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Semiotica - Fonetica, Fonologia, Fonotassi

lingue



Semiotica lo studio dei segni, delle loro caratteristiche e delle leggi che ne regolano funzioni e usi


I primi studi sui segni sono stati portati avanti dai filosofi greci, come Platone e Aristotele, ma, solo dal II secolo a.C. si è iniziato a parlare di una vera e propria materia di studio quando Claudio Galeno ha chiamato semeiotica lo studio dei sintomi medici.

Nel medioevo l'uso dei segni ha interessato lo studio del mondo e in particolare del linguaggio, ma ha iniziato ad essere un qualcosa di omogeneo solo con i filosofi inglesi e tedeschi, come Locke e Lambert, che hanno parlato di logica.

Si inizia a parlare di semiotica tra l'800 e il 900 con Saussure e Peirce. Inizialmente i loro studi erano considerati separatamente, Saussure si occupava di semiologia e Peirce di semiosi, ma entrambi fanno ormai parte della semiotica.

La semiotica e stata istituzionalizzata negli anni 60 quando, in seguito alla pubblicazione di un'opera di Barthes, è diventata materia universitaria.




La semiotica è lo studio dei segni e, più nello specifico, Eco ne parla come una scienza che studia i segni in termini di significazione e comunicazione.

Con significazione si indica il fatto che qualcosa sta per qualcos'altro, rappresenta la possibilità di legare eventi di ordine intellettuale a eventi di ordine sensoriale. Proprio in questo rimando tra concetti e parole sta la comunicazione.


Rifacendosi al medioevo si può individuare una tripartizione della semiotica:

-& 616c23g nbsp;    Sintattica studio dei segni in relazione ad altri segni

-& 616c23g nbsp;    Semantica studio dei segni in relazione ad oggetti

-& 616c23g nbsp;    Pragmatica studio dei segni in relazione ad interpreti

Però, con Eco, ci si rende conto del fatto che non si può prescindere dal contesto e si delinea una nuova tripartizione:

-& 616c23g nbsp;    Generale studio dei segni e dei testi

-& 616c23g nbsp;    Specifica studio della grammatica di un tipo di segni o di testi

-& 616c23g nbsp;    Applicata tecniche interpretative e critiche


Fonetica studio dei suoni prodotti dall'apparato fonatorio sotto diversi aspetti:

-& 616c23g nbsp;    Articolatoria come vengono articolati i suoni

-& 616c23g nbsp;    Acustica i suoni come insieme di onde sonore veicolate dall'aria

-& 616c23g nbsp;    Uditiva i suoni come sono percepiti dall'apparato uditivo

-& 616c23g nbsp;    Forense riconoscimento dei parlanti


I suoni in base al luogo di articolazione si distinguono in:

-& 616c23g nbsp;    Sordi o sonori i primi quando le corde vocali sono separate e l'aria passa liberamente, i secondi nel caso in cui l'aria passando faccia vibrare le corde vocali

-& 616c23g nbsp;    Bilabiali labbra

-& 616c23g nbsp;    Labiodentali labbra e denti

-& 616c23g nbsp;    Interdentali spazio fra i denti

-& 616c23g nbsp;    Dentali denti superiori

-& 616c23g nbsp;    Alveolari arcata alveolare

-& 616c23g nbsp;    Palatali o alveopalatali palato

-& 616c23g nbsp;    Velari velo o palato molle

-& 616c23g nbsp;    Uvulari ugula

-& 616c23g nbsp;    Glottidali glottide

-& 616c23g nbsp;    Laringali laringe


I suoni in base al modo di articolazione si distinguono in:

-& 616c23g nbsp;    Occlusivi occlusione completa

-& 616c23g nbsp;    Fricativi blocco quasi completo

-& 616c23g nbsp;    Affricativi breve occlusione

-& 616c23g nbsp;    Nasali abbassamento del velo

-& 616c23g nbsp;    Laterali chiusura laterale

-& 616c23g nbsp;    Vibranti o monovibranti chiusura mediante vibrazione

-& 616c23g nbsp;    Semivocalici influenza della vocale seguente


Questo vale per le consonante, ma un lavoro simile può essere applicato anche alle vocali. Le vocali sono generalmente classificate come sonore e, in base al luogo di articolazione, si distinguono in anteriori, posteriori, alte o basse.


Fonologia studio dei fonemi e non dei foni, cioè dell'aspetto astratto dei suoni e non del modo in cui questi sono articolati.

Si tratta di stabilire quali sono i fonemi caratteristici di una lingua, come si combinano tra essi e come cambiano quando si combinano.


I fonemi sono considerate come unità minime di una lingua che svolgono tra loro una funzione contrastiva.

Sono identificati attraverso la prova di commutazione. Se due suoni posti nella stessa posizione fanno si che cambi il significato della parola, allora sono considerati realizzazioni foniche di due diversi fonemi; se il significato della parola non cambia allora sono due realizzazioni foniche di uno stessa fonema e prendono il nome di allofoni.

I fonemi vengono individuati utilizzando coppie minime o serie minime.


Fonotassi studio delle unità superiori ai fonemi. Si prende in considerazione prima di tutto la sillaba.

La sillaba classica è formata da una consonante (attacco sillabico) e da una vocale (rima). Si hanno poi rime più complesse, ad esempio possono iniziare con due consonanti (attacco policonsonantico) o avere rime formate da una vocale (nucleo) e una consonante (coda).

La sillaba del tipo CV è detta aperta, quella CVC è detta chiusa.


