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Mimnermo - FRAMMENTO 7

greco



Mimnermo

FRAMMENTO 7

Che vita, che di bello ha il mondo senza
l'alma Afrodite? Ch'io possa morire
quando più non godrò di questi beni:
furtivi amori, dolci doni, gioie.
Della giovane età son questi i fiori,
mirabili per l'uomo e per la donna.
Poi
, quando sopraggiunge la vecchiaia
squallida, grave affanno opprime sempre
il misero mortale, e non l'allieta
raggio di sole, è oggetto di disprezzo
alle donne, odioso anche ai fanciulli:
talmente ripugnante e vergognosa resero
i Numi all'uomo la vecchiaia.

v.1





v.2

















v.4






v.7

Quale vita, quale gioia senza

l'aurea Afrodite?




Che io muoia, quando non più mi stiano a cuore queste cose:

l'amore segreto e i dolci doni

e il letto,

i quali

[i soli]






 sono per gli uomini e per le donne

i fiori desiderabili della giovinezza;

ma quando sopraggiunga l'odiosa vecchiaia, che rende l'uomo allo stesso tempo turpe e

brutto,


continuamente ansie dolorose lo tormentano nell'animo e non si rallegra guardando i raggi del sole,

ma è odioso per i ragazzi, e sprezzato dalle donne;

così dolorosa



dio ha fatto la vecchiaia.

Khrùseos, auereo, attributo frequente per divinità e per Afrodite in particolare.

La doppia domanda è resa ancor più marcata dal senso di angoscia data dall'incisività della ripetizione dei due  'dè'.




eunè,letto  eu-  idea di 'entrare dentro'

oìa -con spirito aspro e accento circonflesso- è correzione di Ahrens per

oi -spirito aspro- M (codex Marcianus XIV sec)

ei -spirito aspro- A (codex Vaticanus XIV sec)

manoscritti.

oìa -spirito aspro- lettura di Ahrens = pron. relativo 'qualis'

oìa -spirito dolce- lettura di Giusto Monaco = pron. numerale, 'unus'.



kakòs, brutto segue Hermann

kalòn = M codex Marcianus



perchè un vecchio non ha niente con cui rallegrarsi.



arghalèon, dolorosa, = dissimilazione di àlghos- parola chiave in Mimnermo, spesso riferita alla vecchiaia.



Fram. 2

Fonte Stobeo.
Dialetto Ionico.
metro: Distico Elegiaco.

La matrice del componimento è costituita da un luogo omerico. La risposta di Glauco a Diomede: (Il. VI,145). 

Noi, quali le foglie che genera la fiorita stagione di primavera quando(1) crescono svelte ai raggi del sole, simili a queste





dei fiori della giovinezza (per il tempo di un cubito) per breve tempo,

non conoscendo né il male, né il bene (che viene) dagli dèi;

ma le nere Kere


ci sovrastano,

l'una tenendo la fine della odiosa vecchiaia,

l'altra della morte;

e dura un attimo il fiore della giovinezza (per il tempo che) per quanto il sole si diffonde sulla terra.

Ma quando  sia trascorso  questo termine della stagione (questa stagione) è meglio morire subito,





(piuttosto) che la vita.




v.11) Infatti molti mali nascono nell'animo,

altre volte la casa (il patrimonio)


si consuma,

e ne provengono

gli effetti dolorosi della povertà;

un altro a sua volta è desideroso (sente la mancanza) dei figli e desiderando questi massimamente

v.14) va sotto terra nell'Ade;

un altro ha una malattia mortale

e non c'è qualcuno fra i mortali a cui Zeus non infligga molti mali.



toîs articolo con funzione di pronome dimostrativo. L'articolo era in origine un antico dimostrativo (Omero e prosa ionica). In Attico ha mantenuto la funzione di pronome in alcuni casi.



La giovinezza è come uno stato di beata incoscienza.

connesso con keraìzo, disrtruggo. Comune in Omero. Kere, dèe della morte. Parche.





Espresione modellata su Il. VII, 451.



tethnànai, morire correptio attica

tĕth-(e- breve) sillaba chiusa che dovrebbe essere lunga, qui è breve pe r abbreviamento davanti a muta (teta) + liquida (lambda) o nasale (ni).


