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L'EPICA CAVALLERESCA MEDIOEVALE

letteratura



L'EPICA CAVALLERESCA MEDIOEVALE


La canzone di Rolando

La canzone di Rolando(Chanson de Roland) è la prima grande opera francese presa come modello da altre opere epiche, nelle quali sono protagonisti Carlo magno e i suoi paladini. Tutte insieme sono denominate canzoni di gesta perché raccontano 454j99e le imprese dell'imperatore e dei suoi cavalieri in un miscuglio di fantasia e realtà. E' stata composta nel XI secolo probabilmente da un certo Turoldo e si diffuse in Europa ad opera dei giullari, cantastorie che giravano di borgo in borgo, di castello in castello cantando, recitando e suonando. Le vicende affascinarono la sia il pubblico delle piazze sia quello delle corti feudali. Queste vicende nel loro complesso vengono definite come canzoni del " ciclo carolingio". Gli ideali a cui l'opera si ispira sono quelli del cavaliere medievale difensore della fede e dell'imperatore; infatti il personaggio principale è Rolando il più eroico di tutti, il cavaliere che muore per salvare suo signore e l'esercito che lo accompagna. L'intera vicenda prende spunto da un fatto storico: l'imperatore Carlo dopo aver sottomesso l'Aquitania a sud della Francia aveva raggiunto i Pirenei abitati dai baschi, un popolo molto bellicoso. Carlo organizza una spedizione a Saragozza, ma la spedizione fallisce. L'imperatore si ritira oltrepassando i Pirenei ma la retroguardia con a capo Rolando cade in un'imboscata nella gola di Roncisvalle: il gruppo viene trucidato e Rolando trova la morte. Nella canzone di Rolando al posto dei baschi ci sono i saraceni e la spedizione diventa guerra della cristianità contro gli infedeli; l'agguato a Roncisvalle è dovuto al tradimento di Gano che sarà duramente punito alla fine del poema.



PARAFRASI DELLA CHANSON DE ROLAND

Rolando sente che sta per morire; di corsa si dirige verso un pino e chinato si distende sull'erba, sulla sua spada volgendo la testa ai nemici. Rolando così ha agito perché vuole che Carlo dica ai suoi nobili e cavalieri che è morto vincitore, ma soprattutto con onore. Successivamente Rolando recita più volte il Mea Culpa offrendo i suoi peccati a Dio dalla sua nascita sino a quel momento. Il conte Rolando disteso sotto il pino rivolge il suo volto verso la Spagna pensando delle molte cose successegli in vita: tra cui aver conquistato la Francia, aver combattuto per Carlo magno, il suo signore, che l'allevò.






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