificano nell'ambiente esterno, in quanto all'interno dei locali si deve mantenere sempre una condizione di benessere, con minimi sbalzi termici.


Resistenza al fuoco: i solai devono avere una resistenza al fuoco di una certa durata; questo per permettere alle persone competenti di placare l'incendio prima della combustione dei vari elementi.


Reazione al fuoco: un solaio deve essere in grado di subire alterazioni fisico-chimiche in entità trascurabili quando è sottoposto ad un incendio; questo per evitare crolli di una parte portante dell'edificio con conseguenze devastanti.




















Il solaio è un elemento edilizio che permette di realizzare superfici portanti in corrispondenza dei vari piani dell'edificio: si tratta quindi di una struttura orizzontale che ha il compito di sostenere, oltre a se stessa, anche il pavimento, le pareti interne, nonché i carichi di servizio.

I solai hanno la caratteristica di avere una superficie d'intradosso piana, grazie alla quale si hanno minori vincoli al posizionamento delle pareti interne divisorie con una maggiore utilizzazione dello spazio.


Solai di legno

Sono essenzialmente costituiti da una serie di travetti di legno, disposti parallelamente con un interasse di 50-100 cm, ai quali è sovrapposto un assito di tavole di 3 - 6 cm di spessore, accostate tra loro.

Questa soluzione, che prende il nome a semplice orditura, è adatta per coprire ambiente la cui dimensione minore non superi i 3-4 m. Nel caso di dimensioni maggiori si ricorre al solaio a doppia orditura realizzato disponendo alcune travi, dette travi principali, con interassi minori di 4m, che costituiscono l'appoggio dei travetti.

Un particolare solaio in legno è quello alla francese costituito da travetti a interasse di 25 cm con l'assito disposto longitudinalmente.

La realizzazione dei solai in legno risulta particolarmente semplice e rapida, in quanto non richiede alcuna opera provvisoria di sostegno nelle fasi di esecuzione.


Solai di profilati di acciaio e laterizi

Lo sviluppo della produzione di manufatti di acciaio ha permesso di sostituire i travetti di legno con profilati di acciaio (putrelle) particolarmente resistenti.

Sono nati così vari tipi di solai.

Solai con profilati di acciaio e voltine di mattoni. Consisteva nell'abbinamento di voltine in mattoni, disposti a testa oppure in foglio, e di profilati di acciaio di sezione doppio T e di altezza opportunamente scelta in relazione alle luci tra gli appoggi. La realizzazione richiedeva una centina di sostegno.

Solai di profilati e volterrane. Costituito da elementi di estremità detti copriferro, sui quali poggiavano tre elementi intermedi di particolare formato, le volterrane, capaci di sostenersi per mutuo contrasto. Queste avevano un profilo inferiore rettilineo, in modo da creare un intradosso piano.

Solai di profilati e tavelloni. Questi solai erano costituiti da tavelloni posizionati su elementi copriferro che ne consentivano l'appoggio su profilati. Esistevano anche copriferro che permettevano di posizionare più in alto il tavellone, riducendo così lo strato di riempimento, e di dare appoggio in basso a una tavellina con funzione di controsoffitto portaintonaco.

I tavelloni possono essere anche appoggiati direttamente sull'ala inferiore dei profilati o appoggiati sull'ala superiore. In quest'ultimo caso è necessaria una controsoffittatura.


Solai di calcestruzzo armato

La tecnica del calcestruzzo armato permette di realizzare solai in grado di coprire luci anche di rilevante ampiezza e di sopportare carichi che vanno da quelli dei normali edifici di abitazione a quelli talvolta molto elevati, degli edifici per attività industriali.

Questo tipo di solaio può essere utilizzato sia nelle costruzioni in muratura portante in in quelli ad ossatura portante (travi e pilastri). Con particolari accorgimenti possono essere utilizzati anche in zona sismica.

I solai di c.a. sono in genere sostenuti da elementi di vario tipo. Abbiamo infatti:

cordolo: elemento di c.a. che costituisce l'appoggio per il solaio, distribuendo uniformemente i carichi su una muratura portante continua.

trave: elemento di c.a. che sorregge i solai, trasmettendo i carichi ai pilastri. Le travi possono avere sezione rettangolare oppure a T

la trave può inoltre essere emergente, quando l'altezza è al di sopra o al di sotto del solaio, oppure in spessore, quando l'altezza della trave è pari all'altezza del solaio.

Possiamo avere diversi tipi di solai:

soletta piena: queste costituiscono la soluzione più antica di solai in c.a. .A seconda dei carichi e delle dimensioni degli ambienti da coprire, esse possono essere solette piene senza nervature (generalmente realizzate per coprire luci variabili da 2 a 3 m.) oppure solette piene con nervature (realizzate per coprire ambienti di notevoli dimensioni, possono prevedere o solo le travi principali o travi principali e travi secondarie).

Solai misti di c.a.: sono solai costituiti di travetti di c.a. o C.A.P., disposti secondo un determinato interasse (in genere di 50cm.), con interposizione di blocchi forati di laterizio (pignatte) ed eventualmente dotati di sovrastante soletta di completamento.

