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Biografia e tappe principali della sua vita
· 252j97c 252j97c Pastore battista e uomo politico, principale sostenitore e guida della protesta non violenta dei neri d'America contro la segregazione razziale
· 252j97c 252j97c Nel 1947, ordinato pastore, comincia la sua sfida alla segregazione in Alabama;
· 252j97c 252j97c nel 1955 guida il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery protestando per l'arresto di Rosa Parks;
· 252j97c 252j97c in carcere
· 252j97c 252j97c intensifica la sua campagna per i diritti civili (iscrizione dei neri nelle liste elettorali, abolizione della segregazione razziale, migliorare la qualità dell'istruzione)
· 252j97c 252j97c e nel 1963 si ha la marcia a Birmingham (Alabama);
· 252j97c 252j97c in carcere
· 252j97c 252j97c si reca in India per conoscere l'ambiente, la cultura e il messaggio del Mahatma Gandhi ed approfondire la conoscenza del "satyagraha" : il principio della persuasione nonviolenta sostenuto da Gandhi
· 252j97c 252j97c 29 agosto 1963
· 252j97c 252j97c
a
Washington la grande marcia pacifista - 250.000 persone - conclusa con il
celebre discorso :"I have a dream."
".Sogno che sulle rosse colline della Georgia i figli degli antichi
schiavi e i figli degli antichi padroni possano sedere insieme al tavolo della
fratellanza"
· 252j97c 252j97c in carcere e minacciato
".La conseguenza della nonviolenza è la creazione di una comunione di amore, mentre la conseguenza della violenza è un tragico risentimento"
· 252j97c 252j97c le minacce, le bombe e le ritorsioni del Ku Klux Klan;
· 252j97c 252j97c sostegno e aiuto del Presidente Kennedy;
· 252j97c 252j97c nel 1964 approvazione del Civil Rights Bill (abolizione della segregazione nei servizi pubblici e nelle scuole);
".La violenza ci riporta indietro di 10 anni. Ci fa perdere ciò che abbiamo conquistato"
". È necessario condividere la sorte dei fratelli più poveri perché la lotta abbia successo"
· 252j97c 252j97c nel 1964 a Oslo riceve il premio Nobel per la pace;
· 252j97c 252j97c nel 1965 è a Los Angeles dove molti neri, esasperati dai continui attacchi, rispondono con la violenza e si oppone alla frange più violenta del suo movimento;
· 252j97c 252j97c si trasferisce con la moglie e i figli in un quartiere povero di Chicago;
· 252j97c 252j97c il 4 aprile del 1968 viene assassinato a Memphis, nel Tennessee
"Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi.
Noi non possiamo in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo ancora.
Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L'amore è il più potere più duraturo che vi sia al mondo".
M. L. KING , La forza di amar
Io Ho Un
Sogno
Sono felice di unirmi a voi in
questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà
nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui
ombra ci leviamo oggi, firmò
Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del
negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle
catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un'isola
di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni
dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova
esiliato nella sua stessa terra.
Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione
vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per
incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le
sublimi parole della Costituzione e
E' ovvio, oggi, che l'America è venuta meno a questo "pagherò" per
ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro
obbligo, l'America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si
trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci
rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle
opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo
assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e
della garanzia di giustizia.
Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all'America l'urgenza
appassionata dell'adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere
che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo.
Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il
momento di levarsi dall'oscura e desolata valle della segregazione al sentiero
radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione
dalle sabbie mobili dell'ingiustizia razziale alla solida roccia della
fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli
di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l'urgenza
del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non
finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà
ed uguaglianza.
Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano
bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati,
avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente
fosse successo.
Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non
saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta
continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non
sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.
Ma c'è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida
soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso
la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa
dell'odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al
piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la
nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente
elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza
dell'anima.
Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non
dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché
molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono
giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti
a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà.
Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura
fortificate dell'ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze.
Non possiamo camminare da soli.
E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non
possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i
diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai
soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene
sottoposto dalla polizia.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica
del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli
alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti
sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più
grande.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della
loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non
potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno
votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No,
non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà
come l'acqua e il diritto come un fiume possente.
Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e
tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un
carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha
lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche
della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa.
Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è
redentrice.
Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina;
ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e
ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione
può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della
disperazione.
E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di
oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E' un sogno profondamente
radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e
vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa
verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della
Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che
un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della
fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del
Mississippi, uno stato colmo dell'arroganza dell'ingiustizia, colmo
dell'arroganza dell'oppressione, si trasformerà in un'oasi di libertà e
giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno
un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della
loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno,
oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata,
ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti
piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e
tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E' questa la nostra speranza.
Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione
una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le
stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di
fratellanza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di
lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà,
sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli
di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di
libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del
pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l'America
vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.
Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice
risuoni la libertà.
E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da
ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo
anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili,
cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del
vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio
Onnipotente, siamo liberi finalmente".
E' bene che sia nel tuo cuore
Tanti fra i nostri antenati cantavano canti di libertà e sognavano il giorno in cui sarebbero potuti uscire dalla schiavitù, dalla lunga notte dell'ingiustizia(.)
E cantavano così perché avevano un sogno grande e potente; ma molti di loro sono morti senza vederlo realizzato(.)
La lotta c'è sempre. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo abbattere un muro di cemento: sembra che non serva a nessuno.
E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace, si rimane soli; si resta scoraggiati; si resta smarriti.
Ebbene, così è la vita. E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire le loro grida: "Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore. E' bene che tu ci provi."
Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare. E' bene che sia nel tuo cuore.
( Martin Luther King, Sogni non realizzati, 1968)
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