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Cicerone - Vita, Opere - ACTIO PRIMA ET SECUNDAM IN VERREM

latino




Cicerone


Vita


Cicerone nacque ad Arpino (piccolo paese della Ciociaria, attuale Frosinone, sud del Lazio) il 3 gennaio 106 a.C.

  • 79/78 a.C. : seguì lezioni filosofiche presso Antico di Ascalona (in quel periodo infatti si era soliti completare la preparazione universitaria dei ragazzi appartenenti alle classi più abbienti in Oriente.)
  • 75 a.C. : divenne questore in Sicilia (gestiva le finanze della provincia)
  • 70 a.C.: sostenne l'accusa contro Gaio Verre (il quale mentre governava la Sicilia aveva depredato l'intera isola e gli abitanti della provincia romana si erano rivolti a Cicerone per la fiducia  che avevano in lui. Ve 323i86d rre aveva numerose amicizie a Roma che gli avrebbero permesso di passarla liscia se al posto di Cicerone ci sarebbe stato un uomo meno valido. Verre fu costretto a scappare a Marsiglia.)
  • 69 a. C: divenne edile
  • 66 a.C: divenne pretore (magistrato che amministra la giustizia)
  • 63 a.C : divenne console e congiurò Catilina (quando Cicerone divenne console, Catilina, suo rivale pensò di prendere il potere con un colpo di stato ma cicerone lo sconfisse e fece congiurare anche i catilinari senza la "provocatio populo" )
  • 58 a.C.: andò in esilio perché Clodio fece emanare una legge per la quale tutti colro che avevano ucciso senza la provocatio populo dovevano essere esiliati.
  • 57 a .C.: rientrò in patria
  • 52 a. C. : rientrò in politica e come seguace di pompeo andò contro il democratico cesare
  • 47 a. C. : ricevette il perdono di cesare e si ritirò nella villa di Tusculo (dopo il divorzio da Terenzia e la mortedi Tullia)
  • 43 a. C. : venne ucciso dai sicari di Marco Antonio all'età di 63 anni





Opere



Orazioni


(testi in cui l'autore prende una posizione o a favore o contro situazioni o persone)

Scrisse 106 orazioni : ne abbiamo 58 intere, 28 frammentarie e 28 solo titoli.

Le più importanti sono:

  • Pro quinto (81 a.C.) all'età di 20-30 anni
  • Pro roscio-amerino (80 a.C.) nella quale si scagliava contro Grisogono, amico di Silla
  • Actio prima et secundam in Verrem (70 a.C.) nella quale difendeva i siciliani contro verre
  • In Catilinam (63 a. C.) (4 orazioni) contro catilina . famosa la frase "quoque abutere Catilian nostra patientia?" (fin quando catilina abuserà della nostra pazienza?)
  • Pro Caelio (56 a.C.) pronunciata a favore di caelio rufo. Clodia avrebbe voluto avvelenare rufo e cicerone lo difese perché non aveva bei rapporti col fratello della donna. La definì amica omnium (prostituta)
  • Pro milone (52 a.C.) il capolavoro di Cicerone . milone era un politico ed era stato accusato per la morte di clodio.
  • In antonium orationes philippicae (43 a.C.) Marco Antonio fu un successore di cesare e finchè cicerone rimase contro augusto riuscì a mantenersi a galla nella vita politica ma quando ottaviano e antonio si allearono cicerone venne condannato. Si chiamano "philippicae" perché cicerone si ispirò a Demostene per scriverle.




Retoriche


(retorica, ovvero arte della parola.)

Le più celebri sono:

  • De inventione (85-84 a.c.) l'invenzione è una delle cinque parti della retorica e consiste nel porre l'argomento o l'oggetto dell'argomento
  • De oratore (91 a.c.) si immagina un dialogo tra Marco Antonio l'oratore e Licino Crasso (portatore delle idee di Cicerone). L'oggetto della discussione è l'identità del perfetto oratore
  • Orator-brutus ( 46 a.c.) ideale perfetto dell'oratore
  • Topica (44 a.c.)





