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L'impressionismo

storia dell arte



L'impressionismo

Nel 1874 si tenne a Parigi una mostra organizzata dagli artisti stessi che, per poterla organizzare si erano accollati le spese, costituendosi "società anonima". Questa organizzazione erano in contrasto con il Salon, ove le opere erano ammesse solo tramite un giudizio di una giuria, che promuoveva solo quelle consone alla tradizione, ligie agli insegnamenti accademici e perciò ignorava tutte quelle che presentavano delle originalità. Gli artisti della società anonima combattevano le rigide e accademiche norme della giuria ch 252i85c e scartava le loro opere perché incomprese, fino a che si diffuse l'idea di creare una mostra di artisti indipendenti. La mostra ottenne un esito disastroso, in quanto l'incasso bastò a malapena a coprire le spese e l'affluenza di visitatori e di opere vendute erano molto scarse. Un critico, Leroy,  scrisse un articolo su questa mostra in tono sarcastico, nel quale finse di dialogare con un vecchio pittore affermato, al quale cercava vanamente di spiegare che le macchie di colore, quelle forme appena abbozzate, erano in realtà delle impressioni dell'artista. Il termine "impressione" ebbe un peso notevole tanto che intitolò il suo articolo "mostra degli impressionisti", e la gente iniziò ad indicare gli artisti di questo movimento come impressionisti. Il termine è impiegato in modo dispregiativo, perché l'impressione è qualcosa di superficiale, non definito, quindi le opere erano viste come abbozzi in attesa di essere rifinite e non erano degne di diventare pittura. Quindi la data della mostra con il successivo articolo di Leroy, fissano ufficialmente la nascita dell'impressionismo.

Il termine impressionismo era utilizzato dagli artisti per sottolineare che noi percepiamo la realtà attraverso impressioni di forme, di luci, di colore, ognuna diversa dall'altra e rappresentata differentemente a seconda dell'osservatore. L'obiettivo di questi artisti era quello di rappresentare la realtà, perché noi viviamo in mezzo ad essa e stabiliamo con lei un continuo contatto per conoscere, e ogni suo aspetto fa parte di noi stessi e quindi è degno di essere dipinto; in particolare gli impressionisti comprendono tutta la realtà, cioè la realtà in tutte le sue forme, anche quella umana e cittadina. Da questo concetto ne deriva che qualunque soggetto sia trattato, esso vive solo per la vita che l'artista gli dà. Le rivoluzionarie innovazioni portate dagli impressionisti sono molteplici, ma la modernità è nel modo diverso in cui essi affrontano il problema del rapporto con la realtà, perché essi si accorgono che l'uomo percepisce la realtà per frammenti isolati, immobili, definiti, nonostante la senta alla fine nella sua totalità e continuità. Lo spazio non è determinabile come se fosse un luogo geometrico e quindi nella rappresentazione pittorica dovrà essere reso nella sua globalità come noi percepiamo le cose e tenendo conto di tutti i punti di vista, che sono diversi.



Un altro elemento fondamentale usato dagli artisti è la luce; in quanto è indispensabile per focalizzare un oggetto, tutto ciò che è illuminato è visibile, tutto quello che vediamo è luce, è colore ed è in perenne divenire; infatti tutto può cambiare a seconda della stagione in cui ci troviamo, o a seconda del nostro punto di vista o della collocazione dell'oggetto che riceve una determinata luce.

Anche il colore assume un ruolo importante perché secondo gli impressionisti non esiste un colore per ogni singolo oggetto, perché il colore nasce dall'influenza delle cose che circondano il soggetto preso in esame, e quindi cambia continuamente. A questo proposito vi è una celebre frase di Renoir che vedendo in un quadro la neve bianca dice che sopra la neve c'è il cielo azzurro, e nella neve deve essere percepibile l'influenza che esso gli dà e che in natura non esiste il bianco o il nero delle ombre, perché la natura conosce solo i colori. L'impressionismo è quindi il trionfo dei colori, e gli artisti accostano il colore al suo complementare (due colori che composti insieme, danno la luce bianca) in quanto genera una straordinaria luminosità. Evitando di mescolare i colori sulla tavolozza, li ponevano sulla tela a tocchi frammentari che variavano a seconda della soggettività degli artisti. Gli impressionisti erano autorevoli rappresentanti dell'età positivista, che si pone come obiettivo lo studio dei fenomeni naturali ma  sentono di rappresentare la natura in movimento, inteso come una ricerca costante nella riproduzione dell'epoca; in questo senso sono anticipatori dell'età moderna.

