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Dizionario di Scienza politica - Metodo-Teorie-Processi-Soggetti-Istituzioni-Categorie

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Dizionario di Scienza politica


Metodo-Teorie-Processi-Soggetti-Istituzioni-Categorie




DEFINIZIONE: Nelle discipline sociali e storiche, la definizione si presenta spesso come una ipostatizzazione arbitraria di rapporti e istituti complessi, che generalizza astraendo dalle varianti tipologiche e si configura appunto come definizione metastorica, valida per tutte le costellazioni storiche, e quindi per nessuna specificamente, mancando di relatività e funzionalità storica.

STILI INTELLETTUALI: Possiamo individuare tre stili fondamentali di attività intellettuale: sapere, pensare, conoscere. La sapientia, intesa come forma di sapere che nasce dall' attività riflessiva del Soggetto, in cui l' ignoto prevale sul noto, e alla quale è attribuita una assoluta indiscutibilità, genera, attraverso la Parola, una forma di verità, rivelazione di Colui che sa, e la Verità oltre che parola di colui che sa, è anche Legge e Giustizia: sapere significa essenzialmente rinunciare, astenersi, limitarsi, rinchiudersi in sé. Il pensare nasce dalla conversione del problema cronologico dell' origine in problema logico della causa, come stile speculativo e logico-razionale: il Logos, non più Parola, Verbo o Parabola, diventa Discorso, un ragionamento connesso a significati tecnicamente individuati, distinti e formalmente coerenti, il cui punto d' approdo è la conoscenza, certezze riflesse sistematizzate nella filosofia. Se pensare significa distinguere Soggetto e Oggetto, conoscere significa non solo evidenziare e differenziare il Soggetto e l' Oggetto, ma ampliare il campo di osservazione alla pluralità dei soggetti senza tralasciare l' individualità degli oggetti che strutturano il molteplice: il Soggetto stesso si configura a sua volta come oggetto sensibile-fisico-naturale spingendosi fino ai limiti della conoscibilità delle leggi naturali attraverso la riproduzione dei fenomeni, la scienza.



SCIENZA POLITICA: La Scienza politica ha recentemente messo in discussione la sua subordinazione ad una Filosofia della Politica, rivendicando l' autonomia, peraltro ambigua e superficiale, del proprio oggetto: separare la Politica dalla Scienza della Politica, significa saper distinguere l' oggetto dalla conoscenza dell' oggetto: la politica come un sistema oggettivo e la conoscenza della politica come un sistema cognitivo che deve ricercare le connessioni intersoggettive della politica, le strutture istituzionali in cui esse si tramandano di generazione in generazione. L' oggetto deve essere contestualizzato e unificato alle altre articolazioni della società, i vari fenomeni od oggetti politici devono essere osservati, comparati, tipizzati e ricostruiti nella loro dinamica interna in una precisa dimensione storica e secondo una successione diacronica. Il pensiero può costruirsi come astrazione una volta definito il sistema di riferimento e quindi l' interconnessione dei sistemi storici. In tutte le Scienze sociali l' astrazione non può essere tanto radicale da dissolvere il mondo storico e ridurre il conscere a puro pensiero speculativo.


IDEOLOGIA: Il concetto di ideologia, di per sè ambiguo ed incerto, ha sempre oscillato fra l' accezione positiva ma generica di teoria e l' accezione negativa ma imprecisa di falsa coscienza, ed ha rappresentato il punto di partenza di un processo di involuzione pragmatica della conoscenza, coniugando riduzionismo e scetticismo epistemiologico. La fine delle ideologie ha evidenziato la limitata portata storica delle analisi classiche, i limiti metodologici e le profonde trasformazioni dei rapporti socio-politici nell' era postindustriale, ma un effettivo superamento dell' ideologia può nascere solo da una critica delle ideologie rapportata alla possibilità di una conoscenza scientifica dei problemi storico-sociali, alla possibilità di una scienza sociale, superando dualismi e scetticismi fra olismo filosofico e monodisciplinarismo fisicalista.

