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IL GATTOPARDO
Se la sinistra definì reazionario il romanzo, giudicandolo di destra, Luigi Barzini, critico di destra, apprezzò il romanzo perché riteneva che il tema centrale fosse il rimpianto dell'aristocrazia, la cui decadenza comportava la fine di vecchie virtù che rendevano umana la vita anche agli umili, e il trionfo della borghesia, che aveva altre capacità, più rozza, ma essenziali al mondo moderno, che servivano a correggere le vecchie giustizie ma solo a sostituirle con altre.
La crisi del Neorealismo
Verso la metà degli anni '50 si manifestò la crisi del Neorealismo. Dalla letteratura Realistica che voleva rappresentare la società Italiana del secondo dopoguerra con i suoi problemi e l'ansia di riscatto dei più umili, si passò nuovamente ad una letteratura del disimpegno che rappresentava l'uomo in generale, nella sua condizione di solitudine e di angoscia esistenziale.
Dopo i danni della guerra, man mano che si procede alla ricostruzione, si modificano le condizioni economiche e sociali dell'Italia, così sotto la spinta del neocapitalismo e del consumismo, si ottenne negli scrittori l'impegno civile e nasce in essi l'interesse per i problemi nuovi della nostra società.
La critica marxista condannava questo passaggio e attribuisce il cambiamento all'involuzione della società Italiana alla restaurazione capitalistica.
Questa critica è faziosa e unilaterale, perché non tiene conto che gli anni '50 e '60 furono gli anni della ricostruzione e della rivoluzione silenziosa, durante i quali l'Italia passò dalla rivoluzione contadina a quella Industriale, diventando in pochi anni una delle nazioni più industrializzate. Naturalmente il fenomeno ebbe risvolti negativi come lo sviluppo caotico, l'immigrazione dal Sud al Nord, ma anche aspetti positivi, con la diffusione del benessere in tutti gli strati sociali.
La critica storicistica rileva che la crisi del Neorealismo è dovuta alla stanchezza e alla monotonia di certi temi, come l'oppressione fascista, la Resistenza, la miseria, trattati quasi sempre superficialmente con il rischio di cadere nella retorica dell'antiretorica. Dunque la crisi del Neorealismo è dovuta al sorgere di tendenze intimistiche e decadenti come la solitudine, l'incompatibilità, l'angoscia esistenziale, esistenti già nel Neorealismo, ma emerse dopo per effetto della civiltà Industriale.
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