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Arte paleocristiana
L'arte che si è sviluppata nei primi secoli del cristianesimo (tra il II e il VI secolo d.C.) sul territorio dell'Impero Romano viene denominata arte paleocristiana. Come è noto il cristianesimo ha subito nei primi secoli delle persecuzioni. Il contrasto con lo Stato era dovuto al rifiuto da parte dei cristiani di adattarsi al fo 959b16j rmalismo ritualistico che imponeva una serie di cerimonie propiziatorie per la sicurezza della res publica e in particolare il culto dell'imperatore. In questo periodo l'arte cristiana in Occidente mostra profondi legami con l'arte del tardo-impero: nella cultura romana degli ultimi secoli viene rappresentata sempre di più, ed in modo solenne, la figura idealizzata, dell'imperatore che, incarnando un'autorità non più soltanto umana, viene divinizzato. Le immagini del tardo impero acquistano così un valore simbolico e la diffusione del Cristianesimo, che usa immagini simboliche, viene agevolata proprio da questa abitudine, ormai radicata nella cultura, a considerare l'immagine come portatrice di significati che vanno oltre ciò che rappresentano. Dopo l'editto di Milano (313 d.c.) tutto cambia: la nuova politica costantiniana fa raggiungere livelli di massa alla produzione artistica d'ispirazione cristiana, che si arricchisce di nuovi motivi. L'arte cristiana si esprime ufficialmente ed artisti abili ed apprezzati decorano le basiliche con episodi biblici e scene della vita dei Santi, attraverso immagini assai curate nella composizione e negli accostamenti di colore. Ma soprattutto nelle opere monumentali cominciano a definirsi nuovi spazi architettonici con funzioni precise, differenziate e inedite. Nella concezione cristiana, la morte rappresenta il passaggio alla vita eterna, alla piena comunione con il Padre creatore. In continuità con la tradizione ebraica, anche i cristiani non bruciano sul rogo i cadaveri dei defunti (incinerazione), ma li seppelliscono sottoterra, in sarcofagi o in loculi scavati nel terreno. Dal II secolo d.C. vengono così realizzate a Napoli, a Siracusa, a Roma, nell'Africa settentrionale delle grandi necropoli: sottoterra i cristiani scavarono dei cunicoli disposti su più piani, in modo da poter ospitare centinaia di salme. Questi coemeteria (da koimào, dormo) sono comunemente conosciuti come catacombe, dal nome del cimitero più famoso nel Medioevo, che si trovava sulla via Appia, nella località chiamata Ad catacumbas. Sulle pareti delle gallerie i loculi per le salme, scavati nel tufo, sono rinchiusi con tegole o lastre di marmo; una semplice moneta, alcune iscrizioni o frammenti di vetro disposti in modo opportuno, servono a contraddistinguere una sepoltura dall'altra. I sepolcri dei martiri sono più grandi e maggiormente decorati. Le gallerie che costituiscono le catacombe convergono, in alcuni punti, verso piccoli ambienti, le cripte (dal greco kryptos, luogo coperto e nascosto) destinate a funzioni religiose e riunioni collettive. La decorazione delle pareti, sempre ad affresco, è riservata prevalentemente a questi ambienti. Nei rilievi e negli affreschi cristiani si utilizzano i motivi ornamentali e i temi della pittura parietale romana: in essi, però, vengono trasferiti i contenuti del nuovo culto e vengono utilizzate quelle immagini che meglio si prestano ad assumere significati cristiani. Ad esempio una vittoria alata può diventare la rappresentazione di un angelo; una scena di banchetto diventa "l'ultima cena"; i motivi naturalistici legati al mito di Bacco e che rappresentano foglie e grappoli d'uva, diventano simbolo del messaggio evangelico (. Io sono la vite, voi siete i tralci [Giovanni 15 (1-11)]).
