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"Il simposio" di Platone

letteratura



"Il simposio" di Platone


Introduzione

Lo studioso Giovanni Reale, nell'introduzione al libro "Il simposio" di Platone, ci presenta l'opera come un gioco di maschere. Di fatti, dietro ad ogni personaggio Platone nasconde una categoria di persone o una corrente di pensiero.

La storia narrata da Apollodoro parla di un banchetto s 242f55c voltosi nella casa di Agatone, famoso attore drammatico.

Dopo il pasto Fedro invita tutti i presenti a fare un elogio a Eros.




Primo discorso: Fedro

Fedro rappresentava la corrente dei retori.

Egli sostiene che Eros sia il dio più antico e che porti agli uomini le cose più belle, più buone e più giuste. Inoltre ritiene che il dio dell'amore spinga l'uomo a compiere azioni giuste.

Fedro sottolinea quindi l'importanza politico-sociale di Eros.


Secondo discorso: Pausania

Pausania, con il suo discorso, presenta la pratica dell'omosessualità, pratica largamente diffusa nell'antica Grecia.

Egli presenta due tipi di Eros:

*Eros Volgare: rivolto alle cose materiali e al corpo

*Eros Celeste: rivolto ai sentimenti e all'anima.

Solamente l'Eros Celeste portava gli uomini verso la giustizia, donando loro le cose più belle e buone.


Terzo discorso: Erissimaco

Erissimaco è la maschera dei medici e si ispira ai filosofi naturalisti.

Questo personaggio parla di Eros in senso cosmico. Ammette che esistono due dimensioni di Eros e che l'importanza di questo dio sta nel fatto di instaurare l'armonia tra le parti di una cosa.


Quarto discorso: Aristofane

Aristofane è la maschera della commedia e Platone lo usa per esporre alcuni elementi propri della sua dottrina.

Aristofane parla della dottrina "dell'Uno e della Diade". Spiega cioè che l'uomo venne diviso in due parti e che Eros permette loro di riunirsi al proprio complementare.

L'amore è la ricerca della propria metà, è il ritrovare ciò che si era perso.


Quinto discorso: Agatone

Agatone era un poeta tragico ed è questa la categoria che rappresenta.

Egli afferma che nessuno ha definito Eros e che lui, con il suo discorso, tenterà di farlo. Nonostante tutto, anch'egli si limita a dare una serie di caratteristiche del dio non riuscendo quindi a raggiungere il suo scopo.

Egli sostiene che Eros è il più bello, il più giusto, il più felice, il più delicato e il più buono fra tutti gli dei, ma non dice chi è Eros.


Sesto discorso: Socrate

Socrate inizia il suo discorso dichiarandosi ignorante e completamente incapace di organizzare un discorso abbastanza elegante e colto da poter fare elogio ad Eros.

Poi interviene con la pratica dell'ironia, sbriciolando il discorso di Agatone attraverso le sue brachilogie.

Dopo aver smentito tutte le teorie dei commensali, Socrate inizia a definire Eros:

*Eros è desiderio di qualcosa che si aveva e non si ha più, quindi è mancanza.

*Eros non è il più virtuoso tra tutti gli dei ma è un intermedio fra tutte le cose. Se egli fosse virtuoso non avrebbe nessun desiderio, poiché non avrebbe nessuna mancanza.

*Eros non è un dio ma un demone, cioè un semidio, poiché nasce dal dio Poros (l'Inganno) e dalla mortale Penia (la povertà).

Questo demone è responsabile dei rapporto tra gli dei e gli uomini.

*Eros è molteplice poiché ogni uomo chiama amore l'oggetto dei suo desideri.

*Eros è aspirare all'immortalità di fatti, grazie all'Amore, l'uomo può generare e la generazione è ciò che più avvicina il mortale all'immortalità.

Eros fa generare cose buone non solo al corpo, ma anche all'anima spingendo alle giustizia.

*Eros si presenta su vari livelli. Il primo grado dell'amore è l'amore dei corpi, poi c'è l'amore delle anime e delle leggi e, in fine, l'amore per le conoscenze.

All'apice della gerarchia dell'Amore c'è l'amore del Bello-in-sé, cioè del Bene. Chi arriva al vertice della piramide raggiunge il momento più importante della sua vita.

*Eros è importante sotto tutti i punti di vista ed è per questo che gli dei gli avrebbero permesso l'immortalità.



Intervento di Alcibiade

Alcibiade arriva al banchetto ubriaco e viene invitato a fare anch'egli un discorso per elogiare Eros.

Egli però non elogia Eros ma Socrate, fa cioè un elogio all'amante e non all'amato.

Dice che Socrate, pur essendo brutto d'aspetto, è meraviglioso nell'anima. Inoltre dichiara di essere innamorato della sapienza del maestro.

Alcibiade racconta che, essendo egli un bel ragazzo, si era illuso di poter dare a Socrate la sua bellezza in cambio della sua sapienza. Il filosofo però non accettò e ritenne la bellezza una virtù frivola e temporanea.

Alcibiade dice che Socrate possiede molto coraggio, una grande forza e un grande pensiero, ma ciò che lo contraddistingue da tutti gli altri virtuosi sono i suoi discorsi.

In fine, Alcibiade si rivolge ad Alcibiade e lo avvisa di non farsi ingannare de Socrate o lo farà soffrire.






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