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Il 600 fu il secolo della controriforma cattolica, in tutta
Europa si combatterono numerose guerre in nome della fede, sconvolgendo i
precedenti rapporti di potere.
Tutto questo si tradusse nell'arte che si distaccò dal manierismo della fine
del cinquecento per assumere caratteri nuovi.
Il termine barocco viene applicato all'arte del seicento già a partire dal
XVIII secolo assumendo un significato dispregiativo indicando un'arte esagerata
e bizzarra, soltanto in temp 626d37g i moderni si è tolto a questo termine le sue
valenze negative.
L'arte di questo periodo, nata come risposta al protestantesimo, assunse un
ruolo di grande importanza per la diffusione al popolo delle idee
controriformiste e venne usata come mezzo per ricondurre il popolo alla
dottrina cattolica.
L'arte barocca aveva il compito di toccare direttamente l'animo e i sentimenti
della gente e per far questo era necessario che essa assumesse forme grandiose
e monumentali.
Il gusto barocco si diffuse però non solo nei paesi cattolici, ma le sue
caratteristiche si ritrovano anche nei paesi protestanti.
Caratterizzano lo stile barocco la ricerca del movimento, dell'energia,
accentuando l'effetto drammatico delle opere attraverso i forti contrasti di
luce e ombra sia delle sculture che delle pitture. Anche in architettura è
evidente la ricerca del movimento attraverso superfici curve e ricche di
elementi decorativi.
Nato a Napoli nel 1598, morto a Roma nel 1680.
Fu architetto, pittore, poeta, scenografo, scultore. I suoi maestri furono i
modelli classici che studiò con passione e che ripropose con quella linea
nervosa e magnifica che lo rese un caposcuola fondamentale. Cominciò a lavorare
a 15 anni con il padre, ma le prime opere gli furono commissionate dal
cardinale Scipione Borghese, la decorazione della sua villa al Pincio (oggi
Villa Borghese) e il " David " nel 1619, opere con le quali il
Bernini cominciò ad esprimere la nuova formula barocca che si svincola dal
modello manierista.
Era il cardinale Scipione che aveva commissionato la statua, scolpita tra il 1623 e 1624 da Gian Lorenzo Bernini all'epoca venticinquenne: David, armato soltanto di fionda, affronta un gigante in armi, Golia. Per l'espressione del viso di questo giovane, contratto per lo sforzo, Bernini si sarebbe ispirato al proprio volto, nei momenti della difficile lotta contro le durezze del marmo, armato dei suoi ferri. La corazza troppo grande, prestata a David dal re Saul prima del confronto, poggia per terra, come anche l'arpa con la quale suonerà dopo la vittoria, strumento musicale che culmina in una testa d'aquila con riferimento alla casa Borghese.
Aperta è la questione relativa a quanti punti di vista principali siano stati voluti dallo scultore: il lato destro mostra il movimento di David, la sua falcata quasi un salto nell'atto di tendere la fionda; visto di fronte c'è l'arresto, un attimo prima del lancio fatale, e nella vista d'obliquo sono presenti in equilibrio ritmico elementi di passo e di posa.
