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PROVA DI ITALIANO TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

letteratura




PROVA DI ITALIANO

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO


Umberto SABA, La ritirata in Piazza Aldrovandi a Bologna



Piazza Aldrovandi e la sera d'ottobre A

hanno sposate le bellezze loro; B



ed è felice l'occhio che le scopre. C

L'allegra ragazzaglia urge e schiamazza D

che i bersaglieri colle trombe d'oro E

formano il cerchio in mezzo della piazza. D

Io li guardo: Dai monti alla pianura F

pingue, ed a quella ove nell'aria è il male, G

convengono a una sola vita dura, F

a un solo malcontento, a un solo tu; H

or quivi a un cenno del lor caporale G

gonfian le gote in fior di gioventù. H

La canzonetta per l'innamorata,   I

un'altra che le coppie in danza scaglia, L

e poi, correndo già, la ritirata.   I

E tu sei tutta in questa piazza, o Italia. L


Comprensione complessiva

La bellezza della piazza si è fusa con quella della sera d'ottobre: chi lo scopre ne è felice. Ragazzi allegri si affollano intorno al cerchio formato dai bersaglieri e dalle loro trombe dorate.

Il poeta contempla la banda militare e pensa alla vita di quegli adolescenti in divisa: ciascuno di loro, non importa se arrivato dai monti, da fertili pianure o da terre insalubri, è giunto ad un'unica esistenza, quella del soldato. Ciascuno di loro divide con gli altri gli stessi disagi e lo stesso spirito di battaglia. Soltanto due canzonette e la veloce ritirata compongono lo spettacolo, breve ma intensamente seguito. L'Italia come i giovani, ingenui ed entusiasti, è tutta nella piazza.


Analisi e interpretazione del testo

La struttura metrica è piuttosto semplice: la poesia è formata da cinque terzine di endecasillabi a rima alternata, più un unico verso endecasillabo in chiusura (come nello schema sopra riportato). La metrica regolare e l'uso delle rime sono riconducibili alla prima produzione lirica di Saba che, nella sua poesia, attraverso una struttura lineare ma efficace .

Dal punto di vista lessicale, invece, le scelte operate dal poeta sono molto ricercate. Al secondo verso troviamo il verbo "sposare" che rende l'idea di una fusione completa tra le due bellezze: quella di origine storica e artistica della piazza con quella naturale trasmessa dal tramonto d'ottobre. Ma in questo caso "sposare" ha un significato più profondo, che va al di là del semplice "unire", vi è quindi anche la ricerca di espressioni emotive intense. Nel quarto verso Saba ci presenta una "allegra ragazzaglia" che "urge e schiamazza", per indicare la spontaneità e l'irruenza del gruppo di giovani che si sono radunati nella piazza attirati dai suoni della fanfara. Nel quinto verso incontriamo un "che", un elemento del rapporto causa-effetto tra la presenza dei bersaglieri nella piazza con l'accalcarsi e il vociare dei ragazzi.

Nella terza stanza il poeta riflette sull'origine dei soldati che sono figli della giovane Italia e sebbene provengano da produttive pianure o da terre malsane sono tutti accomunati, in questo periodo che si avviava verso la guerra, dalla stessa dura vita. La distinzione che c'era tra i giovani bersaglieri per la loro provenienza perde il proprio significato in quanto sono tutti soldati e, riuniti sotto gli stessi ideali, sono uniti contro le medesime difficoltà quasi fossero un unico individuo.

Nell'ultima terzina, all'allegria della scena appena descritta (la "ragazzaglia" che "urge e schiamazza", i bersaglieri che "gonfian le gote" per far risuonare i motivi di una canzone d'amore) si contrappone un sottile senso di malinconia, quasi di sgomento, che si fa più acuto quando le "trombe d'oro", dopo le note gioiose, intonano quelle rassegnate e definitive della "ritirata".

Nell'ultimo endecasillabo, il poeta si rivolge all'Italia con un affettuoso "tu". Nel breve giro della piazza, sottolineato dall'immagine circolare dei bersaglieri e della folla intorno, il poeta vede la realtà degli animi della sua patria: speranze giovanili e sacrifici quotidiani affrontati con semplicità, amore e povertà. Al poeta che la guarda intento e l'ama, e la sente diversa, l'Italia si rivela in questa sera d'ottobre come una incredibile armonia di natura e di realtà umane.

La lirica presenta, secondo me, tutti i tratti principali della poesia di Saba: la situazione è semplice, contiene contenuti modesti ed è comprensibile a tutti. La poesia di Saba , infatti, conserva cadenze più tradizionali, evitando le innovazioni della ricerca poetica a lui contemporanea, ma anche attraverso l'uso di una parola semplice e comune per comunicare con la realtà quotidiana e aprendosi verso la società, nella ricerca di una solidarietà che permetta la comunione delle esperienze dell'esistenza. Per dar voce a questo mondo di cose e sentimenti, il poeta compie un'accurata ricerca sulla parola, scegliendola per la sua concretezza, per la capacità oggettiva di definire la realtà da descrivere. Come abbiamo visto, nella poesia, si parte da questo semplice paesaggio bolognese per giungere a riflessioni più ampie, come quella sulla vera realtà umana della banda e della folla e per descrivere questa situazione, Saba, si serve della parola "pura", priva di artifici retorici.

Inoltre il poeta non si sente parte del popolo, lo dimostra il fatto che solo lui è l'osservatore della scena, l'unico capace di scoprire le bellezze della piazza e della sera o di capire ciò che si cela dietro la realtà. Per questo motivo, con la chiarezza della sua poesia, è in grado di passare attraverso l'analisi della realtà più quotidiana fino ad individuare i significati essenziali e universali della vita.


Approfondimenti

La poetica di Saba, come abbiamo precedentemente accennato, rimane piuttosto isolata rispetto agli altri autori del novecento, in quanto rifiuta le sfarzose innovazioni della ricerca poetica del proprio tempo. Peraltro questo non significa che la sua lirica non subisca un'evoluzione anche sul piano delle soluzioni tecniche, strettamente legate all'espressione di una sensibilità acuta e moderna.

Ungaretti porta alle estreme conseguenze l'innovazione del verso libero, fino a ridurlo all'unicità della singola parola. Distrutta la metrica tradizionale, la struttura delle poesie ungarettiane sembra frammentarsi, comportando una lettura pausata e sillabata. Come possiamo notare in Cuor morituro, l'incontro di Saba con il verso libero ungarettiano serve solamente per affinare la sua ispirazione, ma non ne modifica le costanti di fondo, bensì imprime loro una più aerea leggerezza.

Inoltre la sua riduzione a un livello elementare del discorso non ha nulla di Crepuscolare, ma la chiarezza del suo discorso serve a imprimere un movimento fluido e comprensibile a tutti.




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