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IL FU MATTIA PASCAL (Luigi Pirandello)

letteratura





IL FU MATTIA PASCAL

(Luigi Pirandello)





Questo libro, pubblicato nel 1904, è  uno dei racconti più diffusi e conosciuti di Pirandello, e narra la storia di Mattia Pascal, ma l'opera non gira esclusivamente intorno al protagonista, al contrario, è caratterizzata da una gran quantità di personaggi, almeno una trentina, tutti differenti tra loro e tutti con una diversa importanza nella vicenda. Alcuni sono superflui, ma servono ugualmente per creare il piccolo e verosimile mondo della storia, caratterizzato da sfaccettature e da personaggi eterogenei. Ogni personaggio viene presentato in modi diversi, la descrizione iniziale è minima, spesso senza nemmeno un accenno di aspetto fisico, il carattere, prevalentemente, si presenta da sé, indirettamente, attraverso lo sviluppo della vicenda.

Fra tutti quelli che compaiono nel racc 737j93h onto, però, l'unico che, al termine della storia, è veramente cambiato e maturato rispetto alla condizione iniziale è il protagonista.

La vicenda si svolge principalmente in due località: Miragno e Roma, che risultano le patrie delle due vite del personaggio, relativamente Mattia e Adriano. Per quanto riguarda il periodo di svolgimento, in tutto il libro mancano riferimenti cronologici precisi ed espliciti. Dalle notizie che Mattia legge in treno su un giornale, si può, però, capire che la storia si svolge tra la fine del '800 e gli inizi del '900. Sono riferimenti di fatti politici accaduti in Germania ed in Russia.



Questa mancanza di dati, non è però da considerarsi una dimenticanza dell'autore, anzi, poiché per Pirandello non sono fondamentali collocazioni spaziali e temporali precise, ciò che conta veramente sono i personaggi, i loro pensieri e le loro azioni. Così facendo la storia diventa assoluta, perché la lezione di vita che, tramite Mattia, lo scrittore intende dare, è valida in ogni tempo ed in ogni luogo.

Il Protagonista, racconta la sua vita, attraverso un enorme flash back, di lui, come degli altri non viene data una descrizione completa, forse si sofferma sul suo aspetto, per far conoscere al lettore l'occhio sbircio di Mattia, che quindi è libero di guardare ciò che vuole, si cura del suo aspetto, solo durante la trasformazione in Adriano, per il resto rimane indifferente alla sua figura.




Mattia, è figlio di un viaggiatore, che seppe arricchirsi giocando a carte con un capitano inglese di Liverpool. Con la gran fortuna accumulata, comprò case, vigne e diversi terreni, lì a Miragno. Il viaggiatore, morì durante uno dei suoi viaggi, a causa di una malattia, lasciando soli, la moglie ed i suoi due figli, Mattia e Roberto. La madre è una donna debole ed ingenua, sono questi i difetti che la porteranno alla rovina della sua famiglia, non essendo capace di gestire le ricchezze lasciatele dal marito, le da in gestione al Malagna. Il fratello, invece, viene presentato come il compagno di divertimenti del fratello, col crescere, si differenzia sempre più dal fratello, è infatti più bello, più maturo ed ha anche più gusto nel vestirsi. Il Malagna, è un disonesto, che approfitta delle ricchezze di cui è amministratore, sembra quasi che venga punito dal destino, in quanto con sua moglie, malata, non riesce ad avere un figlio, da lui molto desiderato. Alla morte della consorte, egli decide di mettere le mani su Oliva, il primo amore di Mattia, da cui, oltretutto, aspettava un figlio, Il Malagna, decide di crescerlo come suo, così oltretutto, tutte le proprietà rubate ai Pascal, sarebbero, un giorno, state restituite ai Pascal.

Nel frattempo dal Malagna, si trasferiscono anche la vedova Pescatore e la bella figlia, Romilda. La ragazza è molto gracile, mentre la madre è decisamente insopportabile, e viene poco rispettata da Mattia. La giovane, piace moltissimo a Pomino, un caro amico di Mattia, dal carattere mediocre, non ha problemi economici, ma il suo carattere e la sua timidezza, lo spingono a chiedere all'amico, di aiutarlo a conquistare la sua amata. Il ragazzo, inizia quindi a frequentare la giovane per conto dell'amico, ma involontariamente, tra i due nasce una storia e si sposano, nonostante l'evidente parere contrario della vedova ed una rovina finanziaria ormai evidente.

