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GREGORY J.E. RAWLINS - "Le seduzioni del computer". Il Mulino. 1997. Milano.

comunicazione




GREGORY J.E. RAWLINS,

"Le seduzioni del computer". Il Mulino. 1997. Milano.


Come cambieranno, e ci cambieranno, le tecnologie del prossimo futuro? Che ruolo avranno nella nostra vita di tutti i giorni? Saremo soppiantati dalle macchine? Sono questi, grandi interrogativi che ormai anche l'uomo comune si pone, e che Gregory J.E. Rawlins, docente di scienze informatiche presso l'Indiana University di Bl 121f56b oomington, tratta nel suo libro. Otto capitoli che spaziano dal tema della privacy, all'impiego dei robot in campo militare e medico, dal passaggio dal libro stampato al cd-rom, fino alle conseguenze della diffusione delle tecnologie nella vita privata e di relazione.

Quest'ultimo aspetto è trattato nel secondo capitolo, dove l'autore parla del futuro delle comunicazioni personali sotto l'influenza delle tecnologie, e soprattutto del loro impatto sulla nostra percezione della realtà. Saremo accerchiati da calcolatori che ci conoscono fin nei minimi dettagli, e non solo dal punto di vista anagrafico o del comportamento d'acquisto, ma anche a livello caratteriale ed emotivo; Rawlins ci vede immersi in un mondo virtuale, un mondo ideale, forse quello dei sogni (basterà digitarne la descrizione e il calcolatore li simulerà), ma ne saremo talmente immersi da poterci paragonare ai "cervelli in una vasca" di Putnam.



Comunque sia, le macchine sono un prodotto dell'intelligenza dell'uomo, e proprio in quanto tali, possono presentare degli errori, sia di progettazione che di realizzazione. Le conseguenze di questi errori si risolvono magari in una semplice scocciatura, se ad esempio il sistema operativo del nostro computer domestico si "inkioda" e ci obbliga a riavviare, ma ci sono situazioni in cui il grado di disturbo è molto più alto, come nel caso dei macchinari per uso medico. Il fastidio diventa poi vero e proprio pericolo se parliamo di calcolatori che pilotano aerei, o che si trovano montati su missili bellici. Secondo Rawlins, il futuro dei calcolatori in questi ambiti, tenderà sempre più verso il perfezionamento e l'ideazione di software in grado di gestire situazioni critiche, di individuare da solo i danni di sistema e anche di autoripararsi se necessario. C'è, e ci sarà, a questo proposito, un costante bisogno di tecnici specializzati che sappiano stare al passo con le continue innovazioni, e naturalmente di realizzarne a loro volta. Ma il lavoro di queste persone probabilmente non sarà sicuro per molto tempo. Come i contadini sono stati sostituiti dai trattori, i minatori dalle scavatrici e le dattilografe dai registratori elettronici, così anche i professionisti della classe media che fino a qualche decennio fa erano invidiati per la loro posizione, ora temono di essere sostituiti dalle instancabili, redditizie ed obbedienti macchine. I loro posti di lavoro semplicemente spariranno. La tendenza di questi anni è di creare dei lavori detti 'sinecure', mansioni non produttive ad esempio nel campo dell'amministrazione statale e della gestione che garantiscono una retribuzione e che in questo modo permettono al sistema economico di non incepparsi.

Chi siamo, dove viviamo, quali oggetti possediamo e compriamo più frequentemente; molte aziende pagheranno (molte già lo fanno) per conoscere queste informazioni, ma non è detto che lo faranno sempre con il nostro consenso visto che è possibile farne a meno: le informazioni si possono facilmente ricavare in maniera indiretta (se non illegale), anche grazie ai calcolatori. Infatti gli attuali sistemi informatici di protezione delle informazioni riservate, non sono troppo efficaci, e forzarli è spesso un semplice passatempo per gli hacker, i cosiddetti 'pirati informatici' che fanno tanta paura di questi tempi.

Il tema centrale del libro, oltre alle macchine e alla disputa sulla loro effettiva bontà o negatività, è il Cambiamento, visto come muoversi frenetico e costante se non addirittura travolgente. Anche se i progressi tecnologici degli ultimi decenni ci hanno effettivamente messo di fronte a realtà nuove e complesse, che abbiamo dovuto imparare da zero, non bisogna dimenticare qual è la percentuale della popolazione mondiale che ne ha, e ne avrà accesso. Una buona fetta ne rimane esclusa, ancora alle prese con problemi che 'noi' occidentali abbiamo risolto da un paio di secoli, come la sussistenza alimentare ed alcune malattie. Per i più pessimisti, i continui progressi tecnologici non faranno che aumentare il divario tra queste persone e 'noi', fino quasi a costituire due mondi diversi e separati; gli ottimisti invece sostengono che proprio le nuove tecnologie potranno contribuire a diminuire tale dislivello culturale-economico-tecnologico.



Nelle ultime pagine de "le seduzioni del computer", l'autore riflette sulla evoluzione dell'uomo e della vita sulla terra finendo poi per parlare dell'ingegneria genetica e delle biotecnologie. L'evoluzione, questa cieca forza della natura, ci ha accompagnato per milioni di anni con i suoi lentissimi e casuali miglioramenti, ma ora l'uomo ha (o comunque li avrà tra qualche decina d'anni) gli strumenti per interferire in questo continuo processo di adattamento all'ambiente. Come si comporterà l'uomo? Come userà queste conoscenze? Che impatto avranno sulla nostra vita e soprattutto su quella dei nostri successori? Nemmeno l'autore osa fare previsioni su questo argomento, che, e magari non ce ne stiamo rendendo abbastanza conto, è già uno dei problemi più pressanti di questi anni.

Quello che Rawlins intende dire è che il futuro non è così lontano come crediamo, o come ci farebbe comodo credere, lo stiamo già creando ed è sicuro che non possiamo fermarci. Citando lo stesso autore, "ogni passo che facciamo lungo la scala della complessità crescente, ci costringe a fare un altro passo", ma, oserei aggiungere, la direzione che stiamo seguendo, è conosciuta solo dagli dei.







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