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Tema: L'aborto

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Tema: L'aborto


Dell'aborto oggi si scrive e si parla molto. Non così un tempo, anche non lontano, quando questo tema veniva isolato ai margini delle discussioni dei moralisti e dei medici.

Per un aspetto ciò è bene, perché si tratta di capire con coscienza le radici della nostra esistenza e le responsabilità umane davanti a un evento quale è la vita.

E' invece male che spesso non la fede e non la ragione, ma solo il sentimento, si impossessino del problema e ne diano, una soluzione sbagliata.

La parola aborto deriva dal latino ab-orior e più precisamente dal participio ab-ortus. Significa venire al mondo prima del giusto tempo; voci ed espressioni uguali sono: interruzione della gravidanza o interruzione della maternità; a volte viene chiamato anche infanticidio, che però viene usato per significare l'uccisione di chi può già nascere normalmente e è già nato.

L'aborto si vuole intendere come espulsione dell'embrione, o feto, nel periodo che va da 0 giorni a 6 mesi. Almeno dopo i 6 mesi il bambino può nascere e sopravvivere; se lo si uccidesse allora, si avrebbe già un infanticidio.



L'aborto si può dividere a seconda che avvenga o per difetto di natura o per volontà umana. Il primo si chiama aborto naturale o spontaneo. Il secondo, che avviene per volontà umana, è chiamato aborto procurato con mezzi, in modo, per motivi diversi; in modo clandestino (aborti clandestini) o pubblico (aborti legali) ; per salvare la vita della madre (aborto terapeutico).

L'aborto criminale si chiama anche illegale.

Gli ordinamenti civili in tema di aborto possono essere divisi in: ordinamenti permissivi (Giappone, URSS, Ungheria, alcuni Stati degli Usa, ecc.); ordinamenti condizionanti (numerosi stati dell'Europa e dell'America settentrionale); ordinamenti repressivi (Italia, America Latina, Belgio, Germania, Grecia, Portogallo, Spagna).

Gli Stati che legalizzano o liberalizzano l'aborto sono quelli che lo permettono. Si afferma che la liberalizzazione dell'aborto pubblico cancellerà quelli clandestini. La documentazione più recente prova invece che dovunque si è legalizzato l'aborto, le nascite di illegittimi sono in aumento.

Gli Stati che depenalizzano l'aborto sono quelli che puniscono le persone che contribuiscono a procurare l'aborto.

E' noto che nel secolo V a. C. Ippocrate, medico e scienziato greco, imponeva ai medici il giuramento di non danneggiare la vita umana, a cominciare da quella prenatale; lo stesso facevano i Pitagorici: Il rispetto della vita umana anche prenatale, era già da sempre riconosciuto come dovere alle leggi della natura, alle tradizioni di ogni civiltà. Inoltre Ippocrate insegnava che il germe vitale aveva inizialmente vita e proprietà vegetali e animali, ma non ancora umane: solo oltre i primi 30 giorni si sarebbe verificato il passaggio dalla vita o anima vegetale o animale a quella umana.

Gli storici invece, e con essi il grande medico Sorano del secolo II d. C., insegnavano che l'anima razionale o umana era presente fin dall'inizio, e si trasmetteva direttamente per generazione.

Da un lato ogni aborto è peccato grave; dall'altro almeno dopo il quarantesimo giorno, l'aborto si poteva considerare come infanticidio.

La creatura umana fin dal primo momento del suo stabilirsi nell'essere verifica in sé il diritto naturale secondo i tre livelli:


Sotto il profilo del valore e ordine giuridico naturale, il feto umano possiede autonomia di vita.


Sotto il profilo delle norme di diritto naturale, la vita del feto è protetta dal principio etico-giuridico che stabilisce il rispetto della vita e vieta di ucciderla.


Sotto il profilo dei diritti soggettivi, il feto ha il diritto a essere alimentato, assistito, protetto, portato alla maturazione e alla nascita. Come quella di ogni essere umano, la sua vita è inviolabile. Sopprimerla, è omicidio.


Per questo possiamo dire che ogni interruzione volontaria della maternità è volontaria uccisione di una creatura umana.

Penso che chi viene ucciso con l'aborto non sia una cosa che appartenga alla madre né un suo tessuto né un suo organo, ma è un vero essere umano.

L'aborto è un atto grave, perché è contro la vita, e meschino perché è compiuto su un innocente che non può difendersi in nessun modo.




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