LIBERALISMO: Grande merito storico del liberalismo è la rivendicazione delle libertà individuali, rivendicazione essenziale per quanto formale. Un limite vero e proprio del liberalismo, pur postulando la necessità di una struttura rappresentativa dello Stato, di una democrazia prettamente politica e sostanzialmente garante delle attività individuali extra-politiche ma conservatrice, è sempre stato la visione statica della società, una visione a posteriori, basata su una concezione originaria politicamente discriminatoria: la liberaldemocrazia si apre alle rivendicazioni sociali, politiche e giuridiche dei movimenti democratici.

SOCIALISMO: Il socialismo come movimento politico e sistema sociale teorizzato da Marx ha avuto un successo pratico viziato da limiti di veduta non troppo ampi e spesso circoscritti in modo molto approssimativo: lo dimostrano le distanze che separano sul piano storico-sociale e politico-culturale il socialismo scientifico e il socialismo reale.

MARXISMO: Per la grande influenza esercitata dalle idee di Marx, in una commistione fra teoria e politica, molti sono i movimenti politici che si qualificano in rapporto al marxismo favorendo molteplici interpretazioni più o meno critiche nei confronti dell' opera scientifico-filosofica e/o politica di Marx. L' opera di Marx andrebbe invece considerata come la matrice di una sociologia scientifica, di un' epistemiologia della conoscenza e di un movimento politico.

FASCISMO: Dare una definizione politica o sociologica del fascismo può risultare estremamente riduttivo, se si considerano le peculiarità storiche, socio-culturali e politico-economiche di un movimento che non può essere ricondotto esclusivamente al suo carattere dittatoriale, antidemocratico, antiparlamentare e monopartitico.

RIFORMISMO: Il riformismo moderno non può prescindere da una analisi globale della società presente e da un modello globale della società futura, conservando l' apertura critica dei rivoluzionari verso il presente e acquistando il realismo dei riformisti: solo le riforme possono permettere di individuare e definire il quadro critico che ogni forza politica si è costruito e il modello che intende proporre alla società.

DECISIONISMO: Il decisionismo non è soltanto un concetto politico-pratico ma anche uno strumento teoretico nella misura in cui si sostituisce la scelta operativa allo sviluppo logico della proposizione, in stretta corrrelazione al formalismo.

CORPORATIVISMO: Il nuovo corporativismo, propone un' impostazione economicistica della politica come politica di interessi gestita da associazioni di categoria, in grado di mediare e di comporre transattivamente i conflitti di interesse a livello economico impedendone la dilatazione politica.

GIUSDEMOCRATISMO: Dal giusnaturalismo al giuspositivismo passando per il giusrazionalismo, il giusdemocratismo scioglie le antitesi del passato e risolve il nodo problematico del rapporto morale-diritto, radicando la ratio nella voluntas.

FAMILISMO: Il familismo, ovvero forme più o meno diffuse di clientelismo e favoritismo, limita i processi di modernizzazione della politica e di radicamento di una cultura politica democratica in uno Stato democratico di diritto che si caratterizza per il riconscimento di una lex generalis omnium.

DEMOCRAZIA: Il concetto di democrazia comprende e riunisce in sè tre componenti fondamentali, una liberale, ovvero lo Stato di diritto, una prettamente democratica che enfatizza la sovranità popolare, ovvero il sistema rappresentativo, e una legata alla tradizione socialista, ovvero un sistema di valori egualitari nelle condizioni di esercizio e di partecipazione alla vita democratica. La cultura democratica di ogni individuo deve attingere a quel sistema di valori profondi di cui la democrazia dovrebbe essere la massima espressione.

La democrazia moderna si è configurata come una democrazia rappresentativa contrapponendosi alla democrazia diretta: ad un' interdipendenza oggettiva di tutti nella collettività corrisponde un' indipendenza soggettiva di ogni singolo individuo, una separazione fra società civile e Stato rappresentativo. L' estensione e la modernizzazione delle forme di partecipazione politica, non solo rappresentative ma anche dirette, deve contribuire a far sviluppare una cultura politica.

La democrazia contemporanea conserva l' eredità del liberalismo e del socialismo, due contrapposte visioni economicistiche della vita politica e sociale nella nascente società industriale: dal modello classico dello Stato liberale teorizzato da Kant come Stato di ragione, Stato di diritto e Stato rappresentativo basato sulla sovranità popolare ad uno Stato democratico di diritto attraverso le trasformazioni storico-politiche e socio-culturali che hanno caratterizzato la seconda metà del Novecento.

