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NEOTELEVISIONE - IL RITMO E' CAMBIATO

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NEOTELEVISIONE


1. IL RITMO E' CAMBIATO

Il termine NEOTELEVISIONE è coniato da Umberto Eco. Essa nasce con la moltiplicazione dei canali, con la privatizzazione e con l'avvento di nuove diavolerie elettroniche: è la tv nell'era della concorrenza, effetto della riforma della rai e della tv privata. La Neotv italiana mescola materiale italiano e straniero ed ha ritmi diversi, fatti di strappi e accelerazioni.

Fra le caratteristiche della Neotv è la programmazione a flusso ovvero un flusso continuo di brevi sequenze, e non di programmi, che esprime l'essenza del "guardare la tv" senza mai riuscire a spegnerla.


2. LA TV DELLE FAMIGLIE

La tv privata basa i suoi proventi sulla pubblicità, la Rai sul canone, ma perché il canone rimanesse socialmente accettabile la Rai cerca di distinguersi: tono più sobrio e più colto, insistenza sulla qualità.

Per radunare tutta la famiglia ha dunque una programmazione "generalista", rivolta a tutte le categorie di spettatori.

C'è dunque un ribaltamento della situazione: se nell'età del monopolio era la Rai a decidere cosa dovesse vedere il pubblico, ora il pubblico è ormai un cliente che va soddisfatto venendo incontro ai gusti della maggioranza.




3. LA CULTURA DELLA NEOTV

Da molti la neotv è accusata di essere di bassa cultura e volgare, ma i meccanismi che stanno alla sua base sono complessi: è una tv che gioca sul sicuro, per non sbagliare.

  • Intrattenimento: trattenere il pubblico, distoglierlo dal cambiar canale
  • Conversazione: è una tv che parla, affabula, telefona, intavola rapporti con il pubblico
  • Di centro: cerca di riflettere i valori medi della società, ed è estranea agli schieramenti pol.
  • In differita: ma questo garantisce un miglior prodotto
  • La rai impara in fretta dalla tv commerciale

4. SOAP, TELEFILM E TELENOVELAS

Fra i cartoni animati le tv private scelgono quelli giapponesi, intrisi di ideologie patriarcali e contenuti violenti, mentre dall'america importano soprattutto fiction, sitcom e serial a prezzi molto competitivi.

Dalla Germania la Rai importa telefilm come "La piovra".


5. DAL CONFLITTO POLITICO ALLA RAPPRESENTANZA = MEDIATIZZAZIONE DELLA POLITICA

A partire dagli anni 70 si va esaurendo il paradigma del conflitto politico. Se prima l'esistenza di partiti di massa consentiva di avere nei confronti del proprio elettorato una comunicazione "fiduciaria", a seguito della riforma Rai del 1975 la comunicazione politica entra nel campo della tv, e si adatta ai suoi tempi.

Già alle elezioni politiche del 79 si vede che il contesto non è più quello tradizionale, ma quello dei media. Simbolico di questo passaggio è il comportamento di Pannella (pri), che si presenta ai referendum imbavagliato per protestare.


6. LA POLITICA COME STILE DI VITA TELEVISIVO

La politica in tv diventa uno dei tanti prodotti di consumo. È consumata ciclicamente e periodicamente, con una sempre meno assidua partecipazione elettorale: la partecipazione attiva si restringe ad una minoranza. I cittadini sono liberi da ogni costrizione ed ogni forma di fidelizzazione.




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