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MALFORMAZIONI CONGENITE DELLA COLONNA
SPODILOLISI E LISTESI
La spondilolisi è un processo litico a livello dell'istmo vertebrale; nel caso
che oltre alla lisi vi sia la presenza di uno scivolamento del corpo vertebrale
anteriormente si parla di spondilo-olistesi mentre se lo scivolamento è
posteriore si parla di retro-olistesi. Questo processo può riguardare tutti i
segmenti vertebrali nelle forme di origine traumatica, mentre nella forma 636f59g
congenita il tratto più spesso interessato è quello lombare con particolare
incidenza a livello del passaggio L5-S1 (lisi dell'istmo di L5 con scivolamento
di L5 sopra S1).
Il riscontro di questa patologia avviene tra i 5-8 aa d'età quando in seguito
ad un trauma lieve compare un dolore, esacerbato dagli sport ed alleviato dal
riposo, a livello lombare. All'esame obiettivo si può risvegliare un dolore
alla palpazione in regione lombare con limitazione alla flessione laterale. A
differenza del paziente adulto nel bambino assistiamo raramente all'ipostenia
muscolare, alle alterazione dei riflessi osteo-tendinei e alla presenza di zone
di disestesia caratteristiche dello scivolamento. E' necessario indagare
coscienziosamente la regione sacrale e la funzionalità vescico-urinaria prime
avvisaglie di un'aggravamento delle condizioni.
La radiologia convenzionale permette la diagnosi di questa malattia con
relativa facilità nelle proiezioni laterali ed oblique, tipica è l'immagine a
"cagnolino" di Hensinger, formato dal processo articolare superiore, quello
inferiore, l'istmo (il collo del cane), il processo trasverso, quello spinoso e
la lamina. Nel caso di sola spondilolisi avremo il "cagnolino con collare"
mentre nella spondilo-olistesi displasica (congenita) il collo del cagnolino
appare disteso; nella grave spondilo-olistesi il collo appare troncato al terzo
medio (cagnolino decapitato). Appendice della radiologia standard sono i
radiogrammi "dinamici" ottenibili con pose in flessione ed estensione del
rachede (soprattutto lombare) che permettono una più precisa indicazione
terapeutica. Un utilissimo contributo viene da T.A.C. e R.M.N. che evidenziano
con sufficiente precisione eventuali sofferenze del sistema nervoso periferico.
Il trattamento varia da esercizi per il rinforzo del torchio addominale,
naturale aiuto biomeccanico della colonna, alla stabilizzazione chirurgica,
passando attraverso l'uso di corsetti semirigidi e tutori.
EMISPONDILO
L'emispondilia è una condizione malformativa congenita del rachide causata
dalla sofferenza o dall'agenesia dei nuclei di ossificazione di metà di tutta
una vertebra talchè quest'ultima si presenterà come un "cuneo" sul piano
frontale (ben visibile all'Rx in proiezione a/p). Questo tipo di malformazione
provoca una notevole alterazione dei normali rapporti vertebrali e la statica
della colonna risulta irrimediabilmente compromessa con l'origine di una
scoliosi congenita.
Esiste una simile alterazione congenita, l'emisoma, causato dall'agenesia o
sofferenza dei nuclei di accrescimento del corpo vertebrale con formazione di
una vertebra a cuneo anteriore (nella maggior parte dei casi). Nel caso
dell'emisoma l'alterazione della colonna risultante è la cifosi congenita. La
diagnosi anche in questo caso oltre che dall'esame obiettivo è possibile grazie
alla radiologia tradizionale con proiezioni laterali del rachide.
In entrambe queste due forme sono da ricercare attentamente i segni di
sofferenza neurologica poichè accade che il canale midollare presenti decorso
irregolare.
La cifoscoliosi è una patologia causata dalla contemporanea presenza di
emispondilo ed emisoma; questa è accompagnata da alterazioni neurologiche nel
15% dei casi (ad es. diastametomelia e cisti neuroenteriche). La cifoscoliosi
tende ad aggravarsi con la crescita, fino a 10° per anno, inoltre se l'apice
della curva si trova a livello toracico vi è rischio di paraplegia a causa
delle ridotte dimensioni del canale vertebrale in quel tratto. La RMN e la TAC
sono importantissime nello studio della possibile evoluzione di queste
alterazioni.
La terapia di tutte queste forme è principalmente chirurgica con associazione
di decompressione, nel caso in cui vi sia una sofferenza midollare, ad artrodesi
e stabilizzazione del tratto di colonna interessato.
