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REVERSIBILITÀ

comunicazione



reversibilità


"Se la complessità dell'universo fosse solo nascosta al nostro sapere, finirebbe per essere risolta. Ma se l'universo è una sfida alle soluzioni successive che vengono proposte, allora non c'è nessuna 232b12c possibilità nemmeno per le ipotesi più sottili. Infatti anch'esso si sottilizza all'infinito e si reversibilizza in funzione della scienza." (Jean Baudrillard, 'Il delitto perfetto', pg.43 )

Il destino dei segni è di essere traviati, recuperati e sedotti in continuazione, è ciò che sempre accade a loro e a noi, è il nostro destino. Un'esternalità che erge la reversibilità fatale dell'oggetto. Sempre Baudrillard, ma in 'L'altro visto da sé' sostiene che tutto ciò è profondamente immorale. Secondo lui, in ogni reversibilità c'è qualcosa di immorale che procede da una ironia superiore. La trasgressione non è immorale, anzi, riconcilia la legge con ciò che questa proibisce, è il gioco dialettico del bene e del male. E bisogna risvegliare il principio del Male, perché sembra essere, secondo questa visione, la sola cosa che possa bilanciare la nostra situazione attuale. Le nostre società infatti, a forza di senso, di informazione e di trasparenza hanno superato il punto-limite che è quello dell'estasi permanente: quella del sociale (la massa), del corpo (l'obesità), del sesso (l'oscenità), della violenza (il terrore), dell'informazione (la simulazione). In fondo se l'era della trasgressione è compiuta, è perché le cose stesse hanno trasgredito i loro limiti, le cose si sono fatte beffe della loro stessa definizione e l'hanno superata.



E il pensatore francese insiste: nella monotonia delle nostre esistenze, che è una monotonia al secondo livello (dovuta all'eccesso di senso, di informazione e di visibilità), tutto avviene come se ci fosse una volontà di sfida. La banalità stessa ridiventa prodigiosa, quella banalità di cui Heidegger diceva che era la seconda caduta dell'uomo, dopo quella del Peccato Originale. È questa la fatalità del mondo moderno e se ha del prodigioso, è perché si approfondisce fino a costituire una sfida alla realtà stessa. Questa sfida è una reversione immanente di tutte le imprese razionali di strutturazione e di potere. Le masse sprofondano nell'indifferenza estasiata, nella pornografia dell'informazione, la massa approfitta dell'informazione per scomparire, l'informazione approfitta della massa per seppellirvisi. E la scienza, come abbiamo già avuto modo di vedere, grazie alla sofisticazione della sua investigazione, annienta il suo oggetto: è costretta, per sopravvivere, a riprodurla artificialmente come modello di simulazione.

Di tutto il ventaglio dei movimenti dell'animo, sembra che ne restino solo due, in apparenza contraddittori: l'indifferenza e l'impazienza.

"Siamo stoici: se il mondo è fatale, siamo più fatali di lui. Se è indifferente, siamo più indifferenti di lui. Bisogna vincere il mondo e sedurlo con un'indifferenza almeno uguale alla sua." (Baudrillard, 'Il delitto perfetto', pg. 60).







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