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I MALI DEL MONDO ATTUALE

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I MALI DEL MONDO ATTUALE


I primi anni di questo XXI secolo sem­brano aver tradito le speranze in un mon­do migliore: ancora imperversano l'incu­bo della guerra, la minaccia del terrori­smo, il dramma di una sempre più diffusa pove 323b14d rtà, l'aggressione alla natura.

Tipologia D: tema di ordine generale


L'umanità, lasciatasi alle spalle il pas­saggio da un millennio all'altro, prosegue il suo percorso nel XXI secolo tra non 'pochi timori, dubbi e perplessità. Quattro paure at­tualmente assillano il mondo: la guerra, il terrorismo internazionale, la povertà, l'in­quinamento ambientale. Non potremo mai vivere in un mondo migliore se non ci libe­reremo per sempre da questi quattro incubi.



Sono tante le aree del Pianeta dove le "armi" della ragione soccombono alla ra­gione delle armi, a cominciare dal Medio Oriente: perdura una grave situazione d'in­stabilità in Iraq, nonostante sia stato avvia­to, con le elezioni del gennaio 2005, un pro­cesso di democratizzazione, mentre non c'èancora pace vera tra Israeliani e Palestinesi, nonostante i recenti accordi tra il premier israeliano Sharon e il nuovo presidente pa­lestinese Abu Mazen, succeduto ad Arafat. Infatti agli attentati dei terroristi kamikaze della guerriglia palestinese rispondono pun­tualmente le rappresaglie dell'esercito israe­liano.

Le nubi di guerra sono sempre dense sul Golfo Persico, area strategicamente im­portante sul piano economico per la presen­za delle più ingenti riserve di petrolio del mondo: la guerra all'Iraq del dittatore Sad­dam Hussein, accusato di custodire armi di distruzione di massa, voluta dall'ammini­strazione Bush, ha portato sì alla caduta del­la dittatura di Saddam, ma il martoriato Pae­se mediorientale è ancora lontano dal ritor­no alla normalità.

La situazione è ulteriormente aggrava­ta dall'incubo del terrorismo, che si è diffu­so nel mondo dopo gli attentati dell' 11 set­tembre 200 l alle Twin Towers (le Torri Ge­melle) di New York e al Pentagono di Washington, la cui responsabilità è stata dei gruppi del fondamentalismo islamico riuniti nell' organizzazione Al Qaeda (Esercito Islamico) guidata da Osama Bin Laden, il facoltoso sceicco saudita, che si è posto a capo della "guerra santa" contro gli Ameri­cani e l'Occidente per il riscatto dell'Islam.

Gli Stati Uniti risposero agli attentati scatenando un'offensiva militare contro l'Afghanistan, per snidare i terroristi islami­ci e Bin Laden che da tempo vi avevano col­locato le loro basi. L'unico obiettivo rag­giunto è stato di liberare il Paese asiatico dal regime teocratico e semifeudale dei Taleba­ni, ma dello sceicco terrorista non si è trova­ta alcuna traccia. Frattanto sulle montagne afgane continua la guerra contro le bande di Talebani che ancora resistono, mentre Bin Laden alimenta anche la guerriglia in Iraq, organizzando e finanziando alcuni gruppi terroristici che vi operano. L'incubo del ter­rorismo continua così ad alimentare la guer­ra afgana e quella irachena, in una spirale senza fine.

Si continua a combattere anche in tanti Paesi dell' Africa (Sierra Leone, Sudan, Dar­fur, Senegal, Liberia, Costa d'Avorio) e del­ l'Asia (India, Pakistan, Sri Lanka, Filippine, Indonesia): sono le cosiddette "guerre di­menticate", poiché non adeguatamente "co­perte" dai mass-media in quanto riguardano Paesi poverissimi, troppo distanti dagli inte­ressi economici delle Potenze occidentali.

Un altro incubo è la fame nel mondo: tanti, troppi popoli del Sud del mondo, in questo primo scorcio del nuovo millennio, continuano a vivere ad un livello di estrema povertà, con carenza di cibo e delle più ele­mentari condizioni igienico-sanitarie. Vitti­me della fame, delle malattie e delle epide­mie sono soprattutto i bambini. Sono le con­seguenze di una progressiva depauperazio­ne delle risorse locali, umane e materiali, di cui si sono rese responsabili le Potenze del­l'Occidente negli anni lontani del coloniali­smo, ma anche in quelli più recenti del neo­colonialismo.

La Terra sta diventando sempre più in­vivibile, a causa delle diverse forme d'in­quinamento: da quello del suolo a quello dell'acqua, da quello acustico a quello elet­tromagnetico.

Ma il più immediatamente dannoso e tale da provocare visibili conseguenze subi­to è senza dubbio l'inquinamento atmosferi­co, causato dall'immissione nell'atmosfera di gas tossici (in particolare l'anidride car­bonica) , che ha generato i fenomeni dell' "effetto-serra" e del "buco" nello strato di ozono che riveste l'atmosfera.

I maggiori responsabili di un processo che produce effetti devastanti per l' ambien­te sono i Paesi più industrializzati del mon­do, tra i quali in primo luogo gli Stati Uniti.

Annualmente si tiene una Conferenza mondiale per affrontare la delicata questio­ ne: in quella di Kyoto, in Giappone nel 1997, fu pure firmato un "Protocollo" che impegnava tutti gli Stati ad un atteggiamen­to più responsabile nei confronti della tutela ambientale, cominciando con il ridurre sen­sibilmente l'emissione di gas inquinanti. L'impegno è rimasto a lungo sulla carta e soltanto nel febbraio 2005 la maggior parte dei Paesi industrializzati, ma non gli Stati Uniti, ha ratificato il programma concertato di riduzione dei gas per l'immediato futuro, ma tra il "dire" ed il "fare" sembra esserci ancora troppa distanza.

Il comune denominatore delle proble­matiche appena esposte è la diseguale distri­buzione del benessere materiale e sociale, che vede la ricchezza complessiva del Pia­neta concentrarsi in pochi Paesi, quelli del­l'opulento Occidente. Una sproporzione da cui emergono ingiustizie sociali e problemi drammatici che producono vistose e diffuse povertà e possono innescare processi di de­stabilizzazione: non è retorico ribadire che il nostro mondo, se gli Stati ricchi e potenti e quelli poveri cooperano, ha più probabilità di essere un mondo in pace.





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