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Ottaviano Augusto
Alla morte di Cesare (44 a.C.) si trovarono a contendersi la sua eredità due grandi personalità: Marco Antonio, luogotenente di Cesare, e il giovanissimo Gaio Giulio Cesare Ottaviano, figlio adottivo di Cesare.
Ottaviano, benché giovanissimo, si comportò come un politico consumato e, sfruttando il suo legame di parentela con Cesare e screditando la figura di Marco Antonio, riuscì a mettersi il popolo dalla propria parte. Inoltre tenne contatti con Cicerone che, ritenendolo meno pericoloso dei cesariani, lo appoggiò (scrisse le "FILIPPICHE" contro Marco Antonio, disegnandolo come uomo arrivista e crudele. Prende il nome dall'opera dello scrittore greco Demostene, scritta contro Filippo di Macedonia).
La tensione tra i due era così alta che si pensava che tutto dovesse sfociare in una guerra civile: Il senato inviò contro Antonio, che assediava Modena (43 a.C.), gli eserciti consolari e Ottaviano a capo di un esercito da lui reclutato; Antonio sconfitto si recò in Gallia per unire le sue truppe a quelle di Lepido, fedele ufficiale di Cesare.
Ottaviano, invece di inseguire Antonio, si diresse a Roma: sotto la pressione delle armi, e con un vero e proprio colpo di Stato, si fece nominare console per l'anno 43. Si trovarono a scontrarsi due eserciti di cesariani, allora Ottaviano, Antonio e Lepido giunsero ad un accordo, il secondo triumvirato. Contrariamente al primo questo era una vera e propria magistratura di durata quinquennale (43 a.C. - 38 a.C.).
I cesaricidi furono dichiarati nemici pubblici e per colpirli furono pubblicate le liste di proscrizione; furono colpiti centinaia di cavalieri e senatori tra cui anche Cicerone. Lo scontro definitivo tra l'esercito dei cesaricidi e quello d'Antonio e Ottaviano avvenne a Filippi in Macedonia nel 42 a.C..
Con la vittoria su Bruto e Cassio l'autorità dei triumviri divenne sempre maggiore diventando i padroni della repubblica, il meno autorevole, Lepido, fu emarginato mentre Ottaviano si assegnò il controllo dell'Occidente e Antonio dell'Oriente. Antonio si stabilì alla corte di Cleopatra, alla quale era legato sentimentalmente, e agiva da monarca regalando alla regina pezzi di territorio romano. Ottaviano, rimasto a Roma, sfruttò questa situazione facendo sembrare Antonio agli occhi del senato e del popolo un nemico della patria. Fu così che nel 32 a.C. il senato dichiarò guerra a Cleopatra e affidò il comando della spedizione ad Ottaviano, eletto console.
La battaglia decisiva si ebbe nel 31 a.C. nelle acque di fronte ad Azio (costa occidentale della Grecia), durante la quale la flotta d'Ottaviano sconfisse la flotta egiziana guidata da Cleopatra e Antonio. I due si rifugiarono in Egitto dove l'anno successivo si uccisero. L'Egitto venne ridotto a provincia.
Tornato a Roma nel 29 a.C. venne accolto come il salvatore della patria. Ricevette i titoli di:
IMPERATOR: era il capo assoluto delle forze armate
PRINCEPS SENATUS: primo tra i senatori, primo cittadino dello Stato
AUGUSTO cognome acquisito nel 27 a.C., colui che fa aumentare il benessere dello Stato.
Augusto aveva stessa potestas dei suoi "colleghi", anche se aveva maggior auctoritas.
Potere dato dalle magistrature "autorevolezza" "prestigio"
per le qualità possedute
Nel 23 a.C. Augusto abbandonò la carica del consolato e acquisì la potestas tribunicia e l'imperium proconsolare.
Augusto governava come un monarca ma non proclamò mai la fine della repubblica e la nascita della monarchia, in quanto sia la classe dirigente che il popolo erano ancora fortemente legati agli ordinamenti repubblicani e provavano un forte odio verso la
parola "re".
q POLITICA INTERNA
Cercò di mantenere l'accordo tra la classe senatoria e la classe equestre, perciò istituì nuove cariche che furono divise tra i senatori e i cavalieri. I cavalieri assunsero un'importante posizione nella società romana.
Divise le province in:
senatorie governate da senatori come proconsoli
imperiali governate da senatori come legati dell'imperatore (Spagna, Gallia, Siria) o procuratori-cavalieri.
prefettura d'Egitto proprietà privata dell'imperatore, era
governata da un prefetto di classe equestre.
q POLITICA ESTERA
L'impero dopo un secolo di guerre civili aveva bisogno di una pace stabile. Per questo rafforzo i confini dell'immenso impero romano.
Spagna: 26-24 a.C. fa una spedizione di conquista che però si concluse con la sottomissione definitiva solamente nel 19 a.C.
Alpi: erano ancora abitate da tribù assai bellicose. Nel 25 a.C. venne annessa all'impero la zona dell'attuale Val d'Aosta, abitata dai Salassi. I figliastri d'Augusto, Tiberio e Druso, terminarono la conquista della fascia alpina con l'acquisizione della Pannonia, del Norico, della Rezia e della Vindellica.
Germania: ci furono dei tentativi d'espansione e seguenti rinunce. Il confine rimase il Reno.
Regno dei Parti: si scelse la via diplomatica, nel 20 a.C. ci fu la riconsegna all'impero delle insegne militari sottratte
dai Parti a Crasso. Pace apparente.
q POLITICA CULTURALE
Augusto capì che era importante per lui avere dalla sua parte i maggiori intellettuali del suo tempo. Invece di intimorirli o comprarli, Augusto cercò di legarli a sé con un complesso gioco d'amicizie; essi avevano quindi l'impressione di aderire spontaneamente alla politica augustea e finivano per interpretarne i temi nelle loro opere con molto entusiasmo. Si diceva che Augusto era il culmine della gloriosa storia romana e gli venivano riconosciute quattro doti: virtus, clementia, iustitia, pietas.
Decisivo nel coinvolgere gli intellettuali alla politica augustea fu Mecenate. Nobile d'origine etrusca, ricco, Mecenate non ricoprì mai cariche pubbliche ma fu per molti anni grande amico e consigliere di Augusto. Egli creò un importante circolo culturale al quale partecipavano i maggiori esponenti della cultura e delle arti del tempo; qui non si discuteva solamente di problemi culturali ma anche dei valori della politica augustea.
(MECENATE MECENATISMO: tendenza a proteggere artisti e studiosi)
Tra i protetti di Mecenate ci furono importanti poeti come Virgilio e Orazio e storici come Tito Livio
Virgilio in questo periodo scrisse la sua maggior opera, anzi la maggior opera della letteratura latina, l'Eneide. Il tema delle origini troiane dei Romani ebbe, grazie a Virgilio, un'ulteriore diffusione, collegandosi all'esaltazione della stirpe di Augusto: da Enea e dalla dea Venere dicevano infatti di discendere i membri della gens Iulia, nella quale Augusto era stato
adottato per volontà del padre adottivo Cesare.
J PROBLEMA DI SUCCESSIONE
Durante il suo pluridecennale con la moglie Livia non ebbe figli maschi. I candidati alla successione da lui prediletti morirono prima di lui. Alla fine fu costretto a disegnare come suo successore il poco amato Tiberio, figlio di primo letto della moglie Livia.
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