In base alle modalità di realizzazione i solai misti possono essere inoltre divisi in:

solai gettati completamente in opera: sono da preferire in caso si debbano coprire piante non rettangolari oppure quando sia conveniente scegliere un'armatura incrociata. Richiedono la realizzazione di una casseratura costituita da un tavolato continuo che incide molto sul costo;

solai di latero-cemento con travetti prefabbricati: possono essere utilizzati per qualsiasi intervento edilizio. Tra i vantaggi vanno segnalati la facilità di posa la possibilità di nervature trasversali e la buona resistenza al fuoco, tuttavia i tempi di posa sono ancora notevoli.

solai a pannelli prefabbricati di latero-cemento: adatti per edifici grandi e medi con pianta a geometria regolare. L'armatura all'intradosso ha un'equilibrata diffusione e vi è una riduzione dei volumi di getto tuttavia difficilmente si adattano alla presenza dei fori nelle planimetrie.

solai a pannelli prefabbricati tipo predalles: utilizzati per solai su cantinati e autorimesse di edifici residenziali e non. Presenta diversi vantaggi tra cui la riduzione del peso proprio del solaio, la prefinitura dell'intradosso, la facilità di posa.




Solai di lamiera grecata

La produzione di lamiere grecate di acciaio ha favorito la realizzazione di solai particolari, caratterizzati da un peso proprio estremamente basso e da un'ottima resistenza ai carichi. Questi solai sono essenzialmente di due tipi:

solai di lamiera grecata senza soletta

solai di lamiera grecata con soletta collaborante

In entrambi i tipi, la lamiera grecata viene poggiata su profilati di acciaio e fissata ad essi nelle zone di contatto mediante vari metodi. Il secondo tipo si differenzia dal primo per l'ulteriore presenza di una rete elettrosaldata e di una soletta.















STRUTTURE DI CONTENIMENTO






Quadro esigenziale




Resistenza ai carichi i muri di sostegno hanno il compito di sostenere la spinta esercitata dalla terra.




Resistenza  alle aggressioni chimiche i muri di sostegno non devono subire alterazioni o degrado in seguito all'azione degli agenti chimici aggrassivi

































Muri di sostegno

Le principali opere di contenimento sono i muri di sostegno. Essi si distinguono in due tipi fondamentali: muri a sezione costante e muri con contrafforti.

Muri a sezione costante. I muri di altezza uguale a quella del terrapieno da sostenere sono i muri di sostegno propriamente detti, vengono definiti invece muri di sottoscarpa quelli di altezza inferiore a quella del terrapieno e muri di controripa quelli addossati a pareti di trincee molto inclinate. Spesso vengono realizzati a sezione trapezia, essendo la sezione rettangolare limitata ad altezze modeste, inferiori a 2m. Generalmente vengono costruiti in muratura con malta cementizia o in calcestruzzo. Muri di sostegno di modesta altezza si possono costruire anche in muratura di pietrame a secco, specialmente se fondati su terreni rocciosi.

Muri con contrafforti. Si usano per muri di notevole altezza, onde ridurre gli spessori della muratura: sono costituiti da una struttura muraria piena (maschio) compresa fra speroni interni ed esterni al terrapieno (contrafforti).

Muri in cemento armato. Utilizzati per altezze fino a 3-4m. sono costituiti da una soletta verticale incastrata alla base in una soletta orizzontale: in tal caso le solette sono armate a sbalzo.



































STRUTTURE DI FONDAZIONE






Quadro esigenziale



Trasmissione dei carichi: le fondazioni hanno il compito di trasmettere i carichi dalla struttura portante dell'edificio al terreno.

Tutto ciò in modo da raggiungere una condizione di equilibrio tale da evitare assestamenti differenziali, cioè degli abbassamenti del piano di fondazione differenti tra un punto e l'altro della struttura.



Alta capacità di attrito le fondazioni che agiscono in profondità hanno bisogno di sviluppare un adeguato attrito con il terreno con cui vengono a contatto.



Isolamento dall'acqua una fondazione deve essere in grado di isolare la struttura sovrastante dalle eventuali infiltrazioni d'acqua, causate dalla presenza di falde nel terreno. 




























LE FONDAZIONI

La fondazione ha il compito di trasmettere i carichi dalla struttura portante dell'edificio al terreno, in modo da raggiungere una condizione di equilibrio tale da garantire che non si producano assestamenti differenziati (cioè abbassamenti del piano di fondazione diversi da un punto all'altro della costruzione).

Le fondazioni possono essere classificate in:

Fondazioni dirette: sono quelle che poggiano su strati di terreno raggiungibili con operazioni di scavo. A loro volta si dividono in:

Fondazioni continue, quando sono realizzate mediante murature, travi rovesce e platee.

Fondazioni discontinue, quando sono costituite da plinti.