Le differenze che caratterizzavano gli artisti erano molteplici, ed erano frutto delle diverse personalità o del mondo in cui percepivano le immagini; ma un tema particolarmente preso in considerazione era il luogo della rappresentazione: perché c'era chi sosteneva che bisognasse dipingere la realtà all'aria aperta per ricevere con immediatezza l'impressione in tutte le sue forme, le sfumature di luce, colore, riflessi e dinamicità, mentre altri invece preferivano (come Degas) dipingere in studio ritenendo che l'impressione ricevuta dalla realtà venisse come filtrata attraverso il ricordo e quindi fosse più autentica perché non soggetta al pericolo della banale rappresentazione della realtà.




Manet

Manet nasce a Parigi nel 1832 da un famiglia borghese e muore a Parigi nel 1883. In principio ambiva a seguire le orme dei grandi artisti suoi predecessori, e quindi di avere una carriera all'interno del Salon. Apparentemente non c'è niente di rivoluzionario in lui, sia per la scelta dei temi trattati nelle sue opere chiaramente riconducibili al passato, ma anche nel modo di comporre l'opera. In realtà il soggetto è l'interpretazione che l'artista gli dà, e in questo Manet risulta un vero innovatore.


DEJEUNER SUR L' HERBE

Questo quadro suscitò polemiche e venne definito dai critici "indecente"; lo scandalo non era per la scelta del tema o per il nudo, ma perché il fatto già rappresentato da Giorgione o da Tiziano era stato spostato nell'età moderna, come se una donna contemporanea si denudasse (si denuda arrivata all'appuntamento perché giacciono a terra, chiaramente evidenti, i suoi vestiti.) ad un incontro per la merenda con due uomini borghesi, e sullo sfondo una donna seminuda si sciacqua nel fiume. Il quadro risultò come un'offesa alla morale borghese, ma l'obiettivo di Manet era quello di rappresentare in modo moderno e sincero il fatto. Non esiste il disegno ma i colori sono accostati l'uno all'altra e questo accostamento ne evidenzia i toni, c'è una forte contrapposizione tra la luminosità del corpo nudo e il colore scuro degli abiti indossati dai giovani borghesi, ed è molto realistica la raffigurazione e la disposizione degli elementi posati sulla scena, quali il cestino, i panini, la frutta, le vesti e il cappello in paglia con un nastro azzurro.


OLYMPIA

Questo dipinto suscitò ancor più scandalo del precedente, nonostante la composizione era identica a quelle riportate nell'iconografia classica. Il soggetto e ogni singolo particolare, anche ritenuto insignificante aveva un proprio valore cromatico sebbene fosse in rapporto con gli altri elementi che lo circondavano. Il fiocco rosa che le raccoglieva i capelli, il nastrino nero al collo, il braccialetto dorato, il mazzo di fiori dipinto sulla tela, il gatto nero a destra della scena, erano armoniosamente inseriti nel contesto e legate ai colori bianchi delle lenzuola e dei cuscini, al corpo ambrato della donna, alla coperta color ocra decorata con piccoli fiori, e in fondo alla scena alla veste rosa della serva; essi erano resi più luminosi dal contrasto con il fondo nero della scena. Nuovo è quindi il modo di Manet di trattare temi vecchi.


IL BAR ALLE FOLIES-BERGERE

Qui Manet risulta essere veramente moderno perché rappresenta un momento qualunque, di un luogo qualunque dell'età contemporanea, perché riesce a cogliere un attimo, un'impressione.

In primo piano, sul bancone del bar, ci sono oggetti banali, tipici della vita quotidiana, come le bottiglie, i liquori, una fruttiera di cristallo, un bicchiere con i fiori; essi non sono i protagonisti della scena ma sono resi così come pervengono all'artista e sono rappresentati in modo da rendere chiara il luogo della rappresentazione. La giovane cameriera posta dietro al bancone è rappresentata in forma piramidale e i colori che la caratterizzano e la definiscono sono l'azzurro e il blu; questa scelta è voluta perché così indirizza l'attenzione dello spettatore verso il viso della giovane donna, il cui fulcro sono i suoi chiari e malinconici occhi. L'opera è ricca di luminosità, e di continui rimandi di luce da un oggetto all'altro; la scelta di mettere uno specchio in fondo alla scena è per conferire un'immagine più ampia dello spazio, e facendo intuire la continuità della vita oltre la scena. Questa è una delle ultime opere dell'artista prima della morte.

L'EVASIONE DI ROCHEFORT

In questo dipinto sono presenti in maniera evidente tutte le caratteristiche dell'impressionismo, in quanto non esiste un disegno prestabilito ma la figura è immersa nello scenario marittimo e i colori sono messi sulla tela a tratti,senza essere stati precedentemente mescolati; le pennellate e l'uso di colori chiari conferiscono dinamicità alla scena, che risulta essere molto luminosa. La luce investe i soggetti, a volte viene respinta o assorbita da essi. Per la scelta del tema Manet dimostra di nutrire un forte interesse per gli avvenimenti contemporanei, al contrario di molti altri impressionisti.




