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LA CLONAZIONE - Che cos'è la clonazione

medicina



LA CLONAZIONE


Che cos'è la clonazione



La parola "clone" deriva dal greco klon, che significa germoglio o ramoscello. In biologia indica la possibilità di "duplicare" il patrimonio biologico (genetico) di qualsiasi essere vitale. Così, ad es. si possono duplicare, virus, batteri, molecole, organismi e anche intere piante o interi animali. Buona parte della verdura che consumiamo nelle nostre mense è clonata, nel senso che i coltivatori comprano delle piantine che sono state prodotte per clonazione; ottenuta una piantina la cui forma, colore e gusto è soddisfacente si duplica tante volte quanto si vuole, mettendo in commercio i prodotti richiesti. Allo stesso e sempre per scopi alimentari possono essere clonati gli animali. Spesso, l'espressione "clonazione" è indicata come sinonimo di riproduzione asessuale, nel senso che realizza la possibilità di riprodurre individualità biologica senza alcun riferimento alla sessualità. Infatti, nella clonazione "nasce" non per accoppiamento, ma per "clonazione" appunto, cioè per una duplicazione di un soggetto derivato da un ceppo di generazione originario. Biologicamente una madre è tale in virtù del fatto che contribuisce al patrimonio genetico (ereditario) attraverso i suoi ovuli, e dall'altra parte è padre perché contribuisce al corredo genetico per mezzo dei cromosomi contenuti nel suo sperma. Tutto questo, che a noi sembra naturalissimo perché è la via naturale di trasmissione del patrimonio genetico, non corrisponde alla clonazione. Infatti, nella clonazione non si richiede alcun procedimento sessuale, poiché i cromosomi dell'ovulo sono stati enucleati; né c'è stato alcuna madre, né padre poiché non si richiedeva a 535i81f lcuno sperma per la genesi dell'embrione clonato.





La Clonazione Animale


La clonazione animale viene effettuata per varie ragioni: 1) produzione in serie  di animali comuni per la sperimentazione; 2) produzione in serie di animali transgenici (combinazione di razze o chimere), da utilizzare per la produzioni di organi da trapiantare nell'uomo o per la sperimentazione clinica di farmaci con animali che già sono prodotti per nascere con determinate malattie; 3) produzione di animali per la biocultura, cioè produzione alimentare; 4) per la produzione di animali di compagnia; 5) per la produzione industriale di pellicce.

Poiché c'è generale convergenza tra i bioeticisti nel riconoscere agli animali uno statuto etico, e perciò sono fonti di diritto per sé e non per l'uomo, e di conseguenza esistono doveri morali verso gli animali, quindi la clonazione di animali può essere accettata solo a determinate condizioni: 1) Produzione di animali per sperimentazione (produzione di organi, farmaci, ecc.); 2) produzione "limitata", anche per non compromettere eventualmente l'evoluzione dell'ecosistema zoologico: 3) produzione di proteine e altre sostanze da animali, che possono essere utili per fini terapeutici sull'uomo (si veda il caso della pecora Dolly o anche delle scimmie); 4) sconvenienza della duplicazione di animali per alimentazioni tarate a scopo commerciale, poiché vi si inseriscono inevitabilmente elementi economici degradanti e non si conoscono adeguatamente le conseguenze a lungo termine sulla salute umana.

La duplicazione di cellule e organismi è assai preziosa per il progresso scientifico per insulina, interferone, sostituzioni di neuroni, malattie debilitanti degli anziani, cancro, miglioramento delle risorse alimentari, ecc. Non bisogna, anzi non si deve, fermare questa ricerca. La duplicazione di organismi non è qualcosa di diabolico. Piuttosto offre possibilità immense per la promozione della qualità della vita. Occorre però vigilare sulle eventuali mutazioni genetiche.



