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SANT'AGOSTINO: Vita, Le Confessiones, De civitate dei

letteratura




SANT'AGOSTINO

Vita : Agostino appartiene alla fase della patristica, della quale egli rappresenta l'autore più importante. I padri della chiesa erano scrittori che operano una sintesi tra la cultura classica e la cultura cristiana. Visse tra il 354 e il 430 d.C., un periodo in cui è imminente il crollo dell'impero (456) e la rivincita del cristianesimo sancita da Teodosio (380) con l'editto di tessalonica. Nacque a Tagaste nel 354 ; la madre Monica era una fervente cristiana. Studiò prima a Madaura, poi a Cartagine. Nel 373 legge l'hortensius di Cicerone che gli causò una profonda crisi spirituale che lo portò ad avvicinarsi al manicheismo, considerato eretico dalla chiesa. Insegnò a Tagaste, poi a Cartagine e infine nel 384 a Roma. Grazie a Simmaco ottenne la cattedra di retorica a Milano ; qui conosce Sant'Ambrogio del quale ascolta le prediche ; frequentò l'ambiente del neoplatonismo e approdò definitivamente alla religione cristiana. Si convertì e lasciò l'insegnamento per tornare in Africa, dove si diede alla vita monastica (387). Nel 39 313h74d 1 fu ordinato prete a Ippona e successivamente nel 395 vescovo. Morì nel 430, mentre Ippona era insediata dai vandali.




Le Confessiones (scritte attorno 400) in 13 libri. Il titolo non va tradotto come confessioni, ma rappresenta l'ode pubblica elevata a dio, inserita dentro una cornice autobiografica. L'opera servirà da modello letterario per molti testi moderni, come il Secretum di Petrarca e le Confessioni di Rousseau, soprattutto a causa della forte indagine psicologica. Libri 1-9 : vera e propria autobiografia che rievoca la sua vita fino alla partenza per il rientro in Africa e alla morte della madre. Biografia che contiene da un lato i fatti e le vicende, dall'altro i giudizi che la coscienza esprime su di esse, attraverso i quali vuole cogliere in ogni cosa i segni dell'esistenza di Dio, così che la vita di Agostino può fungere da exemplum dell'avventura universale dell'uomo. Per Agostino Dio provvede sempre sia al destino del singolo, sia alla storia dell'umanità ed arriva a scoprire l'esistenza di Dio all'interno dell'anima. Agostino fa crollare il mito dell'innocenza del bambino :il corpo del bambino essendo debole non ha alcuna colpa, ma l'animo sì. La colpevolezza del ragazzo, che è mosso a compiere atti di peccato deriva dallo stare in gruppo, poichè all'interno di esso ci si vergogna di provare vergogna. Libri 10-13 : riflessione di carattere dottrinale prima sui primi libri della genesi, poi allarga l'orizzonte ad altri libri. Agostino sviluppa concetti già presenti nel Menone di Platone. Egli respinge contemporaneamente sia le posizioni manichee fortemente deterministiche, che privano l'uomo di qualsiasi possibilità di intervento, sia quelle del pelagianesimo, che garantivano la salvezza per i soli meriti individuali. Nelle confessioni egli raggiunge il punto di maggior introspezione dove fornisce scene e quadri di vita di grande effetto, grazie alla sua abilità di enfatizzare il sentimento e di unire il pathos ad un linguaggio lirico forte. Le Confessioni si allontanano dai comuni itinerari di salvezza noti anche al mondo pagano, perché rimane un senso di precarietà inquieta che fa sentire l'uomo sempre minacciato da possibili ricadute nel peccato. Novità :il protagonista non è un personaggio eccezionale, ma un comune peccatore che trova alla fine la strada della salvezza grazie alla volontà di Dio; gli avvenimenti non sono meravigliosi in sé, ma diventano carichi di importanza per la capacità dell'autore di ingrandire a dismisura il più piccolo particolare, ad es. Il famoso episodio del furto delle pere offre ad Agostino lo spunto per una serie di riflessioni di eccezionale profondità sulla natura e le motivazioni del peccato.


