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Il canto notturno di un pastore errante dell'Asia + breve biografia
Giacomo Leopardi nasce a Recanati nel 1798, il padre Monaldo e la madre Adelaide, appartengono a due delle più antiche e aristocratiche famiglie delle Mar 131e45b che: i conti Leopardi e i marchesi Antici.
Giacomo ha un fratello e una sorella minori con i quali condivide i giochi e gli studi.
E' il padre ad occuparsi dell'educazione dei figli, preferisce trasformare la casa in un collegio piuttosto che mandarli a studiare altrove. Spende una fortuna per comprare dodicimila volumi per la biblioteca e lì i fratelli Leopardi, seguiti da un precettore studiano. Giacomo impara il latino, il greco, la filosofia, ha grandi capacità intellettuali. Con la madre ha un rapporto difficile, non condivide le sue proposte di fede, dal padre riceve un'educazione razionalistica, egli infatti crede che la verità si ottiene solo usando la logica. Il difficile rapporto con la realtà fa emergere in lui il pessimismo, la solitudine lo opprime, l'unica ragione della sua vita è lo studio. Ma in realtà lui vorrebbe essere amato, poter aver un buon rapporto con i genitori, gli amici, conoscere cose nuove, persone diverse. Il desiderio di nuove esperienze in un ambiente nuovo lo porta a tentare la fuga da Recanati, ma vi rinuncia, non ha il coraggio di opporsi al padre. In seguito otterrà il permesso di recarsi a Roma, ritornerà deluso a Recanati.
Farà altri viaggi, ma a causa della salute cagionevole
ritornerà a Recanati dove comporrà "Il
canto notturno di un pastore errante dell'Asia".
In questa poesia Giacomo contemplando il cielo stellato, nel silenzio della
notte in solitudine si domanda il perché delle cose e non sa darsi una
spiegazione razionale. Come il pastore errante è attratto dalla bellezza delle
stelle e della luna e le ammira con
stupore, si domanda perché esistono e attraverso di loro si accorge del mistero dell'universo,
la stessa cosa succede agli uomini i quali si rendono conto di esistere in
questo universo e si domandano il perché. Leopardi nei suoi versi scrive che è
incapace di afferrare il senso delle cose e conosce solo l'infelicità, ma in
realtà nelle sue poesie l'uomo aspira alla felicità e all'eternità. Il poeta è
diviso dall'educazione ricevuta dal padre e da ciò che sente nel suo cuore, è
infelice per cui incomincia ad avere dei dubbi sulla benignità della natura. I
suoi perché sono una continua ricerca del senso delle cose e non si può non
soffermarsi a riflettere e cercare di darsi una risposta.
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