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Proudhon, Pierre-Joseph (Besançon 1809 - Parigi 1865), pensatore e uomo politico francese

storia



Proudhon, Pierre-Joseph (Besançon 1809 - Parigi 1865), pensatore e uomo politico francese, è ritenuto uno dei padri dell'anarchismo. Immaginò una società basata sull'associazione fraterna e priva di organi di governo superiori.

Anarchismo: Dottrina politica fondata sul principio dell'autonomia dell'individuo e sul progetto di una società senza stato basata sui principi del federalismo libertario; è antitetica a ogni forma di dominio o di autorità ideologica, politica, economica, sociale o giuridica, e ritiene la libertà d'espressione individuale l'unico strumento adeguato al raggiungimento dell'armonia sociale e di una società libera.

Nel 1838, abbandonati gli studi, si trasferì a Parigi, dove conobbe Karl Marx e Michail Bakunin (sul quale esercitò una grande influenza). Continuò gli studi da autodidatta e intraprese la carriera giornalistica. Nel 1841 pubblicò il pamphlet Che cos'è la proprietà?, in cui è contenuta la celebre definizione: "La proprietà è un furto". In quest'opera si scagliò contro la concentrazione del potere economico e della proprietà privata nelle mani di pochi privilegiati, ed espresse i fondamenti delle teorie radicali che lo avrebbero reso noto come pensatore anarchico.



Dopo i moti rivoluzionari del '48 fu eletto deputato all'Assemblea nazionale francese, dove si batté invano per istituire un'imposta sulla rendita da proprietà e sull'interesse da capitale. L'anno dopo fondò una "banca del popolo", destinata a immediato fallimento, in cui il denaro veniva prestato senza scopo di lucro. Fu imprigionato dal 1849 al 1852 per le critiche rivolte a Luigi Napoleone; per lo stesso motivo, subì nel 1858 una nuova condanna, alla quale si sottrasse fuggendo in Belgio. Ottenuta la grazia, fece ritorno a Parigi, dove morì pochi anni più tardi.

Contrario ai progetti utopici di socialisti francesi come Charles Fourier e Claude de Rouvroy conte di Saint-Simon, polemizzò con Marx con Il sistema delle contraddizioni economiche o Filosofia della miseria (1846; al quale Marx rispose pubblicando Miseria della filosofia l'anno seguente). Fra le sue altre opere si ricordano Le confessioni di un rivoluzionario (1849, dedicato alla rivoluzione del 1848) e Della capacità politica della classe operaia (1865).

Pierre-Joseph Proudhon: pensiero politico

Elaborò una forma di socialismo antiborghese e anarchico; nato a Besancon, in un primo tempo lavorò in una tipografia, poi, nel 1840, pubblicò la prima memoria sulla proprietà ( Che cos'é la proprietà? ), dedicata all'Accademia di Besancon che la sconfessò, nel 1841 la seconda memoria, dedicata a Blanqui (che sarà esponente politico del movimento socialista nel governo provvisorio del 1848, sostenitore di una poletica in cui il giacobinismo era commisto al marxismo), e nel 1842 la terza, immediatamente sequestrata. Accusato di attentato alla proprietà privata e alla religione e di incitamento all'odio per i governi, fu assolto; nel 1844 a Parigi entrò in contatto con Bakunin e Marx, con il quale però tuttavia ruppe ben presto i rapporti. Nel 1846 pubblicò il Sistema delle contraddizioni economiche o filosofia della miseria , a cui Marx non tardò a rispondere con la Miseria della filosofia. Nel 1848 Proudhon prese parte alla rivoluzione, fu redattore del giornale "Le Représentant du Peuple" e venne eletto nell'Assemblea costituente, ma l'anno successivo, avendo attaccato Luigi Bonaparte (il futuro Napoleone III), fu condannato a tre lunghi anni di prigione. Nel 1851 pubblicò la Filosofia del progresso e, nel 1859, Sulla giustizia considerata nella rivoluzione e nella Chiesa . Anche quest'opera, forse la sua più importante, fu immediatamente sequestrata ed egli fu di nuovo condannato a tre anni di prigione. Per evitarla si rifugiò a Bruxelles e solo nel 1862 tornò in Francia. Tra i suoi ultimi scritti vanno ricordati La guerra e la pace (1861) e Sul principio federativo (1864). Proudhon é radicalmente contrario al principio economico del "lasciar fare"; contrariamente a quanto pensava Marx, egli ritiene che l'economia non poggi ancora su basi scientifiche, essa piuttosto deve essere diretta dalla volontà umana e subordinata ad obiettivi superiori, in primis alla giustizia . La storia é il dominio della libertà , che ha il proprio fine nella realizzazione della giustizia. Sono però possibili due diversi modi di concepire la giustizia, come risultato di un'imposizione da parte di un'autorità esterna superiore all'individuo o come facoltà dell'individuo stesso di riconoscere le pari dignità di ogni altro individuo. Nel primo caso si pretende di realizzare la giustizia a discapito della libertà individuale, ma Proudhon respinge la legittimità di ogni tipo di autorità superiore all'individuo, e precisamente di quella di Dio in ambito religioso, dello Stato nella sfera politica e della proprietà in quella economica: di qui il suo radicale anarchismo , che significa letterariamente "rifiuto di ogni potere". Lo Stato, in particolare, é considerato un'istituzione assurda o illegale, finalizzata alla scopo, da parte di alcuni, di sfruttare i propri simili tramite la forza, così come la proprietà privata é finalizzata allo sfruttamento del lavoro altrui. Ogni individuo ha invece il diritto di godere della massima libertà, a patto che uguale libertà sia riconosciuta anche a tutti gli altri. Sulla base della libertà e della giustizia, come riconoscimento della pari dignità altrui, é possibile, secondo Proudhon, la libera organizzazione di una società mutualistica , in cui i lavoratori, in quanto produttori, si scambiano i prodotti, in modo da costruire un tutto armonico. Il perno di essa é la famiglia: Proudhon, infatti, considera il matrimonio indissolubile ed é contrario all'emancipazione femminile . In questa nuova forma di società lo Stato e le sue leggi finiscono per scomparire e la loro funzione può essere assolta da contratti liberamente stipulati, volti a risolvere i problemi della convivenza. Sarà così possibile l'instaurazione della giustizia, che é agli antipodi del nazionalismo e della guerra, negazione di ogni rispetto per la dignità umana. Al pensiero di Proudhon si richiamarono movimenti e pensatori anarchici, come Bakunin e Kropotkin. La critica mossa da Proudhon alla proprietà privata (definita come "un furto" per il fatto di non trarre la propria origine dal lavoro, ma da un'indebita appropriazione) é feroce, come feroce é anche quella mossa alla statalizzazione, considerata come la massima espressione dell'oppressione, incompatibile con la libertà e con la giustizia; ed ecco allora che, come accennato, in antitesi al liberismo (forma di individualismo selvaggio) come al socialismo di stato (forma di oppressione collettiva), Proudhon immaginava una società basata sulla libera cooperazione tra i lavoratori, sia sul piano produttivo sia su quello assistenziale, attraverso associazioni di solidarietà.









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