Nel parlare spesso unità foniche diverse si trovano sovrapposte secondo due processi:

-& 616c23g nbsp;    Assimilazione un'unità fonica prende in prestito, o copia, alcune caratteristiche dall'unità fonica vicina

-& 616c23g nbsp;    Elisione omissione di un segmento fonico


Origine delle parole

-& 616c23g nbsp;    Coniazione le parole vengono inventate (aspirina)

-& 616c23g nbsp;    Prestito le parole sono prese in prestito da un'altra lingua (alcool dall'arabo)

-& 616c23g nbsp;    Calco traduzione letterale di un prestito (grattacielo da skyscraper)

-& 616c23g nbsp;    Combinazione unione di parole che solitamente sono separate (capoclasse)

-& 616c23g nbsp;    Incrocio unione di parti di parole (modem, da modulator e demodulator)

-& 616c23g nbsp;    Abbreviazione (bici da bicicletta)

-& 616c23g nbsp;    Retroformazione alcune parole sono considerate base di parole derivate, mentre in realtà è il contrario. Un caso particolare sono le forme ipocoristiche (movie da movie pictures)

-& 616c23g nbsp;    Acronimi parole formate dalle iniziali di altre parole (fip da federazione italiana pallacanestro

-& 616c23g nbsp;    Conversione parole che cambiano la loro classe grammaticale

-& 616c23g nbsp;    Derivazione parole che cambiano con l'uso di affissi (prefissi, suffissi e infissi)


Morfologia essendo limitativo definire la parola come insieme di elementi non divisi da spazi bianchi, si è iniziato a parlare di parole come insieme di elementi al cui interno non possono essere inseriti altri elementi.

Questi elementi sono i morfemi, cioè unità minime dotate di significato o funzione grammaticale che sono identificati per mezzo della segmentazione, cioè con un processo di comparazione all'interno del quale il numero di morfemi individuati dipende dal corpus di parole analizzate.


I morfemi possono essere:

-& 616c23g nbsp;    Lessicali

-& 616c23g nbsp;    Grammaticali

Entrambi si dividono in:

-& 616c23g nbsp;    Liberi

-& 616c23g nbsp;    Legati

Nel caso dei grammaticali quelli liberi sono detti funzionali e sono una classe chiusa di parole (articoli, preposizioni, congiunzioni), mentre quelli legati possono essere:

-& 616c23g nbsp;    Derivazionali cambia la funzione grammaticale se si usano suffissi, il significato lessicale se si usano prefissi e infissi

-& 616c23g nbsp;    Flessivi non cambia ne la funzione grammaticale e il significato lessicale e sono formati per lo più tramite suffissi


Questa classificazione si presta senza problemi ai morfemi sequenziali, ma si possono presentare dei problemi in altri casi:

-& 616c23g nbsp;    In altre lingue, come l'inglese, ci sono dei morfemi non sequenziali o a pettine e, nel caso si vogliano studiare, bisogna considerare gli elementi vocalici che possono essere inseriti tra quelli consonantici

-& 616c23g nbsp;    Anche in italiano ci sono parole che non si prestano alla segmentazione (bene e migliore

Quindi non si possono considerare i morfemi come unità minime dotate di significato o funzione grammaticale, ma devono essere visti come concetti astratti che si realizzano in morfi. Sono quindi i morfi a formare le parole.


Si possono avere più morfemi per un morfo, come nel caso della copula, o più morfi per un morfema. In questo caso si parla di allomorfi.


Si può parlare di tre diversi tipi di grammatica:

-& 616c23g nbsp;    Mentale conoscenza inconscia dei parlanti

-& 616c23g nbsp;    Prescrittiva come galateo linguistico

-& 616c23g nbsp;    Descrittiva analisi strutturale degli elementi che fanno parte di una lingua


Grammatica descrittiva al suo interno si può parlare sia si sintassi che di semantica.


Sintassi studia le regole che ci permettono di capire se un testo e bene o mal formato.

Al suo interno si può parlare di:

-& 616c23g nbsp;    Sintagmi nel caso in cui gli elementi abbiano relazioni unilaterali

-& 616c23g nbsp;    Frasi nel caso in cui gli elementi abbiano relazioni reciproche


I sintagmi possono essere:

-& 616c23g nbsp;    Preposizionale SN + preposizione

-& 616c23g nbsp;    Nominali nome + (articolo, aggettivo.) L'elemento che può star da solo, cioè gode dalla proprietà dell'enunciabilità in isolamento, è detto testa del sintagma

-& 616c23g nbsp;    Verbali verbo + diversi elementi. Il numero degli elementi dipende dal valore del verbo


Le frasi possono essere:

-& 616c23g nbsp;    Semplici SV + SN

-& 616c23g nbsp;    Complesse frasi che hanno al loro interno altre frasi

Le frasi sono descritte in diversi modi:

-& 616c23g nbsp;    Diagramma orizzontale

-& 616c23g nbsp;    Frasi etichettate

-& 616c23g nbsp;    Diagramma ad albero è il più usato e permette di evidenziare le regole a struttura sintagmatiche e le regole lessicali


La produttività ci mostra come, attraverso regole a strutture sintagmatiche e regole lessicali possiamo lavorare con la grammatica generativa, cioè costruire tutte le frasi possibili di una lingua. Caratteristiche di questa grammatica sono:

-& 616c23g nbsp;    Ricorsività: si possono costruire sempre nuove frasi inserendo nuove frasi all'interno di una frase data

-& 616c23g nbsp;    Equivalenza di forme diverse: frasi con una struttura superficiale diversa possono avere una struttura profonda uguale (attivo e passivo)

-& 616c23g nbsp;    Ambiguità: alcune frasi possono avere una struttura superficiale che si presta a diverse interpretazioni