Politiche


(nelle quali si  idelizza lo stato ideale)

Le più celebri sono:

  • De republica (54-52 a.c.): (rifacendosi a Polibio che aveva gia scritto un opera simile e a paltone il quale aveva immaginato un dialogo tra lelio e Scipione l'emiliano nel 129 a.c. . oggetto della discussione era lo stato ideale). Cicerone pose come oggetto della discussione la res publica rom ana in cui convivevano armonicamente le tre forme di governo: monarchia (consoli), aristocrazia (senato), democrazia (comizi).
  • De legibus (51 a.c.): ispirata a Platone




Filosofiche


(non elaborò una nuova filosofia quindi non si può definire filosofo nel senso tecnico del termine)

Le più importanti sono:

Paradoxa stoicorum (46 a.c.) con tema principale il paradosso degli storici   

Accademica, De finibus bonorum et maiorum, Tusculana et disputationes, De natura deorum (45 a.c.)

De divinatione, de fato, Cato Maior de senectute, de officis, Laelius de amicitia (44 a.c.) . L'ultima contiene un dialogo tra cicerone e lelio e il tema trattato è l'amicizia.

Il de officis è, invece, dedicato al figlio marco (3 libri) che andò a studiare ad atene.






Epistolario


(non lettere singole ma gruppi)

Le più importanti sono:

  • Ad familiares (alla moglie Terenzia, alla figlia Tulliola, al figlio Marco)
  • Ad Atticum (amico ateniese)
  • Ad Quintum fratem
  • Ad Marcum Brutum

Le lettere avevano scopo comunicativo





Opere poetiche


(cicerone fu uno scadente poeta)

Le opere più celebri:

  • De consulatu suo
  • De temporinus mei





ACTIO PRIMA ET SECUNDAM IN VERREM


Verre, fratello di Catilina, come lui è figlio di un epoca storica di grandi travagli politici, sociali e culturali.


Nel 73 a.c., come la storia narra, Verre venne mandato in Sicilia dai romani e ivi governò per tre anni.

Quando egli decadde dal suo incarico la classe aristocratica siciliana chiese a Cicerone di intentare un processo contro di lui. Cicerone accettò nonostante sapesse che aveva a che fare con un uomo potentissimo e lo accusò di pecunis repetundis (concussione) e di mancanza di rispetto per il "mos maiorum". Trovò tanti documenti che gli permisero d'accusare Verre che il suo avvocato, Quinto Ortenzio Ortale, non seppe come difenderlo. Verre, quindi, andò in esilio volontario a Marsiglia.


Viene riportata qui di seguito uno spezzone della prima orazione:

[5] 13 Nulla res per triennium, nisi ad nutum istius, iudicata est: nulla res cuiusquam tam patria atque avita fuit, quae non ab eo, imperio istius, abiudicaretur. Innumerabiles pecuniae ex aratorum bonis novo nefarioque instituto coactae; socii fidelissimi in hostium numero existimati; cives Romani servilem in modum cruciati et necati; homines nocentissimi propter pecunias iudicio liberati; honestissimi atque integerrimi, absentes rei facti, indicta causa damnati et eiecti; portus munitissimi, maximae tutissimaeque urbes piratis praedonibusque patefactae; nautae militesque Siculorum, socii nostri atque amici, fame necati; classes optimae atque opportunissimae, cum magna ignominia populi Romani, amissae et perditae.

Note:

nulla res: anafora

quae: introduce una relativa con valore consecutivo

Innumirabiles .coactae: l'elenco delle malefatte di verre viene reso particolarmente incalzante dall'accumulatio e dalla coordinazione per asindeto.

Facti e absentes: participi al nominativo plurale da riferire al sottinteso homines

Fame: conseguenza drammatica delle ruberie e delle spoliazioni di Verre. Figure retoriche presenti : simmetria, variatio, accumulatio usate per rendere il desolante scenario della provincia un tempo prospera. Notasi pure che cicerone sottolinea le malefatte di verre anche a roma.

(5) 13 Nessuna questione fu giudicata in questi tre anni se non secondo il cenno di costui: nessuna proprietà di alcuno fu tanto sicura per provenienza paterna e avida da non essergli tolta per ordine di costui. Somme incalcolabili furno estorte dai beni dei coltivatori con un provvedimento nuovo e scellerato e furono considerati come nemici, come fossero schiavi; la tortura e la morte per crocifissione non potevano legalmente essere applicate a cittadini romani ; uomini gravemente colpevoli furono liberati dal procedimento giudiziario grazie al loro denaro mentre invece i comuni assai onesti  e integgerimi, essendo divenuti imputati mentre erano assenti senza che fosse celebrato un regolare processo, furono condannati all'esilio, furono aperti a pirati e briganti, furono lasciati morire di fame.




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