Sono quindi intervenute sostanziali trasformazioni nello schema classico sovranità-popolo-rappresentanza-mandato in cui si condensava il rapporto economia-politica-diritto, trasformazioni che tuttavia non possono soppiantare del tutto lo schema problematico di riferimento. Solo una sensibilizzazione dei soggetti primari della politica, ovvero dei singoli cittadini, può porre un limite allo svuotamento di valori e all' ipertecnicismo politico della democrazia, ai giochi di potere e ai conflitti di interesse che animano e coinvolgono direttamente i soggetti secondari o propriamente politici.

Nella società moderna l' informazione e le tecniche della comunicazione pubblica assumono un ruolo determinante per la politica e nella politica: il potere è sempre più subordinato all' effettiva conoscenza e alla crescente complessità dei processi politici e sociali, la politica deve essere una politica informata.


SOGGETTI POLITICI: In senso stretto i soggetti politici sono i cosidetti attori della politica, e cioè i partiti politici, i sindacati, le associazioni e i gruppi che svolgono un' attività politica continuata, ma in realtà occorre distinguere fra questi soggetti secondari e i soggetti primari del rapporto politico che sono i cittadini, ovvero il popolo: gli attori della politica diventano dei veri e propri soggetti sostitutivi. In una teoria generale dei soggetti politici si possono distinguere i soggetti sociali, che influiscono sulle tendenze profonde della politica, i soggetti politici propriamente detti, che operano le scelte politiche, e i soggetti giuridici che assumono a livello istituzionale le decisioni formalmente vincolanti per tutti. Negli Stati moderni la sovranità del popolo, nei limiti dei requisiti richiesti dal suffragio, viene esercitata attraverso la rappresentanza politica che si autoseleziona in base al principio di maggioranza. Nella cultura politica moderna i cittadini sono chiamati ad essere i protagonisti della mediazione politica, commisurando i propri interessi particolari alla logica della convivenza civile, cioè socio-culturale ed economica. Alla legittimità di tutti gli interessi particolari del popolo corrisponde la necessità di una loro integrazione selettiva nella volontà politica.

MODERNIZZAZIONE: La modernizzazione politica e sociale non può prescindere dalla separazione fra società e Stato e dall' individuazione di tre parametri distintivi del sistema politico moderno: un sistema politico autonomo, unificato e rappresentativo. La modernizzazione politica è essenzialmente il processo di costruzione dello Stato territoriale indipendente, della Nazione e della Sovranità popolare a struttura rappresentativa, il passaggio da una sistematica orizzontale ad una sistematica verticale.

COSCIENZA POLITICA: Il tentativo di definire il concetto di coscienza politica non può prescindere da dualismi e antitesi che ripropongono sostanzialmente una contrapposizione tra passione, adesione passiva, politica ingenua e strumentale degli interessi, (politica-passione, spirito di partito) da un lato, e politica pura, elaborazione intellettuale, politica intellettualistica e moralistica, demagogica, una politica che non diventa reale mediazione (politica degli interessi, corporativismo), dall' altro. La coscienza politica moderna è coscienza democratica, coscienza di partecipazione attiva e costruttiva. La conoscenza sociale può dunque costituirsi scientificamente in rapporto alla politica solo se la assume come concretizzazione storica (istituzioni) di un rapporto naturale-sociale che si connette ai modi della riproduzione materiale e culturale, ovvero alla cultura politica dell' individuo come membro di una specie storica.


CONFLITTO: Il conflitto è un momento costitutivo della società moderna caratterizzata dalla diffusione della soggettività, dalla presa di coscienza dei nuovi soggetti, e dalla consapevolezza dei propri interessi, ma nelle varie teorie, dalla teoria della lotta di classe, alla teoria del contrasto Amico-Nemico come asse del conflitto politico, dalla teoria della competizione per il potere a quella del conflitto industriale, il conflitto sociale tende a degenerare come espressione di una visione economicistica della vita e di una concezione corporativista della politica sociale.