Semantica si occupa del significato dei segni e si basa su due filoni di studio:

-& 616c23g nbsp;    Teoria filosofico-analitica i significati delle parole si riferiscono agli oggetti (lingua come nomenclatura) e i significati delle frasi dipendono dalla loro veridicità (ci sono però frasi che non sono né vere né false)

-& 616c23g nbsp;    Teoria semio-linguistica il significato è considerato interno al segno e non esterno, e può essere dipendente (associativo) o indipendente (convenzionale) dal contesto


La semantica si preoccupa di vedere come i significati dei termini sono fra loro relazionati:

-& 616c23g nbsp;    Omofonia due termini hanno la stessa pronuncia, ma una diversa grafia e i significati non hanno alcuna relazione reciproca (meet - meat)

-& 616c23g nbsp;    Omonimia due termini hanno la stessa pronuncia e la stessa grafia, ma i significati non hanno alcuna relazione reciproca (pesca - pesca)

-& 616c23g nbsp;    Polisemia o metafora due termini hanno significati analoghi (leone)

-& 616c23g nbsp;    Contingenza o metonimia due termini hanno significati contingenzi, e, proprio la contingenza giustifica lo spostamento del senso (contenitore per contenuto: bere un bicchiere). Un particolare caso è la sineddoche (la parte per il tutto: avere un tetto)

-& 616c23g nbsp;    Iponimia e Iperonimia significati graduali, dal meno generale (iponimo) al più generale (iperonimo). L'affermazione dell'iponimo implica necessariamente l'iperonimo, ma non vale il contrario (uomo - essere vivente)

-& 616c23g nbsp;    Complementarità due termini hanno significati opposti in modo non graduale, quindi la negazione dell'uno implica l'affermazione dell'altro (vivo - morto)

-& 616c23g nbsp;    Antonomasia significati opposti in modo non graduale, quindi la negazione dell'uno non implica l'affermazione dell'altro (bianco - nero)

-& 616c23g nbsp;    Sinonimia significati simili (via - strada)

-& 616c23g nbsp;    Prototipi significati dati da tratti comuni


La semantica si preoccupa anche di stabile come il significato può essere descritto:

-& 616c23g nbsp;    Ruoli semantici:

o& 616c23g nbsp;  nel caso di verbi che descrivo azioni abbiamo:

§& 616c23g nbsp;    agente: soggetto dell'azione, in nominativo

§& 616c23g nbsp;    tema: oggetto dell'azione, in accusativo

§& 616c23g nbsp;    strumento: mezzo usato per l'azione, in ablativo

o& 616c23g nbsp;  nel caso di verbi che esprimono sentimenti abbiamo:

§& 616c23g nbsp;    esperiente: soggetto dell'azione, in nominativo

§& 616c23g nbsp;    tema: oggetto dell'azione, in accusativo

§& 616c23g nbsp;    locativo: luogo in cui si compie l'azione

§& 616c23g nbsp;    fonte: da dove parte l'azione

§& 616c23g nbsp;    meta: dove arriva l'azione

-& 616c23g nbsp;    Semantica a tratti considera le parole come contenitori il cui significato è dato dall'insieme di tratti che contengono. I tratti sono quindi elementi necessari e sufficienti a stabilire il significato di una parola.


Pragmatica studio di come vengono interpretati i significati. Individua nei termini alcune caratteristiche:

-& 616c23g nbsp;    Deissi certi concetti non possono essere capiti indipendentemente dal contesto, espresso dai termini deittici. La deissi può essere:

o& 616c23g nbsp;  Personale: espressa con i pronomi personali

o& 616c23g nbsp;  Temporale: avverbi di tempo

o& 616c23g nbsp;  Spaziale: avverbi di luogo, pronomi dimostrativi, verbi di movimento

-& 616c23g nbsp;    Riferimento diversamente dalla deissi non è una proprietà della parola, ma del parlante e permette di parlare di qualcosa senza conoscerlo

-& 616c23g nbsp;    Anafora e catafora sono riferimenti interni al testo, a parti precedenti anafora (ana: sopra, fora: da fero, portare) o a parti seguenti catafora (cata: sotto)

-& 616c23g nbsp;    Presupposizioni spesso il parlante da per scontato che il parlante conosca già certe cose e le omette. Questo si può fare grazie all'esistenza di attivatori presupposizionali (verbi fattivi, implicativi, di cambiamento, di giudizio; subordinate relative, temporale, controfattuali; descrizioni definite, domande introdotte da chi, dove, cosa, quando, perché, espressioni iterative). La presenza di attivatori presupposizionali è verificata dal test della costanza sotto negazione: se la negazione di una frase mantiene la presupposizione allora nella frase c'è un attivatore presupposizionale

-& 616c23g nbsp;    Atti linguistici da quando John Austin nel 1960 ha sottolineato come il linguaggio serve, non solo a comunicare e significare, ma anche a far fare, si sono analizzati gli atti linguistici:

o& 616c23g nbsp;  Diretti:

§& 616c23g nbsp;    Rappresentativi: dare giudizi su uno stato di cose

§& 616c23g nbsp;    Direttivi: far fare qualcosa a qualcuno

§& 616c23g nbsp;    Commissivi: impegnarsi a fare qualcosa

§& 616c23g nbsp;    Espressivi: esprimere lo stato psicologico del parlante

§& 616c23g nbsp;    Dichiarativi: costruire o modificare una realtà sociale

o& 616c23g nbsp;  Indiretti: se non è riconosciuta una gerarchia fra i parlanti non si possono dare ordini diretti, si usano quindi quelli indiretti per tenere una forma di cortesia


