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GAIO VALERIO CATULLO (84 - 54 a.C.)

letteratura latina



GAIO VALERIO CATULLO (84 - 54 a.C.)


Catullo visse nel I sec. a.C. tra Cesare e Ottaviano; apparteneva alla corrente letteraria dei "poetae novi", dove affluivano persone di una certa classe: essi si definivano anti-Cesariani, avanguardisti, "anarchici", e si tenevano volontariamente lontano dalla vita politica e sociale, distaccandosi dalle antiche tradizioni, cambiando lo stile per i propri componimenti e rifugiandosi in un mondo non meno affascinante di quello reale: le loro poesie, infatti, si basavano su argomenti di tipo storico o epicureo, ma il loro argomento principale era l'AMORE.

Di famiglia nobile, Catullo si trasferì da ragazzo dal Garda a Roma e qui restò subito affascinato dalle "novità cittadine"; la sua b 111c22b reve vita, di soli trent'anni, è stata molto tormentata a causa del suo amore per Clodia (gens Claudia), sorella di Clodio e alleato di Cesare. Questa relazione amorosa è stata per Catullo molto sofferta e insoddisfacente, tanto che troverà ricambio solo alla fine. A Clodia viene attribuito dal poeta il nome di Lesbia, ripreso dall'isola di Lesbo, paese di provenienza della poetessa Saffo.

Questi poeti avevano nella loro vita privata, un misto di intrighi e di passioni amorose, spesso con donne sposate o matrone, che mascheravano ad "opera d'arte" attraverso travestimenti letterari che smentivano ogni "malinteso".



Quando Catullo muore nel 54 a.C., porta con se le continue sofferenze legate alle "allegrie" della sua amata; ma ci lascia anche un'opera monumentale, il Liber, nel quale usa una lingua più ricercata e rappresentato inoltre qualche mito. Nelle sue poesie, Catullo mette la sua stessa esperienza di vita, utilizzando un linguaggio apparentemente semplice, ma frutto di studi approfonditi e di un lavoro attento, con una continua revisione del testo; c'è un labor lime elaborato e curato nei minimi dettagli, al fine di conferire all'opera la forma migliore.


Per comprendere meglio la poesia catulliana, bisognerebbe avere qualche conoscenza sulla poesia greca callimachea, alla quale il poeta fa molto riferimento,Catullo infatti è il primo vero poeta romano, incentrando la propria poesia sull'io: tutte le tecniche usate nei carmina catulliani richie-devano grande conoscenza dei versi di Callimaco, che ruotavano intorno a due punti focali. Uno riguardante la presenza di temi privati riguardanti l'amicizia, la famiglia, la vita privata; l'altro invece, riguardo la raffinatezza stilistica, il labor lime che si cela dietro ogni componimento che, anche se di poche parole, racchiude un grande significato.

Tutta la poetica viene inoltre influenzata dalle condizioni storiche: ci troviamo in età cesariana e Roma era diventata il centro culturale del mondo, una città cosmopolita; Catullo sceglie di utilizzare il carattere epigrammatico nelle sue poesie: l'epigramma veniva prima usato come incisioni poste sulle lipidi delle tombe, ora invece viene usato per fare inviti, auguri; lo schema principale dell'e-pigramma si basa sull'ingegnosità creata dall'autore che racchiudeva in pochi versi un messaggio, sì breve, ma che doveva colpire il lettore destandogli curiosità.


Carmina brevi (1-60): la dimensione intima e privata nei componimenti di Catullo sembrano

avere una modestia di contenuti, sono invece lavori esteticamente molto laboriosi; sembra che i versi siano composti con un'illuminazione lampante e buttati lì, invece richiede una spontaneità rinnovata, amata, sofferta. In questi carmi brevi, Catullo parla della vita mondana di Ro-ma. Il lepos (grazia), la venustas (gentilezza) e l'urbanitas (l'essere cit-tadino romano), danno una raffinatezza alla poesia catulliana, che deve essere erudita e rispettare questi elementi.

Nei carmina brevi è contenuta la descrizione dell'amore per Clodia: se mettessimo insieme tutti questi componimenti, si creerebbe un racconto cronologico dell'amore per questa donna, dalla quale Catullo aspira ad un patto di matrimonio (foedus). Il fascino che Clodia esercitava su   Catullo, accresceva sempre più la sua passione d'amore; ma quando questo amore non fu più ricambiato da parte di lei, il poeta ebbe una du-plice reazione: da una parte offese con volgarismi la sua amata accusandola di tradimento; dall'altra parte però rafforza e aumenta la concezione dell'amore sacro.

L'amore per Lesbia si basa su due punti: la pìetas, la virtù che ognuno deve possedere quando assolve al suo dovere; la fides, quella che sancisce la fedeltà tra i due innamorati.

Negli ultimi componimenti si parla di voluptas, che è il desiderio che Catullo aveva di realizzare a pieno la sua individualità attraverso i desideri.


Carmina docta: lepidus, novus, expolitus, sono le tre caratteristiche dei carmina docta. Vengo-no definiti così perché cambia la lunghezza; si parla di erudizione e mitologia ma non si parla più dell'amore per Lesbia. La cosa che interessa di più è la raffinatezza morale. Secondo la poesia callimachea, era necessario scrivare poemetti eruditi che richiedevano grande conoscenza: quello che prima era il labor lime, ora diventa ancora più duro perché deve seguire uno schema logico, lineare. In questi carmina docta, l'impegno stilistico va di pari passo con la dottrina.




Epillio: poemetto mitologico [èpos] in esametri che i poeti alessandrini contrapponevano al vasto poema epico tradizionale; le sue dimensioni erano contenute in 300-400 versi. Il genere conservava alcuni carat-teri dell'epica arcaica, ma concedeva spazio maggio-re ai personaggi. La struttura dell'epillio è spesso a cornice, prevedendo l'inserzione di altri racconti nel racconto principale.







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