ARRIVA DOLLY LA PECORA CLONATA


Dolly ha sette mesi ed è una bella pecora di razza Finn Dorset. È un normalissimo ovino, una pecora come tutte le altre. Forse un po' troppo come le altre, ad essere sinceri. Dolly, infatti, è il primo mammifero clonato dalla cellula di un animale adulto: il suo patrimonio genetico è esattamente identico a quello della madre. La notizia della sua "nascita" viene dal Roslin Institute di Edinburgo, dove un gruppo di ricercatori capitanato da Ian Wilmut si occupa da tempo di clonazione di animali da fattoria, e sarà riportata per esteso nel prossimo numero della rivista "Nature". Dolly non è il primo clone animale: il procedimento era già stato realizzato con successo, soprattutto con anfibi, topi e bovini, ma sempre partendo dalle cellule embrionali. La particolarità di Dolly e il motivo per cui sta scatenando le fantasie dei media di tutto il mondo, è che si tratta di un clone "puro", la replica di un singolo individuo adulto, senza gli elementi di variabilità tipici degli esperimenti precedenti. Le cellule embrionali, infatti, contengono geni maschili e femminili in una mescolanza che non lascia prevedere a priori quali saranno le caratteristiche del clone. E poiché lo scopo della clonazione altro non è che produrre individui di elevata qualità (zootecnica, nel caso delle pecore), l'incertezza sull'effettivo valore del "prodotto" finale creava non pochi problemi. Sarebbe stato un animale di pregio come i parenti genetici o la cosiddetta "lotteria del sesso" avrebbe rimescolato i geni producendo un individuo "inferiore"?


Fino alla nascita di Dolly, insomma, gli esperimenti di clonazione non erano stati altro che una forma tecnologicamente estrema delle procedure di selezione zootecnica, almeno dal punto di vista dell'efficacia del risultato. Solo un animale pienamente sviluppato può dare garanzia di qualità, ma fino all'annuncio degli scienziati scozzesi si pensava che la clonazione di una cellula adulta fosse impossibile perchè il processo di specializzazione della crescita avrebbe "spento" o addirittura cancellato i geni necessari per lo sviluppo. Wilmut e i suoi collaboratori, che l'anno scorso conquistarono le prime pagine di tutto il mondo clonando con successo degli embrioni di pecora, hanno risolto il problema svuotando una cellula embrionale del suo nucleo (che contiene il materiale genetico) e trapiantandovi il nucleo preso da una cellula adulta. Il Dna adulto ha attivato la cellula uovo, che ha iniziato a dividersi secondo il codice genetico trapiantato. L'embrione è stato poi sviluppato in provetta e da lì trasferito nell'utero di una pecora-ospite. La quale ha finalmente partorito Dolly, per la maggior gloria dei suoi "costruttori" e lo sconcerto di quanti speravano che il momento di affrontare le spinosissime questioni etiche connesse alla clonazione fosse ancora molto lontano.



DOPO DOLLY ECCO LA SCIMMIA  


Dopo gli ovini, i primati. Con la notizia della clonazione di due scimmiette, precipitosamente annunciata alla stampa dopo l'exploit della pecora Dolly, la tecnica della replicazione genetica degli organismi viventi si è avvicinata di un altro passo agli esseri umani. A compiere questo nuovo "miracolo" sono stati i genetisti del Centro di Ricerca sui Primati dell'Oregon, che domenica 2 marzo hanno comunicato al mondo di aver clonato già nell'agosto scorso due esemplari di scimmia Rhesus da due differenti cellule embrionali. Le due scimmiette non sono copie di animali adulti, e in questo senso non si può parlare di vera e propria clonazione, come nel caso della pecora scozzese. Anzi, Don Wolf, portavoce del laboratorio di studio sui primati dell'Oregon, tiene a distinguere tra le ricerche effettuate nel suo centro e quelle che hanno fatto nascere Dolly, sottolineando a scanso di equivoci che il suo gruppo di ricerca non ha in programma esperimenti di clonazione di esemplari adulti, ed ha definito "ripugnante" ogni ipotesi di clonazione di esseri umani.



L'elemento comune tra le due tecniche sperimentali è il cosiddetto "trasferimento del nucleo", che consiste nel passaggio di Dna da una cellula a un'altra. Le due Rhesus sono state replicate prendendo una cellula uovo, fecondandola in vitro e successivamente, quando l'embrione è entrato nella prima fase di sviluppo, prelevando il nucleo (che contiene il corredo cromosomico) di ciascuna cellula embrionale e trapiantandolo in una nuova cellula uovo privata del suo Dna. Gli embrioni che si sono sviluppati con successo sono quindi stati innestati nell'utero di femmine adulte. Lo scopo della ricerca sarebbe quello di produrre scimmie geneticamente identiche da utilizzare per la sperimentazione farmaceutica. Le normali differenze genetiche tra i diversi membri della medesima specie, infatti, rendono necessario l'uso di un numero di animali abbastanza alto da compensare la variabilità che confonde i test, mentre con le scimmie "fotocopia" si potrebbe ridurre di molto la quantità di esemplari utilizzati.