SCHISI
La schisi della colonna vertebrale è caratterizzata dalla mancata fusione
dell'arco vertebrale posteriore, assai raramente questa malformazione si
presenta a livello anteriore. Nella maggior parte dei casi colpisce il tratto
lombo-sacrale. La schisi di per sè non rappresenta una grave alterazione;
diventa invece rilevante nel momento in cui vi sia un coinvolgimento neurale.
SPINA BIFIDA
E' la condizione creata dal coinvolgimento neurale nel caso di schisi; si
esprime in cinque forme principali: il meningocele, il mielomeningocele,
mielocistomeningocele, la spina bifida con tumore, la spina bifida occulta. Si
presenta più frequentemente a livello lombare, è ugualmente distribuito tra i
due sessi e non sembra avere i caratteri dell'ereditarietà.
Meningocele: è dovuto all'estroflessione e alla dilatazione attraverso il
segmento della schisi di dura madre e aracnoide. Non presenta, se non
raramente, dei sintomi neurologici proprio per la sua struttura simil-cistica
senza lesione di continuo delle meningi. Da un punto di vista clinico questa
varietà di spina bifida risente delle variazioni di pressioni del liquor, la
protrusione infatti aumenta di tensione con la tosse, il pianto e manovre tipo
quella di Valsalva.
Mielomeningocele: è maggiore in dimensioni e sintomatologia rispetto al
precedente, di consistenza molle, fluttuante è ricoperto da cute traslucida e
distrofica. Al centro di quest'area è presente la cosiddetta area
medullo-vascolosa di Recklinghausen in cui è possibile rilevare una fossetta
polare superiore da cui geme il liquor. Dall'area medullo-vascolosa nei giorni
seguenti in seguito all'azione macerante del liquor si viene a creare una vasta
area secernente con grave rischio di meningiti. La prognosi di un paziente con
tale patologia è spesso infausta con morte entro i primi mesi di vita.
Mielocistomeningocele: in questa varietà oltre alle caratteristiche del
mielomeningocele si ha la dilatazione cistica del canale ependimale con
stiramento delle radici. Così come nel mielomeningocele vi sono associate gravi
deformità dei piedi e sindromi neurologiche a carico degli sfinteri e degli
arti inferiori. Il trattamento consiste nell'apertura del sacco con lisi degli
elementi nervosi e loro riposizionamento; si esegue quindi una plastica della
breccia ed una plastica cutanea. Il trattamento migliora la prognosi quoad
vitam ma non quella quoad valetudine in quanto i danni neurologici sono
praticamente irreversibili e non è possibile impedire l'idrocefalia con
incuneamento nel forame occipitale della sostanza ponto-cerebellare.
Spina bifida con tumore: è una condizione meno grave delle precedenti in cui la
breccia ossea è colmata da un lipoma, ben apprezzabile palpatoriamente, senza
sequele neurologiche e che viene trattato con asportazione del lipoma e
plastica della breccia.
Spina bifida occulta: appare all'esaminatore come zona di ipertricosi ed
iperpigmentazione cutanea senza alcuna tumefazione. La schisi vertebrale è
colmata da una colata fibrosa o fibro-cartilaginea che sostituisce l'arco
occultando la malformazione. Anche in questo caso è rara la presenza di sequele
neurologiche con deficit della sensibilità mentre è possibile la presenza di
lombalgie, impotenza e disturbi trofici a livello dell'appoggio plantare.
COSTA CERVICALE
Parliamo di costa cervicale quando vi è la presenza di una costa
soprannumeraria articolata con la VII vertebra cervicale che di fatto diviene
dunque simile ad una vertebra dorsale. Nell' 80% dei casi essa è asintomatica e
viene riscontrata casualmente, quando è sintomatica essa provoca dolore
monolateralmente. E' più frequente nel sesso femminile. Alla costa cervicale si
associa un'ipertrofia del processo trasverso usualmente descritto con il
termine di megapofisi. Morfologicamente possiamo distinguere diversi tipi di
megaapofisi trasverse: le coste cuneiformi, le coste corte e quelle complete.
Nelle coste cuneiformi si ha una semplice ipertrofia del processo costale
mentre nel caso delle coste corte abbiamo la formazione di coste, lunghe circa
3-4 cm, che sono ancorate al loro estremo con la prima costa attraverso ponti
fibrosi (questa è la varietà più frequente). Le coste complete sono quelle che
arrivano ad articolarsi con lo sterno.
La sintomatologia, scarsa in gran parte dei casi, è a carico del sistema
nervoso periferico il 75% delle volte, nel 20% dei casi si ha compromissione
vascolare mentre nel 5% si hanno alterazioni miste.
La sintomatologia può essere divisa in sintomi e segni locali, neurologici e
vascolari.
Sintomi e segni locali: nel caso di coste lunghe si ha una diminuizione di
profondità della fossa sopraclaveare; può rendersi ben apprezzabile l'arteria
succlavia.
