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Turbomacchine
La turbina è una macchina motrice costituita da una successione di condotti fissi e rotanti attraversati da fluido che si espande e compie lavoro sulle pareti dei condotti rotanti.
Dal punto di vista fluidodinamico si può pensare ad un unico condotto nel quale il fluido motore incontrando opportune superfici deviatrici fisse e rotanti (palette) si espande e compie lavoro.
Tecnicamente una turbina è composta da uno o più stadi (si parla di turbina semplice o multipla) raggruppati in una stessa cassa (turbina monocorpo) o in diverse casse (turbina a più corpi impianti a vapore) non necessariamente sullo stesso albero.
Uno stadio o elemento di turbina funziona ad azione se le palette sono solidali con il rotore (girante) e ruotano in un ambiente che ha la stessa pressione a monte e a valle di esse.
L'espansione
Il grado di reazione di uno stadio di turbina è definito in vari modi. Tradizionalmente si attribuisce grado di reazione zero ad uno stadio ad azione; grado di reazione unitario ad uno stadio funzionante con la stessa pressione a monte e a valle dei condotti fissi (p0 = p1).
Pertanto il grado di reazione è definito dal rapporto fra la caduta isoentropica di entalpia nella girante e la somma delle cadute isoentropiche nel distributore e nella girante.
figura 8.1
figura 8.2 - sezione di una turbina
con riferimento alle figure 8.1 e 8.2 si ricava:
Il rendimento
interno di una turbina è un indice
Esso è dato dal rapporto fra il lavoro interno, che il
fluido compie sugli organi della macchina, ed il lavoro limite corrispondente
ad una trasformazione priva di perdite che si svolga fra le stesse pressioni
estreme dell'espansione reale, a partire dalle stesse condizioni iniziali
Come trasformazione reversibile di riferimento si assume in genere un'espansione adiabatica, quindi, isoentropica, essendo la macchina praticamente adiabatica; in tal caso si parla anche di rendimento isoentropico.
figura 8.3
Nell'ipotesi di espansione adiabatica (Qe = 0) e variazione di Ec trascurabile (Ec 0), con riferimento alla figura 8.3 si ottiene:
=
Nel caso di uno stadio non è possibile, in generale, trascurare Ec in quanto è dello stesso ordine delle altre grandezze in gioco; pertanto il rendimento dello stadio è dato da:
figura 8.4
=
Li,l
= i0 - i2is + =
-
Li = i0 - i2 + =
=
Il termine può essere presente o
meno a seconda delle possibilità di utilizzo dell'energia cinetica allo
scarico.
Il lavoro Li dello stadio è esprimibile anche mediante il triangolo delle velocità che coinvolge la forma delle palettature e la geometria della macchina.
Li = u1 cu1 - u2 cu2
figura 8.5
Per rappresentare il comportamento di una turbomacchina nelle condizioni di funzionamento realizzabili si utilizzano normalmente parametri adimensionati, con il vantaggio di poter comprendere in un diagramma unico tutte le possibili condizioni di funzionamento dellla macchina.
Normalmente le prestazioni di una turbina (e di una turbomacchina in generale) nelle possibili condizioni di funzionamento si rappresentano in un diagramma noto come diagramma delle curve caratteristiche o diagramma caratteristico.
Una rappresentazione adottata è:
dove:
- il pedice o indica l'ingresso della turbina;
- il pedice k indica lo scarico della turbina;
- n è il numero di giri di funzionamento.
Questo tipo di rappresentazione è particolarmente adatto
per lo studio della regolazione delle turbine (a vapore o a gas) a velocità
variabile e
figura 8.6- rapporto critico della turbina
Regolare una turbina significa intervenire sulle sue condizioni di funzionamento per adeguare, istante per istante, le prestazioni della macchina, o in generale dell'impianto di cui essa fa parte, alle esigenze dell'utilizzatore.