Ma la ricaduta sugli esseri umani non è completamente esclusa: la tecnologia del trasferimento del nucleo potrebbe essere usata per combattere la sterilità femminile. Invece di trapiantare gli ovuli dentro un utero in affitto, sarebbe il materiale genetico della madre ad essere direttamente trasferito in un "embrione donatore". L'esperimento dell'Oregon (i cui risultati sono stati annunciati in tutta fretta ancor prima della pubblicazione su una rivista scientifica, che rappresenta il "marchio di garanzia" della correttezza della ricerca) sarebbe quindi un esperimento "buono", che non dovrebbe suscitare il medesimo scandalo e le medesime reazioni di quello scozzese. Ma la distanza che corre tra la copia perfetta di un animale adulto, come nel caso di Dolly, e le "fotocopie embrionali", (già ottenute con successo in altre specie), come nell'esperimento dell'Oregon, non diminuisce l'impatto della notizia: replicando il Dna di una scimmia gli scienziati hanno operato su un corredo genetico al confine con quello dell'uomo.



"Professore mi aiuti, ho un cane da clonare"


DALLAS - Missy è una cagnetta texana, nata da un pastore alsaziano e un collie. Una cagnetta fortunata, perché ha per padrone un miliardario, che è molto legato a lei. A tal punto da non sopportare di non vederla più scodinzolare quando rientra a casa dopo le dure giornate di lavoro. La sua possibile (ma inevitabile) morte lo terrorizza. Il facoltoso (e finora anonimo) tycoon sa di non potersi accontentare, quando sarà giunto il momento, di prendere un cane simile. Vuole proprio quello. E allora ha deciso di ingaggiare uno studioso della clonazione per avere una copia perfetta di Missy. Offrendogli un compenso che non è possibile rifiutare: 5 milioni di dollari, cioè otto miliardi e mezzo di lire.

Lo scienziato si chiama Mark Westhusin ed è direttore del centro studi sulla clonazione all'Università A&M del Texas. Westhusin stava lavorando sulla riproduzione in copia di bovini e ovini. Ma, dopo l'arrivo del finanziamento da 5 milioni di dollari, ha interrotto tutto, per dedicarsi completamente a Missy.

Il sostegno dei privati è infatti di vitale importanza per le ricerche sulla clonazione. E intorno a questo si sta sviluppando un vero e proprio business. Che riguarda soprattutto le bestiole di casa. "Se si guarda - spiega Westhusin - a quanto la gente è legata agli animali domestici ci si rende facilmente conto che il caso di Missy non è un'eccezione".

Negli Stati Uniti sono infatti nate due società che hanno come ragione sociali la clonazione degli animali da appartamento. Una di queste, Clonapet, ha addirittura un sito Internet attraverso il quale contatta clienti in tutto il mondo. E che è in attesa di avere il via libera dal governo. Clonapet avrebbe infatti già congelato in speciali freezer il Dna di una quindicina tra cani e gatti. E sarebbe pronta ad avviare la procedura di riproduzione.

La tecnica da adottare è simile a quella che ha portato alla clonazione della pecora Dolly. Il Dna ricavato dai tessuti organici dell'animale viene infatti iniettato in una cellula uovo il cui nucleo è stato rimosso. La cellula si appropria del nuovo Dna e dà vita ad un nuovo embrione, con il codice genetico perfettamente identico a quello originale.

Un processo che potrebbe potenzialmente condurre alla clonazione umana. Ad affermarlo è Lee Silver, docente di genetica alla Princeton University. "La cosa incredibile - spiega - è che se si perfeziona la tecnologia nelle diverse specie animali, diventa molto più semplice arrivare all'uomo".Il businessman texano per ora, quindi, si accontenta di una nuova cagnetta identica alla precedente. E fin qui si resta nell'universo infinito delle bizzarrie all'americana. Ma cosa accadrebbe se cominciasse a offrire miliardi per clonare i suoi migliori dirigenti?




