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Tecnica artistica consistente nell'applicazione su di una superficie di
ritagli di carta, stoffa, materiali vari, come elementi di una composizione
pittorica. Il collage fu usato inizialmente dai cubisti - da Georges Braque e Pablo Picasso già nel 1911 e da Juan Gris che utilizza pagine di libri,
spartiti musicali, frammenti di giornale - e dai futuristi (a partire dal 1914
da Carlo Carrà , Enrico Prampolini, Ardengo Soffici, Mario Sironi). In tutti questi casi, in
cui veniva usata soltanto carta, colorata o stampata, e si completava l'opera
con interventi a olio o con altre tecniche, si parla più propriamente di papier collé. Tra il 1916 e il 1925
nacquero i dadakollages di Hans Arp, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Man Ray, Kurt Schwitters , definiti questi ultimi Merzbilder, e negli anni Trenta i
collages surrealisti di Max Ernst,
Juan Miro, Yves Tanguy ecc. Nei
movimenti fin qui citati, tuttavia, l'elemento materico resta subordinato a uno
schema compositivo preordinato. A una vera e propria identificazione fra spazio
reale e spazio del quadro si volge, invece, dopo il 1945, l'informale, che
realizza opere di natura variamente polimaterica passando dai materiali
"poveri" (Alberto Burri)
ai tessuti vegetali (Roberto
Crippa), alle lamine metalliche (Conrad Marca-Relli). Negli anni Sessanta,
infine, con il neodadaismo e la pop art si hanno nuove edizioni degli assemblage dada (tipico il combine-painting di Rob nberg ), un'originale versione dei
quali è rappresentata dai décollages
(Mimmo Rotella, Hains,
Aesbacher) costruiti con frammenti di manifesti vari, che, carichi di protesta
sociale, del c ollage evocano soltanto l'aspetto formale
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