La statua è la quarta della serie di brillanti e innovativi sculture per Scipione Borghese raccolte nel Casino della villa sul Pincio, sulle quali si fondò la reputazione europea di Bernini. La datazione e l'ordinamento cronologico della statua all'interno dell'opera giovanile rimasero a lungo controverse, finché ltalo Faldi non poté chiarirle grazie ad un ritrovamento d'archivio: il mandato di pagamento a Bernini del 18 luglio 1623, dal quale si può dedurre che la statua era in quel momento in lavorazione'. Anche un aneddoto riferito dal figlio Domenico Bernini e da Baldinucci, secondo il quale il cardinale Maffeo Barberini avrebbe sorretto lo specchio a Bernini intento a foggiare il volto di David secondo le proprie fattezze, indica la prima metà dell'anno 1623. Baldinucci riferisce che la statua venne realizzata in soli sette mesi. Il 31 gennaio 1624 venne pagato il piedistallo, mentre al più tardi il 2 maggio 1624 la statua deve essersi trovata collocata su tale piedistallo, che è andato perduto. La posizione del David nello sviluppo artistico di Bernini si è con ciò chiarita: la statua è stata creata dopo il Ratto di Proserpina e contemporaneamente alla realizzazione del gruppo Apollo e Dafne, di cui sappiamo che era in lavorazione al più tardi nell'agosto 1622, che Bernini vi si dedicava ancora nel febbraio 1623, che ne interruppe momentaneamente l'esecuzione per dedicarsi al David e che la riprese però al più tardi nell'aprile 1624. Bernini ha realizzato de facto parallelamente le due opere forse più sorprendenti fra i suoi successi giovanili. Resta da chiarire se dalla contemporaneítà della loro realizzazione si possa concludere anche che fossero concepiti contenutisticamente come pendant. Il SoggettoDavid (1623-24)
La statua berniniana del David non è giunta a noi nel suo stato originario. La sua base è stata ingrandita e così privata del primitivo effetto illusionistico. La statua era collocata originariamente contro una parete della "Stanza del Vaso", la prima sala del pian terreno del Casino. Il visitatore che entrava nella sala la scorgeva da sinistra, e Bernini ha studiato la composizione soprattutto per questo punto di vista. Dalla torsione del corpo di Davíd verso questo lato risultava che il visitatore della sala coglieva un'intera serie di vedute mirabilmente composte della statua, prima di poterne guadagnare la visione frontale. David, il profeta, il progenitore di Cristo e il più importante sovrano della storia di Israele, è il tema della scultura. La storia della sua vita, caratterizzata da profondi contrasti, è tramandata nel libri di Samuele, all'ínterno della trattazione storica del Deuteronomio, in successione assai contraddittoria e in connessione ai più diversi complessi tematici. Che la figura di David, straordinaria sia per il suo carattere che per il suo ruolo nella storia, riunisca in sé tutta una serie dei più svariati significati, risulta chiaramente dalle descrizioni discordanti del suo aspetto fisico e della sua natura nei libri di Samuele. Da una parte David, il "prediletto" o l'amato, il cui nome deriva dall'ebraico dot che significa amore, è descritto come un bellissimo gíovinetto. E' una figura erotica, affine a quelle di Paride o Ganimede: "Erat autem rufus, et pulcher aspectu, decoraque facie". Ma solo poche righe più avanti, nello stesso libro di Samuele, egli è caratterizzato come "manu fortis", "fortissimus robore et vir bellicosus", il guerriero audace e astuto, l'uomo forte, lo scudiero e campione del re. Come già Michelangelo, Bernini ha seguito la seconda di queste due tradizioni. |
Paragoni con altre opere | ||
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La più volte ricordata svolta storica prodotta da
Bernini all'interno della tradizione iconografica di questo tema, nella quale
figurano celebri capolavori della scultura italiana come il David bronzeo di
Donatello nel Bargello a Firenze, ma prima di tutto il "gigante" di
Michelangelo di Piazza della Signoria, consiste nell'aver rappresentato nel
medium della scultura non una "statua", bensì una
"storia"; non David, bensì la lotta di David contro il gigante
Golia, presente benché non visibile. L'opera di Bernini coglie l'eroe
nell'attimo storico che precede immediatamente il culmine e il punto di
svolta della situazione descritta nel racconto biblico, nel momento estremo
della preparazione al lancio decisivo, che farà cadere il colosso. E'
risaputo che già Michelangelo, nel suo "gigante" davanti a Palazzo
Vecchio a Firenze, aveva integrato nel medíum della statua i lineamenti di
una "storia". Essi sono portati a espressione visiva nel motivo
della giovane figura eretta, nella posizione delle braccia e delle mani che
reggono la pietra e la fionda facendo intuire la futura azione come
imminente, ma soprattutto nella testa voltata in senso opposto alle direzioni
assiali del corpo, con la mimica che rivela tensione e attenzione e lo
sguardo penetrante che sembra fissare il nemico invisibile. |
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