Nella moderna organizzazione sociale l' associazionismo non si presenta più come fenomeno di vincolazione dell' individuo al gruppo nell' attività sociale produttiva: ai gruppi sociali naturali tipici della società premoderna subentrano i gruppi sociali e politici, manifestazione di libertà politica e di una libera scelta dell' individuo. La vita sociale e politica appare così dominata da conflitti individuali che si proiettano in conflitti di gruppo e da tendenze alla massificazione degli individui e alla contrattazione fra gruppi, ma nelle associazioni deve prevalere la consapevolezza della loro funzione strumentale e l' individuo deve rivendicare una presenza intellettuale autonoma. Si possono anche individuare diverse forme di apatia, di indifferenza verso la politica, correlate in larga misura al sistema politico, nei regimi totalitari e dittatoriali, e a vari elementi disfunzionali al sistema stesso, anche nelle democrazie più evolute: l' assenza di reali alternative politiche, l' inadeguatezza del sistema elettorale, l' instabilità politica, il pluripartitismo, la partitocrazia.

RIVOLUZIONE: Con il formarsi di una analisi critica della società moderna e di una strategia di trasformazione globale, in contrapposizione alla pura tattica di riforme sporadiche e non coordinate in un piano, si comincia a parlare di una teoria della rivoluzione: ma il concetto di rivoluzione appare strettamente coordinato ai grandi moti borghesi che hanno introdotto le moderne istituzioni della democrazia rappresentativa e delle libertà politiche, e al movimento socialista che ha inteso sviluppare le forme sociali della democrazia moderna.

SOCIALIZZAZIONE: La socializzazione dei mezzi di produzione era un elemento portante di ogni movimento e indirizzo di critica dela proprietà privata, ma si prospetta oggi come un complesso processo di sviluppo culturale di tutti come individui e come insieme sociale inteso non come mero ambiente naturale-economico ma come ambiente storico civilizzato dell' uomo-soggetto.

LAVORO: La divisione sociale e la divisione intellettuale del lavoro hanno condizionato l' intero processo di sviluppo della società umana e della cultura favorendo e stimolando il progresso economico e il progresso generale della conoscenza umana: nella società postindustriale, lavoro manuale e lavoro intellettuale sono stati profondamente valorizzati nella nuova prospettiva del capitalismo moderno.

AUTORITA' e CONSENSO: Il concetto moderno di autorità si fonda sul consenso ovvero riceve stabilità e legittimità da una investitura consensuale e disciplinata da regole giuridiche in un processo democratico. La forza è vincolata all' ottenimento del consenso e alla produzione di ratio.

Si può parlare di consenso, in politica, soltanto quando esistono istituzioni capaci di garantirlo, esprimerlo, misurarlo, revocarlo, secondo una concezione moderna della sovranità popolare e della democrazia politica. Il consenso dovrebbe sfuggire a strumentalizzazioni e manipolazioni, e mediare fra la voluntas e la ratio, nel tentativo di ricomporre gli interessi in una competizione democratica.

BENE COMUNE: La nozione di bene comune ha progressivamente perso la sua significatività nell' età moderna quando la società si è atomizzata in individui separati dal gruppo e portatori di interessi segnati dalla divisione sociale del lavoro, quando la riorganizzazione della comunità si è prospettata come un' impresa strettamente politica di costruzione di uno Stato rappresentativo. La struttura individuale degli interessi conferisce a ciascun individuo una sfera personale che trova il fondamento della sua autonomia nella funzione sociale assolta, mentre trova la sua legittimazione politica nella progressiva confluenza delle volontà individuali nella decisione politica e nell' insediamento della rappresentanza sociale: quindi la necessità di definire gli strumenti tecnico-giuridici e i diritti da riconoscere nell' ordinamento statale.

BISOGNO e INTERESSE: La riscoperta dei bisogni materiali-esistenziali nell' etica moderna secondo una dinamica storica in continua evoluzione, ha imposto la necessità di riconoscere diritti e doveri sociali di ogni singolo individuo, ma l' esistenza dei bisogni genera una molteplicità di interessi a soddisfarlo nel breve o nel medio-lungo periodo in un dinamica complessiva altrettanto articolata.