FONDAZIONI INDIRETTE: sono quelle realizzate mediante pozzi oppure pali che trasmettono i carichi della costruzione a strati profondi o li distribuiscono al terreno per attrito.

È sempre necessario asportare lo strato di terreno superficiale (troppo incoerente) e poggiare le fondazioni su strati sottostanti dotati di adeguata resistenza.


Fondazioni dirette

Fondazioni continue

Nel caso di fondazioni continue realizzate con calcestruzzo non armato è buona norma allargare gradualmente la base mediante riseghe impostate secondo una inclinazione di circa 60°, in modo da rendere trascurabili le sollecitazioni di flessione e di taglio. Queste fondazioni vengono spesso gettate direttamente nello scavo a sezione obbligata, riempendo completamente il vano fino al piano d'imposta della muratura, la maggiore quantità di cls occorrente è largamente compensata dal risparmio della cassaforma necessaria per il getto.

In presenza di terreno meno resistente è opportuno che la fondazione venga eseguita in c.a.. In questa situazione è necessario adottare la sezione a zattera, costituita da un cordolo continuo munito di due mensole laterali di cls opportunamente armato. Occorre meno cls ma un maggior lavoro per la formazione della casseratura.

Il getto delle fondazioni in c.a., viene di norma preceduto dalla formazione di uno strato di cls magro di spessore limitato (magrone), avente lo scopo di creare un piano di appoggio sufficientemente pulito e livellato che faciliti la costruzione della casseratura.

Un altro esempio di fondazione diretta continua è costituita dalle travi rovesce. Si tratta di una zattera in c.a.  posta tra pilastro e pilastro che funziona come trave rovescia, ossia soggetta a un carico distribuito agente dal basso verso l'alto, costituito dalla reazione del terreno ai carichi trasmessi dai pilastri. Presenta una sezione a T capovolta munita di due mensole o solette inferiori. Vi possono essere anche fondazioni a travi rovesce incrociate.

In passato invece delle zattere sono stati adottati archi rovesci.

Quando la pressione trasmessa dai carichi della struttura è particolarmente elevata rispetto al carico ammissibile del terreno, si ricorre alla fondazione a platea, sostituendo con un unico solettone di base le travi rovesce. Tale solettone, realizzato in c.a. può essere ulteriormente irrigidito da travi principali e secondarie ortogonali tra loro, formando così una piastra nervata capovolta con la superficie piana disposta verso il basso.

Questo tipo di fondazione è particolarmente adatta in presenza di terreni cedevoli in modo non uniforme.  


Fondazioni discontinue

Negli edifici a struttura intelaiata in c.a. o in acciaio, quando non è necessario ricorrere a fondazioni a travi rovesce o a platea, vengono usate fondazioni discontinue nelle quali  i carichi di ogni pilastro vengono trasmesse al terreno in modo autonomo per mezzo di plinti in cls armato o non armato.

Queste fondazioni possono essere impiegate solo su terreni dotati di buone caratteristiche di resistenza e uniformità.

I plinti non armati hanno una forma tronco piramidale caratterizzata da un'altezza rilevante che consente di realizzare un elemento estremamente rigido, in grado di indurre nel cls, soltanto sollecitazioni di compressione, rendendo superflua l'armatura e semplificando drasticamente l'esecuzione.

I plinti armati sono costituiti da vere e proprie mensole rovesce in calcestruzzo armato, poggianti su una sottofondazione di calcestruzzo non armato. Consentono di ridurre l'entità degli scavi ma per contro necessitano di una armatura metallica in grado di assorbire gli sforzi di flessione e di taglio.

Quando è necessario fondare plinti in aderenza a costruzioni preesistenti si ricorre a plinti di forma particolare detti plinti asimmetrici o zoppi.


Fondazioni indirette



Quando gli strati superficiali del terreno sono inadatti per la fondazione ed è necessario trasmettere i carichi a strati più profondi, si ricorre alle fondazioni indirette, costituite da pozzi o da pali.


Fondazioni a pozzi

Questo tipo di fondazione consisteva nello scavo di pozzi fino a una quota alla quale il terreno presentava sufficienti caratteristiche di resistenza. Si procedeva dunque al loro riempimento mediante la costruzione di murature oppure mediante un getto di cls, in modo da ottenere dei piloni.


Fondazioni a pali

La fondazione a pali consente di attraversare gli strati di terreno di scarsa consistenza per mezzo di pali e di realizzare le necessarie condizioni di portanza dei carichi su banchi profondi. Esistono due tipi fondamentali di pali:

pali appoggiati, con i quali l'assetto statico viene ottenuto poggiandoli su strati profondi di sufficiente consistenza.

Pali sospesi, con i quali la stabilità viene garantita dall'attrito che si genera tra la loro superficie laterale e il terreno.

In base alla tecnica di posa nel terreno distinguiamo:

pali infissi:

pali gettati in opera.

La scelta del tipo di palo dipende dalla natura del terreno di fondazione


Pali infissi

I pali infissi sono elementi di legno, di cls o di acciaio che vengono conficcati nel terreno per mezzo di una battitura eseguita da un maglio fatto cadere da una determinata altezza, in grado di impartire in rapida successione una serie di 10 colpi con una attrezzatura chiamata battipalo.