La pragmatica si preoccupa anche di vedere quando un insieme di frasi può essere considerato un testo:

-& 616c23g nbsp;    Coesione sintattica collegamenti sintatticamente validi tra i termini

-& 616c23g nbsp;    Coerenza semantica costruzione semanticamente coerente

-& 616c23g nbsp;    Intenzionalità il testo deve contenere le intenzioni dell'autore, perché il semplice fatto di contenerle gli da un significato

-& 616c23g nbsp;    Accettabilità il destinatario deve cooperare con le intenzioni comunicate dall'autore

-& 616c23g nbsp;    Informatività il testo deve informare, ovviamente il grado di informazione dipende dalle circostanze

-& 616c23g nbsp;    Situazionalità alcuni testi per non essere ambigui devono essere inseriti nel giusto contesto

-& 616c23g nbsp;    Intertestualità a volta è necessario capire i riferimenti testuali interni a un testo per poterlo capire, però non sempre è indispensabile


Infine la pragmatica tiene conto del lavoro di Paul Grice che, nel 1975, parla del principio di cooperazione che deve legare i partecipanti ad una conversazione, formulando quattro massime:

-& 616c23g nbsp;    Quantità bisogna dire solo quello che è necessario, né più né meno

-& 616c23g nbsp;    Qualità non bisogna riferire informazioni non vere o non verificabili

-& 616c23g nbsp;    Relazione bisogna essere pertinenti

-& 616c23g nbsp;    Modo bisogna essere concisi

Per poter mettere in pratica il principio della cooperazione è spesso necessario attivare dei frames, cioè degli schemi basati su inferenze convenzionali.

Nelle relazioni vengono messe in atto anche delle implicazioni, che possono essere di due tipi:

-& 616c23g nbsp;    Conversazionali dipendono dalla situazioni, cambiano sempre a seconda del frame attivato

-& 616c23g nbsp;    Convenzionali sono indipendenti dalle situazioni e non sono mai annullate


SAUSSURE

Saussure lavora sulla linguistica, considerando la lingua come norma di tutti i linguaggi e mettendo le basi del suo lavoro nella distinzione tra langue e parole.

La parole è un atto linguistico individuale e irripetibile, mentre la langue è la parte sociale del linguaggio, l'insieme di regole condivise da una comunità che permettono a questa comunità di comunicare. La langue, vista come il linguaggio meno la parole, può essere studiata indipendentemente dalla parole come dimostrano le lingue morte.

Un chiarimento su questa distinzione è dato dal circuito della circolazione linguistica esposto da Prampolini, basandosi sul circuito della parole di Saussure.

Se consideriamo un soggetto, questo può da un lato produrre fonazioni o fonie, cioè suoni intesi come insiemi di onde acustiche veicolati dall'aria, dall'altro può trasmettere significazioni o segni, cioè segni che rimandano a concetti. Fonie e segni sono relativi all'ambito della parole, sono quindi degli atti linguistici individuali legati da relazioni reciproche che, però, non sono ne intuitive ne necessarie. Per capire questi rimandi è necessario considerare il modo in cui fonie e segni vengono prodotti, i primi avendo in mente immagini mentali o significanti, i secondi avendo i mente concetti o significati. Significanti e significati sono entità astratta appartenenti al campo della langue, sono cioè schemi generali e condivisibili che permettono di verificare i legami tra fonie e segni.

Questo è quanto De Mauro riassume che i legami non sono da ricercare in quello che i parlanti fanno, cioè nella parole, ma in quello che i parlanti sanno, cioè nella langue.

Detto questo si può passare al concetto di segno che Saussure considera come un'entità a due facce formata proprio dall'unione di significante e significato.

Il segno è caratterizzato principalmente dalla:

-& 616c23g nbsp;    Linearità cioè il segno è una successione di grafie o fonie, quindi si può considerare in termini di spazio e tempo

-& 616c23g nbsp;    Arbitrarietà cioè i rimandi tra significanti e significati sono immotivati, questo non vuol dire che siano mutabili, infatti, proprio l'arbitrarietà, insieme alla numerosità dei segni e alla complessità del sistema che li regola, ne garantisce l'immutabilità. Questa è l'arbitrarietà verticale, ma esiste anche quella orizzontale

o& 616c23g nbsp;  È immotivato il legame tra un significante e gli altri significanti, infatti, in italiano non c'è differenza tra la i breve e lunga (pino - pi:no), mentre provoca una differenza di significato in inglese (sip - si:p)

o& 616c23g nbsp;  È immotivato il legame tra un significato e gli altri significati, infatti, in italiano c'è differenza tra foglia e foglio, mentre in spagnolo entrambi sono detti hoja

Nonostante questo le lingue sono mutabili, come mostra la linguistica diacronica che, secondo Saussure dev'essere studiata partendo dalla parole che racchiude il germe di tutti i cambiamenti, per passare solo in un secondo momento alla langue.

Tuttavia Saussure si sofferma sulla linguistica sincronica, considerandola base della diacronica e parla dei concetti di identità e valore. Per Saussure la lingua è un sistema di valori che articola due masse amorfe, pensiero e immagini; l'identità fra gli elementi è data dal valore che viene stabilito in basse a ciò che circonda l'elemento, in termini di cose simili con cui scambiarlo e cose dissimili con cui confrontarlo.

Nella lingue si possono quindi individuare due ordini:

-& 616c23g nbsp;    Sintagmatico gli elementi hanno legami in presenzia

-& 616c23g nbsp;    Associativo gli elementi hanno legami in absentia

Secondo questa visione la lingua è composta di differenze in termini negativi, tuttavia il segno, in quanto unione di significato (negativo) e significante (negativo) dev'essere visto come positivo.

