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La ricerca e sviluppo - La spese per la R&S nelle diverse regioni

geografia






Una delle principali caratteristiche della scienza contemporanea e la sua sempre più stretta relazione con la tecnologia a differenza del passato oggi tutte le più importanti realizzazioni tecnologiche derivano da scoperte scientifiche. Le nuove tecnologie favoriscono strumenti sempre più efficaci per il lavoro scientifico potenziando la collaborazione tra scie 858h77i nza e tecnologia.


Le principali economie industrializzate basano sempre più la propria forza e competitività sulla ricerca e sviluppo (R&S). Le regioni economicamente più sviluppate, la cui popolazione equivale al 20% di quella mondiale, totalizzano l'84,4% della spesa mondiale per la ricerca e sviluppo. Viceversa, le regioni economicamente meno sviluppate, la cui popolazione equivale all'80% di quella mondiale, totalizzano appena il 15,6% della spesa mondiale per la R&S. Quindi le regioni più sviluppate, pur avendo una popolazione quattro volte inferiore a quella delle regioni meno sviluppate, investono nella R&S oltre cinque volte di più.







Il 95% della spesa mondiale per la R&S si concentra in Nord America, in Europa e in Asia, mentre a America Latina e Caraibi, Oceania e Africa totalizzano poco più del 5%. Tradotto in moneta, la spesa annua del Nord America per la ricerca e sviluppo ammonta a $ 209 miliardi annui; quella dell'Europa $ 157,7 miliardi, quella dell'Asia $ 152,3 miliardi (a parità di potere di acquisto).







Netto è il predominio della triade Stati Uniti, Unione europea, Giappone: con a una popolazione complessiva equivalente a meno del 13% di quella mondiale, questi paesi totalizzano quasi 77% della spesa mondiale per la R&S. Tutti gli altri paesi la cui popolazione equivale a oltre l'87% di quella mondiale, totalizzano poco più del 23% della spesa mondiale per la R&S. La spesa annua italiana si colloca, all'interno della UE, al quart' ultimo posto.






Negli oltre 5 milioni di ricercatori impegnati nella ricerca e sviluppo, il 71,6% si trova nelle regioni economicamente più sviluppate (Asia, Europa, Nord America); il 28,4% nelle regioni economicamente meno sviluppate ( America Latina, Caraibi, Africa e Oceania).

Per comprendere quale sia il livello della R&S nelle diverse regioni, bisogna calcolare il numero di ricercatori in rapporto a quello degli abitanti.

Un altro metodo, attraverso cui si può calcolare quale sia il livello della R&S nei diversi paesi, è quello di dividere per il numero di ricercatori l'ammontare annuo della spesa annua per la R&S.







Nel campo delle pubblicazioni di scienza e tecnologia, è al primo posto il Nord America con una produzione annua equivalente alle 39,8% di quella mondiale. Al secondo posto è l'Europa, con il 34,2%. Ciò significa che Nord America ed Europa totalizzano circa i tre quarti della produzione mondiale di pubblicazioni di scienza e tecnologia. Troviamo, invece, a livelli molto inferiori India e Cina; con rispettivamente 2,1% e 1,2% di pubblicazioni scientifiche e tecnologiche. Le pubblicazioni scientifiche e tecnologiche possono trattare diverse discipline: chimica, fisica, matematica, biologia, scienze mediche ecc.





È un ristretto numero di paesi a detenere la proprietà di quasi tutte le alte tecnologie, tramite i brevetti depositati principalmente nei due più importanti sistemi di registrazioni, quelli dell'Europa e degli Stati Uniti. Tale brevetti vengono depositati, per la maggior parte, da gruppi transnazionali, che diventano così proprietari delle varie tecnologie.





È sempre un ristretto gruppo di paesi a fabbricare ed esportare prodotti ad alta tecnologia: oltre l'83% del esportazione mondiale di tutti prodotti high-tech proviene da appena 25 paesi. Stati Uniti e Unione europea totalizzano, in questo campo, oltre i tre quarti dell' esportazione mondiale.




I paesi che costituiscono il centro dell'economia mondiale detengono, tramite i brevetti depositati dai gruppi transnazionali, la proprietà di quasi tutte le alte tecnologie. Altri paesi, facenti parte della semiperiferia, adottano le tecnologie brevettate e, acquistando le relative licenze. I restanti paesi quelli della periferia e anche alcuni della semiperiferia sono invece esclusi dalle alte tecnologie.