I pali infissi di legno, hanno lunghezze di 6-8m sono realizzati in pino o in larice, hanno la testa rinforzata da un elemento metallico detto ghiera, per evitare la sfibratura del fusto durante la battitura, e l'estremità inferiore munita di una puntazza, atta a facilitare la penetrazione nel terreno.

I pali di c.a. vengono prefabbricati in stabilimento con una lunghezza massima di 30m. Sono muniti di un'armatura composta da ferri longitudinali e da una staffatura elicoidale continua.

I pali d'acciaio sono poco usati a causa del loro costo e del rischi di corrosione. Inoltre, dato il basso valore dell'attrito sviluppato con il terreno, possono essere esclusivamente impiegati nelle palificate appoggiate.


Pali gettati in opera

Sono realizzati per mezzo di tubi-forma di acciaio, che vengono infissi nel terreno mediante battitura fino alla profondità stabilita. Essi possono penetrare senza asportare il terreno, oppure penetrare asportando il terreno.

I pali realizzati senza asportazione di terreno sono di due tipi: pali Simplex e pali Franki.

I primi richiedono l'impiego di un tubo forma dotato di estremità con puntazza apribile, successivamente, previa apertura della puntazza, si esegue un getto di cls.

I pali Franki sono invece realizzati con un tubo forma alle cui estremità inferiore è stato predisposto un tappo di cls, ben aderente alla parete del tubo. Durante l'infissione tale tappo impedisce al terreno di penetrare all'interno del tubo e viene poi a costituire la base del palo di cls. Successivamente si esegue il getto.

I pali realizzati con asportazione di terreno prevedono l'impiego di una sonda, una volta asportato il terreno questo viene riempito di cls costituendo il palo trivellato.
































CHIUSURE VERTICALI






Quadro esigenziale



Trasmittanza termica una parete perimetrale deve avere la capacità di contenere il flusso di calore che passa dall'esterno all'interno dell'edificio.

Trasmittanza lineare una adeguata chiusura verticale deve cercare di contenere il flusso di calore passante attraverso i ponti termici.

Inerzia termica le chiusure verticali devono avere anche la capacità di evitare escursioni termiche alla velocità con cui si verificano nell'ambiente esterno, in quanto all'interno dei locali si deve mantenere sempre una condizione di benessere, con minimi sbalzi termici.

Potere fonoisolante l'involucro deve impedire una eccessiva trasmissione sonora dall'esterno verso l'interno.

Resistenza al fuoco tali chiusure devono avere una resistenza al fuoco di una certa durata; questo per permettere alle persone competenti di placare l'incendio prima della combustione dei vari elementi. Oltre che per evitare crolli di una parte dell'edificio con conseguenze devastanti.

Resistenza ai carichi le chiusure verticale devono avere una adeguata resistenza alle forze orizzontali, in particolar modo all'azione del vento.

Resistenza ai carichi sospesi la parete perimetrale deve avere una resistenza che gli permetta di sopportare i carichi derivanti da oggetti sospesi.



Gli infissi esterni devono inoltre garantire


Controllo dell'illuminazione naturale: Un buon infisso deve consentire l'ingrasso della luce naturale all'interno degli ambienti dell'edificio e a controllarlo secondo quanto desiderato dall'utenza.

Sicurezza alle intrusioni: L'infisso deve impedire l'ingresso indesiderato di persone all'interno dell'edificio.

permeabilità all'aria: Qualsiasi infisso deve impedire l'infiltrazione di aria all'interno degli edifici.

controllo della condensazione superficiale: È necessario che l'infisso impedisca la condensazione del vapore in acqua sulla superficie degli elementi edilizi.

resistenza alle aggressioni chimiche: L'infisso non deve subire alterazioni e degrado nonostante il contatto prolungato con agenti chimici aggressivi.


PARETI PERIMETRALI

Le pareti perimetrali costituiscono l'involucro che viene costruito sull'ossatura per delimitare e proteggere gli ambienti interni dalle condizioni climatiche esterne. Esse non svolgono nessuna funzione portante essendo sorrette dai solai di ciascun piano dell'edificio.

Le pareti perimetrali possono essere così classificate:

MURATURE DI TAMPONAMENTO, realizzate con mattoni e blocchi di laterizio e di cls. Si suddividono ulteriormente in:

Pareti monostrato;

Pareti con strato isolante esterno;

Pareti con strato isolante interno;

Pareti a cassa vuota;

PARETI DI PANNELLI, realizzate con elementi di grande dimensione e altresì suddivise in:

pareti di pannelli pesanti;

pareti di pannelli leggeri.

Un tipo particolare di parete perimetrale è costituito dalla cosiddetta facciata ventilata.

Otre alle pareti perimetrali possiamo avere altri sistemi di chiusura dell'involucro come ad esempio le vetrate strutturali.