In particolare si tratterà di variare la coppia motrice. La caratteristica delle turbine è rappresentabile quindi nella forma:
figura 8.7
Il rapporto è molto basso,
prossimo all'asse delle ordinate, ed il campo di lavoro della macchina è quello
indicato, che corrisponde alla legge:
m
che può essere rappresentato:
figura 8.8
La regolazione può avere due scopi differenti: variare la velocità di rotazione della macchina; o, viceversa, per conservarla costante, nonostante cambi la coppia resistente opposta dall'utilizzatore.
Esempi tipici del primo caso si hanno nel collegamento delle turbine con una macchina a velocità variabile (turbocompressore, turbopompa, ecc.) e nelle applicazioni alla propulsione navale, dove la velocità di avanzamento del natante viene variata cambiando la coppia impressa all'elica.
Esempi tipici
Le metodologie adottate per regolare la turbina sono, in
generale, funzioni
Regolazione per laminazione (gas o vapore):
figura 8.9
Con la regolazione per laminazione si agisce sulla caduta isoentropica che si realizza costringendo il vapore a passare attraverso una valvola prima di immetterlo nella macchina.
=
Sapendo che: Pi = mi Li
si ottiene che se m decresce allora Li decresce e quindi il rendimento si abbassa.
Regolazione per parzializzazione:
m
A f
figura 8.10
Come evidente dalla figura 8.10 quando l'area della corona parzializzata decresce, anche m decresce, quindi variano le condizioni di flusso nella macchina e in generale anche il rendimento.
Regolazione sulla portata di combustibile:
Sappiamo che: Q1 = mb Hi
quindi quando mb decresce l'entalpia decresce e quindi anche il lavoro Li decresce.
I compressori di gas sono macchine operatrici che trasferiscono al gas trattato l'energia necessaria per un cambiamento della sua velocità e/o della sua pressione. Nei turbocompressori il lavoro sul fluido viene compiuto dalle forze aerodinamiche che opportune superfici (pale o palette) in moto relativo rispetto al gas esercitano su questo.
Ogni stadio di compressore è costituito da un organo mobile, girante o rotore, munito delle palette che compiono lavoro sul gas e da un organo fisso, diffusore, che raccoglie il gas saricato dalla girante e converte in energia di pressione la maggior parte dell'energia cinetica posseduta dal gas. Lo stadio può essere considerato in genere adiabatico.
I turbocompressori di suddividono in turbocompressori radiali (quasi unicamente centrifughi) e turbocompressori assiali. Possono essere ad uno stadio solo o a più stadi.
Applicando il principio di conservazione dell'energia all'unità di massa del gas, supponendo che si muova in regime permanente dall'ambiente di aspirazione dove si trova alla pressione p1 temperatura T1 e velocità c1 all'ambiente di scarico dove troviamo la pressione p2 , troviamo che al gas devono essere applicate forze capaci di compiere il lavoro dato dall'equazione:
Li
=
se si tratta di un vero compressore, non di un semplice
ventilatore, il termine può essere trascurato.
Nel caso ideale, cioè in assenza di resistenze passive, Lw
= 0 il lavoro interno sarà pari a: Li =
equivalente all'area della figura 8.11 che nel diagramma
p,v è compresa fra l'asse delle pressioni, le due isobare p1 e p2
e
figura 8.11
Consideriamo il caso ideale in cui non solo manchino le resistenze passive ma sia anche nullo il calore ceduto all'esterno. Allora la compressione segue la legge isoentropica dei gas:
pvk = cost.
Per ottenre Li svolgiamo l'integrale e si trova:
Li
is =
dove:
= rappresenta il
rapporto manometrico di compressione;
Liis rappresenta il minimo lavoro se non si ha la possibilità di sottrarre calore al gas a mano mano che lo si comprime.
Infatti dalla conservazione dell'energia si ha Qe + Li = i + Ec e considerando Ec 0, si ottiene: Li = i - Qe Nota: Qe è positivo se è fornito al gas.
Se abbiamo a disposizione un mezzo refrigerante a bassa
temperatura, e il compressore consente di usarlo per la refrigerazione
Quindi per ridurre il lavoro richiesto dal compressore conviene refrigerare il gas, in modo da avvicinarsi alla linea isoterma.