DIRITTI UMANI: I diritti umani ineriscono a tutti i membri del genere umano, indipendentemente da ogni carattere specifico-individuale, una conquista storica dell' umanità civilizzata che comporta una notevole espansione della sfera stessa dei diritti umani e una loro esplicita protezione giuridica sia su scala nazionale sia su scala internazionale.


COSTITUZIONE: La Costituzione moderna stabilisce e sancisce i principi e le regole fondamentali del sistema politico e in tal modo li formalizza integrandoli in un coerente ordinamento giuridico, ma bisogna distinguere e valutare attentamente la portata e la sfera del potere costituente e del potere costituito nel senso che la Costituzione e quindi ogni singolo ordinamento statale non può prescindere da esigenze di adeguamento e di modernizzazione imposte da particolari circostanze e contingenze socio-economiche, politiche, culturali ed economiche, per cui la Costituzione è sempre un processo in fase di realizzazione e di riadattamento, parzialmente aperto, in continuo divenire.

ISTITUZIONI: Le istituzioni politico-giuridiche si presentano come un insieme di istituti storici accumulatisi nel succedersi delle generazioni e aventi uno specifico contenuto normativo a struttura vincolante, e attraverso i quali le volizioni degli interessi particolari di tutti confluiscono rappresentatrivamente nella volontà politica generale: i rapporti atomizzati che caraterizzano l' esistenza sociale moderna danno vita a istituzioni rappresentative e per loro tramite a istituzioni normative vincolanti, che assicurano la riproduzione stessa dell' esistenza sociale nel suo insieme.

NAZIONE: Il concetto di nazione è strettamente correlato al processo storico di formazione degli Stati nazionali moderni. Secondo una definizione complessa e plurilaterale la nazione è una comunità socio-economica e politico-istituzionale insediata su un territorio, indipendente e sovrana e dotata di una comunanza linguistica, culturale e folkloristica oltre che di una coscienza storica.

STATO: La nozione di Stato può risultare generica e storicamente indeterminata: è necessario quindi relativizzare e differenziare il concetto di Stato, individuare i caratteri specifici che contraddistinguono lo Stato moderno, eliminare ogni precedente tentativo di ipostatizzazione che potrebbe rivelarsi improduttivo, e riconsiderarlo in una prospettiva storico-sociale che renda conto della sua evoluzione.

Possiamo quindi definire lo Stato moderno come quel sistema politico rappresentativo che si costituisce su un territorio a dimensione nazionale nel corso di un processo storico che vede la nascita della nazione come popolo di soggetti uguali unificati da un forte nesso economico-linguistico-naturale, quindi si caratterizza per un sistema politico separato dall' attività sociale e per una sovranità la cui titolarità spetta ad un popolo e il cui esercizio e rimesso ad una classe politica rappresentativa. Lo Stato di diritto è una espressione dello Stato moderno nei limiti dell' evoluzione e del perfezionamento del sistema rappresentativo e della cultura democratica di un popolo; lo Stato sociale o Stato del benessere propone un intervento sistematico al fine di promuovere e garantire il benessere, ed è caratterizzato dall' impronta economicistica assunta dall' attività politica.

Lo Stato democratico, in aperta polemica con l' eticismo statalista predemocratico che professava l' avvento di uno Stato indifferente del tutto separato dalla cultura, tende a configurarsi come uno Stato di cultura in i cui nuovi valori promossi dalla democrazia impongono una cultura politica nuova. La promozione della cultura di tutti, non più relegata nella sfera dell' autonomia privata,  diventa un diritto soggettivo individuale respingendo la tradizionale confusione fra politica e morale.

Questo processo di evoluzione delle forme dello Stato moderno è favorito da un' etica laica, portatrice di valori storico-positivi strutturati sulla base di interessi laici prescindendo dalle problematiche teologico-religiose, riconoscendo il primato della vita positiva, ovvero economico-produttiva, e rifiutando il riduttivismo economicistico: il diritto razionale si autonomizza dalla morale. Sul piano del diritto e della politica si consuma il confronto tra il primato razionalistico di un eticismo che tende a conferire una direzionalità morale al diritto e il primato economicistico che nega consistenza teorica al diritto.

SOVRANITA': la nozione di sovranità politica è strettamente connessa ai processi di formazione di una sovranità popolare laica e moderna in continua espansione, in confluenza con i processi di secolarizzazione a automizzazione dell' autorità politica.