Pareti monostrato

Sono costituite da un unico strato che assume le funzioni di chiusura e di isolamento dell'ambiente interno. Per la realizzazione si utilizzano blocchi di laterizio alveolato oppure blocchi di cls, che garantiscono un adeguato livello di coibenza termica e acustica.

Le pareti monostrato sono comunemente adottate oltre che per gli edifici civili, per il tamponamento di edifici industriali, nei quali consentono di realizzare pareti fino a 6m.


Pareti con strato isolante esterno

Sono costituite da uno strato interno autoportante e da uno esterno che conferisce il necessario livello di isolamento termico, sono anche dette pareti con rivestimento a cappotto. Lo strato interno può essere realizzato con mattoni e blocchi di laterizio, come anche con blocchi di cls.

Questo tipo di parete viene impiegato nel caso di edifici che richiedano un elevato grado di isolamento termico e sia necessario ridurre le dispersioni causate dai ponti termici.


Pareti con strato isolante interno

Anche in questo tipo di parete sono presenti due strati aventi funzioni specifiche: uno strato che conferisce autoportanza all'elemento edilizio e uno strato interno con funzione di coibenza.

Grazie a questa tipologia si abbassa decisamente la trasmittanza termica della parete, ma non si riducono i ponti termici causati dall'intersezione tra le pareti perimetrali e i solai ai vari piani dell'edificio.


Pareti a cassa vuota

Sono dette anche pareti con intercapedine, sono formate da due strati più o meno separati, tra i quali viene a crearsi una intercapedine d'aria, che conferisce le caratteristiche di isolamento termico.

Per aumentare ulteriormente la coibenza termica possono essere inseriti: pannelli rigidi o semirigidi, materiali sciolti in forma di granuli o fibre, materiali iniettabili in forma di schiume. Quest'ultima soluzione può anche essere adottata per pareti a cassa vuota di edifici esistenti.


Pareti di pannelli pesanti

Nelle costruzioni realizzate con procedimenti a tunnel e in quelle caratterizzate da finestrature a nastro, la chiusura esterna viene talvolta realizzata con elementi prefabbricati di rapido montaggio, costituita da pannelli di c.a. fissati al bordo dei solai con dispositivi particolari.


Pareti di pannelli leggeri

Le chiusure degli edifici industriali sono spesso realizzate con pareti di pannelli leggeri costituiti da lamiere composte (realizzate mediante due lamiere grecate tra le quali viene interposto uno strato isolante di materassini di lana minerale) o da pannelli di lamiera coibentati (composti da due lamiere irrigidite da leggere nervature, tra le quali viene iniettato un materiale termocoibente).


Facciata ventilata

La facciata ventilata è un particolare tipo di parete perimetrale sulla cui superficie esterna sono applicati i seguenti strati:

strato termoisolante opportunamente dimensionato in spessore

intercapedine d'aria soggetta a circolazione naturale per effetto del moto convettivo prodotto dalla presenza di aperture disposte alla base e alla sommità della facciata;

strato di rivestimento esterno, costituito da lastre e pannelli di vario materiale

Questo tipo di parete garantisce una efficace protezione dall'umidità, una migliore coibenza, e grazie al movimento d'aria nell'intercapedine una notevole azione di raffrescamento estivo della parete.


Vetrate strutturali

Le vetrate strutturali costituiscono un tipo particolare di facciata continua in cui le lastre di tamponamento sono ancorate ad una struttura metallica mediante l'incollaggio con speciali adesivi siliconici, che garantiscono l'aderenza e nel contempo permettono i movimenti di dilatazione. Sono state considerate come una soluzione idonea a risolvere i delicati problemi d'inserimento di nuovi edifici in ambienti da salvaguardare come i centri storici.





























INFISSI ESTERNI

Gli infissi esterni svolgono un ruolo fondamentale perché incidono sulle possibilità di fruizione degli ambienti e di controllo degli scambi energetici con il contesto climatico esterno. Essi infatti proteggono gli spazi interni quando la situazione climatica è sfavorevole e consentono il passaggio della luce e dell'aria.

Gli infissi esterni si suddividono in:

SERRAMENTI ESTERNI, distinti in:

Finestre: quando hanno la funzione principale di permettere la ventilazione degli ambienti e il passaggio dell'energia radiante, consentendo l'illuminazione  naturale e la visibilità tra gli spazi interni ed esterni.

Porte finestre: quando assommano alle funzioni delle finestre quella di consentire il passaggio di persone.

Porte: quando hanno la funzione principale di controllare o impedire il passaggio di persone e oggetti, ovvero di proteggere dalle intrusioni.

SCHERMI: hanno la funzione principale di controllare o impedire l'illuminazione naturale, il passaggio dell'energia radiante e la visuale tra l'interno e l'esterno, tramite i seguenti elementi disposti sulle chiusure esterne:

Persine avvolgibili;

Frangisole;

Tende;

Veneziane.

