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Ugo Foscolo

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Ugo Foscolo

Nacque a Zante una delle isole del mar Ionio allora sotto il dominio di Venezia il 6 Febbraio del 1778. Primo di quattro figli il poeta ebbe al fonte battesimale il nome di Nicolò ma poi preferì essere chiamato Ugo. A sei anni si trasferisce a Spalato e nel seminario di questa città iniziò i primi studi di 535e42f umanità. Rimasto orfano del padre tornò a Zante dove approfondì lo studio della lingua latina e greca per poi raggiungere la madre a Venezia con i suoi fratelli. L'estrema povertà in cui viveva la famiglia non gli permise un regolare proseguimento degli studi. Tra il 1792 e il 1796 si compì la sua prima formazione:studiò i classici greci e latini. Le sue prime poesie lo resero noto a molti letterali e gli aprirono le porte dei salotti aristocratici veneziani. Nell'aprile del 1797  si arruola nella milizia della repubblica Cispadana e compone l'ode: "A Bonaparte liberatore". Caduta nel frattempo la repubblica di Venezia ritorna nella sua città ma deluso del trattato di Campoformio si trasferisce a Milano. Qui conosce Parini e diventa amico di Monti. Nella delusione compose "Ultime lettere di Jacopo Ortis" che interromperà per riprendere le armi . Dopo aver combattuto eroicamente a Lento, a Trebbia, a Novi e a Genova ebbe delle relazioni con Isabella Roncioni e la contessa Antonietta Fagnani Arese. Riprese l'ode "A Bonaparte liberatore" e scrisse in coesione con il congresso di Lione convocato per la trasformazione della repubblica Cisalpina in repubblica italiana "l'orazione a Napoleone" in cui esortava gli italiani a combattere. Dal 1799 al 1803 scrisse 12 sonetti e le odi pubblicando "la Chioma di Berenice". Dopo una infelice esperienza in Francia da combattente tornò a Milano esternando il dolore per lui diventato consuetudine. In una armonia interiore scrive "I Sepolcri" che gli conferì la nomina di professore all'università di Pavia. Trascorre i suoi ultimi anni di vita nella miseria e nello sconforto. Ammalato e abbandonato da tutti non aspettava altro che la morte giunta a liberarlo nel 10 settembre 1827. I suo corpo giace nel tempio della Santa Croce in un monumento degno della sua memoria.








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