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La nebbia agl'irti colli
piovigginando sale
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mare
Ma per le vie del borgo
dal ribollir dei tini
va l'aspro odor dei vini
l'anime a rallegrar
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l'uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
nel vespero migrar
di Giosuè Carducci
SPIEGAZIONE
Un paesaggio accennato con pochi tratti essenziali, nella prima nebbia di novembre, che nasconde la malinconia del poeta per cose e anni perduti. Quattro strofe in tutto: nella prima e nell'ultima una visione di natura aperta (colle, mare, cielo) e triste (nebbia, pioggia, nubi rossastre, uccelli neri); nelle due strofe centrali sta il quadro che ritrae la vita del borgo, una vita che non è più della natura ma dell'uomo, non più aperta e senza orizzonti ma raccolta ed intima, non più dolente ed agitata ma lieta ed operosa.
GIOSUE' CARDUCCI: Vita e pensiero
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