Saussure delinea quindi la semiologia che studia la vita dei segni nella società.


HJELMSLEV

Hjelmslev riprende Saussure per fondare la glossematica all'interno della quale evidenzia i cinque tratti fondamentali dei linguaggi naturali:

  1. Esistenza di due piani (espressione e contenuto)
  2. Esistenza di due assi (processo e sistema)
  3. Gli elementi dei piani sono commutabili
  4. Le unità linguistiche hanno relazioni di reggenza e combinazione
  5. I due piani non sono conformi

1. Riprendendo la definizione di segno, Hjelmslev parla di funzione segnica come data dalla relazione reciproca tra piano dell'espressione, corrispondente dal significante, e piano del contenuto, corrispondente al significato. Espressione e significante sono visti come i funtivi della funzione segnica, in termini matematici, si presuppongono reciprocamente, in termini etmologici, si pongono reciprocamente; cioè, secondo Hjelmslev l'espressione ha ragione di esistere solo se è espressione di un contenuto, come un contenuto deve essere contenuto di un'espressione.

Hjelmslev riprende anche il concetto di massa amorfa, identificandola, però, con la materia. La materia è quindi un continuum inanalizzato di elementi che possono essere conosciuti, ma di cui non si ha ancora esperienza. Perché avvenga questo passaggio la materia dev'essere messa in forma e resa sostanza. Questo processo è applicabile a entrambi i piani. Nel piano dell'espressione il continuum inanalizzato di suoni viene messo in forma dalla lingua per formare fonemi, in quello della sostanza un insieme astratto di concetti viene trasformato in parole. Fonemi e parole sono considerate figure da trasformare in segni. Una lingua è formata da un numero limitato di figure, cioè di elementi privi di significato in sé, in grado di formare un numero illimitato di segni, cioè elementi dotati di significato.

Questo è espresso dalla doppia articolazione dove la prima articolazione è rappresentate dal piano dell'espressione o dalle figure, mentre la seconda è data dal piano del contenuto o dai segni.

Secondo questa relazione tra i due piani si deve parlare di semiotiche denotative, Hjelmslev però sottolinea come in situazioni di comunicazione reale entrano inevitabilmente in gioco dei valori aggiuntivi, i connotatori. In questo caso si deve parlare si semiotiche connotative, cioè semiotiche in cui il piano dell'espressione e a sua volta una semiotica. In questo modo Hjelmslev rende possibile, oltre a trasmettere significati diretti, anche trasmettere informazioni indirette.

2. Hjelmslev riprende anche i concetti di ordine sintagmatico e associativo, parlando di due diversi piani:

-& 616c23g nbsp;    Processo corrisponde all'ordine sintagmatico e i suoi elementi hanno funzioni di congiunzione (e.e) dette relazioni

-& 616c23g nbsp;    Sistema corrisponde all'ordine associativo e i suoi elementi hanno funzioni di disgiunzione (o.o) dette correlazioni

3. Gli elementi dei due piani sono detti da Hjelmslev commutabili e si possono verificare due situazioni:

-& 616c23g nbsp;    Mutazione modificando un elemento nel piano dell'espressione cambia anche il piano del contenuto e l'elemento è detto invariante. Ad esempio cambiando un articolo determinativo con uno indeterminativo

-& 616c23g nbsp;    Sostituzione modificando un elemento nel piano dell'espressione non ci sono cambiamenti in quello del contenuto e l'elemento è detto variante. Ad esempio una diversa tonalità di verde del semaforo

In questi esempi ci riferiamo all'asse del sistema, però la mutazione si può avere anche nell'asse del processo, in questo caso è detta permutazione.

4. Bisogna considerare anche le relazioni che si instaurano tra le unità linguistiche, possono essere:

-& 616c23g nbsp;    Reggenze le unità hanno relazioni reciproche (qu)

-& 616c23g nbsp;    Combinazioni le unità possono stare insieme in diversi modi (tn - nt)

5. I piani sono considerati non conformi, cioè non c'è corrispondenza biunivoca tra gli elementi e si può parlare di doppia articolazione. Insieme al fatto che gli elementi sono commutabili è una caratteristica dei sistemi semiotici o biplanari.

Però si può parlare anche di altri due tipi di semiotiche:

-& 616c23g nbsp;    Semiotica monoplanari sistemi simbolici in cui i piani sono conformi e gli elementi non commutabili

-& 616c23g nbsp;    Semiotica sincretica sistemi semisimbolici in cui i piani sono conformi e gli elementi commutalibi, in questo caso si lavora sulle categorie


PEIRCE

Partendo dalla critica del nominalismo, a favore del realismo, e dell'intuizionismo, a favore di una conoscenza mediata, Peirce arriva a concentrarsi sul pensiero inferenziale.

Partendo dai sillogismi e dalle relazioni tra antecedente e conseguente, Peirce delinea tre tipi di ragionamento:

-& 616c23g nbsp;    Deduttivo nella sua forma più pura è un sillogismo perfetto in cui si inferisce il risultato dalle premesse, o, in altri termini il conseguente dall'antecedente. In questo secondo caso si deve distinguere tra modus ponendo ponens modus tollendo tollens

-& 616c23g nbsp;    Induttivo si inferisce la regola dal caso e dal risultato, cioè si forma una proposizione e che si avvicina asintoticamente alla verità

-& 616c23g nbsp;    Abduttivo si inferisce il caso dalla regola e dal risultato, o, in altri termini, l'antecedente dal conseguente. Si tratta di una vera e propria predizione che può avere tre diversi gradi di creatività:

o& 616c23g nbsp;  Bassa creatività se la regola viene imposta

o& 616c23g nbsp;  Media creatività se la regola viene selezionata tra materiale enciclopedico

o& 616c23g nbsp;  Alta creatività se la regola viene inventata

A questo punto si pone però il problema di cos'è la semiosi. Peirce studia le azioni che vedono necessariamente coinvolti un segno, un oggetto dinamico e un interpretante.