Sintomi e segni neurologici: la sintomatologia è a carico del plesso brachiale
soprattutto a livello del nervo ulnare, cioè della branca inferiore. La
sofferenza del simpatico si esplica con sindromi tipo Raynaud e tipo Claude
Bernard-Horner.
Sintomi e segni vascolari: dovuti alla diminuizione d'irrorazione della
succlavia con ipotermia, iposfigmia ed ipotensione con veri e propri casi di
ischemia talvolta prolungata (pericolo di gangrena).
La diagnosi si ottiene con la radiologia tradizionale.
La diagnosi differenziale è con la sindrome costo-claveare e quella degli
scaleni.
La terapia è chirurgica ed è basata sulla asportazione della costa come sulla
resezione della megaapofisi trasversa.
SINOSTOSI
Con il termine sinostosi si usa indicare la fusione parziale o completa di due
o più vertebre. Nel caso di una fusione parziale questa può interessare il solo
arco neurale piuttosto che il solo corpo vertebrale.
Eziopatologicamente riconosciamo un'alterato sviluppo del disco intervertebrale
o delle parti molli interarcali alla base di questa malformazione.
Non esiste una localizzazione specifica della sinostosi vertebrale ma essa può
colpire tutti i segmenti colonnari; più frequentemente essa colpisce il rachide
cervicale.
Le deformità derivanti da codesta malformazione possono creare deviazioni gravi
del rachide financo a veri e propri casi di scoliosi o cifosi. Quando risulta
colpito il rachide toracico non di rado vi è una contemporanea alterazione del
numero delle coste e della loro struttura.
La radiologia tradizionale e quella dinamica permettono una semplice diagnosi
della deformità, ma accade spesso che alla diagnosi si arrivi per caso essendo
la maggior parte di questi casi asintomatica.
Una peculiare forma di sinostosi si riconosce nella sindrome di Klippel-Feil di
seguito illustrata.
SINDROME DI KLIPPEL E FEIL
La sindome di Klippel e Feil è causata dalla sinostosi di due o più vertebre
del tratto cervicale; venne descritta dagli autori sopracitati per la prima
volta nel 1912.
Alcuni pazienti presentano questa sindrome in forma estesa con interessamento
di tutto il rachide cervicale. I segni classici di questa sindrome sono:
attaccatura bassa della capigliatura posteriormente, collo corto e limitazione
della mobilità cervicale. Frequentemente si associano scapola alta mono e/o
bilaterale, patologie a carico del sitsema cardio-vascolare, genito-urinario e
nervoso.
SEGNI DELLA SINDROME DI KLIPPEL E FEIL
a) ALTA FREQUENZA
ATTACCATURA BASSA DELLA CAPIGLIATURA
COLLO CORTO
LIMITAZIONE DELLA MOTILITA' CERVICALE
b) BASSA FREQUENZA
SCAPOLA ALTA CONGENITA
ALTERAZIONI DELL'APPARATO GENITO-URINARIO
ALTERAZIONI DELL'APPARATO NERVOSO
ALTERAZIONI DELL'APPARATO CARDIO-VASCOLARE
La sintomatologia è in dipendenza del numero di
vertebre coinvolte nel processo sinostotico e del coinvolgimento delle radici
nervose. Se sono colpite le prime vertebre cervicali è facile che la
sintomatologia porti alla diagnosi mentre sinostosi più basse possono essere
diagnosticate casualmente poichè asintomatiche. I sintomi sono dovuti alla
motilità, spesso preternaturale, dei segmenti a monte ed a valle della
sinostosi che, frequentemente, divengono artrosici proprio a causa del carico
di lavoro sopportato per compensare il deficit di movimento dato dalla
malformazione. L'irritazione delle radici nervose ed eventuali compressioni
midollari fanno parte della sintomatologia di questa sindrome. La diagnosi
suggerita dai segni clinici è guidata dalla radiologia che vede oltre alle
indagini routinarie l'impiego della TAC e delle proiezioni dinamiche
Il trattamento è guidato dalla sintomatologia, in genere non è necessario alcun
trattamento, si preferisce spiegare al paziente i rischi derivanti da talune
pratiche sportive al fine di evitare complicanze quali l'instabilità o
l'artrosi delle vertebre adiacenti alla malformazione. In una piccola
percentuale di pazienti è necessario ricorrere all'opera del chirurgo per
decomprimere il midollo nel caso vi sia una stenosi del canale vertebrale,
oppure quando vi sia una instabilità.
Prognosticamente la malattia risente del coinvolgimento dei sistemi
genito-urinario, nervoso e cardio-vascolare che purtroppo peggiorano la
prognosi ortopedica altrimenti favorevole.
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