LEGALITA' E LEGITTIMITA': L' antinomia tra principio di legalità e principio di legittimità ha dominato la scienza politico-giuridica di tutto il Novecento: il sistema giuridico positivo di ogni Stato moderno si basa sul principio di legalità e cioè sul principio che soltanto un comando formulato dall' autorità pubblica secondo regole certe e prestabilite genera il dovere di ubbidire, per cui nessun altro comando può creare obblighi giuridici pubblicamente sanzionati. Ma a questo principio che fondava l' obbligo di ubbidienza sul principio di legalità positiva si contrapponeva l' altro principio di legittimità secondo cui soltanto un' autorità legittima può emanare comandi giuridicamente obbligatori. Se il principio di legalità respingeva l' intrusione di comandi non-giuridici e postulava la separazione fra diritto e morale, il principio di legittimità respingeva l' obbligatorietà di comandi emanati da autorità politiche tiranniche. Per il primo principio soltanto una autorità positiva laica emana leggi valide, per il secondo soltanto una autorità valida emana leggi obbligatorie.

POTERE: Il potere non può essere definito riduttivamente come  "la capacità di influenzare le decisioni altrui" prescindendo da ogni indagine sulle strutture differenziali che caratterizzano le diverse formazioni storico-sociali e compagini politco-istituzionali, e separandolo dalla nozione di funzione laddove assume quella connotazione politica specifica dei sistemi democratici.

DIVISIONE E SEPARAZIONE DEI POTERI: La divisione dei poteri e la separazione delle competenze a livello legislativo, giurisdizionale e amministrativo, coinvolge inevitabilmente gli equilibri interni ad ogni sistema politico, e caratterizza necessariamente un particolare regime politico nel suo ordinamento costitutivo e nel suo assetto istituzionale che riflettono un processo storico-sociale più o meno complesso.

OBBLIGO POLITICO: Nella democrazia moderna l' obbligo politico è posto in relazione con il diritto del popolo di designare i legislatori che stabiliscono i doveri positivi e laici su cui devono modellarsi gli interessi. Il dovere diventa una funzione del diritto così come il diritto una funzione degli interessi di tutti.

LEGGE: Una definizione pertinente di legge non può limitarsi ad una concezione imperativista e volontaristica del sistema sociale e della legislazione: la definizione moderna di legge contempla due elementi interconnessi, uno imperativo, la volontà munità di forza, e uno culturale, la disposizione razionale emanata da un' autorità legittimata. La legge moderna è un comando legittimo emanato nel rispetto di specifiche procedure da una autorità eletta e cioè fondata sul consenso del popolo.


SOCIETA' CIVILE e SOCIETA' DI MASSA: I concetti di società civile e società di massa sono strettamente legati ad un complesso processo di evoluzione e di modernizzazione politico-istituzionale in cui la società civile si connota come quella forma di organizzazione sociale moderna nella quale la condizione sociale è  del tutto distinta e separata dallo status politico, una organizzazione sociale basata su un complesso processo di produzione mediante scambio regolamentato dal punto di vista normativo, e in cui l' individuo non è politicamente vincolato ad una determinata condizione sociale. Lo scambio fra individui liberi e capaci, assume capacità produttiva mediante il contratto di lavoro, espressione del contratto sociale moderno sul quale si fonda il sistema sociale moderno per cui la società contrattuale moderna non è un contratto puro (così come era concepito in una consolidata tradizione filosofica che trae le sue origini da Aristotele in poi).

POLITIZZARE: Le specifiche funzioni della politica non consistono affatto nel limitarsi a rappresentare gli interessi particolari, ma invece nel proporsi un problema di gestione generale: politizzare significa rendere la politica veicolo laico della società, strumento di trasmissione. La veicolarità della politica esclude proprio il suo degrado a strumento degli interessi immediati e delle singole parti che si aggregano e la politica diventa davvero veicolo quando generalizza l' insieme degli interessi e geenralizza quando connette alla voluntas dell' individuo la ratio del cittadino: la democrazia stessa esige la dilatazione della politica come capacità di civilizzare gli interessi degli individui.




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