Il segno è considerato il fulcro della semiosi perché determinato dall'oggetto dinamico e determinante un interpretante. Anche se il segno perde la biplanarità, può comunque essere considerato come formato dal rapresentamen (espressione) e dall'oggetto immediato (contenuto). In base all'oggetto immediato il segno si trova in relazione con un oggetto dinamico del quale seleziona alcune caratteristiche (ground) che gli permettono di generare un interpretante a sua volta legato all'oggetto dinamico, in grado di generare un nuovo interpretante all'infinito. Anche gli interpretanti si muovono secondo un movimento triadico detto fuga degli interpretanti. Partendo da un interpretante immediato (primo effetto del segno) si passa all'interpretante dinamico (effetto reale del segno) per poi arrivare al significato del segno con l'interpretante logico-finale. Questo però non da il vero significato, per chiudere la semiosi è necessario arrivare all'interpretante ultimo, raggiungibile solo con un mutamento d'abito, cioè quando cambia il modo di porsi della persona rispetto all'azione.

A questo punto bisogna vedere com'è classificato il segno.

Si devono prendere in considerazione i punti di vista:

-& 616c23g nbsp;    Il segno in sé

-& 616c23g nbsp;    Il segno in relazione all'oggetto

-& 616c23g nbsp;    Il segno in relazione all'interpretante

Inoltre esistono tre categorie (modi di pensare) derivanti da una rielaborazione della categorie kantiane, cioè dei concetti puri attraverso cui l'intelletto ordinava e unificava i fenomeni:

-& 616c23g nbsp;    Primità è una qualità, una pura possibilità di espressione

-& 616c23g nbsp;    Secondità implica la relazione tra oggetti (relati) e considera esperienze individuali

-& 616c23g nbsp;    Terzità si ha la formulazione di una legge base del sapere scientifico e le esperienze diventano pubbliche

Dall'incrocio da punti di vista e categorie si delineano tre tricotomie:

-& 616c23g nbsp;    Primità:

o& 616c23g nbsp;  Qualisegno, tone, sfumatura è una qualità che è un segno (tono della voce)

o& 616c23g nbsp;  Sinsegno, token, attisegno è un evento o un oggetto che è un segno (particolare immagine di uomo, realtà singola)

o& 616c23g nbsp;  Legisegno, type, famisegno è una legge che è un segno (idea universale di uomo)

-& 616c23g nbsp;    Secondità:

o& 616c23g nbsp;  Icona è un segno riferito a un oggetto secondo motivazioni di somiglianza (dipinto)

o& 616c23g nbsp;  Indice è un segno riferito a un oggetto secondo motivazioni di contingenza fisica (bandiera segnavento)

o& 616c23g nbsp;  Simbolo è un segno riferito a un oggetto secondo leggi arbitrarie che può includere icone e indici

-& 616c23g nbsp;    Terzità:

o& 616c23g nbsp;  Rema, Sema è un segno riferito all'oggetto per quelle che sono le sue caratteristiche (parola)

o& 616c23g nbsp;  Dicisegno, Fema è un segno riferito all'oggetto per quelle che sono le sue esistenze reali (proposizione)

o& 616c23g nbsp;  Deloma, Argomento è un segno di legge (sillogismo)

Questa classificazione però non è esclusa da alcuni problemi. Ad esempio la relazione tra type e token:

-& 616c23g nbsp;    Ratio facilis il type dipende logicamente dal token, cioè è preformato

-& 616c23g nbsp;    Ratio difficilis il type non esiste bisogna inventarlo

È un problema anche la descrizione di icone e simboli, perché il fatto di riferirli agli oggetti gli rende relativi più a un campo paradigmatico che semiotico. Il problema è facilmente risolvibile, infatti, gli indici si possono descrivere in termini semantici facendo a meno del referente e le icone basando le somiglianze su regole prestabilite.


ECO

Eco parla di due teorie come dominio della semiotica:

-& 616c23g nbsp;    Teoria della funzione segnica Eco parla del segno come risultato del legame tra espressione e contenuto, dicendo che un sistema è espressione di un secondo che è contenuto del primo

-& 616c23g nbsp;    Teoria dei codici per muoversi nei segni è necessario conoscere i codici. Eco parla di superelevamento dei codici affiancando a un primo codice denotativo, un secondo codice connotativo che si instaura parasitariamente sul primo veicolando un secondo significato. In questi processi si possono verificare delle incomprensioni a causa della decodifica aberrante per quattro motivi:

o& 616c23g nbsp;  Mancanza di codice

o& 616c23g nbsp;  Disparità di codice

o& 616c23g nbsp;  Inferenze circostanziali

o& 616c23g nbsp;  Delegittimazione del mittente

Nei primi due casi si fanno due ipotesi sulle motivazioni:

o& 616c23g nbsp;  Deficitaria le culture subalterne hanno codici ristretti

o& 616c23g nbsp;  Differenziale diverse culture hanno priorità diverse nella scelta dei codici

Gli altri casi sono giustificati dalla guerriglia semiotica, l'incomprensione è quindi volontaria.

