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IL TEATRO LATINO

letteratura latina



IL TEATRO LATINO


I FESCENNINI

Etimologia incerta: dalla città laziale di Fescennia, oppure da fascinum= malocchio.

Tratti caratterizzanti:



scambi di versi improvvisati tra vari personaggi (i versi erano insulti volgari e licenziosi),

accompagnati da molti gesti.

Recitati anche nelle cerimonie nuziali.


L'ATELLANA

Etimologia: dalla città campana di Atella.

Le atellane erano improvvisazioni di bre 232f57c ve durata, di contenuto farsesco.

Prevedeva elementi di aggressività verbale e oscenità.

Tratti caratterizzanti:

prevedeva degli intrecci molto semplici con maschere e costumi fissi:

Pappus, il vecchio ridicolo; Maccus, lo sciocco; Dossenus, il gobbo astuto; etc.



ANALOGIE

Dal 240 a.C. si iniziarono a rappresentare a Roma drammi sul modello greco

Di origine e ambientazione greca infatti sono la fabula cothurnata (per le calzature

indossate dagli attori, cothurnus= coturno).

Questa era di genere tragico con intrecci per lo più mitologici; il linguaggio era alto e solenne.

Il principale genere comico era la fabula palliata (per il pallium= pallio, il tipico mantello corto degli attori maschili). L'ambientazione straniera permise agli attori di agire con molta libertà, rappresentando anche scene poco comuni (servo più intelligente del padrone).


DIFFERENZE

Il teatro greco aveva un intento educativo mentre il teatro latino aveva funzione

celebrativa (eventi politici, vittorie militari, feste religiose) ed era un'occasione di

divertimento.

I Latini riducevano i valori greci per enfatizzare gli aspetti dell'orrido e del pathos nelle    

tragedie, del ridicolo e del comico nelle commedie.


Praetexta

Accanto alle tragedie di derivazione greca, i tragici latini produssero anche tragedie di  ambientazione romana chiamate praetextae (dal nome della toga caratterizzata da una striscia di porpora indossata dai magistrati romani). Erano ispirate alle origini di Roma o agli avvenimenti contemporanea.

Spesso era usata anche come propaganda politica delle famiglie più influenti.

L'inventore di questo genere fu Nevio.

Togata

Si sviluppò tra il II e I sec a.C.

Prendeva il nome dalla toga, l'abito tradizionale latino.

Era ambientata a Roma, con tematiche romane.

Non raggiunse mai la comicità della Palliata.


Le ricorrenze

L'attività teatrale si svolgeva nel corso delle feste a carattere religioso,in

occasione di vittorie militari, consacrazione di pubblici edifici.

I Romani, precisamente, dedicavano alle diverse divinità alcuni giorni fissi

dell'anno, durante i quali organizzavano, oltre alle celebrazioni di rito,

spettacoli teatrali. Definivano tali periodi Ludi, accompagnati da un aggettivo

che richiamava la divinità che si celebrava.


Gli attori e le compagnie

Gli attori erano chiamati histriones

Le compagnie teatrali (catervae erano composte dagli attori, dal

"capocomico" (dominus gregis)


I costumi

I costumi cambiavano a seconda del genere teatrale.

Per le rappresentazioni di ambientazione greca gli histriones vestivano abiti che richiamavano gli ateniesi: il pallium e i coturni; mentre per quelle di ambientazione romana indossavano la classica toga, o la praetexta (l'abito tipico dei magistrati).

I ruoli femminili erano sostenuti da attori maschi.


Le maschere

Nelle maschere romane i tratti del viso erano esagerati ( potevano meglio essere rilevati dagli spettatori) e la bocca era fatta in modo da rafforzare il suono della voce.

Il loro uso facilitava l'interpretazione degli attori, perché essi dovevano impersonare più personaggi di aspetto simile.

Erano d'obbligo nell'atellana.


L'edificio scenico

I Romani cominciarono a costruire veri e propri teatri in muratura soltanto nel 30 a.C.; prima le strutture che ospitavano gli spettacoli erano provvisorie, di legno e appositamente costruite per i diversi eventi.

Gli Annales

Gli Annales erano una raccolta di testi contenenti la registrazione degli avvenimenti più importanti nella vita di Roma (conquiste, trattati di guerra, trionfi di generali, etc.) tenuta anno per anno dalla massima autorità religiosa, il pontifex maximus. Tali documenti erano conservati dai pontrfici nei loro archivi mentre alcuni dati erano esposti pubblicamente nella tabula dealbata. Ai pontifices maximi devono anche il loro appellativo di Annales pontificum ("dei pontefici"). Nel 130 a.C. il pontefice massimo P. Mucio Scevola raccolse il materiale conservato nell'archivio pontificale e lo pubblicò: i testi furono raccolti in 80 libri e furono detti gli Annales Maximi.




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