"Replicherò me stesso,con l'aiuto di mia moglie"


WASHINGTON - Un passo verso l'immortalità. Richards Seed non può più aspettare. Lo scienziato statunitense che già nel gennaio dell'anno scorso provocò forti polemiche per la sua intenzione di clonare un essere umano, ha ora rotto gli indugi. Durante una conferenza dell'Assocation Sciences et Politique ha annunciato al mondo che la prima persona su cui tenterà la clonazione sarà lui stesso. Per creare un altro Richards Seed si avvarrà della collaborazione della moglie che si è detta disposta a ospitare nel proprio grembo l'embrione del marito ottenuto dalla combinazione del materiale genetico del biologo con un ovulo di donna.

"Ho deciso di clonare me stesso per rispondere a chi mi accusa di voler sfruttare la disperazione delle donne non fertili, sottoponendole a una procedura che non è stata ancora sperimentata", ha sostenuto domenica il 69enne scienziato che possiede tre lauree ad Harvard ma nessun titolo di carattere medico. La clonazione - hanno spiegato durante la conferenza - può servire per permettere a una coppia non fertile di avere dei bambini. Ma c'è chi si spinge molto oltre. Ipotizzando la produzione di "copie umane" che, possedendo lo stesso Dna dell'originale, potrebbero essere sfruttate per fornire organi in caso di grave malattia da parte di uno dei famigliari. Una sorta di magazzino di pezzi di ricambio che pone sul tappeto forti problemi di ordine etico e politico. Che fino ad oggi hanno impedito la sperimentazione della clonazione sugli uomini.

Eppure, negli Stati Uniti sembra scoppiata una specie di febbre dell'immortalità. Lo scienziato di Boston ha sostenuto di aver ricevuto prima, dopo e durante una trasmissione radiofonica centinaia di telefonate di persone che volevano mettersi in lista d'attesa. Chi per far clonare il proprio figlio morto. Chi invece per diventare eterno. E c'è chi sta perdendo la testa: in Texas un miliardario americano ha offerto cinque miliardi di dollari a uno scienziato per clonare il proprio cane.

Alcuni Stati americani sono corsi ai ripari. La California e il Michigan, hanno messo fuori legge la clonazione umana, e decine di altre nazioni stanno considerando l'eventualità di vietare qualsiasi tipo di sperimentazione. La comunità scientifica si è per ora imposta una moratoria di cinque anni. Durante questo periodo gli scienziati dovranno astenersi da qualsiasi tipo di sperimentazione sull'uomo in attesa di un pronunciamento da parte della stessa comunità scientifica. Si tratta comunque di un accordo che non ha valore di legge, una sorta di regolamentazione interna. Il Congresso infatti non è riuscito a far approvare una legge che punisca color che sperimentano la clonazione sugli uomini.

Seed comunque non sembra spaventato dalla legge o dai divieti. Lo scienziato si è detto pronto a tutto pur di eseguire il suo esperimento. Anche a lasciare il suo Stato e a trasferirsi con la moglie in Messico se la legge non gli consentisse l'esperimento.


giusto o errato?


L'uomo ha evidentemente paura di quello che ha dentro, istinti di morte seppelliti molto in fondo, ma poi forse nemmeno tanto in fondo, possono essere d'ostacolo al progresso. Solo una leggera scorza inibitoria divide la bestia, che solo pochi millenni fa strisciava nel fango, dall'uomo moderno.

Ci sono notizie della cronaca nera, oppure provenienti da fronti di guerra dove si uccidono esseri umani, oppure provenienti dal mondo scientifico che ripropongono alla mente l'eterno ritornello: chi siamo? Da dove veniamo?


Dove andiamo?


Questa volta è la biogenetica a far scattare il campanello d'allarme, l'uomo sta aprendosi una terribile trappola nella quale precipitare, trascinandosi dietro tutto il progresso e tutta la civiltà. Questa almeno è l'opinione dei commentatori e mai, come in questo caso, c'è sembrato essere tanta concordanza da parte di settori d'opinione normalmente contrapposti.



I PENSIERI FAVOREVOLI


Per clone, s'intende un composto cellulare vivente, geneticamente identico ad un altro. Un clone si ottiene mediante divisione dell'embrione.

Prima cosa bisognerebbe trovare un embrione portato alla totale obbedienza, dotato di potenza fisica da semidio, con il coraggio del Samurai, spietato come il peggiore degli assassini, ma tutte queste sono caratteristiche difficili da mettere insieme. Ma anche ammesso di trovare un embrione del genere, in realtà nessuno sarebbe in grado di creare un esercito di esseri superdotati, identici e manovrabili come automi, perché la strada dello sviluppo di un individuo è costellata da incidenti di percorso, quali il fattore ambientale che, può stravolgere i connotati caratteriali previsti.