Sulla base di questo Eco delinea la semiotica interpretativa con due processi di base:

-& 616c23g nbsp;    Studio del significato Eco sottolinea i problemi della semiotica dizionariale di hjelmslev nella quale le figure del significato possono essere interpretate e forniscono un inventario limitato. Come soluzione propone la semiotica enciclopedica dove il significato è la somma dei suoi possibili interpretanti e, riprendendo Peirce, evidenzia l'importanza del principio di interpretanza che regola le traduzioni di segni in altre espressioni.

La semiotica enciclopedica, per essere applicata facilmente, deve poter essere divisa in semiotiche locali, cioè parti di enciclopedia selezionate in base ai contesti.

Inoltre è stata divisa in quattro parti da Violi:

o& 616c23g nbsp;  Globale tutto il sapere

o& 616c23g nbsp;  Sapere medio sapere relativo a una comunità

o& 616c23g nbsp;  Di competenza sapere necessario ad un individuo per far parte di una comunità

o& 616c23g nbsp;  Semantica regole necessarie per lavorare sulla lingua

-& 616c23g nbsp;    Studio dell'attività interpretativa Eco basa l'interpretazione sul legame tra destinatario e testo, infatti, considera in testo come avente delle parti bianche che il destinatario deve completare compiendo delle inferenze.

Il destinatario compiendo delle inferenza percettive attiva dei tipi cognitivi pubblici (contenuti nucleari) o privati (contenuti molecolari) che gli permettono di relazionarsi a occorrenze reali. In questa situazione può compiere delle passeggiate inferenziale, cioè uscire dal testo, formulare delle ipotesi attivando i frames da lui ritenuti adatti alla situazione, e tornare nel testo per vedere se le sue ipotesi vengono confermate.

Durante questo processo di negoziazione si pone il problema di interpretare e non usare il testo. Per fare questo è necessario riuscire a sfruttare l'intentio operis e non l'intentio auctoris e lectoris. Un aiuto a questo processo è dato dalla presenza nel testo di due strategie letterali, lettore modello e autore modello. L'autore proietta nel testo il lettore modello, cioè le sue competenze che il lettore deve condividere. Allo stesso tempo il lettore cerca l'autore modello, cioè gli indizi che l'autore gli da per la lettura.

Il lettore, durante la sua attività interpretativa cerca:

-& 616c23g nbsp;    Topics cioè seleziona attività enciclopediche in modo da creare dei limiti semantici al testo e porre le basi per la scelta delle isotopie

-& 616c23g nbsp;    Isotopie (iso: stesso, topos: luogo) si cercano ridondanze semiche in modo da creare una linea guida alla lettura del testo. Le isotopie sono fra loro gerarchizzate e vanno dalla più astratta (tematica) alla più figurativa (concreta). Inoltre si può distinguere tra isotopie a disgiunzione sintagmatica (le espressioni si prestano a diverse interpretazioni e devono essere considerate in relazione al contesto) o pragmatica (i termini devono essere disambinguati cercando delle relazioni all'interno delle frasi).

Infine Eco si concentra sul tipo di narrazione distinguendo:

-& 616c23g nbsp;    Fabula definita da Eco recit riporta gli eventi nel loro ordine cronologico, cioè si da importanza al narrato, al significato

-& 616c23g nbsp;    Intreccio definito da Eco discours riporta gli eventi in un ordine diverso da quello cronologico, attraverso analessi e prolessi

Spesso la storia inizia in media res per spiegare gli eventi solo in un secondo momento, in questo modo l'autore può guidare meglio le conoscenze del lettore e ottenere più facilmente gli effetti desiderati.


GREIMAS

Greimas lavora sulla semantica strutturale partendo dal modello componenziale di Hejlmslev. Greimas delinea un parallelismo tra piano dell'espressione e piano del contenuto, quindi, come nel piano dell'espressione i femi sono le unità poste al livello più profondo dei fonemi, così nel piano del contenuto si può parlare dei sememi come formati da semi e concretizzati in lessemi. I sememi sono formati da unità invarianti detti Nuclei semici e unità varianti detti classemi.

Greimas delinea il percorso di analisi delle semiotica generativa:

-& 616c23g nbsp;    Analisi semio-narrativa di livello profondo si tratta del quadrato semiotico visto da un punto di vista sintattico in termini di opposizioni e semantico da un punto di vista tassologico. Il quadrato semiotico è costruito con due termini opposti (a e b):

o& 616c23g nbsp;  a - b: opposizioni qualitative, contrari

o& 616c23g nbsp;  non a - non b: subcontrari

o& 616c23g nbsp;  a - non a: opposizioni privative, contradditori secondo uno schema positivo

o& 616c23g nbsp;  b - non b: opposizioni privative, contradditori secondo uno schema negativo

o& 616c23g nbsp;  a - non b: opposizioni partecipative, complementari, deissi positiva

o& 616c23g nbsp;  b - non a: opposizioni partecipative, complementari, deissi negativa

o& 616c23g nbsp;  a + b: termine complesso

o& 616c23g nbsp;  non a + non b: termine neutro

L'inserimento di due termini oppositivi nel quadrato semiotico forma una tassologia, se a questa si applica la categoria timica (euforia-disforia) si genera un'assiologia, cioè i termini sono investiti di una visione passionale che, se individuale, viene definita ideologia.

-& 616c23g nbsp;    Analisi semio-narrativa di livello superficiale il passaggio a questo livello si ha con l'antropomorfizzazione del quadrato semiotico. Così si passa ad analizzare una storia in termini di funzioni narrative e programmi narrativi.