Da questo momento, la vita di Mattia, diventa un inferno, ed il ragazzo sembra perseguitato dalla sfortuna. È costretto a trasferirsi in una casa notevolmente umile, sua moglie sembra aver smesso di amarlo e i due figli che mette al mondo, data la loro gracilità, muoiono entrambi. Inoltre, il pessimo carattere della vedova Pescatore, costringe la madre del protagonista alla fuga, insieme alla sorella, ma la morte la raggiungerà di lì a poco. L'unica, che sembra essere in grado di tenere testa alla bisbetica, è la  zia Scolastica, completamente differente dalla sorella, che ha un carattere forte e risulta essere molto saggia. Per vivere, Mattia, è costretto, per la prima volta nella sua vita, a cercarsi un lavoro, sarà l'amico Pomino a trovargli l'impiego di bibliotecario, lavoro alquanto inutile, in un paese di analfabeti, senza il minimo interesse per la cultura.

Il lavoro noioso, la morte dei figli, e dell'adorata madre, mandano in crisi l'uomo. Così, all'insaputa di tutti, parte per Montecarlo, attirato dal gioco d'azzardo. La fortuna, questa volta gli sorride, in una decina di giorni, infatti, riesce ad accumulare la bellezza di 82.000 Lire, una vera fortuna per il periodo, poteva essere la fine dei suoi problemi. Ma mentre sta pensando a come utilizzare i soldi vinti, magari pagando qualche debito e riscattando qualche proprietà perduta, legge per caso su un giornale la notizia della sua morte. Secondo quel giornale, infatti, Mattia Pascal si era tolto la vita vicino al molino alla Stia, una sua vecchia proprietà, questo a causa dei dissesti finanziari e dei recenti lutti familiari, la moglie e la suocera,ne avrebbero riconosciuto il corpo già in decomposizione. È ovvio che il suicida non possa essere lui, probabilmente, la sua assenza ingiustificata, una vaga somiglianza ed una nascosta speranza di vedere quell'odiato marito morto per davvero, avranno spinto le due donne a riconoscere Mattia in un corpo estraneo. Il protagonista, dopo la lettura di quell'incredibile notizia, vede apparire davanti a sé una nuova vita, fatta di libertà, attraverso la rottura d'ogni legame con il passato. Potrà vivere senza problemi e senza responsabilità, come da giovane, inoltre nella sua nuova vita, potrà evitare di commettere gli errori passati, da adesso in poi basta con i legami.

Dopo alcuni accertamenti di quella svista, così improbabile, decide di diventare un altro, per questo è necessario cambiare aspetto: via la fede e la folta barba, farsi crescere i capelli e usare occhiali colorati, necessari per nascondere l'occhio sbircio. Ora deve cambiare anche nome, ed è un dialogo tra due signori che gli mette in testa il nome di Adriano Meis, per evitare problemi, si inventa anche un passato credibile, fatto di lutti e viaggi, che gli anno praticamente impedito di conoscere la sua famiglia. Da ora in poi la vita d'Adriano è un continuo viaggiare per l'Italia e la Germania, da solo e nella più completa libertà, ma una vita simile stanca presto, Adriano si accorge che la sua liberà p solo il frutto di un errore, che l'ha reso un uomo sconosciuto a tutti, legge compresa, inventato, misterioso, impossibilitato a qualsiasi operazione dove sia necessario dare le proprie generalità, non potrà mai confidarsi con nessuno ed è condannato a vivere da forestiero.



Giunto a Milano, inizia a riflettere sulla propria condizione di vita, a scoprire a poco a poco, tutti gli svantaggi non calcolati. Perfino l'acquisto di un cagnolino per fargli compagnia lo metterebbe in contraddizione: finirebbe con il legarsi a qualcosa e ciò non era assolutamente nei suoi progetti iniziali. Il dialogo con un misterioso uomo, conosciuto in un locale, lo porta a considerazioni sugli ideali della vita, sull0importanza della famiglia e delle amicizie, come sostegno e come morale.