Monet

Il pittore che, forse più di tutti, rappresenta ai nostri occhi l'impressionismo, è Claude Monet ( Parigi, 1840 - Giverny, 1926). Monet è l'anima dell'intero movimento impressionista. Già nella Grenouillere, il quadro che può essere considerato uno dei primi veramente impressionisti, si precisa la novità della concezione di Monet.

La Grenouillere

Qui la natura invece che rappresentata come qualcosa di distaccato da noi, " vive"

in tutta l sua mobilità e continuità e noi "viviamo" in mezzo a essa. Protagonista del quadro è l'acqua che, a causa del punto di vista leggermente rialzato, domina buona parte della superficie; anzi, poiché barche e pontili sono parzialmente tagliati fuori, sentiamo anche la prosecuzione laterale di essa oltre il limite della cornice. Non è un caso che l'acqua sia elemento fondamentale nella pittura impressionista essa è costituzionalmente mobile e riflettente; tutto ciò che la sovrasta e la circonda vi si specchia con i suoi diversi colori che si influenzano reciprocamente, si fondono e, così modificati, ne vengono respinti, tornando a influenzare quelli degli oggetti riflessi, con variazioni continue in relazione al perpetuo, inarrestabile movimento della superficie.

Ma, per Monet, l'acqua non è soltanto uno specchio moltiplicatore di colori in movimento. Esprime piuttosto il senso della relatività di tutti i nostri rapporti con ciò che ci circonda, anzi la relatività del nostro "essere", non soltanto perché i riflessi  variano continuamente, ma, ancor più, perché essa, pur presente e tangibile fisicamente, pur apparentemente sempre uguale, non è mai la stessa.

Ne la Grenouillere la mobilità dell'acqua e dei riflessi è resa evitando la fusione dei colori che sono invece distribuiti a macchie accostate a forma di piccole strisce orizzontali.

Il tema, come è comune negli impressionisti, non ha niente di importante, o, meglio, non ha niente di eroico; è un luogo qualsiasi, come spesso vediamo nelle pitture di Monet.


La cattedrale di Rouen

La Cattedrale di Rouen è stata dipinta da Monet in cinquanta quadri, molti dei quali hanno per oggetto la sola facciata, vista da una posizione unica e pur sempre diversa perché diversa è l'ora del giorno e quindi l'illuminazione e perché è continuamente diverso il nostro modo di essere e quindi il nostro rapporto con la realtà.

Come un musicista può comporre un numero indefinito di variazioni su un tema, così Monet varia senza alcun cedimento qualitativo un tema ben noto a tutti: la Cattedrale di Rouen è uno dei più importanti monumenti gotici francesi.  Proprio la celebrità del monumento, oggetto di visite turistiche, riprodotto in migliaia di fotografie, dà a Monet l'occasione di superare la banalità della cartolina illustrata che inquadra equilibratamente il soggetto; la facciata è vista obliquamente e solo in parte; le torri, i lati sfuggono alla nostra attenzione; non ce ne è mostrate né l'altezza né la larghezza; possiamo liberamente integrarla ciascuno secondo la propria sensibilità, così che da semplici spettatori ci trasformiamo in attori, diventando compartecipi della creazione, che non è statica, ma dinamica.




Renoir

Renoir (1841,1919) è uno dei maggiori esponenti dell'impressionismo. La sua pittura esprime la gioia di vivere, la gioia di partecipare alla vita di tutto ciò che ci circonda e ogni istante della vita vissuto serenamente. Egli apprezza così tanto la bellezza della vita e quindi del mondo al punto da sentire l'urgenza irrinunciabile di fissare sulla tela il ricordo di ogni percezione visiva.

Egli pensa che tutto ciò che esiste e quindi vive sia bello e quindi merita di essere dipinto. Perciò per Renoir anche dipingere è gioia e forse nessun altro pittore ha mai sentito come lui la necessità di dipingere per esprimersi. Egli infatti continuò a dipingere anche quando ormai vecchio, semiparalizzato e tormentato da terribili dolori artritici. E poiché aveva le dita delle mani deformate che gli impedivano di stringere qualsiasi cosa con le mani, si legava i pennelli ai polsi per poter dipingere. Anche poco prima di morire egli chiese una matita per poter compiere l'ultimo disegno della sua vita. Essendo venuti a conoscenza di questi episodi si può dire che per Renoir dipingere non era solo una cosa che lo rendeva estremamente felice ma era tutta la sua vita.

Uno dei suoi dipinti più significativi è LA GRENOUILLERE (1869), la tela che dipinge accanto a Monet. I due quadri sono simili, non tanto nelle posizioni degli oggetti e delle persone, quanto nell'impostazione generale e nella divisione dei colori reciprocamente accostati. La pennellata di Renoir è leggera, trasparente, i riflessi sono vibranti e i toni più chiari e luminosi rendono l'atmosfera più primaverile. La luce non è solo rifranta e respinta dal movimento tenue dell'acqua, ma giunge ad essa già variata e frammentata poiché passa attraverso il filtro mobile delle foglie che pendono dai rami dell'albero centrale.