Le funzioni narrative sono state elaborate da Proop analizzando un corpus di 100 fiabe, possono essere o meno presenti ma mantengono sempre lo stesso ordine e sono divise in funzioni di preparazione, d'esordio, centrali e conclusive:

o& 616c23g nbsp;  Allontanamento allontanamento di un membro della famiglia da casa

o& 616c23g nbsp;  Divieto, ordine imposizione di un divieto o ordine dato all'eroe

o& 616c23g nbsp;  Infrazione l'eroe infrange il divieto

o& 616c23g nbsp;  Investigazione l'antagonista investiga sull'eroe

o& 616c23g nbsp;  Delazione l'antagonista recupera informazioni sull'eroe

o& 616c23g nbsp;  Tranello l'antagonista trae un tranello all'eroe

o& 616c23g nbsp;  Connivenza l'eroe è ingannato dall'antagonista

o& 616c23g nbsp;  Danneggiamento, mancanza l'eroe subisce una mancanza o viene sottratto un oggetto di valore

o& 616c23g nbsp;  Mediazione interviene un aiutante a sottolineare la mancanza

o& 616c23g nbsp;  Inizio della reazione un attante viene indicato come ereo e spinto a reagire

o& 616c23g nbsp;  Partenza comincia la reazione

o& 616c23g nbsp;  Prima funzione del donatore interviene un donatore per mettere alla prova l'eroe

o& 616c23g nbsp;  Reazione dell'eroe l'eroe reagisce alla prova

o& 616c23g nbsp;  Conseguimento del mezzo magico l'eroe conquista il mezzo magico

o& 616c23g nbsp;  Trasferimento nello spazio l'eroe si trasferisce nello spazio

o& 616c23g nbsp;  Lotta l'eroe lotta con l'antagonista

o& 616c23g nbsp;  Marchiatura l'eroe riceve un marchio

o& 616c23g nbsp;  Vittoria l'eroe batte l'antagonista

o& 616c23g nbsp;  Rimozione della mancanza l'eroe si ricongiunge all'oggetto di valore

o& 616c23g nbsp;  Ritorno l'eroe ritorna a casa

o& 616c23g nbsp;  Persecuzione l'eroe subisce una persecuzione

o& 616c23g nbsp;  Salvataggio l'eroe si salva dalla persecuzione

o& 616c23g nbsp;  Arrivo in incognito l'eroe non viene riconosciuto

o& 616c23g nbsp;  Pretese infondate un falso eroe si vuole attribuire il merito delle azioni

o& 616c23g nbsp;  Compito difficile all'eroe viene affidato un compito difficile

o& 616c23g nbsp;  Adempimento l'eroe adempie il compito

o& 616c23g nbsp;  Identificazione l'eroe è identificato come tale

o& 616c23g nbsp;  Smascheramento il falso eroe è smascherato

o& 616c23g nbsp;  Trasfigurazione l'eroe ha nuove sembianze

o& 616c23g nbsp;  Punizione il falso eroe viene punito

o& 616c23g nbsp;  Nozze l'eroe si sposa e sale al trono

All'interno delle funzioni narrative è importante parlare delle prove, corrispondenti ai sensi della vita:

o& 616c23g nbsp;  Qualificante mettere alla prova l'eroe

o& 616c23g nbsp;  Decisiva

o& 616c23g nbsp;  Glorificante dove viene riconosciuto o meno l'operato del lavoro. Rientra nel problema della veridicità (essere X sembrare)

Riguardano inoltre le sfere d'azione:

o& 616c23g nbsp;  Antagonista

o& 616c23g nbsp;  Donatore

o& 616c23g nbsp;  Aiutante

o& 616c23g nbsp;  Principessa e re

o& 616c23g nbsp;  Mandante

o& 616c23g nbsp;  Eroe

o& 616c23g nbsp;  Falso eroe

Essendo questi estremamente legati alla favola Greimas li rielabora definendo la figura dell'attante, cioè colui che è in qualche modo legato all'azione e si concretizza nel ruolo dell'attore. Questi possono avere diverse relazioni:

o& 616c23g nbsp;  Biunivoca un attante per un attore

o& 616c23g nbsp;  Espansione un attante per più attori

o& 616c23g nbsp;  Condensazione più attanti per un attore

Gli attanti posso essere:

o& 616c23g nbsp;  Pragmatici

§& 616c23g nbsp;    Aiutante

§& 616c23g nbsp;    Oggetto di valore

§& 616c23g nbsp;    Soggetto

§& 616c23g nbsp;    Antagonista: che si trasforma poi in anti-soggetto o opponente in seguito all'inserimento di soggetto e oggetto nel quadrato semiotico

L'inizio della storia è data dalla disgiunzione del soggetto dall'oggetto di valore, mentre il finale si ha con la ricongiunzione.

In altri termine si può parlare dei movimenti di un dono, che possono essere:

§& 616c23g nbsp;    Privativi

§& 616c23g nbsp;    Partecipativi

o& 616c23g nbsp;  Della comunicazione

§& 616c23g nbsp;    Destinante: produce per il destinatario una comunicazione con l'oggetto

§& 616c23g nbsp;    Destinatario

Il modello attanziale si trova all'interno delle fasi dei programmi narrativi:

o& 616c23g nbsp;  Manipolazione: il destinante propone al destinatario un'azione connessa con l'oggetto di valore, corrisponde alla modalità del volere / dovere

o& 616c23g nbsp;  Competenza: il destinatario aderisce alla proposta del destinante e acquisisce le competenze necessarie al suo compito, corrisponde alla modalità del potere / sapere

o& 616c23g nbsp;  Performance: il soggetto compie l'azione proposta e si congiunge o meno all'oggetto di valore, corrisponde alla modalità del fare

o& 616c23g nbsp;  Sanzione: l'operato del soggetto viene riconosciuto o meno, corrisponde alla modalità dell'essere




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