Adriano decide quindi di cambiare, ancora, si trasferisce a Roma, affitta una stanza da una famiglia,  la famiglia Paleari. Qui conosce: Anselmo, il padrone di casa, uno dei personaggi più singolari del racconto, lui, è un uomo che ormai non può più lavorare, dedica dunque la sua intera vita alla lettura, alla filosofia ed alle riflessioni sul suo tema preferito, il post-morte; Adriana, nipote d'Anselmo, è sicuramente uno dei personaggi più amati da Pirandello e dal lettore, ciò che la rende tale, non è il suo aspetto fisico, forse neppure accennato, ma il suo carattere, ella p una ragazza pura, gentile, educata, tenera e discreta, ma allo stesso tempo è responsabile di se e di tutta la famiglia. Infine conosce anche la signorina Caporale, un altro inquilino della famiglia, viene descritta come una donna brutta e zitella, che consola con l'alcool la propria condizione.

La famiglia Paleari, darà, ad Adriano, il modo di cambiare, col passare dei mesi, anno sempre più scomparendo la sua riservatezza ed il carattere schivo nei confronti di tutti. Adriano, la sera, ama discutere con Adriana e la Caporale, scoprendo anche di essere amato da quest'ultima. Nonostante non ricambi tale affetto, il protagonista, grazie alla Caporale, riscopre gli affetti, la soddisfazione di piacere e di essere importante per qualcuno, una nuova serenità lo pervade. Adesso è pronto per innamorarsi di nuovo, e lo fa d'Adriana, questo, è un amore diverso da tutti i precedenti, è sicuramente più puro, fatto di sguardi e d'intese, grazie anche al carattere timido della ragazza. Sicuramente è il più grande amore di Mattia-Adriano, probabilmente l'unico reale.

L'equilibrio creatosi in casa Paleari, viene interrotto dall'inaspettato ritorno di Terenzio Papiani, il cognato di Adriana, marito della sua defunta sorella. Questo, è un essere losco, che viaggia spesso per lavoro, ha molti debiti e in precedenza si era appropriato di molti soldi della Caporale, ora vuole sposare Adriana, ma solo per non dover restituire la dote, ricevuta con la sua defunta moglie, ad Anselmo. Ovviamente, Adriano, che ama ed è amato dalla ragazza, non può sopportare tale ingiustizia, decide così di ostacolare Terenzio, che si rivela sempre più spregevole. Nel frattempo, Adriano, decide inoltre di migliorare il suo aspetto estetico, eliminando così l'ultima traccia in lui di Mattia Pascal: si sottopone ad una sicura operazione, disfandosi del difetto all'occhio. L'esito è del tutto positivo, ma l'uomo, deve stare quaranta giorni a riposo, nell'oscurità della sua stanza. Tutti gli abitanti della casa cercano di fargli compagnia, in modi più o meno apprezzati. Terenzio, addirittura, organizza una seduta spiritica, ma con l'unico scopo di prendere in giro Anselmo, l'unico credente alle teorie post-morte, inoltre intende così distrarre Adriano, mentre un suo complice gli ruba la bellezza di 12.000 Lire. Il protagonista, si ritrova con le spalle al muro ed entra in una nuova crisi: non può assolutamente denunciare il furto come tanto desidera Adriana, altrimenti la polizia avrebbe indagato anche sul suo conto e scoperto che è un uomo inventato, senza passato. Non può nemmeno amare la ragazza, accorgendosi solo adesso di nuovi e tremendi svantaggi che la sua condizione, prima definita "idilliaca", gli impongono. In fondo lui è sempre un uomo sposato e non può né risposarsi, perché non può utilizzare il nome di Adriano Melis, né tanto meno chiedere alla ragazza, così semplice ed onesta, un compromesso, un amore senza matrimonio, magari dicendole la verità sul proprio conto. È un morto, destinato a morire, da solo, senza ideali; si accorge solo adesso di non essersi mai interessato alla religione. Inoltre in lui nasce anche un rimorso, quello per il povero disgraziato suicidatosi, che fu scambiato per Pascal.

Adriano finisce così, col rinunciare a Terenzio, offendendo Adriana, che a sua insaputa aveva detto tutto in casa, ed adesso viene smentita ingiustamente. Decide anche di far soffrire la ragazza con la gelosia, per poterla allontanare da sé: in questo modo, non lo amerà più e risolverà così, in maniera sicuramente triste e sbagliata, il suo problema. L'occasione gliela offre una visita in casa di un'importante famiglia spagnola, coinvolta in politica da sempre. Qui, Adriano, rincontra la bellissima Pepita ed il suo ragazzo, un pittore di nome Bernaldez, già conosciuti durante la seduta-rapina. Approfittando di un piccolo litigio nella coppia, inizia a fare la corte alla donna, offendendo l'artista. Il litigio fra i due, non può non concludersi in un duello mortale, ed ancora una volta Adriano scopre un suo limite. Non potrà mai avere testimoni e farà la fine del vigliacco, non presentandosi al duello.