I materiali utilizzati sono principalmente:

LEGNO: Le essenze  di legno più utilizzate per le finestre sono l'abete rosso, il castagno, il rovere e il larice. Gli spessori più comuni sono da 45 a 50 mm; il legname deve essere scevro da nodi e a lunga stagionatura. La finitura superficiale può essere realizzata con una verniciatura trasparente oppure coprente: la prima viene applicata nel caso di legnami di buone caratteristiche di aspetto, privi di nodi e con venature sottili e regolari. Spesso vengono inseriti in questo tipo di infisso doppi vetri o vetri camera.

ALLUMINIO: la tecnica di realizzazione dei serramenti metallici ha raggiunto ottimi livelli di qualità grazie all'impiego di speciali profilati in lega di alluminio prodotti per estrusione. Esistono in commercio profili di forme complesse e articolate adatte alla realizzazione di diversi tipi di serramenti (a battenti, scorrevoli, saliscendi ecc.).




















CHIUSURE SUPERIORI






Quadro esigenziale




Resistenza ai carichi: l'esigenza principale di una copertura è quella di resistere ai carichi permanenti ed accidentali (neve) a cui è soggetta, oltre al peso proprio.


Tenuta all'acqua: la parola copertura già include il fatto di contenere gli agenti atmosferici; una copertura deve avere un manto impermeabile, in grado di non permetterne il passaggio all'interno dell'edificio dell'acqua, e delle precipitazioni in generale.


Defluire delle precipitazioni: una copertura deve essere in grado di far defluire le acque e non permetterne il passaggio all'interno dell'edificio; questo avviene attraverso apposite gronde che raccolgono l'acqua e la conducono a terra o nelle fognature;


Isolamento termico: una copertura deve essere un buon coibente, in modo da evitare sbalzi termici eccessivi all'interno dell'edificio, e in modo da ridurre al minimo le spese di riscaldamento.


Resistenza al fuoco: è importante adottare dei materiali resistenti al fuoco; questo perché, in caso d'incendio, una copertura non deve crollare sull'intero edificio, con conseguenze disastrose.


Reazione al fuoco: una copertura deve avere il potere di non innescare reazioni fisico-chimiche dei suoi materiali in presenza di un incendio.


Design estetico: una copertura deve essere apprezzabile esteticamente; questo può essere realizzato tramite l'inclinazione delle falde, l'uso del tetto piano o la differente scelta dei materiali utilizzati.













LE COPERTURE

Le coperture sono essenzialmente costituite di uno strato superficiale, denominato manto di coperture, che garantisce la tenuta all'acqua, e di una struttura portante, che sorregge il manto; quando necessario possono esservi inseriti altri strati aventi funzione di isolamento termico. In base ai materiali impiegati per il manto le coperture sono normalmente classificate nel modo seguente:

COPERTURE DISCONTINUE: sono quelle il cui manto è realizzato con elementi di vari materiali che garantiscono la tenuta all'acqua grazie al modo con cui sono collegati e alla pendenza che assumono rispetto al piano orizzontale.



COPERTURE CONTINUE: sono quelle il cui manto è realizzato con prodotti sfusi o con elementi di grande superficie saldati insieme durante la posa in opera, in modo da garantire la tenuta per qualsiasi pendenza del manto.

In base alla pendenza le coperture possono essere denominate:

tetti a falde, costituiti da una o più falde dotate di adeguata pendenza, in relazione al tipo di manto impiegato, e variamente conformate;

tetti piani, costituiti da superfici con pendenze minime per assicurare l'allontanamento dell'acqua verso gli scarichi.


Tetti a falde

Il tetto a falde è composto da piani di copertura inclinati che scaricano il peso sulle linee perimetrali dell'edificio. La linea che collega la parte superiore delle diverse falde e detta colmo, mentre le linee oblique che separano lateralmente una falda dall'altra sono dette displuvi o compluvi a seconda che tendano ad allontanare le acque o a raccoglierle.

L'inclinazione delle falde è legata a fattori geografici e costruttivi.

In base alla composizione degli strati le coperture a falde possono essere così classificate:

coperture non isolate e non ventilate;

coperture non isolate e ventilate;

coperture isolate e non ventilate (tetto caldo);

coperture isolate e ventilate (tetto freddo)

Le coperture isolate e non ventilate rappresentano la soluzione usualmente adottata nel caso di sottotetti abitabili. Quelle isolate e ventilate (tetto freddo) sono invece adatte per creare migliori condizioni ambientali nei locali situati all'ultimo piano dell'edificio, perché nella stagione estiva  la ventilazione facilita lo smaltimento del calore accumulato per irraggiamento.

La struttura portante dei tetti a falde può essere costituita da :

orditura di legno

solai in calcestruzzo armato.


Tetti in legno

L'orditura in legno può assumere due configurazioni principali:

orditura alla piemontese, costituita da travi inclinate, dette falsi puntoni, poggianti sulle pareti perimetrali e sulla parete di spina in corrispondenza del colmo. In assenza del muro di spina i falsi puntoni poggiano su una trave di colmo  sostenuta da pilastri:

orditura alla lombarda, costituita da terzere, disposte orizzontalmente e poggiate su capriate opportunamente intervallate oppure su pareti trasversali alla pianta dell'edificio.