Purtroppo la refrigerazione continua durante la compressione è praticamente inattuabile, per cui si ricorre alla suddivisione fra più stadi, intercalando fra stadio e stadio un refrigeratore.
figura 8.12
Liis = iis = cp (T2is - T1) area 10'1'2is10
Liis area 10'1'110
con interrefrigerazione:
Li area tratteggiata in figura 8.12
I due rendimenti più comunemente usati sono il rendimento politropico e il rendimento isoentropico. Essi esprimono il rapporto fra il lavoro di compressione della macchina reversibile, rispettivamente nei due casi di trasformazione isoentropica e politropica fra le stesse pressioni esterne, e il lavoro di compressione effettivo.
Il rendimento isoentropico si può esprimere, con riferimento alla figura 8.13:
figura 8.13
=
Se la variazione di Ec è trascurabile rispetto alla variazione di entalpia si ha:
is =
Il rendimento politropico è espresso dalla:
pol = y =
ed è chiamato anche rendimento idraulico. I vari termini si ricavano da:
Li
pol = + Ec
Li
= + Ec + Lw
La funzione di un turbocompressore è sostanzialmente
quella di aumentare la pressione di una data portata di fluido (nella
maggioranza dei casi aria) ad un valore richiesto, assorbendo la minima
Le prestazioni di un compressore sono rappresentate da
curve, che danno in genere l'andamento
Nella figura 8.14 è appunto rappresentato un ventilatore centrifugo, nel quale sono messe in evidenza le velocità all'ingresso e all'uscita.
figura 8.14
Con riferimento alla figura 8.14:
Li = u2 cu2 - u1 cu1
ma cu1 = 0, e inoltre dalla figura 8.14:
da cui: cu2 = u2
quindi: Li
=
Applicando la conservazione dell'energia tra 1 e 2:
Li = + Ec + Lw =
+ Ec + Lw
Li = + Lw
Li = + Lw
Nota: per un fluido incombrimibile:
Consideriamo in prima approssimazione:
Lw
Per un moto turbolento, quindi con resistenze passive distribuite:
m = d2 l2 w2r 2 d2 l2 w2r 1
segue: 0 = 1 + = 1 +
0 = f
Si ottiene la caratteristica:
figura 8.15
Considerando una approssimazione di Lw più aderente al fenomeno reale, si ottiene:
figura 8.16
e tenendo anche in conto la comprimibilità
figura 8.17
Il compressore funziona in quel punto della sua caratteristica per cui fornisce la portata corrispondente alla resistenza opposta dall'esterno.
La corrispondenza è stabilita dalla natura
figura 8.18
Affinchè il regime sia stabile è necessario che nel punto
di intersezione la caratteristica interna abbia pendenza minore dell'esterna;
così se la portata tende a diminuire, la prevalenza risulta superiore alla
resistenza e la velocità
Per stabilire se il funzionamento
figura 8.19
Regolare un turbocompressore vuol dire farlo funzionare per condizioni diverse da quelle di progetto o per mantenere costante la pressione di mandata al variare della portata richiesta o per mantenere costante la pressione di mandata, ed in prima approssimazione, la portata richiesta all'aumentare della pressione di aspirazione (campo aeronautico).
I metodi principali di regolazione di un turbocompressore sono
a) variazione della velocità angolare;
b) laminazione alla mandata;
c) laminazione all'aspirazione;
d) riflesso di porta della mandata.
figura 8.20
figura 8.21
p2'> p2 = cost.
a =
figura 8.22
Cambio le
condizioni all'aspirazione
figura 8.23
p1'< p1
a =
figura 8.24
Questo metodo presenta alcuni svantaggi quali:
- necessità di un refirgeratore perchè lo scarico avviene nello stesso ambiente in cui avviene il prelievo del fluido e quindi si ha un surriscaldamento.
- spreco di risorse
Però presenta il vantaggio di essere di semplice progettazione.
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