Lo studio dell'infinita varietà della luce solare, che colpisce le cose già colma di riflessi e scomposta, perché filtrata dalle foglie e dai loro spostamenti causati dal vento, è un tema che appassiona il pittore nel decennio impressionista 1870-1880 e che culmina in una delle sue opere più note: IL BAL AU MOULIN DE LA GALETTE Renoir sceglie il soggetto della sua opera nella vita comune moderna: un ballo all'aperto in un ritrovo di Montmartre, non un ballo aristocratico, ma un ballo di giovani qualunque nei loro vestiti giornalieri. Egli come tutti gli impressionisti ama il movimento, perché il nostro "esistere" è un continuo trapasso spazio-temporale e la rappresentazione del ballo, con le coppie che seguono un ritmo uguale per tutte, spostandosi da un luogo verso l'altro, è uno dei migliori modi per rappresentare il movimento.

Egli in questo quadro esprime la gioia di vivere tramite lo slancio vitale nel concatenamento mobile delle figure in profondità e lateralmente, tramite la luce che tocca qua e là gli oggetti e le persone, determinando macchie luminose o riflettendosi, dal basso, verso i visi, quando incontra i vestiti delle donne.


Nel 1879-80 egli dipinge un altro quadro significativo: IN BARCA SULLA SENNA

In primo piano appaiono due giovani donne che remano pigramente sulla Senna nella caligine di una calda giornata estiva. Le due donne sono una vera e propria evocazione dello svago suburbano, un tema che fornì agli impressionisti i loro più celebri e amati soggetti.

Quest'opera è significativa per l'intensità dei colori, soprattutto per l'azzurro dell'acqua e l'arancio della barca. Un'analisi scientifica ha dimostrato che questo quadro è stato realizzato in diversi stadi. L'immagine è stata elaborata sulla base di una varietà di consistenze e di densità del colore.

L'abbagliante fulgore che costituisce la chiave dello straordinario fascino di quest'opera è frutto del lavoro eseguito dall'artista in superficie. Qui Renoir accosta colori non mischiati, presi direttamente dal tubetto, limitandosi all'uso del bianco di piombo e di sette pigmenti dall'intensa colorazione, molti dei quali erano stati elaborati solo di recente.

Appoggiando il luminoso arancio di cromo della barca e dei suoi riflessi contro la distesa di blu di cobalto del fiume, l'artista collaudava il principio cardine della teoria sul colore proposta dal chimico francese Chevreul nel 1839, la legge del contrasto simultaneo

Nel cerchio cromatico di Chevreul, l'arancio e l'azzurro sono collocati in opposizione e secondo la sua teoria, quando vengono accostati, essi acuiscono reciprocamente la loro intensità.

Questo dipinto di Renoir è una valida dimostrazione della teoria di Chevreul.


Fra il 1881 ed il 1882 Renoir visita l'Italia. Nel '82 si reca a Palermo con una lettera di presentazione per essere ricevuto dal musicista Wagner che gli concesse solo mezz'ora di tempo per ritrarlo. Renoir realizza uno dei più vivi ritratti del compositore tedesco anche se egli ha dovuto dipingere affrettatamente. Forse è stata proprio l'immediatezza della prima impressione a far sì che il ritratto sia venuto così spontaneo e vivo.

Il viaggio in Italia però è destinato soprattutto ad allargare la conoscenza dei classici. A Venezia ha modo di ammirare Tiziano e Veronese, a Firenze visita gli Uffizi e a Roma scopre gli affreschi di Raffaello, di fronte alla cui perfezione si matura in lui una crisi stilistica che lo porta a recuperare il disegno "raffaellesco" e "ingrista". Questo recupero del disegno non significa un tradimento ai suoi principi ma piuttosto un'evoluzione, una svolta decisiva alla sua arte, perché resta comunque costante in lui l'amore per la luce ,per la bellezza , per i colori e i toni sempre più intensi e caldi. Infine si può dire che in Renoir c'è qualcosa di panico nel suo atteggiamento verso ciò che lo circonda, nel suo immergersi nella natura, nell'amore per tutte le cose della vita. Infatti egli in una frase scrive di amare le pitture che osservandole inducono lo spettatore a passeggiarvi dentro se sono paesaggi e ad accarezzarle se sono ritratti che rappresentano donne. In questa frase egli sintetizza tutta la sua concezione artistica, la sua gioia di vivere, di dipingere ma soprattutto la gioia di dipingere tutto ciò che è presente attorno a lui, la vita.




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