Le essenze maggiormente impiegate per la realizzazione dell'orditura dei tetti sono uil larice e l'abete.

Sopra questa orditura viene posta una seconda orditura formata da listelli disposti a determinati interassi a seconda degli elementi del manto di copertura.





Solai di copertura di calcestruzzo armato

La struttura di sostegno delle falde può essere costituita da solai e solette di calcestruzzo armato.

Queste soluzioni offrono alcuni importanti vantaggi, come quello di evitare le operazioni di manutenzione tipiche delle orditure di legno e quello di ottenere un migliore livello di inerzia termica della copertura. Per quest'ultima ragione sono particolarmente adatte nel caso dei sottotetti abitabili; esse comportano però maggiori costi di esecuzione, specialmente quando il tetto presenta una forma che richieda casserature complesse.

La posa del manto di copertura può essere realizzata mediante:

la formazione di cordoli di malta, disposti parallelamente alla linea di gronda, secondo le distanze previste per il posizionamento delle tegole. Questa soluzione non consente ovviamente di inserire uno strato isolante sotto il manto.

Una listellatura di legno, disposta secondo le distanze previste per posizionare le tegole, e una eventuale controlistellatura, fissata sull'estradosso del solaio. Questa soluzione permette di creare una migliore ventilazione sottotegola o di inserire tra i controlistelli uno strato isolante sotto il manto.


Manti di copertura

I manti di copertura possono essere realizzati con l'uso di diversi materiali, in particolare si distinguono:

Coperture di tegole di laterizio: sono le tegole maggiormente apprezzate ve ne sono di vari tipi le più diffuse nel nostro paese sono: i coppi, le marsigliesi, le olandesi, e le portoghesi.

Coperture di tegole di cemento: hanno gli stessi impieghi delle tegole di laterizio, nonostante ciò sono meno diffuse, le principali sono: coppi di Francia, coppi di Grecia, tegole doppia romana.

Coperture di lastre di pietra: sono coperture realizzate mediante materiali lapidei, le principali sono quelle in ardesia, particolarmente diffuse in Liguria, e quelle di  lastre di pietra usate soprattutto nelle località di montagna.

Coperture di tegole bituminose: denominate anche tegole canadesi, consentono la realizzazione di falde con superfici molto complesse e irregolari aventi pendenze tra il 20% e la verticale.

Coperture di lamiere grecate: molto utilizzate per la copertura di capannoni ed edifici industriali, possono essere disposte con qualsiasi pendenza.

Coperture di rame: consentono di realizzare superfici molto complesse, grande resistenza agli agenti atmosferici e particolarmente gradevole l'aspetto superficiale. Per una corretta posa è necessaria una mano d'opera esperta.

Tetti piani

I tetti piani sono caratterizzati da una pendenza molto contenuta, strettamente necessaria per assicurare l'allontanamento dell'acqua verso gli scarichi, tale pendenza deve essere minore del 5%.

Essi necessitano di un sistema di impermeabilizzazione costituito da un insieme di strati integrati tra loro la cui scelta deve essere fatta tenendo conto di diversi fattori, tra i quali si possono citare:

condizioni climatiche del luogo in cui è situato l'edificio;

grado di accessibilità alla copertura  e conseguente entità e natura dei carichi agenti;

necessità di isolare termicamente l'ambiente interno.

A seconda del tipo di fruizione i tetti piani possono essere:

tetti piani non praticabili: quando non sono normalmente accessibili alle persone se non per operazioni di manutenzione.

Tetti piani praticabili: quando sono accessibili alle persone, perché adeguatamente protetti contro il rischio di cadute e dotati di pavimentazione.

I tipi di coperture piane più comunemente realizzati sono:

tetto piano non isolato

tetto piano isolato

tetto a giardino

tetto carrabile.

Tetto piano non isolato

È il tipo di tetto piano normalmente impiegato nella copertura di locali non riscaldati di varia destinazione. L'assenza dello strato isolante permette di realizzare l'impermeabilizzazione con sistemi molto semplici.


Tetto piano isolato

Viene disposto a protezione di locali abitati dei quali deve garantire, oltre alla tenuta all'acqua, l'isolamento termico e la creazione di sufficienti condizioni di benessere per l'utenza. Esistono diverse possibilità di composizione degli strati della copertura, a seconda che vengano adottate le soluzioni a tetto caldo, a tetto freddo o a tetto rovescio.


Tetto a giardino

I tetti piani vengono talvolta sistemati a giardino, disponendo al di sopra del sistema di impermeabilizzazione uno strato di terra sufficiente per le colture vegetali previste. La soluzione è particolarmente apprezzata sulle coperture dei bassi fabbricati o delle autorimesse interrate e contribuisce a rendere più gradevoli i cortili interni degli isolati e taluni spazi urbani.