Secondo termine di paragone.

1) con il genitivo

2) con h+ il caso del 1° termine.





Metonìmia fig. retorica = la parte per un concetto.

cfr. Od. I, 248 a proposito dei Proci.

pèlei (2)





Aìdes, a- privativo + (orào) tema id-,vedere.


cfr. i vasi di Zeus Il. XXIV.






FRAMMENTO 8


Noi, quali le foglie che genera la fiorita stagione di primavera quando(1) crescono svelte ai raggi del sole, simili a queste





dei fiori della giovinezza (per il tempo di un cubito) per breve tempo,

non conoscendo né il male, né il bene (che viene) dagli dèi;

ma le nere Kere


ci sovrastano,

l'una tenendo la fine della odiosa vecchiaia,

l'altra della morte;

e dura un attimo il fiore della giovinezza (per il tempo che) per quanto il sole si diffonde sulla terra.

Ma quando  sia trascorso  questo termine della stagione (questa stagione) è meglio morire subito,





(piuttosto) che la vita.




v.11) Infatti molti mali nascono nell'animo,

altre volte la casa (il patrimonio)


si consuma,

e ne provengono

gli effetti dolorosi della povertà;

un altro a sua volta è desideroso (sente la mancanza) dei figli e desiderando questi massimamente

v.14) va sotto terra nell'Ade;

un altro ha una malattia mortale

e non c'è qualcuno fra i mortali a cui Zeus non infligga molti mali.



toîs articolo con funzione di pronome dimostrativo. L'articolo era in origine un antico dimostrativo (Omero e prosa ionica). In Attico ha mantenuto la funzione di pronome in alcuni casi.



La giovinezza è come uno stato di beata incoscienza.

connesso con keraìzo, disrtruggo. Comune in Omero. Kere, dèe della morte. Parche.





Espresione modellata su Il. VII, 451.



tethnànai, morire correptio attica

tĕth-(e- breve) sillaba chiusa che dovrebbe essere lunga, qui è breve pe r abbreviamento davanti a muta (teta) + liquida (lambda) o nasale (ni).


Secondo termine di paragone.

1) con il genitivo

2) con h+ il caso del 1° termine.



Metonìmia fig. retorica = la parte per un concetto.

cfr. Od. I, 248 a proposito dei Proci.

pèlei (2)





Aìdes, a- privativo + (orào) tema id-,vedere.


cfr. i vasi di Zeus Il. XXIV.






Note grammaticali, sintattiche e di linguistica comparata.


(1) quando = òte congiunzione che introduce una temporale:
con l'indicativo > per fatto accaduto.
congiuntivo + àn > per azione eventuale in relazione a tempo principale nella reggente.
ottativo > per azione eventuale in relazione a tempo storico nella reggente.

òte + indicativo ha anche senso causale: poiché e temporale: mentre.

òti invece è una congiunzione che assume varie tipologie.

a) DICHIARATIVA > che + indicativo dopo tempo principale
         + ottativo dopo tempo storico.
b) CAUSALE >  + indicativo perché

c) CAUSAL DICHIARATIVO > dopo i verba adfectum (ammiro / sono indignato / mi vergogno).

d) ESPLICATIVA > in quanto che.

e) + SUPERLATIVO > (òti tàkhista) al più presto.

f) Con funzione dei DUE PUNTI nel discorso indiretto.


(2) pèlei, mi giro.    pel pol- = k(w)ol.

La labiovelare k(w) I.E. , in greco dà i seguenti esiti.

k(w) > t davanti a e i = k(w)el > greco tel te¢llw, mi muovo lat. versor
    >
p in tutti gli altri casi = k(w)ol > greco pol po¢loV, asse terrestre
    >
k in vicinanza di bou k(w)oloV bou¢koloV pastore di vacche.

E per i due suoni consecutivi di u , uno si perde per dissimilazione.
In
Miceneo le labiovelari sono conservate, ciò vuol dire che questa lingua è più antica.
In
Eolico (Saffo / Alceo) le labiovelari hanno sempre esito p in ogni caso: greco te¢llw eolico pe¢llw








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