E' istruttivo il caso di quei gemelli omozigoti, allevati in luoghi diversi, i cui tratti caratteriali si sono sviluppati in modo contrapposto. Ma anche gemelli vissuti nello stesso ambiente hanno finito per sviluppare caratteri sostanzialmente diversi.

La psicologia moderna spiega il comportamento dell'individuo come la somma del fattore genetico e di quello ambientale, dove ognuno influisce per la metà.

Scongiurato il rischio della nascita di questo esercito al comando di un pazzo, e a voler guardare positivamente la cosa, il controllo genetico annullerebbe il rischio di nascite di individui con tare nocive per sé e per la società



I PENSIERI CONTRARI


Dal Papa: Sono "pericolose sperimentazioni" rispetto alla vita, fatte da persone "che fanno del mercato la loro religione, fino a calpestare la dignità umana". Così il Papa si è schierato domenica contro gli esperimenti di clonazione operati da "nuovi mercanti", che vanno cacciati dal tempio.

E dopo l'appello di Giovanni Paolo II, sono arrivate altre prese di posizione: "Non si gioca con la vita dell'uomo. La scienza, la ricerca non possono giocare con le persone". Così don Luigi Ciotti è intervenuto sul tema, pur ammettendo di non poter entrare nei dettagli. "Siamo stati presi tutti in contropiede - ha osservato - Dobbiamo riflettere a fondo sul problema". Ma su un punto il presidente del Gruppo Abele ha le idee chiare: "Non si può giocare con la vita dell'uomo - ha detto - Il pontefice ha già condannato le pericolose sperimentazioni sulla vita umana. Personalmente dovrei cercare di capire la questione al di là di quanto i giornali ci presentano".

"Andare avanti su questa strada vuol dire arrivare alla clonazione dell'uomo. Tutto ciò è pericolosissimo e assolutamente inaccettabile". E' il monito del premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini, che condanna senza mezzi termini gli esperimenti di clonazione eseguito su una pecora e su una scimmia. "Non tutto quello che si può fare è lecito fare - dice la Montalcini - e i ricercatori stanno commettendo un illecito. Sono pienamente d'accordo a tagliare i fondi destinati a questo tipo di ricerca che sarebbe molto meglio convogliare verso altri settori".

Secondo la senatrice di Rifondazione Ersilia Salvato "bisogna certamente introdurre norme severe sulle sperimentazioni, su vendita, commercializzazione e possibilità di clonazione". La senatrice si dichiara 'aperta' alla ricerca genetica per la prevenzione e la cura di malattie genetiche.

Una posizione non dissimile da quella presa dal Pds: no a sperimentazioni, vendita, commercializzazione e clonazione degli embrioni. "Non c'è scienziato che sia d'accordo a clonare l'uomo, o almeno così la pensa la stragrande maggioranza", afferma Paolo Vezzoni ricercatore del Cnr e stretto collaboratore del Premio Nobel per la Medicina, Renato Dulbecco coordinatore del Progetto Genoma. "Del resto sarebbe inutile perché non si arriverebbe a riprodurre l'uomo di prima - spiega - visto che sia la componente educativa che l'interazione con l'ambiente sono fatti personali ed originali". Vezzoni ha un dubbio. "Non vorrei che lo spunto fosse di attaccare altri filoni: le sperimentazioni su animali e soprattutto la ricerca genetica".

Per Roberto Lorenzini, direttore responsabile del servizio sperimentazione animale dell'Istituto Superiore di Sanità, "la clonazione umana è una tecnica ancora di là da venire". La tecnica di cui si dispone ora "è solo un miglioramento di tecniche che hanno portato a clonare un animale"; in prospettiva si lascia intravedere anche applicazioni all'uomo "ma questo è un campo di interesse politico ed etico".

Non sono pero' del tutto chiare le ragioni di una opposizione tanto fiera rispetto a ricerche ben lungi ancora dall'essere approfondite.

Sorge allora un dubbio sinistro: possibile che il Vaticano sappia piu' di quanto voglia far credere, e che intenda riservare unicamente a se' le conoscenze e i vantaggi prospettati da questa nuova branca del sapere?







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