Tetto carrabile

Non si differenzia particolarmente dal tetto piano di una terrazza se non per lo strato superficiale della pavimentazione che deve essere realizzato in conglomerato cementizio armato o con altro materiale di adeguata resistenza al passaggio dei veicoli.































PARTIZIONE INTERNA VERTICALE








Quadro esigenziale




Potere fonoisolante Le partizioni interne devono impedire una eccessiva trasmissione sonora, in particolar modo tra alloggi confinanti;



Resistenza agli urti le pareti non devono subire rotture se sottoposte a urti di lieve intensità



Resistenza ai carichi sospesi Una parete interna deve permettere che l'utente la utilizzi per appendere su di essa oggetti di peso non eccessivo



Resistenza al fuoco tali chiusure devono avere una resistenza al fuoco di una certa durata; questo per permettere alle persone competenti di placare l'incendio prima della combustione dei vari elementi.























PARETI INTERNE VERTICALI

La funzione principale delle pareti interne (o tramezzi) è quella di conformare lo spazio interno degli edifici e di ripartirlo in locali con funzioni specifiche.

Le pareti interne di più comune impiego sono:

PARETI SEMPLICI: costituite da uno strato di elementi intonacati oppure da lastre sostenuti da una orditura. Si dividono in:

Pareti di mattoni o blocchi;

Pareti di lastre montati su orditura

Pareti di pannelli

PARETI DOPPIE, costituite essenzialmente da due strati con intercapedine di aria per migliorare l'isolamento acustico.

PARETI MOBILI, costituite da elementi modulari intercambiabili per organizzare gli spazi interni in base alle esigenze di servizio.


Pareti di mattoni o blocchi

I materiali di più comune impiego per la realizzazione delle pareti interne sono:

mattoni semipieni e forati di laterizio;

tramezze

blocchi di laterizio

blocchi di cls leggero.

Gli elementi sono disposti in opera in modo da realizzare muri di spessore limitato, che di solito vengono dotati di una finitura superficiale a intonaco.


Pareti di lastre montate su orditura

Sono normalmente realizzate con lastre di cartongesso fissate con viti sulle due facce di una intelaiatura di profili di lamierino zincato. L'orditura è costituita da guide orizzontali a pavimento e a soffitto, e da montanti verticali. Nell'intercapedine tra le due lastre possono essere inserite le canalizzazioni degli impianti o uno strato coibente per migliorare l'isolamento acustico.

Queste pareti sono molto leggere, sono di rapida posa tanto da non richiedere l'applicazione dell'intonaco e sono facilmente demolibili.






















PARTIZIONI INTERNE INCLINATE






Quadro esigenziale



Coefficiente d'attrito Al fine di rendere sicuro il transito delle persone le partizioni interne inclinate devono sviluppare un adeguato attrito.


Resistenza ai carichi Tale partizione deve avere una determinata resistenza in modo da poter essere utilizzata in piena sicurezza


Resistenza all'abrasione Il transito delle persone non deve determinare un'alterazione dell'aspetto o una asportazione del materiale


Resistenza al fuoco Essendo parte integrate di un edificio la partizione interna dovrà avere una adeguata resistenza al fuoco conservando per un determinato periodo di tempo le caratteristiche di stabilità meccaniche.

























LE SCALE

la scala è un elemento edilizio che permette il collegamento fra piani poste a quote diverse tramite una serie di gradini formati da un elemento orizzontale, la pedata, e da un elemento verticale l'alzata. Lo spazio in cui essa è inserita (vano scala) costituisce il nucleo dei collegamenti verticali dell'elemento edilizio.

A seconda della loro conformazione geometrica si distinguono i seguenti tipi di scale:

SCALE A UNA RAMPA, costituite da una successione continua di gradini

SCALE A DUE RAMPE, quando la successione di gradini è interrotta da un pianerottolo di riposo, generalmente in posizione intermedia.

SCALE TRE RAMPE;

SCALE A QUATTRO RAMPE;

SCALE A RAMPA CURVA:

Scale a chiocciola, sostenute da un anima cilindrica centrale;

Scale elicoidali, sostenute a sbalzo dalla parete esterna;

SCALE DI GRANDE PENDENZA, sono tipici esempi le scale retrattili e le scale alla marinara;

In determinati casi, il collegamento tra i piani situati a diverso livello può essere realizzato mediante rampe costituite da un piano inclinato, anziché da gradini.

Le dimensioni dei gradini normalmente adottate nelle scale comuni degli edifici sono di 16-17 cm per le alzate e di 29-31 cm per le pedate.

2a +p = 62-64 cm

La larghezza e la lunghezza delle rampe varia in relazione al numero di persone previsto come utente. Per la larghezza generalmente si tiene conto di 60 cm per persona, è buona norma non eccedere nella larghezza delle rampe e prevedere mancorrenti intermedi per rampe di lunghezza maggiore di 220 cm.

Altra norma da rispettare è che non vi devono essere più di 15 scalini consecutivi senza pianerottolo.

Bisogna infine ricordare che deve essere sempre disponibile per il passaggio un'altezza netta di 2-2.20m lungo tutto il loro percorso.






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