Architettura
Anche per quanto riguarda l'architettura i cristiani utilizzano tecniche costruttive e modelli di edifici del mondo romano. Le primi sedi cristiane anteriori all'editto di Costantino vengono definite domus ecclesiae. Gli esempi più interessanti sono conservati a Quirqbize, in Siria, e a Dura Europos, una piccola città al confine siriano dell'impero romano. La domus di Dura Europos consiste in una piccola casa a un piano con un cortile, sul quale si affacciano alcune stanze: una sala che può contenere cinquanta-sessanta persone, nella quale era collocata la cattedra del vescovo, una seconda grande la metà forse destinata ai catecumeni. Una di tali stanze aveva il soffitto decorato di stelle e una vasca sormontata da una volta a botte ugualmente decorata di stelle, mentre nella lunetta era il Buon Pastore con il gregge; su una parete i resti di una composizione con tre donne con una face che avviano verso la casa. Quando però il cristianesimo, dopo il 313, poté dotarsi di edifici di culto pubblici, si ispirò a una tipologia edilizia preesistente, quella della basilica tardo romana. Con il suo ambiente rettangolare e divisa in navate da colonnati interni, la basilica romana si adattava perfettamente alle esigenze del culto cristiano, che prevedeva la partecipazione di gruppi numerosi di fedeli ai riti religiosi. Nella basilica romana le entrate sono generalmente aperte nei lati più lunghi, in quella cristiana, invece, vengono sostituite dalla porta situata in uno dei lati minori. In questo modo il percorso all'interno dell'ambiente diventa un cammino guidato verso l'altare, posto in fondo, nella zona più sacra riservata ai sacerdoti celebranti e che, nella basilica romana, era invece destinata ai giudici. Prima di entrare nella basilica cristiana si passava attraverso un atrio, i cui quattro lati erano porticati, detto perciò quadriportico, dove sostavano i catecumeni (coloro che si stanno preparando a ricevere il battesimo). Il lato del quadriportico adiacente alla facciata della basilica era detto anche nartece. L'interno della basilica era una vasta aula rettangolare, divisa longitudinalmente in una, in tre o in cinque navate, la centrale delle quali maggiore delle altre per larghezza e lunghezza. All'interno della basilica si accedeva da diverse porte in corrispondenza delle navate. Di fronte all'entrata centrale si apriva un abside semicircolare, sormontata da una volta a quarto di sfera, detta conca. Nelle basiliche più tarde troveremo anche un braccio trasversale, il transetto, che conferisce simbolicamente alla pianta la forma di una croce latina. Esistono anche, in numero minore, costruzioni a pianta centrale dette a croce greca: due corpi rettangolari di uguale lunghezza e larghezza. Le più antiche basiliche di Roma sono state rifatte parzialmente o integralmente in epoche più tarde, come Santa Maria Maggiore del V secolo o San Paolo fuori le mura. Anche San Pietro fu riedificata tra il XVI e il XVII secolo, ma la documentazione archivistica ci aiuta a ricostruirne l'aspetto primitivo. Oltre alla basilica, anche gli schemi del tempio a pianta centrale e del mausoleo romano vengono utilizzati nell'architettura cristiana per i battisteri egli edifici funerari, coperti generalmente da una cupola decorata a mosaico, al centro dei quali è posta la vasca per il battesimo o il sarcofago del defunto. Entrambe le costruzioni hanno forma ottagonale. Sant'Ambrogio approva la costruzione a otto lati: la forma ottagonale acquista un valore simbolico in quanto ai popoli venne concessa la vera salvezza, quando, all'alba dell'ottavo giorno, Cristo risorse.
Scultura
La scultura paleocristiana si manifesta soprattutto nei bassorilievi e negli altorilievi dei sarcofagi. Essi riprendono il modello romano della cassa funeraria marmorea, il cui coperchio è a forma di tetto o di volta a botte. Insieme alle decorazioni naturalistiche o geometriche usate anche dai pagani, vengono rappresentate le immagini del Buon Pastore, dei profeti, di Cristo che consegna le leggi divine agli apostoli Pietro e Paolo. Oltre a quelli ornati con raffinatezza, e destinati a personaggi di rilievo, esiste una vasta produzione di sarcofagi realizzati in modo meno accurato; in essi la testa della figura centrale viene appena abbozzata, per essere completata, successivamente, con le fattezze del defunto a cui è destinata.
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