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ROUSSEAU,L'EMILIO

pedagogia




ROUSSEAU,L EMILIO

Rousseau, filosofo e pedagogo ginevrino, nei suoi scritti mette sempre in evidenza il


principio del contrasto tra natura e società, così come accade anche nella suo romanzo


pedagogico "Emilio".


1.Rousseau parte dal presupposto che la società  corrompe la bontà originaria della




natura umana, e,di conseguenza, anche quella dell'educazione. La sua concezione


pedagogica è quindi quella di un'educazione che si configuri nei termini di uno sviluppo 949c23j


secondo natura, in quanto la natura designa l'insieme delle facoltà e delle capacità del


soggetto prima che esse siano state corrotte.


Rousseau scrive:" ciascuno di noi è dunque formato da tre specie di maestri". Il maestro


deve però lasciare che l'allievo compia da solo le sue esperienze. Questa educazione


viene definita da Rousseau anche come educazione negativa, nel senso che l'educatore


deve impedire che qualcosa sia fatto, educazione negativa significa quindi rifiuto di ogni


intervento non tempestivo del maestro,a favore della crescita naturale del soggetto e


dei suoi bisogni. Secondo il  ginevrino il bambino è già discepolo non del precettore, bensì


della natura. L'educatore quindi è al servizio di quest'ultima e deve cercare di mantenere


lontana dal bambino qualsiasi forma di corruzione  e di contaminazione. Inoltre il


fanciullo non deve conoscere alcuna forma di comando,di obbligo o costrizione in quanto


la prima infanzia è rappresenta la fase del sonno della ragione,ossia della coscienza,


quindi il bambino non sarebbe in grado di comprenderli.


Compito dell'educatore è quello di garantire la possibilità che il


fanciullo compia esperienze adeguate alle sue capacità nel rispetto della vera natura


delle cose e  sulla base del livello di sviluppo dello stesso. Il maestro quindi deve sempre


rispettare il bambino, non considerandolo già come un "piccolo uomo",ma cercando di


formare un futuro uomo che in qualsiasi situazione sia in grado di risollevarsi da solo.


È il maestro che deve creare le situazioni  nelle quali si muove Emilio, ed è a lui che deve


far credere che queste siano puramente casuali. Ma al suo allievo non dovrà mai


suggerire le soluzioni su come agire e comportarsi.


La seconda infanzia è invece la fase dell'educazione positiva, durante la quale il bambino


giunge alla conoscenza del mondo su base sensoriale, e mediante la curiosità. Durante


questo periodo precettore non deve dare ordini perché gli ordini dati dalla natura sono


migliori di quelli dati dagli uomini.


Per Rosseau. la vera educazione ha inizio nell'età dell'adolescenza, quando il


soggetto,spinto dalle passioni,entra a contatto con il mondo degli uomini. Emilio deve


essere posto dal proprio maestro nella posizione del confronto, e, siccome deve


conoscere il mondo e gli altri, può leggere, confrontarsi con gli altri, studiare la storia, la


religione e la morale.


Emilio deve apprendere dall'esperienza e dalle sue esperienze personali con la realtà

esterna, apprendendo  solo quando ne avvertirà il bisogno.


Il bagaglio di esperienze personali e di apprendimento che Emilio immagazzinerà nel


corso della sua crescita  li si rivelerà sempre utile e funzionale ai bisogni. Inoltre queste


essendo non solo di natura positiva ma anche di natura negativa lo faranno crescere e


maturare ulteriormente. Emilio deve infatti cercare di capire da solo e sulla base delle


sue esperienze già vissute, quali sono gli errori commessi e le relative soluzioni,dinnanzi


a qualsiasi problematica alla quale viene incontro.


Le esperienze personali che si possono compiere in un ambiente educativo dovrebbero


avere anche un carattere di novità,in modo tale che ciascun individuo  sia sempre


stimolato a qualcosa di nuovo e di sconosciuto. Non a caso Rousseau afferma che se


l'allievo sbaglia,il maestro non deve intervenire correggendo i suoi errori,ma deve


lasciarlo fare,aspettando in silenzio che egli li veda e sia in grado di correggerli da sé.


Penso che anche la scuola,in qualità di luogo privilegiato per l'istruzione,debba sempre


tenere conto, ai fini dell'apprendimento di ogni individuo, delle conoscenze e dei saperi


acquisiti precedentemente,sulla  base delle esperienze individuali di ognuno.


L'apprendimento dell'Emilio,allievo immaginario di Rousseau,è quindi quello che nasce dal


rapporto diretto con le cose e si concretizza mediante l'esperienza,considerata quindi


fondamentale ai fini del processo formativo.


3.Come detto precedentemente,la scuola deve o meglio dovrebbe, sempre tenere conto


delle esperienze degli alunni,ma anche delle loro inclinazioni naturali,organizzando


percorsi formativi rispondenti alle necessità degli studenti,cercando di valorizzare le


doti e gli interessi di ciascuno.


L'alunno grazie all'intervento della scuola dovrebbe sviluppare la consapevolezza  delle


proprie inclinazioni,capacità,attitudini e anche dei propri limiti. Infatti questa


consapevolezza(naturalmente differente a seconda delle età),li si potrà sempre rivelare


ugualmente utile per il futuro. L'alunno deve quindi cercare di sfruttare al meglio le sue


inclinazioni,in maniera funzionale anche al processo formativo.


Compito fondamentale dell'insegnante è quindi quello di  assecondare le attitudini


spontanee dei suoi alunni,aiutandoli ad esprimere completamente le loro  svariate


potenzialità  non solo logiche e cognitive ma anche affettive,psicologiche e sociali.





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