De civitate dei : 22 libri composti intorno al 413 . Dopo il sacco di Roma del 410, i cristiani vennero accusati di aver provocato lo sfaldamento e la caduta dell'impero. Agostino si impegna al massimo per ribadire gli errori del paganesimo, per dimostrare la fondatezza delle sue affermazioni entrando in contrasto con la cultura pagana. Il destinatario di quest'opera è la classe colta pagana alla quale il cristianesimo appariva come una religione priva di fondamenti intellettuali e di conoscenze razionalmente conquistate e con quest'opera egli intende fornire il cristianesimo di una solida base culturale. Teorizza l'esistenza di due città : la città terrena, del diavolo, e la città celeste, di Dio. Libri 1-10 : condannando il paganesimo interpreta la storia umana in chiave provvidenziale :Agostino vede nella caduta del potere di Roma è la giusta punizione di Dio per gli errori e per la cecità dei pagani. Roma era cresciuta con le guerre e la violenza a causa della smania di gloria e dominio e l'impero era fondato sulla sopraffazione e dominato dall'ingiustizia. Ripercorrendo la storia di Roma cita i maggiori autori e se ne serve per dimostrare che le tanto acclamate virtù sono in realtà virtù apparenti, nate da un amore tutto terreno per la gloria. Quindi l'impero romano cresciuto su valori temporali e politici, lontano dall'essere l'oggetto privilegiato della provvidenza divina era un fenomeno storico destinato col tempo a scomparire. La città celeste essendo opera di dio è destinata all'eternità ed è costituita dall'insieme di uomini che vivono per Dio. Il cittadino della città terrena sembra essere il dominatore, l'altro un pellegrino : ma il primo è destinato all'eterna dannazione, il secondo all'eterna salvezza. I confini delle due città non coincidono con confini politici, ma coesistono addirittura nel singolo individuo. Gli stati, espressione della città terrena, sono destinati a morire, mentre la città di dio è eterna. Specialmente nei primi libri opera una lunga polemica contro fatti, persone, credenze, pratiche culturali e religiose della storia di Roma. Dichiara che gli uomini non sono sempre esistiti, non sono destinati ad esistere da sempre e che la giustizia sociale in questo mondo non è mai raggiunta e compiuta. I Cristiani in particolare partecipano sia alla civitas mundi sia alla civitas dei, perciò hanno certi compiti e fini ai quali non devono sottrarsi, sono consapevoli che la vera felicità è solo quella celeste e che sono solamente pellegrini della civitas mundi. Il cristiano si trova nella condizione di peregrinus in quanto è uno straniero che temporaneamente risiede nel mondo perchè non può rifiutare un'intima dipendenza dalla vita che lo circonda. Il suo compito, quindi, sarà quello di compiere il suo viaggio per uscire dal mondo in cui si trova ad esistere e raggiungere la città di Dio. Infine la città di Dio non propone la fuga dal mondo, ma invita a viverci dentro rimanendone però distaccati. Stile : presenta moltissime variazioni da un'opera all'altra e soprattutto in relazione al tipo di destinatario. È sostenuto negli scritti destinati a lettori dotti e uomini di chiesa, molto più colloquiale nei sermones. La sua scrittura si articola in frasi composte di brevi elementi, disposti musicalmente all'interno del periodo. È uno stile adatto ad una lettura a voce alta ed è caratterizzato da numerose citazioni bibliche.


Concetto di tempo: nei libri 10-13 parte dalla spiegazione di alcuni versetti della genesi per allargarsi a trattare molti temi, tra cui quello della memoria e del tempo. Riguardo alla memoria Agostino sviluppa i concetti di Platone, mentre riguardo al tempo ne sostiene la relatività, argomentando che non coincide con la misura del moto degli astri, bensì è la misura data dalla nostra coscienza al succedere degli eventi. La coscienza attraverso l'attenzione dà origine al tempo presente, attraverso l'attesa al futuro e attraverso la memoria al passato. Perciò il "passato non è più", il "futuro non è ancora" e il presente è quel "periodo di tempo che non sia più divisibile in parti anche minutissime di momenti". Inoltre egli afferma che la memoria non consiste nella realtà dei fatti passati, bensì nelle parole generate dalle loro immagini, come se fossero orme impresse nel nostro animo dal passare degli eventi. Infine Agostino sostiene la finitezza del tempo, in quanto creato da Dio e perciò afferma che la vera durata consiste nell'impressione che le cose producono in dio durante il loro passaggio. Sostenendo la dimensione soggettiva del tempo, Agostino apre la via alla speculazione moderna in particolare di Bergson, il quale afferma che esso è "una successione continua di processi spirituali che si compenetrano", e di Proust, secondo il quale il passato non è mai perduto, ma rivive in noi attraverso un profumo, un suono.".





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