Così, immerso nei suoi pensieri, Adriano arriva a riflettere su di un ponte, qui decide di far morire, dopo solo due anni di vita, Adriano Melis, per poter finalmente tornare Mattia Pascal. Lascia sul posto un bigliettino, assieme ad alcuni indumenti, ed ancora una volta legge su un quotidiano la notizia della propria morte. A Pisa, ogni aspetto estetico della sua seconda vita scompare, con i capelli corti e la barba lunga, rinasce il vecchio Mattia, stavolta con l'occhio sano, segno indelebile della sua seconda vita.

Decide di andare a trovare, per primo, il fratello Roberto. Naturalmente quest'ultimo rimane stupito dalla vista del fratello, creduto morto da due anni, ma in poco tempo si calma e può riabbracciare Mattia. Da lui, il protagonista, viene a sapere, che Romilda si è risposata, col vecchio e ricco amico Pomino, che se tornerà a Miragno, tale matrimonio sarà annullato, secondo la legge. Così Romilda, accondiscendente o meno, tornerà sua moglie. Ma per Mattia il ritorno a casa è obbligatori, così torna a Miragno, ad affrontare il proprio destino. Nessuno sembra riconoscerlo, e, quando entra in casa di Pomino, succede un macello: Romilda sviene, il suo nuovo marito si preoccupa per il matrimonio da annullare e la vecchia suocera reagisce alla sua maniera, urlando come una pazza. Ma davanti ad una famiglia felice, ad un figlio di Romilda, finalmente sano, Mattia sa che non potrà intromettersi nella sua vita una seconda volta. Ormai è inutile fare valere i suoi diritti sul matrimonio: meglio vivere nel paese, in disparte, lasciando le cose al loro posto, al loro ritrovato equilibrio. Così facendo, Mattia, ha sicuramente fatto la scelta giusta, abbandonando tutto ciò che non è più suo, perché del Mattia Pascal morto annegato, vicino alla Stia.

Riprende a lavorare come bibliotecario, col tempo scriverà la sua incredibile storia, inoltre ogni tanto andrà a visitare la sua tomba, con la strana sensazione di sentirsi morto e sepolto, laggiù, per un suicidio, probabilmente domandandosi, di tanto in tanto, se non dovrebbe esserci davvero lui, li, al posto di quel pover'uomo, sepolto laggiù, alla Stia.



COMMENTO:



Questo libro, sicuramente una delle opere più conosciute di Pirandello, è caratterizzato, da una verosimilità affascinante, poiché nonostante tutte situazioni in cui si viene a trovare Mattia, sono assai improbabili, ma sempre possibili, ossia, nella sua assurdità, potrebbe accadere davvero.

La vicenda, scorre senza problemi, nonostante le numerose riflessioni del protagonista, necessarie a sottolineare la lenta maturazione dello stesso, la sua grande lezione di vita.

La scelta di eliminare pressoché ogni riferimento spazio-temporale, fa sì che nella storia, non siano presenti punti morti, ma la storia faccia sempre restare il lettore in continua attesa, per gli imprevedibili sviluppi delle avventure di Mattia.

Nella lettura, si presentano alcune riflessioni di difficile comprensione, o, comunque, fuori luogo, come quelle di Anselmo riguardo alla vita post-morte, del tutto ininfluente per quanto riguarda la storia, ma necessarie per creare quella situazione di eterogeneità fra i personaggi, che caratterizzano l'opera Pirandelliana, come anche il comportamento, da me molto gradito, decisamente sarcastico ed ironico del protagonista.

Lo scritto di Pirandello, affascina, perché è molto facile immedesimarsi nei panni di Mattia, chiunque potrebbe vivere un'esperienza al limite dell'impossibile, l'esempio di Mattia, vale sempre, non importano i luoghi o i tempi.


Per finire il libro, poi, Pirandello, riporta una nota che spiega di come, dopo parecchi anni dall'uscita de "Il fu Mattia Pascal", un carcerato, una volta uscito dal suo stato di prigionia, scoprì che il suo corpo era stato riconosciuto in quello di un suicida e che la moglie, si era poi risposata, questa affermazione, rende ancora più verosimile, agli occhi del lettore, la storia, poiché un fatto simile a quello narrato è già avvenuto, e potrebbe riaccadere.











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