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La gomma - Pneumatici e gomma

tecnica



La gomma


Pneumatici e gomma


Gran parte dei mezzi di trasporto si muove su ruote gommate. La scoperta della gomma è stata di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'automobile e di tutti i mezzi di trasporto su strada. Di contro, se l'automobile non avesse conosciuto l 545c29f o straordinario successo che ha avuto, la gomma sarebbe certo stata utilizzata di meno: gli autoveicoli da soli assorbono l'80% circa della produzione mondiale di gomma.

Abbiamo accennato a una sola - la principale - applicazione della gomma, ma l'umanità si è ormai abituata ad adoperarla in moltissime occasioni, sfruttandone al meglio le caratteristiche, come avviene per ogni scoperta e invenzione, per crearsi una vita sempre più comoda.


Scoperta e prime applicazioni della gomma




In Europa si sentì parlare per la prima volta della gomma allo stato grezzo poco dopo la scoperta dell'America, ma lo studio scientifico del nuovo prodotto doveva iniziare solo all'inizio del XVIII secolo. Fu infatti nel 1736 che lo studioso francese Charles-Marie de La Condamine - che si trovava nell'America meridionale al seguito di una spedizione scientifica - inviò da Quito, capitale dell'Ecuador, all'Accademia delle scienze di Francia alcuni campioni di gomma, informando che gli indios ottenevano questo materiale, sotto forma di lattice, dall'incisione di una pianta.


Caucciù e plastica


Tale pianta, coltivata in tutta la fascia tropicale e che gli indigeni chiamavano hevé, appartiene alla famiglia delle Euforbiacee e venne poi classificata come Hevea brasiliensis dal nome indigeno della famiglia. Gli indigeni chiamavano inoltre cauhchu, cioè "lacrime d'albero", il lattice ricavato da questa pianta.

A partire da quell'epoca, il cauhchu (italianizzato in caucciù) divenne oggetto di numerose ricerche, ma fino al 1820 circa esso non fu usato che come gomma da cancellare. Spetta all'industriale chimico scozzese Charles Macintosh il merito di avere ottenuto dal caucciù i primi tessuti impermeabilizzati. Questi tessuti gommati - chiamati per molto tempo macintosh o mackintosh - presentavano però l'inconveniente di diventare fragili a basse temperature e appiccicaticci ad alte.

Fu uno studioso americano, diventato in seguito assai famoso proprio grazie a questa scoperta, Charles Goodyear, che nel 1839 riuscì a trovare la sostanza in grado di eliminare tali inconvenienti. Goodyear, infatti, scoprì che lo zolfo, aggiunto in appropriate quantità al caucciù greggio, lo rendeva compatto e non più attaccaticcio e consentiva di ottenere, per alte percentuali e con più alte temperature, un prodotto duro come la pietra. Era nato il processo di vulcanizzazione della gomma.

Le richieste di gomma, date le sue molteplici applicazioni, divennero sempre più pressanti e a metà del secolo scorso scoppiò la cosiddetta febbre del caucciù, dovuta al fatto che alla crescente domanda del prezioso prodotto corrispondeva una produzione globale che si aggirava appena sulle 400 tonnellate all'anno. Da ogni parte dell'Europa calarono in Brasile migliaia di uomini che speravano di guadagnare ingenti cifre raccogliendo il prezioso lattice: costoro, che si affiancarono ai raccoglitori indigeni, adottarono per la raccolta gli stessi metodi rudimentali.


Le foreste tropicali


Il Brasile, tuttavia, non doveva conservare per molti anni il monopolio delle piante gommifere. Infatti, se per lungo tempo i tentativi di comperare o rubare i semi dell'albero della gomma erano falliti grazie all'attenta vigilanza brasiliana, sul finire del secolo il botanico inglese Henry Wickham riuscì a impossessarsi di semi di Hevea brasiliensis e a esportarli di nascosto.

Da questi semi nacquero le piantagioni di Ceylon, della Malesia, dell'Indonesia e della Thailandia, che da sole danno il 90% circa della produzione mondiale di caucciù.

Il mondo primitivo dei raccoglitori è stato oggi perfezionato e industrializzato.




Fase di lavorazione della gomma


Raccolto il lattice, il caucciù viene liberato dal siero con vari procedimenti chimici, quindi messo in vasche contenenti acqua calda che lo libera dalle impurità solubili. Viene quindi passato in macchine, dette calandre, che lo riducono in fogli sottilissimi, mentre un getto d'acqua seguita a lavarlo. I fogli di gomma, asciugati ed essiccati, vengono addizionati con sostanze varie inerti e se necessario colorati; vengono infine masticati, cioè fatti passare in calandre con i cilindri riscaldati che hanno il compito di rendere più omogeneo possibile il prodotto. Così preparato, il caucciù è pronto per essere vulcanizzato.

La vulcanizzazione, cioè il trattamento con zolfo o suoi derivati oppure con prodotti solforati, che rende il caucciù resistente agli agenti naturali e chimici, viene generalmente fatta a caldo, in grosse autoclavi ove la miscela zolfo-caucciù deve rimanere per un periodo di due ore alla temperatura di 110-150 °C e alla pressione di 3 atmosfere.

Variando opportunamente le cariche, le miscele, lo zolfo e la durata della vulcanizzazione, si ottengono i vari tipi di gomma base, da cui si ricava la lunga serie dei prodotti della gomma, che vanno dai cavi e dai pneumatici di ogni tipo agli articoli vari, tubi, nastri trasportatori, cinghie di trasmissione, suole per calzature, recipienti per acidi, articoli igienici e sanitari, articoli sportivi, impermeabili e tessuti gommati, articoli per l'industria tessile ecc.


La gomma sintetica


Fin dalla prima guerra mondiale i tedeschi cercarono di risolvere il problema della produzione della gomma in modo autonomo, e riuscirono a realizzare una gomma sintetica che era però di qualità assai scadente e più costosa di quella naturale. Venuta la pace, non aveva più alcun senso continuare a produrre cattiva gomma sintetica a quel prezzo.

Ma i chimici non si diedero per vinti e decisero di sperimentare nuove vie. Partendo dall'acetilene - il gas col quale si facevano funzionare un tempo le lampade - che si ottiene facendo reagire l'acqua sul carburo di calcio, e attraverso una serie di composti intermedi molto complessi, arrivarono a un prodotto simile al lattice che fu chiamato buna. Un altro procedimento impiegava come materia prima l'alcol, per arrivare a un prodotto quasi analogo alla buna, pur seguendo un processo completamente diverso di produzione.

Gli sforzi furono premiati. Se con i pneumatici di gomma sintetica, fabbricati durante la prima guerra mondiale dai tedeschi, l'imperatore Guglielmo II aveva potuto percorrere solo 1500 km prima che si sfasciassero, nella seconda guerra mondiale le macchine fornite di pneumatici di gomma sintetica percorsero più di 55 000 km, vale a dire il doppio di quanto si può percorrere con i migliori pneumatici di caucciù naturale. Ma il fatto più interessante era che i pneumatici ottenuti con questi tipi di gomma sintetica costavano quanto quelli di gomma naturale.

Non solo, trattandosi di prodotti sintetici c'era il vantaggio di poterli opportunamente modificare secondo l'applicazione alla quale erano destinati.

La produzione mondiale della gomma sintetica è andata così sviluppandosi con sempre maggior vigore. Attualmente i maggiori produttori sono gli Stati Uniti, il Canada e la Germania.







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