La proprietà privata delle più importanti applicazioni tecnologiche della ricerca scientifica fa sì che la ricerca stessa venga indirizzata in misura crescente nei campi più redditizi, per accrescere la competitività dei maggiori gruppi transnazionali e in generale delle economie sviluppate. In tale contesto si inserisce lo sviluppo degli organismi geneticamente modificati.

Questi sono organismi viventi creati artificialmente dall'uomo manipolandone l'identità genetica. Le recenti tecniche di ingegneria genetica consistono nel prelevare uno più geni di un organismo vivente per inserirli nel patrimonio genetico di un altro organismo: ad esempio, incroci tra pomodoro e scorpione, mais e batteri, fragole e pesci.

Nell'agricoltura, la superficie coltivata con piante geneticamente modificate è passata su scala mondiale da circa un milione di ettari nel 1936 a circa 59 milioni nel 2002. Tra le coltivazioni geneticamente modificate possiamo trovare la soia, il mais, il cotone e la colza. Le società che creano, brevettano  e commercializzato piante alimentari geneticamente modificate e evidenziano i vantaggi economici che gli agricoltori possono trarne, dato che esse permettono di ottenere raccolti maggiori, e assicurano che non sono nocive nè per l'ambiente né per l'uomo. Diverse istituzioni scientifiche come la Greenpeace international, sostengono invece che esse possono provocare effetti nocivi per l'ambiente per l'uomo. Esiste la possibilità che i geni che conferiscono resistenza ai pesticidi si trasmettano a piante infestanti, le quali, divenute a loro volta resistenti agli erbicidi, possono diffondersi danneggiando interi ecosistemi. Ad esempio il gene che rende la colza resistente all'erbicida può trasferirsi, mediante il polline trasportato dal vento, a centinaia di metri di distanza, trasmettendosi a piante infestanti apparentate con la colza (come il rafano selvatico). Vi è quindi di il pericolo di un nuovo tipo di contaminazione: l'inquinamento genetico.

Inoltre vi è un altro pericolo: che le tossine delle piante geneticamente modificate possano rendano gli insetti ancora più resistenti agli insetticidi.




Nell'ultimo decennio si è verificata una crescita esponenziale delle telecomunicazioni. Lo dimostra il fatto che tra il 1292 e del 1002, il traffico telefonico internazionale si è quindi applicato e il numero mondiale di abbonati al telefono si è più che quadruplicato.

Con il passare degli anni si sono create tante piccole società come Omnitel, Tim ecc. (oligopolio).





A iniziare dal 1993, la telefonia mobile ha avuto un ritmo di crescita via via sempre maggiore, finché, nel 2002, e il numero dei suoi abbonati ha superato, su scala mondiale, quello degli abbonati alla telefonia fissa. Nei paesi economicamente sviluppati, il telefono cellulare è entrata a far parte della vita quotidiana, determinando un vero e proprio fenomeno sociale. L'uso del cellulare si sta diffondendo, seppure in misura minore, anche nei paesi in via di sviluppo. Ciò è dovuto alle caratteristiche stesse della telefonia mobile: in paesi nei quali ampie zone, soprattutto rurali, sono sprovviste di reti telefoniche fisse, e dove quelle esistenti sono spesso obsolete e deteriorate, è più conveniente costruire una rete di telefonia amabile piuttosto che una rete fissa.


La telefonia mobile nei paesi in via di sviluppo

In India e i pescatori che abitano sulle coste del Kerala usano il telefono cellulare per informarsi dei prezzi del pesce sui vari mercati, in modo da poterlo vendere dove guadagno è maggiore.

In Bangladesh centinaia di villaggi sono riusciti a dotarsi di un telefono cellulare, che funziona in pratica come telefono pubblico.

Si è creato una sorta di servizio telefonico itinerante: alcune persone girano di villaggio in villaggio mettendo il proprio cellulare a disposizione dei contadini a tariffe relativamente basse. Questi se ne servono soprattutto per avere informazioni sui prezzi di mercato del riso e delle verdure che producono, in modo da potere meglio contrattare con gli intermediari.

Lo stesso avviene in Costa d'Avorio, dove piccoli coltivatori di cacao e caffè e si sono riuniti in cooperative modo da poter acquistare un telefono cellulare e con questo informarsi dei prezzi dei loro prodotti sui vari mercati.

Tutto questo indica quanto può essere utile alla telefonia mobile, potrebbe servire a migliorare le condizioni di vita anche nelle zone economicamente e tecnologicamente più arretrate.




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